Fame d’aria, svenimento e palpitazioni: riconoscere i sintomi cardiaci

MEDICINA ONLINE DIFFERENZA CORONARIE ARTERIE DESTRA SINISTRA CIRCOLAZIONE CORONARICA INFARTO MIOCARDIOPer la maggior parte dei sintomi che potrebbero essere il campanello d’allarme di problemi al cuore, sia quelli apparentemente banali sia quelli potenzialmente più pericolosi, è molto importante la storia raccontata dal paziente. Se il paziente riesce a mantenersi razionale e a identificare quelle che potrebbero essere le spie caratteristiche del suo disturbo, fornisce al cardiologo una descrizione precisa dei sintomi che, per lo specialista attento, assumono un’importanza spesso maggiore rispetto a esami complessi, prolungati e talora fastidiosi per il paziente.

La dispnea

Un sintomo tipico delle cardiopatie è la mancanza di fiato o, in linguaggio medico, la dispnea. Quando un paziente lamenta la mancanza di fiato, è necessario riuscire a capire se tale sintomo dipende da un problema cardiaco, respiratorio o neurologico, psicologico o metabolico (per esempio l’anemia o una malattia della tiroide). Il racconto del paziente, se accurato e dettagliato, può offrire buone indicazioni. La dispnea di origine cardiaca si presenta, generalmente, se si fanno sforzi fisici o in posizione distesa (in questo caso si definisce ortopnea). Il caso tipico è quello del paziente che accusa mancanza di fiato dopo aver fatto un piano di scale, un percorso in salita o che deve dormire con due cuscini per stare un po’ sollevato e respirare meglio.
Normalmente la dispnea cardiaca è legata a un deficit di funzionamento del muscolo cardiaco, che può sopperire ai bisogni dell’organismo a riposo ma non riesce a fornirgli sangue a sufficienza in caso di aumentate richieste come, per esempio, uno sforzo fisico. È possibile che si verifichi la condizione in cui il sangue in eccesso, non potendo essere spinto verso la parte bassa del corpo, ristagni a monte del cuore, a livello dei polmoni, e trasudando all’interno degli alveoli può causare una malattia molto pericolosa come l’edema polmonare acuto. La dispnea cardiaca può essere più comunemente causata da malattie valvolari (per es. la stenosi o l’insufficienza della valvola mitrale), oppure a una malattia del muscolo cardiaco (cardiomiopatia dilatativa, ossia il cuore aumenta le proprie dimensioni, talora in conseguenza di un grosso infarto), o ancora a un deficit di irrorazione coronarica. In quest’ultimo caso, la dispnea rappresenta un equivalente anginoso, ciò significa che alcuni pazienti, a causa di un restringimento delle coronarie, invece che accusare il classico dolore toracico di cui abbiamo parlato in precedenza, accusano mancanza di fiato.

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La sincope

Un altro disturbo molto importante, anch’esso comune sia ad alcune cardiopatie che a problemi neurologici, è la sincope, ossia un’improvvisa perdita di coscienza non preceduta da alcuna avvisaglia (totalmente diversa dalla “sensazione di mancamento” molto comune soprattutto nelle persone ansiose o che soffrono di pressione arteriosa bassa).
La sincope può essere dovuta a malattie valvolari o del muscolo cardiaco (per es. la stenosi aortica e la cardiomiopatia ipertrofica), ma più frequentemente è legata ad un’aritmia cardiaca.
I tipi di aritmia cardiaca che possono provocare un’improvvisa perdita di coscienza sono due:

  • la bradicardia (ossia un “blocco” che si verifica in un punto del circuito elettrico che attraversa il cuore per farlo contrarre), che determina una pausa del battito cardiaco di alcuni secondi e la conseguente mancanza di afflusso di sangue al cervello oppure, al contrario,
  • la tachicardia ventricolare, ossia un’aritmia potenzialmente molto pericolosa (può infatti evolvere spontaneamente verso la fibrillazione ventricolare e l’arresto cardiaco) che consiste in un battito accelerato che parte dai ventricoli, così rapido e disordinato che non consente al cuore di riempirsi adeguatamente di sangue e di pomparlo verso il cervello, apportandogli di conseguenza un ridotto afflusso di sangue e quindi di nutrimento.

Anche nel caso della sincope, il racconto del paziente è determinante per riuscire a capire se la perdita di coscienza può essere dovuta a una delle patologie sopra citate, potenzialmente letali, o più banalmente a un calo di pressione o a un attacco d’ansia o di panico.

Le palpitazioni

Infine, tra gli innumerevoli disturbi cardiaci, vi è il vasto capitolo delle “palpitazioni”, che vanno dalla sensazione di “tuffo al cuore” o di “battito mancante” propria dell’extrasistole, alla sensazione di cardiopalmo che identifica una condizione di accelerato battito cardiaco (o “tachicardia”). In questo caso, è necessario poter valutare se si tratta di una tachicardia “sinusale” o di una forma diversa (“sopraventricolare” o “ventricolare”). Nel primo caso, la tachicardia è legata ad una maggiore velocità del nodo del seno, cioè di quella struttura che già normalmente funge da “segnapassi” cardiaco (come avviene in caso di uno sforzo fisico, di uno stress emotivo o in condizioni di febbre, anemia, ipertiroidismo e altre situazioni). Nel secondo caso, si tratta di una condizione nella quale un punto del cuore differente dal nodo del seno prende il sopravvento e invia al resto del cuore una serie più o meno lunga di impulsi elettrici, finché il nodo del seno non riprende la sua normale sequenza. Nella tachicardia sinusale, l’insorgenza

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Bradiaritmia: tipi, cause, sintomi, prevenzione e trattamenti

MEDICINA ONLINE ELETTROCARDIOGRAMMA ECG ESAME ONDE ONDA P T U COMPLESSO QRS SEGMENTO ST TRATTO INTERVALLO RR INTERPRETAZIONE SIGNIFICATO CUORE IMPULSO ELETTRICO NODO SENO ATRIALE SETTO ATRIO VENTRICOLOUna bradiaritmia è un’aritmia cardiaca caratterizzata da un rallentamento patologico della frequenza cardiaca causato da un disturbo nella formazione o nella conduzione dell’impulso elettrico cardiaco. La diminuzione della frequenza cardiaca può essere talmente severa da non permettere il corretto pompaggio del sangue non solo sotto sforzo, ma perfino con soggetto a riposo, ad esempio mentre è steso su un letto. Il deficit di funzione di pompa del cuore porta l’organismo (e soprattutto il cervello) a non avere adeguato nutrimento ed ossigeno con possibile perdita di coscienza e – se il normale ritmo non viene ripristinato e la bradiaritmia è severa –  al decesso del paziente, anche a causa dell’accumulo di liquidi a livello polmonare (edema polmonare cardiogeno) determinato dall’insufficienza cardiaca conseguente alla bradiaritmia.

Cause di bradiaritmia

In condizioni normali l’impulso elettrico si genera nel nodo seno atriale (il pacemaker naturale del cuore) e viene condotto attraverso gli atri ed i ventricoli mediante il nodo atrioventricolare e il sistema di conduzione intraventricolare specializzato (fascio di His). Tale percorso dell’impulso elettrico cardiaco è necessario per il corretto susseguirsi di sistole (contrazione) e diastole (riempimento) del cuore: una bradiaritmia è un disturbo che interferisce nella genesi o nella conduzione di tale impulso elettrico, impedendo quindi il normale susseguirsi di sistole e diastole e rendendo il cuore inefficace.

Le cause più frequenti di bradiaritmia sono la malattia del nodo del seno atriale ed i blocchi atrio-ventricolari, che nei casi più gravi possono addirittura determinare il decesso di individui giovani e considerati sani, come recentemente accaduto al compianto capitano della Fiorentina Davide Astori, il cui cuore – colpito da bradiaritmia severa – ha rallentato fino all’arresto cardiaco con formazione di abbondante edema polmonare cardiogeno rilevato all’autopsia.

Nella malattia del nodo del seno si verificano basse frequenze sinusali (il pacemaker naturale rallenta) o improvvisa assenza della genesi del battito (blocco seno-atriale o arresto sinusale, in cui il pacemaker naturale si ferma del tutto).

Nei blocchi atrio-ventricolari si verificano invece disturbi di conduzione dell’impulso dagli atri ai ventricoli. Possono avvenire all’interno del nodo atrioventricolare o nel sistema di conduzione intraventricolare. Sono classificati per gradi:

  • primo grado: tutti gli impulsi atriali sono condotti ai ventricoli con un rallentamento;
  • secondo grado o conduzione intermittente: alcuni impulsi sono condotti e altri bloccati;
  • terzo grado o blocco completo: nessun impulso atriale viene condotto ai ventricoli.

I blocchi a livello del nodo atrioventricolare hanno carattere spesso benigno e minore tendenza alla progressione. I blocchi situati al di sotto del nodo e fascio di His hanno una più elevata tendenza alla progressione in blocchi più gravi.

E’ importante ricordare che alcune bradiaritmie possono essere anche causate dall’assunzione di farmaci (β-bloccanti, calcio antagonisti, digossina) e/o droghe. Ricordiamo inoltre che la velocità di scarica del nodo senoatriale può essere modificata da diversi fattori, tra i più importanti c’è la regolazione nervosa da parte del sistema nervoso parasimpatico (tono vagale) che determina una riduzione della frequenza cardiaca: una eccessiva stimolazione vagale (ad esempio in caso di asfissia) può determinare una bradicardia patologica transitoria anche mortale. Altre cause di severa bradiaritmia sono:

  • infarto del miocardio: gli infarti, soprattutto quelli della parete inferiore, possono essere la causa di una disfunzione del sistema di conduzione cardiaco, causando la bradicardia patologica;
  • miocardite, endocardite: sono patologie caratterizzate da un’infiammazione del muscolo cardiaco, o del suo rivestimento più interno, da varie cause, anche infettive. L’infiammazione può ledere il sistema di conduzione, determinando la bradicardia patologica;
  • ipotiroidismo: la riduzione della funzione tiroidea può ridurre anche la frequenza cardiaca;
  • alterazioni elettrolitiche: in particolare l’aumento del potassio può essere la causa di una riduzione della frequenza cardiaca;
  • ipotermia: l’abbassamento notevole della temperatura corporea può associarsi a una riduzione della frequenza cardiaca;
  • patologie infettive: solitamente la febbre determina un aumento della frequenza cardiaca, tuttavia alcune infezioni come la febbre tifoide e la brucellosi possono determinarne un abbassamento;
  • ipertensione endocranica: l’aumento della pressione all’interno della teca cranica, secondario a molte patologie (per esempio tumori dell’encefalo, meningiti) può scatenare di riflesso una riduzione della frequenza cardiaca.

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Sintomi di bradiaritmia

I disturbi bradiaritmici possono associarsi a sintomi come

  • astenia (debolezza);
  • facile affaticabilità;
  • capogiro;
  • lipotimia;
  • dispena (difficoltà a respirare);
  • sincope;
  • offuscamento della vista;
  • dolore toracico;
  • lampi luminosi;
  • confusione mentale.

In molti casi la bradiaritmia è del tutto asintomatica (cioè non fornisce alcun sintomo della propria presenza).

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Diagnosi di una bradiaritmia

Gli strumenti diagnostici necessari per diagnosticare una bradiaritmia, sono:

  • elettrocardiogramma;
  • Holter ECG 24 ore.

Tali esami sono svolti come integrazione di una visita cardiologica che comprende anamnesi ed esame obiettivo, inoltre possono essere associati ad una ecografia con colordoppler per studiare eventuali anomalie di flusso intracardiaco e morfologiche di pareti e valvole cardiache, che a volte possono essere la causa a monte del rallentamento patologico della frequenza cardiaca. Utile anche un prelievo ematico, per individuare eventuali anomalie elettrolitiche o degli ormoni tiroidei, come causa scatenante di bradicardia.

Difficoltà della diagnosi

Non sempre è facile diagnosticare una bradiaritmia, specie in individui sani ed asintomatici, che possono superare diverse visite cardiologiche con ECG normali, dal momento che la bradiaritmia in alcuni casi può essere intervallata da periodi dove l’aritmia non si verifica. E’ importante ricordare poi che soprattutto gli sportivi professionisti tendono ad avere una bradicardia fisiologica, cioè tendono normalmente ad avere una frequenza cardiaca lievemente più bassa di quella della popolazione non sportiva, inferiore ai 60 battiti al minuto (bpm); tale bradicardia può essere quindi considerata normale durante la visita, ma degenerare in un rallentamento estremo in un secondo momento, con i risultati che conosciamo.

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Trattamento della bradiaritmia

Se le bradiaritmie si presentano in corso di terapia con farmaci che possono esserne responsabili, la sospensione della terapia può risolvere il problema. A seconda della sede e dell’entità del blocco, nonché alla presenza di sintomi associati, può essere indicato l’impianto di un pacemaker.

Prevenzione

Le bradiaritmie sono prevalentemente l’espressione di un invecchiamento del “sistema elettrico” del nostro cuore, per tale motivo non esistono programmi di prevenzione particolari. È tuttavia necessario effettuare una valutazione aritmologica qualora ci fosse una certa familiarità per difetti del battito cardiaco (ad esempio padre, madre o fratelli con tale patologia).  Nei soggetti a rischio si promuove l’adozione di stili di vita sani che prevedano:

  • non fumare;
  • non bere eccessive quantità di alcool;
  • dieta sana ed equilibrata;
  • praticare regolarmente attività fisica aerobica;
  • mantenere un peso corporeo ottimale per età e altezza.

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Apnea ostruttiva del sonno: cause, rischi, trattamenti e prevenzione

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma APNEA OSTRUTTIVA DEL SONNO CAUSE RISCHI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgL’apnea ostruttiva del sonno (anche chiamata apnea notturna di tipo ostruttivo, o OSA) è una condizione medica caratterizzata da interruzioni nella respirazione durante il sonno dovute all’ostruzione – totale o parziale – delle vie aeree superiori. Il disturbo interessa più frequentemente gli uomini delle donne e nelle donne è più frequente dopo la menopausa.
Oltre all’apnea notturna di tipo ostruttivo, esistono altri due tipi di apnea notturna:

  • Apnea notturna di tipo centrale (CSA): consiste in un’assenza di attività respiratoria, dovuta a una perdita transitoria dello stimolo nervoso diretto verso i muscoli respiratori durante il periodo di sonno. Questi casi sono poco frequenti, eccetto che nei bambini prematuri, e sono dovuti, di norma, a problemi neurologici o neuromuscolari.
  • Apnea notturna di tipo misto: si ricade sotto tale definizione quando l’apnea notturna di tipo ostruttivo e l’apnea notturna di tipo centrale si associano nello stesso soggetto.

I tre tipi di apnea notturna possono determinare la comparsa della Sindrome delle apnee nel sonno (OSAS).

Leggi anche: Differenza tra apnea ostruttiva, centrale e mista durante il sonno

Apnee: livelli di gravità

Diversi sono i livelli di gravità della patologia:

  • si ha apnea quando l’interruzione del respiro va dai 10 secondi e meno di 3 minuti;
  • si ha ipopnea quando si ha una riduzione parziale del respiro;
  • si ha il RERA (Respiratory Effort Related Arousal) quando c’è limitazione della respirazione con progressivo aumento dello sforzo respiratorio seguito da un repentino sblocco.

Leggi anche: Dispnea ansiosa, notturna e cardiaca: sintomi, diagnosi e cura

Quali sono le cause ed i fattori di rischio dell’apnea ostruttiva del sonno?

Alcune condizioni favoriscono l’insorgenza delle apnee del sonno:

  • obesità/sovrappeso
  • ostruzione delle vie aeree superiori (naso, bocca, gola)
  • abuso di bevande alcoliche prima di andare a dormire
  • assunzione di sonniferi

Quali sono i sintomi dell’apnea ostruttiva del sonno?

Chi soffre di apnee ostruttive del sonno russa in modo molto evidente fin dalle prime fasi di sonno (il russare diventa via via più forte fino a quando il soggetto non smette di respirare per qualche secondo, per poi riprendere a respirare improvvisamente e dar vita a un nuovo ciclo che si ripete, identico). Diversi i sintomi legati a questo disturbo:

  • eccessiva sonnolenza diurna
  • difficoltà a concentrarsi
  • colpi di sonno
  • cefalea e/o bocca asciutta al risveglio
  • sudorazioni notturne
  • risvegli improvvisi con sensazione di soffocamento
  • necessità di minzione notturna
  • impotenza

Leggi anche: Perché si russa e quali sono i rimedi per smettere di russare? I pericoli dell’apnea ostruttiva del sonno

Come prevenire l’apnea ostruttiva del sonno?

Per prevenire l’insorgenza delle apnee ostruttive del sonno è consigliabile:

  • perdere peso se si è sovrappeso oppure obesi;
  • mangiare in modo sano e fare attività fisica costante, anche moderata;
  • evitare il fumo;
  • evitare gli alcolici, soprattutto prima di andare a dormire.

Diagnosi

Si ha la sindrome delle apnee ostruttive nel sonno quando il numero di apnee è uguale o superiore a 5 episodi per ora, oppure quando si ha almeno un numero di eventi uguale o superiore a 15 accompagnati da evidenti sforzi respiratori. La diagnosi si basa prima di tutto sui sintomi riferiti dal paziente e dal partner. Il medico, in caso di sospetto, può sottoporre il soggetto a misurazioni strumentali di vari parametri attraverso:

  • Polisonnografia: consiste nella misurazione, durante alcune ore di sonno notturno, del flusso aereo, del livello di ossigeno nel sangue, della frequenza cardiaca, della mobilità respiratoria toracica e addominale e della postura nel sonno.
  • Poligrafia respiratoria (o monitoraggio cardio-respiratorio notturno): l’esame consiste nel monitoraggio dei principali segnali cardio-respiratori durante il sonno.
  • Elettroencefalogramma: per esaminare l’attività elettrica del cervello.
  • Elettromiografia degli arti: per esaminare l’attività muscolare.

Leggi anche: Asfissia: sintomi, cure ed in quanto tempo si muore

Trattamenti

In generale la terapia prevede:

  • l’uso del Cpap (Continuous positive air way pressure): è una maschera che si applica su naso e bocca e che forza il passaggio dell’aria, facilitando il respiro.
  • l’impiego della terapia chirurgia: può consistere nella correzione del setto nasale deviato o nell’asportazione delle tonsille ipertrofiche, a seconda del livello e del tipo di ostruzione riscontrato nelle vie aeree superiori.

I trattamenti farmacologici sono volti sia a contrastare i sintomi che a correggere le cause del disturbo.

Consigli

Ai pazienti che soffrono di apnee notturne viene consigliato di:

  • perdere peso, se sono obesi o in sovrappeso;
  • evitare bevande alcoliche e sonniferi;
  • dormire su un fianco;
  • trattare i disturbi eventualmente presenti a carico delle vie aeree superiori.

L’apnea notturna è pericolosa per la vita di chi ne soffre?

No, almeno in modo diretto: non c’è il rischio che sospendendo la respirazione non vi sia più modo di riprenderla; tuttavia la sindrome delle apnee nel sonno, in particolare quelle da cause ostruttive, è un fattore di rischio di aumentata mortalità nella popolazione generale. Se non viene curata l’apnea nel sonno determina indirettamente e cronicamente un aumento del rischio di eventi cerebrovascolari come l’ictus, di problemi cardiaci e di infarti. Inoltre le apnee nel sonno possono anche provocare un peggioramento della qualità della vita del paziente a causa di:

  • maggiore possibilità di incidenti in automobile,
  • sonnolenza durante il giorno,
  • incapacità di concentrazione,
  • scarso rendimento nello studio o sul lavoro,
  • diminuzione di memoria.

Infine se il paziente soffre di diabete o ipertensione, la presenza di apnee rende più difficile il controllo di queste malattie, per questo motivo è importante intervenire in tempo con terapie e prevenzione adeguata.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Respiro di Falstaff: caratteristiche e cause

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma RESPIRO DI FALSTAFF CARATTERISTICHE CAUSE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari An Pene.jpgCon il termine respiro di Falstaff ci si riferisce ad una forma di respiro patologico ed estremamente difficoltoso associato alla sindrome delle apnee ostruttive nel sonno. Il respiro di Falstaff si verifica soprattutto in soggetti obesi tanto che prende il suo nome da Sir John Falstaff – raffigurato nel dipinto che vedete in alto – un personaggio inventato nel 1596 da William Shakespeare per la sua opera Enrico IV: Falstaff viene descritto come un individuo enorme, gravemente obeso che “russa come un cavallo e fa fatica a respirare”.

Eziopatogenesi e caratteristiche
Negli individui gravemente obesi il dormire comporta una marcata perdita del tono della muscolatura scheletrica. Questo fatto determina un importante restringimento delle vie aeree superiori, in particolare nella fase REM, quando il rilassamento muscolare raggiunge un apice. La faringe tende a collassare risultando una ostruzione parziale o completa. La colonna d’aria che attraversa queste strutture tende perciò ad accelerare e mette in vibrazione le strutture stesse: il flusso diviene turbolento e ne consegue il russamento.
L’ostruzione persiste fino alla temporanea interruzione del sonno ed al ripristino del tono muscolare. I momentanei risvegli tendono ad essere inferiori ai 15 secondi.
Occasionalmente l’ostruzione si traduce in un risveglio improvviso con uno sbuffo od un russamento più sonoro. Al ripristino della respirazione con pochi respiri riprende un sonno più profondo ma il problema a breve si ripresenta. Questo ciclo di apnee e risvegli può verificarsi centinaia di volte ogni notte.

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Respiro di Kussmaul: caratteristiche e cause

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma RESPIRO CHEYNE STOKES CAUSE CARATTERISTICHE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Pene.jpgIl Respiro di Kussmaul (o respiro grosso) è un tipo di respiro patologico caratterizzato da atti respiratori molto lenti, ed in particolare da una inspirazione profonda e rumorosa, a cui segue una breve apnea inspiratoria, quindi una espirazione breve e gemente, infine una pausa post-espiratoria decisamente prolungata. Questo respiro patologico deve il suo nome a Adolf Kussmaul che lo descrisse nel 1800.

Cause patologiche del Respiro di Kussmaul
Il Respiro di Kussmaul è spesso associato ad acidosi metabolica grave, causata in particolare da chetoacidosi diabetica, o insufficienza renale. È una forma di iperventilazione compensatoria in cui l’aumento della frequenza respiratoria ha lo scopo di incrementare l’eliminazione dell’anidride carbonica per compensare la riduzione del pH del sangue. Se si esegue una emogasanalisi arteriosa sul sangue di un paziente con respiro di Kussmaul i risultati ci mostreranno una bassa pressione parziale di CO2 in combinazione con una bassa concentrazione di bicarbonati. Questi valori trovano spiegazione nell’aumento della ventilazione che conduce ad un maggiore scambio (e quindi allontanamento) della anidride carbonica a livello alveolare. L’eccesso di basi è marcatamente negativo. Il paziente sente il bisogno di respirare profondamente. Percepisce una “fame d’aria” che, a seguito della attivazione dei centri di controllo della respirazione, lo induce anche involontariamente e respirare con maggiore profondità.
In un primo momento il respiro tenderà ad essere rapido e relativamente poco profondo, ma ben presto l’acidosi metabolica evolve in iperventilazione. Quindi quanto più l’acidosi diviene grave e tanto più elevata sarà la probabilità di sviluppare il respiro di Kussmaul. Non a caso Adolf Kussmaul originariamente identificò questo tipo di respirazione come segno di coma e morte imminente nei pazienti diabetici. Proprio perché osservabile in ogni forma di acidosi metabolica il respiro di Kussmaul è stato osservato anche in soggetti terminali affetti da AIDS. Durata del digiuno, presenza od assenza di epatomegalia ed il respiro di Kussmaul forniscono importanti indizi per la diagnosi differenziale di iperglicemia negli errori congeniti del metabolismo.

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Respiro di Cheyne-Stokes: caratteristiche e cause patologiche e non patologiche

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma RESPIRO DI CHEYNE STOKES CARATTERISTICHE CAUSE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Pe.jpgPer respiro di Cheyne-Stokes (o respiro periodico) si intende una forma di respiro patologico frequente negli anziani in cui si alternano fasi di apnea anche di lunga durata (fino a 20 secondi) a fasi in cui si passa gradatamente da una respirazione profonda ad una sempre più superficiale (cicli respiratori brevi e frequenti) che termina nuovamente nella fase di apnea. Ogni ciclo respiratorio anomalo dura da un minimo di 45 secondi ad un massimo di 3 minuti. Questo loop può prolungarsi varie volte.
Il nome di questo respiro patologico deriva da due medici: John Cheyne e William Stokes che avevano descritto lo stato morboso nel 1800.

Cause patologiche del Respiro di Cheyne-Stokes:

  • encefalopatie;
  • scompenso cardiaco ed altre cardiopatie (prevalenza del 40%);
  • intossicazione da narcotici o ipnotici;
  • ipocapnia e ipossiemia;
  • aumentata responsività dei chemocettori centrali e periferici;
  • danni delle vie aeree;
  • prolungato tempo di circolo;
  • ridotta riserva di O2;
  • alternanza delle fasi del sonno e ripetersi di arousals;
  • coma da sindrome mesencefalica;
  • malattie respiratorie.

Le oscillazioni della ventilazione determinano queste conseguenze cliniche:

  • desaturazione ossiemoglobinica;
  • ritenzione di CO2;
  • modificazioni emodinamiche;
  • attivazione dei centri respiratori;
  • frequenti microrisvegli coscienti o non che conducono a frammentazione del sonno;
  • insonnia e quindi a eccessiva sonnolenza diurna;

Questi eventi fisiopatologici agiscono come feedback positivo peggiorando la sindrome stessa che pertanto si automantiene grazie a questo circolo vizioso.

Cause non patologiche del Respiro di Cheyne-Stokes:
Negli anziani si può verificare – specie durante il sonno la notte – anche senza nessuna patologia apparente; inoltre, tende a comparire quando il soggetto staziona ad elevate altitudini.

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Respiro di Biot ed apnee: caratteristiche e cause patologiche e non patologiche

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma RESPIRO DI BIOT APNEE CAUSE PATOLOGICHE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgIl Respiro di Biot è una forma di respiro patologico caratterizzato da una alternanza di gruppi di 4 o 5 atti respiratori brevi e superficiali seguiti da fasi di apnea di durata variabile, ma in genere tra i 10 ed i 30 secondi. Questo tipo di respiro è una manifestazione di una grave sofferenza del centro respiratorio bulbare ed è un indice prognostico grave. Deve il suo nome allo scopritore, Camille Biot, che lo descrisse nel 1876. Viene chiamato anche respiro intermittente o respirazione atassica anche se secondo alcuni si deve distinguere il respiro di Biot dalla respirazione atassica in quanto il primo appare più regolare mentre la respirazione atassica è caratterizzata da respiri del tutto irregolari e da pause.

Cause patologiche comuni di Respiro di Biot:

  • tumori endocranici;
  • meningiti;
  • encefaliti;
  • traumi cranici;
  • edema cerebrale;
  • erniazioni uncali o del tentorio.

Cause non patologiche comuni di Respiro di Biot:
Questo tipo di respiro patologico è spesso associato all’utilizzo di sostanze oppiacee.

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Respiro patologico: le alterazioni del ritmo respiratorio normale

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma RESPIRO PATOLOGICO ALTERAZIONI RITMO NORMALE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Pene.jpgCon respiro patologico in campo medico, si intende un tipo di respirazione alterata che si verifica durante il sonno o la veglia, causata da una condizione patologica, in contrapposizione al respiro normale che alterna, senza apnee, inspirazione ed espirazione mediamente dalle 16 alle 20 volte al minuto.

A tale proposito leggi anche:

Il respiro patologico è causato da varie patologie diverse, come la chetoacidosi diabetica, le cardiopatie, l’insufficienza renale, ma più spesso sono determinate da malattie a carico del SNC (sistema nervoso centrale), più facilmente negli anziani e durante il sonno. Esistono vari tipi di respiro patologico, tra cui:

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