Lo scompenso cardiaco (o “insufficienza cardiaca“) è una condizione patologica caratterizzata dalla incapacità del cuore a pompare una quantità di sangue sufficiente a fare fronte alle richieste metaboliche dell’organismo: in conseguenza a ciò si verifica uno shock circolatorio (insufficienza circolatoria) che in questo caso viene denominato “cardiogeno”, proprio ad indicare il fatto che lo shock è dovuto a cause cardiache (ricordiamo infatti che esso può essere determinato da molte altre cause extracardiache, come nel caso dello shock settico, di quello ipovolemico o di quello anafilattico). Negli Stati Uniti più di 4 milioni di individui sono affetti da scompenso cardiaco e sue complicanze e circa 400000 nuovi casi vengono diagnosticati ogni anno. Circa il 50% dei pazienti affetti da questa patologia muore nei 2 anni successivi alla diagnosi e questo tasso di mortalità è legato al danno multiorgano secondario allo scarso apporto ematico e alla congestione dei vari organi.
Da un punto di vista fisiopatologico il cuore scompensato è incapace di mantenere una adeguata gittata cardiaca. Secondariamente a ciò, compare ipoperfusione e congestione vascolare sistemica e/o polmonare. Le manifestazioni cliniche dipendono dalla sezione cardiaca (cuore sinistro, destro o entrambi) interessata dallo scompenso. Lo scompenso cardiaco può manifestarsi in vario grado, sia come forma acuta che cronica, in conseguenza dell’entità dell’insufficienza e della capacità di compenso.
L’espressione scompenso cardiaco congestizio (CHF) viene frequentemente utilizzata per porre diagnosi di insufficienza cardiaca a partire da una grande quantità di sintomi, derivanti a loro volta da numerose cause differenti. In generale, lo CHF determina l’accumulo di fluidi a livello polmonare (edema polmonare) e delle estremità declivi, secondariamente alla insufficienza delle sezioni cardiache sinistre.
L’espressione cor pulmonale (o “cuore polmonare”), invece, viene utilizzata per descrivere la dilatazione e l’insufficienza delle sezioni destre del cuore in conseguenza di una pneumopatia primitiva che ha determinato ipertensione polmonare.
Cause e fattori di rischio
La cardiopatia ischemica è coinvolta nell’eziopatogenesi dell’insufficienza cardiaca in almeno l’80% dei pazienti, mentre un ulteriore 13% è rappresentato da
pazienti con cardiopatia primitiva. L’ipertensione arteriosa, pur presente nel 45% di questi pazienti, può rappresentare la causa diretta dello scompenso in non più del 7% dei casi. La tabella di seguito riportata elenca i fattori eziologici dello scompenso cardiaco:
- Patologia coronarica
- Ipertensione arteriosa
- Cardiomiopatia dilatativa primitiva o idiopatica
- Valvulopatie: insufficienza e stenosi
- Cardiopatie congenite
- Pneumopatie croniche
- Patologie farmaco-indotte: amfetamine, cocaina, eroina, associazioni antitubercolari, associazioni chemioterapiche anti-tumorali ad alte dosi
- Infiammazioni miocardiche su base infettiva:
- virale (influenza, parotite, rabbia)
- batterica (streptococco, febbre reumatica)
- micotica (istoplasmosi)
- Altre cause
- Ingestione cronica di alcol
- Leucemia acuta
- Avvelenamento da metalli (cobalto, ferro, piombo)
- Difetti metabolici (mixedema)
- Disordini neurologici (distrofia muscolare di Duchenne)
- Trauma (tamponamento cardiaco)
Gli episodi acuti di insufficienza cardiaca sono causati da uno o più fattori precipitanti. Questi fattori interferiscono con uno o più meccanismi compensatori che mantengono un’adeguata funzionalità cardiovascolare. La consapevolezza dell’esistenza di questi fattori precipitanti può enormemente aumentare le capacità di riconoscimento e trattamento dell’insufficienza cardiaca. I fattori precipitanti più comunemente riscontrati sono elencati nella seguente tabella:
- Indotti dal paziente:
- mancata adesione alla terapia,
- eccessivo consumo di sodio,
- elevata ingestione di alcol,
- inattività o iperattività fisica,
- stress emozionale,
- Infezioni:
- infezione virale
- infezione batterica
- Aritmie:
- contrazioni premature ventricolari (PVC),
- blocco atrio-ventricolare,
- bradicardia,
- tachicardia,
- Eccessiva somministrazione di fluidi
- Embolia polmonare
- Elevate richieste funzionali cardiache: febbre, anemia, gravidanza, ipermetabolismo
- Infarto miocardico acuto o ischemia miocardica
- Insufficienza renale
- Insufficienza respiratoria
- Epatopatie
- Insufficienza indotta da farmaci
- Stress ambientali:
- ipertermia,
- ipotermia.
Il cor pulmonale acuto (cuore polmonare acuto) è più frequentemente associato ad una improvvisa elevazione della pressione nell’arteria polmonare che può essere legata ad un’embolia polmonare massiva, ad una severa vasocostrizione polmonare ipossiemica da ipoventilazione acuta e/o alla sindrome da distress respiratorio dell’adulto, oltre che alla ostruzione meccanica della vascolarizzazione polmonare. Il cor pulmonale cronico (cuore polmonare cronico) è responsabile del 10-30% dei ricoveri ospedalieri per “scompenso cardiaco congestizio” ed è principalmente causato dall’ipossiemia determinata da pneumopatie croniche ostruttive come la bronchite cronica, l’enfisema polmonare e la fibrosi cistica.
Fattori di rischio per l’insufficienza cardiaca
Fattori di rischio cardiovascolari diffusi che concausano o peggiorano l’insufficienza cardiaca, sono:
- cardiopatia ischemica (infarto del miocardio);
- fumo di sigaretta, alcol, droghe;
- cardiomiopatia dilatativa;
- aritmie (tachicardia ventricolare o fibrillazione atriale);
- ipertensione arteriosa, specie se non trattata;
- obesità, specie se di 2° o 3° grado;
- diabete mellito;
- vita sedentaria;
- valvulopatia (insufficienza mitralica ed aortica);
- familiarità.
Fattori di rischio cardiovascolari meno diffusi, includono:
- miocardite da malattia infiammatoria o virale;
- disordini tiroidei quali l’ipotiroidismo e l’ipertiroidismo;
- deficit di tiamina o Beriberi;
- anemia;
- Morbo di Paget;
- cardiomiopatie ereditarie (Malattia di Fabry, distrofia di Duchenne e Distrofia miotonica);
- agenti cardiotossici (Chemioterapici come le Antracicline);
- Displasia ventricolare destra aritmogena;
- Anomalia di Uhl (Cuore a pergamena).
Fattori di rischio per l’insufficienza cardiaca acuta
I pazienti affetti da scompenso cardiaco cronico possono andare incontro a fasi di instabilizzazione della malattia in seguito a diversi fattori precipitanti, capaci di determinare anche insufficienza cardiaca acuta in individui precedentemente sani:
- cardiopatia ischemia miocardica (infarto del miocardio);
- edema polmonare;
- miocardite acuta;
- trauma diretto al miocardio;
- valvulopatia acuta, come la rottura delle corde tendinee;
- aritmie (tachicardia ventricolare o fibrillazione atriale);
- embolia polmonare con tipico scompenso del ventricolo sinistro;
- tamponamento cardiaco;
- polmoniti;
- eccessi alimentari o assimilazione di dosi elevate di sodio;
- mancato rispetto della terapia assegnata dal medico.
Per approfondire:
- Fisiopatologia dello scompenso cardiaco: performance miocardica e risposta di Frank-Starling
- Scompenso cardiaco (insufficienza cardiaca): sintomi, segni, diagnosi, esami
- Scompenso cardiaco: trattamento farmacologico e chirurgico
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