L’otite media sierosa consiste nella presenza di un versamento nell’orecchio medio in assenza di infezione, dovuta all’incompleta risoluzione di un’otite media acuta o all’ostruzione della tuba di Eustachio (il condotto che collega la Continua a leggere
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Tuba di Eustachio beante: cause, sintomi, diagnosi, terapia e conseguenze
La tuba di Eustachio beante (o “tromba di Eustachio beante” o “tuba beante” o “tromba beante” o “tuba uditiva beante” o “tuba faringotimpanica beante” o “tuba di Eustachio patulosa“; in inglese “patulous Eustachian tube” o “patent Eustachian tube” o “patulous auditory tube” o “patulous pharyngotympanic tube“) è una disfunzione tubarica in cui la tromba di Eustachio – normalmente collassata – rimane invece aperta. La tuba beante può essere Continua a leggere
Tromba di Eustachio in adulti e bambini: anatomia, funzioni, fisiologia e patologie
La tromba di Eustachio (anche chiamata “tuba di Eustachio” o “tuba uditiva” o “tuba faringotimpanica“) è un condotto che collega la cavità timpanica (cassa timpanica) dell’orecchio medio al rinofaringe e di conseguenza alla cavità nasale (ed ai seni paranasali) ed alla cavità orale attraverso l’orofaringe.
Nel corpo umano sono presenti due distinte trombe di Eustachio, la destra e la sinistra, che partono rispettivamente dall’orecchio medio di destra e di sinistra, ed entrambe Continua a leggere
Autofonia: quando la tua voce ti rimbomba in testa e nelle orecchie
Con il termine “autofonia” in medicina ed in particolare in otorinolaringoiatria, si intende una anomala sensazione uditiva in cui chi parla percepisce la propria voce come troppo forte e “rimbombante” nelle orecchie o nella propria testa. Il paziente può avvertire anche, oltre alla propria voce, anche i Continua a leggere
Come funziona l’udito: ecco come il tuo orecchio ti permette di ascoltare i suoni e restare in equilibrio
L’orecchio è l’organo che permette la percezione dei suoni (il cosiddetto senso dell’udito) e che garantisce l’equilibrio statico e dinamico del corpo. L’orecchio è Continua a leggere
Corteccia uditiva primaria e secondaria: anatomia e funzioni in sintesi
La corteccia uditiva primaria (auditory cortex) è la prima regione della corteccia cerebrale che riceve le informazioni di tipo Continua a leggere
Sordità da lieve a profonda: cause, tipi, apparecchi acustici
L’udito è uno dei cinque sensi che possiede l’essere umano (insieme a vista, olfatto, gusto e tatto) che permette di trasformare – tramite il Continua a leggere
Differenza tra afasia di Broca e di Wernicke
Un danno nell’area di Broca può provocare la cosiddetta afasia di Broca. I pazienti colpiti da afasia di Broca possono essere incapaci di comprendere o formulare frasi con una struttura grammaticale complessa: il loro linguaggio non è fluente ed appare disconnesso (afasia NON fluente). L’afasico non fluente ha un eloquio scarsamente produttivo; la sua produzione linguistica si limita a parole isolate o a frasi brevi (due o tre elementi) e dalla sintattica piuttosto semplice; i verbi utilizzati non sono molti e spesso non vengono nemmeno coniugati; lo stile risulta “telegrafico”; molto spesso vengono omessi dalla frase gli articoli, le preposizioni e i pronomi. La prosodia risulta anormale. In molti casi, la persona affetta da afasia non fluente si rende conto della situazione, delle sue difficoltà comunicative e si scoraggia, rinuncia all’eloquio oppure tenta di compensare il suo deficit utilizzando un linguaggio non verbale. Spesso sono presenti deficit articolatori.
Invece nei pazienti affetti dall’afasia di Wernicke (afasia fluente) il linguaggio parlato è scorrevole (fluente), ma il senso logico è mancante, come anche la comprensione del linguaggio appare compromessa. Il soggetto colpito da afasia fluente ha un eloquio che viene definito come “relativamente produttivo”, abbondante, e dispone di una prosodia (ritmo, accentazione e intonazione) relativamente nella norma; anche la produzione articolatoria risulta normale. Il linguaggio dell’afasico fluente, però, risulta a tratti piuttosto sconnesso; le frasi sono generalmente lunghe e non sono quasi mai sintatticamente corrette (si parla, infatti, di paragrammatismo); nei casi più gravi di afasia, l’eloquio non ha nessun significato particolare. Un problema di non poco conto è che, molto spesso, la persona afasica non si rende conto di questo stato di cose, soprattutto nei casi in cui vi è un grosso problema di decodificazione uditiva.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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