Scompenso cardiaco (insufficienza cardiaca): cause e fattori di rischio

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Da un punto di vista fisiopatologico il cuore scompensato è incapace di mantenere una adeguata gittata cardiaca. Secondariamente a ciò, compare ipoperfusione e congestione vascolare sistemica e/o polmonare. Le manifestazioni cliniche dipendono dalla sezione cardiaca (cuore sinistro, destro o entrambi) interessata dallo scompenso. Lo scompenso cardiaco può manifestarsi in vario grado, sia come forma acuta che cronica, in conseguenza dell’entità dell’insufficienza e della capacità di compenso.

L’espressione scompenso cardiaco congestizio (CHF) viene frequentemente utilizzata per porre diagnosi di insufficienza cardiaca a partire da una grande quantità di sintomi, derivanti a loro volta da numerose cause differenti. In generale, lo CHF determina l’accumulo di fluidi a livello polmonare (edema polmonare) e delle estremità declivi, secondariamente alla insufficienza delle sezioni cardiache sinistre.

L’espressione cor pulmonale (o “cuore polmonare”), invece, viene utilizzata per descrivere la dilatazione e l’insufficienza delle sezioni destre del cuore in conseguenza di una pneumopatia primitiva che ha determinato ipertensione polmonare.

Cause e fattori di rischio

La cardiopatia ischemica è coinvolta nell’eziopatogenesi dell’insufficienza cardiaca in almeno l’80% dei pazienti, mentre un ulteriore 13% è rappresentato da
pazienti con cardiopatia primitiva. L’ipertensione arteriosa, pur presente nel 45% di questi pazienti, può rappresentare la causa diretta dello scompenso in non più del 7% dei casi. La tabella di seguito riportata elenca i fattori eziologici dello scompenso cardiaco:

  • Patologia coronarica
  • Ipertensione arteriosa
  • Cardiomiopatia dilatativa primitiva o idiopatica
  • Valvulopatie: insufficienza e stenosi
  • Cardiopatie congenite
  • Pneumopatie croniche
  • Patologie farmaco-indotte: amfetamine, cocaina, eroina, associazioni antitubercolari, associazioni chemioterapiche anti-tumorali ad alte dosi
  • Infiammazioni miocardiche su base infettiva:
    • virale (influenza, parotite, rabbia)
    • batterica (streptococco, febbre reumatica)
    • micotica (istoplasmosi)
  • Altre cause
    • Ingestione cronica di alcol
    • Leucemia acuta
    • Avvelenamento da metalli (cobalto, ferro, piombo)
    • Difetti metabolici (mixedema)
    • Disordini neurologici (distrofia muscolare di Duchenne)
    • Trauma (tamponamento cardiaco)

Gli episodi acuti di insufficienza cardiaca sono causati da uno o più fattori precipitanti. Questi fattori interferiscono con uno o più meccanismi compensatori che mantengono un’adeguata funzionalità cardiovascolare. La consapevolezza dell’esistenza di questi fattori precipitanti può enormemente aumentare le capacità di riconoscimento e trattamento dell’insufficienza cardiaca. I fattori precipitanti più comunemente riscontrati sono elencati nella seguente tabella:

  • Indotti dal paziente:
    • mancata adesione alla terapia,
    • eccessivo consumo di sodio,
    • elevata ingestione di alcol,
    • inattività o iperattività fisica,
    • stress emozionale,
  • Infezioni:
    • infezione virale
    • infezione batterica
  • Aritmie:
    • contrazioni premature ventricolari (PVC),
    • blocco atrio-ventricolare,
    • bradicardia,
    • tachicardia,
  • Eccessiva somministrazione di fluidi
  • Embolia polmonare
  • Elevate richieste funzionali cardiache: febbre, anemia, gravidanza, ipermetabolismo
  • Infarto miocardico acuto o ischemia miocardica
  • Insufficienza renale
  • Insufficienza respiratoria
  • Epatopatie
  • Insufficienza indotta da farmaci
  • Stress ambientali:
    • ipertermia,
    • ipotermia.

Il cor pulmonale acuto (cuore polmonare acuto) è più frequentemente associato ad una improvvisa elevazione della pressione nell’arteria polmonare che può essere legata ad un’embolia polmonare massiva, ad una severa vasocostrizione polmonare ipossiemica da ipoventilazione acuta e/o alla sindrome da distress respiratorio dell’adulto, oltre che alla ostruzione meccanica della vascolarizzazione polmonare. Il cor pulmonale cronico (cuore polmonare cronico) è responsabile del 10-30% dei ricoveri ospedalieri per “scompenso cardiaco congestizio” ed è principalmente causato dall’ipossiemia determinata da pneumopatie croniche ostruttive come la bronchite cronica, l’enfisema polmonare e la fibrosi cistica.

Fattori di rischio per l’insufficienza cardiaca

Fattori di rischio cardiovascolari diffusi che concausano o peggiorano l’insufficienza cardiaca, sono:

  • cardiopatia ischemica (infarto del miocardio);
  • fumo di sigaretta, alcol, droghe;
  • cardiomiopatia dilatativa;
  • aritmie (tachicardia ventricolare o fibrillazione atriale);
  • ipertensione arteriosa, specie se non trattata;
  • obesità, specie se di 2° o 3° grado;
  • diabete mellito;
  • vita sedentaria;
  • valvulopatia (insufficienza mitralica ed aortica);
  • familiarità.

Fattori di rischio cardiovascolari meno diffusi, includono:

  • miocardite da malattia infiammatoria o virale;
  • disordini tiroidei quali l’ipotiroidismo e l’ipertiroidismo;
  • deficit di tiamina o Beriberi;
  • anemia;
  • Morbo di Paget;
  • cardiomiopatie ereditarie (Malattia di Fabry, distrofia di Duchenne e Distrofia miotonica);
  • agenti cardiotossici (Chemioterapici come le Antracicline);
  • Displasia ventricolare destra aritmogena;
  • Anomalia di Uhl (Cuore a pergamena).

Fattori di rischio per l’insufficienza cardiaca acuta

I pazienti affetti da scompenso cardiaco cronico possono andare incontro a fasi di instabilizzazione della malattia in seguito a diversi fattori precipitanti, capaci di determinare anche insufficienza cardiaca acuta in individui precedentemente sani:

  • cardiopatia ischemia miocardica (infarto del miocardio);
  • edema polmonare;
  • miocardite acuta;
  • trauma diretto al miocardio;
  • valvulopatia acuta, come la rottura delle corde tendinee;
  • aritmie (tachicardia ventricolare o fibrillazione atriale);
  • embolia polmonare con tipico scompenso del ventricolo sinistro;
  • tamponamento cardiaco;
  • polmoniti;
  • eccessi alimentari o assimilazione di dosi elevate di sodio;
  • mancato rispetto della terapia assegnata dal medico.

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