Una bradiaritmia è un’aritmia cardiaca caratterizzata da un rallentamento patologico della frequenza cardiaca causato da un disturbo nella formazione o nella conduzione dell’impulso elettrico cardiaco. La diminuzione della frequenza cardiaca può essere talmente severa da non permettere il corretto pompaggio del sangue non solo sotto sforzo, ma perfino con soggetto a riposo, ad esempio mentre è steso su un letto. Il deficit di funzione di pompa del cuore porta l’organismo (e soprattutto il cervello) a non avere adeguato nutrimento ed ossigeno con possibile perdita di coscienza e – se il normale ritmo non viene ripristinato e la bradiaritmia è severa – al decesso del paziente, anche a causa dell’accumulo di liquidi a livello polmonare (edema polmonare cardiogeno) determinato dall’insufficienza cardiaca conseguente alla bradiaritmia.
Cause di bradiaritmia
In condizioni normali l’impulso elettrico si genera nel nodo seno atriale (il pacemaker naturale del cuore) e viene condotto attraverso gli atri ed i ventricoli mediante il nodo atrioventricolare e il sistema di conduzione intraventricolare specializzato (fascio di His). Tale percorso dell’impulso elettrico cardiaco è necessario per il corretto susseguirsi di sistole (contrazione) e diastole (riempimento) del cuore: una bradiaritmia è un disturbo che interferisce nella genesi o nella conduzione di tale impulso elettrico, impedendo quindi il normale susseguirsi di sistole e diastole e rendendo il cuore inefficace.
Le cause più frequenti di bradiaritmia sono la malattia del nodo del seno atriale ed i blocchi atrio-ventricolari, che nei casi più gravi possono addirittura determinare il decesso di individui giovani e considerati sani, come recentemente accaduto al compianto capitano della Fiorentina Davide Astori, il cui cuore – colpito da bradiaritmia severa – ha rallentato fino all’arresto cardiaco con formazione di abbondante edema polmonare cardiogeno rilevato all’autopsia.
Nella malattia del nodo del seno si verificano basse frequenze sinusali (il pacemaker naturale rallenta) o improvvisa assenza della genesi del battito (blocco seno-atriale o arresto sinusale, in cui il pacemaker naturale si ferma del tutto).
Nei blocchi atrio-ventricolari si verificano invece disturbi di conduzione dell’impulso dagli atri ai ventricoli. Possono avvenire all’interno del nodo atrioventricolare o nel sistema di conduzione intraventricolare. Sono classificati per gradi:
- primo grado: tutti gli impulsi atriali sono condotti ai ventricoli con un rallentamento;
- secondo grado o conduzione intermittente: alcuni impulsi sono condotti e altri bloccati;
- terzo grado o blocco completo: nessun impulso atriale viene condotto ai ventricoli.
I blocchi a livello del nodo atrioventricolare hanno carattere spesso benigno e minore tendenza alla progressione. I blocchi situati al di sotto del nodo e fascio di His hanno una più elevata tendenza alla progressione in blocchi più gravi.
E’ importante ricordare che alcune bradiaritmie possono essere anche causate dall’assunzione di farmaci (β-bloccanti, calcio antagonisti, digossina) e/o droghe. Ricordiamo inoltre che la velocità di scarica del nodo senoatriale può essere modificata da diversi fattori, tra i più importanti c’è la regolazione nervosa da parte del sistema nervoso parasimpatico (tono vagale) che determina una riduzione della frequenza cardiaca: una eccessiva stimolazione vagale (ad esempio in caso di asfissia) può determinare una bradicardia patologica transitoria anche mortale. Altre cause di severa bradiaritmia sono:
- infarto del miocardio: gli infarti, soprattutto quelli della parete inferiore, possono essere la causa di una disfunzione del sistema di conduzione cardiaco, causando la bradicardia patologica;
- miocardite, endocardite: sono patologie caratterizzate da un’infiammazione del muscolo cardiaco, o del suo rivestimento più interno, da varie cause, anche infettive. L’infiammazione può ledere il sistema di conduzione, determinando la bradicardia patologica;
- ipotiroidismo: la riduzione della funzione tiroidea può ridurre anche la frequenza cardiaca;
- alterazioni elettrolitiche: in particolare l’aumento del potassio può essere la causa di una riduzione della frequenza cardiaca;
- ipotermia: l’abbassamento notevole della temperatura corporea può associarsi a una riduzione della frequenza cardiaca;
- patologie infettive: solitamente la febbre determina un aumento della frequenza cardiaca, tuttavia alcune infezioni come la febbre tifoide e la brucellosi possono determinarne un abbassamento;
- ipertensione endocranica: l’aumento della pressione all’interno della teca cranica, secondario a molte patologie (per esempio tumori dell’encefalo, meningiti) può scatenare di riflesso una riduzione della frequenza cardiaca.
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Sintomi di bradiaritmia
I disturbi bradiaritmici possono associarsi a sintomi come
- astenia (debolezza);
- facile affaticabilità;
- capogiro;
- lipotimia;
- dispena (difficoltà a respirare);
- sincope;
- offuscamento della vista;
- dolore toracico;
- lampi luminosi;
- confusione mentale.
In molti casi la bradiaritmia è del tutto asintomatica (cioè non fornisce alcun sintomo della propria presenza).
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Diagnosi di una bradiaritmia
Gli strumenti diagnostici necessari per diagnosticare una bradiaritmia, sono:
- elettrocardiogramma;
- Holter ECG 24 ore.
Tali esami sono svolti come integrazione di una visita cardiologica che comprende anamnesi ed esame obiettivo, inoltre possono essere associati ad una ecografia con colordoppler per studiare eventuali anomalie di flusso intracardiaco e morfologiche di pareti e valvole cardiache, che a volte possono essere la causa a monte del rallentamento patologico della frequenza cardiaca. Utile anche un prelievo ematico, per individuare eventuali anomalie elettrolitiche o degli ormoni tiroidei, come causa scatenante di bradicardia.
Difficoltà della diagnosi
Non sempre è facile diagnosticare una bradiaritmia, specie in individui sani ed asintomatici, che possono superare diverse visite cardiologiche con ECG normali, dal momento che la bradiaritmia in alcuni casi può essere intervallata da periodi dove l’aritmia non si verifica. E’ importante ricordare poi che soprattutto gli sportivi professionisti tendono ad avere una bradicardia fisiologica, cioè tendono normalmente ad avere una frequenza cardiaca lievemente più bassa di quella della popolazione non sportiva, inferiore ai 60 battiti al minuto (bpm); tale bradicardia può essere quindi considerata normale durante la visita, ma degenerare in un rallentamento estremo in un secondo momento, con i risultati che conosciamo.
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Trattamento della bradiaritmia
Se le bradiaritmie si presentano in corso di terapia con farmaci che possono esserne responsabili, la sospensione della terapia può risolvere il problema. A seconda della sede e dell’entità del blocco, nonché alla presenza di sintomi associati, può essere indicato l’impianto di un pacemaker.
Prevenzione
Le bradiaritmie sono prevalentemente l’espressione di un invecchiamento del “sistema elettrico” del nostro cuore, per tale motivo non esistono programmi di prevenzione particolari. È tuttavia necessario effettuare una valutazione aritmologica qualora ci fosse una certa familiarità per difetti del battito cardiaco (ad esempio padre, madre o fratelli con tale patologia). Nei soggetti a rischio si promuove l’adozione di stili di vita sani che prevedano:
- non fumare;
- non bere eccessive quantità di alcool;
- dieta sana ed equilibrata;
- praticare regolarmente attività fisica aerobica;
- mantenere un peso corporeo ottimale per età e altezza.
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