Differenza tra tumore e tessuto normale con esempi di tumori benigni e maligni

MEDICINA ONLINE CELLULA CELL ORGANELLI MITOCONDRIO RECETTORI BIOLOGIA FARMACOLOGIA TIPI CLASSIFICAZIONE TESSTUO ORMONI LIGANDOTessuto normale

Nei tessuti sani sono presenti cellule, come quella che vedete raffigurata nel disegno in alto, che si replicano in modo organizzato, secondo un preciso schema di stimoli che portano alla mitosi, cioè il processo grazie al quale da una singola cellula si formano due cellule figlie. Tali stimoli sono attentamente regolati dall’organismo, in modo da evitare che i tessuti possano letteralmente espandersi all’infinito. Le cellule possono certamente aumentare di numero (iperplasia) o in dimensione (ipertrofia), ma sempre in un modo “deciso” dall’organismo e seguendo precise regole che ne evitino una proliferazione incontrollata. Per approfondire, leggi anche:

Tumore

In caso di “tumore” (dal latino tumor, “rigonfiamento”) siamo invece di fronte ad una cellula danneggiata nelle sue “istruzioni genetiche” che inizia a replicarsi in modo incontrollato e che persiste in questo stato di anche dopo la cessazione degli stimoli che hanno indotto inizialmente la replicazione. La cellula danneggiata dà origine ad una enorme quantità di cellule figlie che a loro volta si replicheranno in modo incontrollato. Il risultato sarà una massa di tessuto anormale che cresce in modo scoordinato ed indeterminato che prende il nome di “tumore” (o di “neoplasia“, i due termini sono sinonimi). Il tumore può essere “benigno” e permanere nel sito dove ha originato, sotto forma di tumore primario, oppure può essere “maligno” ed avere quindi la capacità di colonizzare altri organi e tessuti (metastasi). Il tumore maligno è denominato anche “cancro“.

Leggi anche: Cosa sono le metastasi? Tutti i tumori danno metastasi?

Esempi di tumori benigni

Esempi di tumori benigni sono (tra parentesi il tessuto da cui originano):

  • angioma o emangioma (vasi sanguigni);
  • fibroma (tessuto connettivo);
  • papilloma (epitelio di rivestimento);
  • adenoma (epitelio ghiandolare);
  • lipoma (tessuto adiposo);
  • condroma (cartilagine);
  • leiomioma (tessuto muscolare liscio);
  • rabdomioma (muscolo striato);
  • meningioma (meningi);
  • neurocitoma (neuroni);
  • glioma (glia, cellule non neuronali del sistema nervoso).

Esempi di tumori maligni (cancro)

Esempi di tumori maligni sono (tra parentesi il tessuto da cui originano):

  • angiosarcoma (vasi sanguigni);
  • fibrosarcoma (tessuto connettivo);
  • carcinoma (epitelio di rivestimento);
  • adenocarcinoma (epitelio ghiandolare);
  • liposarcoma (tessuto adiposo);
  • condrosarcoma (cartilagine);
  • leiomiosarcoma (tessuto muscolare liscio);
  • rabdomiosarcoma (muscolo striato);
  • meningioma maligno (meningi);
  • neuroblastoma (neuroni);
  • melanoma (melanociti presenti nella pelle);
  • glioblastoma (glia, cellule non neuronali del sistema nervoso);
  • Linfoma Mieloma (linea ematopoietica linfoide);
  • Leucemia mieloide (linea ematopoietica mieloide);
  • seminoma (cellule germinali del testicolo).

Organi frequentemente colpiti da tumori maligni, sono la mammella, i polmoni, il pancreas, il colon e la prostata.

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Nei normali e displastici: quali sono le caratteristiche?

MEDICINA ONLINE NEO NEI NEVO NEVI NORMALI TUMORE PELLE CARATTERISTICHE FORMA DIMENSIONI COLORENEI NORMALI

Un giovane adulto presenta in media da 10 a 20 nei. Generalmente, i nei normali (nevi melanocitici) hanno le seguenti caratteristiche:

  • DIAMETRO: di solito inferiore o uguale a 6 mm;
  • POSIZIONE: spesso concentrati sulla pelle esposta al sole del viso, del tronco, delle braccia e delle gambe;
  • INSORGENZA: più spesso nella prima infanzia fino a 35-40 anni;
  • UNIFORMITÀ: normalmente i nevi sono simili l’uno all’altro;
  • FORMA: simmetrica, rotonda o ovale;
  • BORDO: regolare, netto e ben definito;
  • COLORE: uniforme, di solito marrone, chiaro o scuro, o del colore della pelle;
  • EVOLUZIONE: il neo non cambia forma, dimensioni, colore o altre caratteristiche, oppure la cambia ma in tempi molto lunghi.

NEI DISPLASTICI

Questi nei sono generalmente grandi, “atipici” e rappresentano uno dei più importanti fattori di rischio per il melanoma: cioè non significa che chi li possiede ha necessariamente un tumore maligno della pelle, ma solo che ha un rischio più elevato di soffrirne. Clinicamente i nei displastici possono somigliare a un melanoma. Di solito, hanno le seguenti caratteristiche:

  • COLORE: variazione e irregolarità con puntini di color marrone, marrone scuro, rosso, blu o nero irregolarmente distribuiti;
  • DIAMETRO: generalmente superiore a 6 mm (le dimensioni della gomma di una matita), ma può anche essere inferiore;
  • FORMA: spesso asimmetrica; tracciando una linea nel mezzo, una metà appare chiaramente diversa dall’altra;
  • POSIZIONE: i nei a rischio sono spesso situati sulla pelle non esposta al sole;
  • EVOLUZIONE: il neo cambia forma, dimensioni, colore o altre caratteristiche, in breve tempo;
  • BORDO: irregolare e/o sfumato; il neo sembra sfumare verso la pelle circostante.

Per approfondire: Nei sospetti, riconoscere quelli normali ed i tumori: la regola ABCDE

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su Mastodon, su Tumblr e su Pinterest, grazie!

Colore delle feci: normale e patologico

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma FECI GIALLE GIALLASTRE ORO CAUSE CIBO Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PeneIn condizioni normali, il colore delle feci varia dal marrone chiaro al marrone scuro. Questa caratteristica pigmentazione è conferita dai residui biliari sfuggiti al riassorbimento intestinale e metabolizzati dalla flora locale (la bile viene prodotta dal fegato e riversata nell’intestino, dove favorisce la digestione e l’assorbimento dei lipidi alimentari). Nonostante il colore delle feci sia pesantemente influenzato dalle abitudini alimentari, un’eventuale anomalia cromatica può essere dovuta anche a condizioni morbose. Per questo, qualora l’alterazione non sia attribuibile a particolari modificazioni dietetiche o si accompagni ad altri sintomi – come diarrea, stitichezza, debolezza, dolori addominali o capogiri – è importante segnalarlo prontamente al proprio medico.

Feci verdi

Nella composizione della bile rientra una sostanza, chiamata bilirubina, derivata dalla degradazione dei globuli rossi. Questa viene metabolizzata dalla flora batterica intestinale in stercobilina, che dona alle feci la tipica colorazione marrone. La bilirubina deriva a sua volta da un precursore, chiamato biliverdina, anch’esso presente nella bile e talvolta nelle feci, a cui dona un colore verde. Tale situazione si verifica quando il transito intestinale è talmente veloce da causare un’incompleta trasformazione della biliverdina in bilirubina e derivati. Feci verdi sono quindi una tipica espressione della diarrea e delle condizioni di natura patologica e non (ad es. abuso di lassativi) che la provocano. Anche alcune cure antibiotiche o gli integratori a base di ferro possono dare il medesimo inconveniente. Il colore verde delle feci può essere legato alla cospicua assunzione di alimenti ricchi di clorofilla, contenuta soprattutto negli spinaci, nella rucola, nel prezzemolo, nei fagiolini e nei vegetali a foglia verde in genere.

Leggi anche: Il mio alito odora di feci: cause, quando è pericoloso e rimedi

Feci arancioni

Feci arancioni possono essere la conseguenza di un abbondante consumo di cibi ricchi di beta-carotene, riconoscibili perché caratterizzati da sfumature giallo-arancioni (carote, zucche, albicocche, mango, patate dolci ecc.). Anche l’abuso degli integratori che contengono questo pigmento ad azione antiossidante, l’assunzione di medicinali a base di rifampina (un antimicobatterico) o di alimenti con coloranti di analoga tonalità, possono causare l’evacuazione di feci arancioni.

Leggi anche: Fecaloma: tappo di feci durissime, cause, sintomi e rimedi

Feci rosse

Quando il colore delle feci assume tonalità rossicce, il timore è che l’evento sia in qualche modo correlato a gravi patologie associate alla presenza di sangue negli escrementi. Fortunatamente, anche in questo caso esiste una possibile correlazione con l’abbondante consumo di alimenti di colore rosso (succo di pomodoro, frutta rossa e barbabietole). Dall’altra parte, non dobbiamo dimenticare che un’emorragia nei vari tratti del tubo digerente può avere come effetto l’evacuazione di feci rossicce o con presenza di sangue. Nella peggiore dell’ipotesi potrebbe anche trattarsi di cancro al colon, oppure di un polipo intestinale con tendenza ad evolvere in una forma cancerosa. Il colore rosso delle feci può essere uniforme o alterato da filamenti o macchie di colore rosso vivo, che si possono notare anche sulla carta igienica o sulle pareti del wc; tale condizione si manifesta quando l’emorragia interessa l’ultimo tratto dell’intestino (proctite, diverticolite, emorroidi, ragadi anali, polipi o tumori del retto). Se le feci sono di colore rosso scuro, è più probabile che l’emorragia provenga dai tratti superiori del tubo digerente (esofago, stomaco e duodeno).

Leggi anche: Feci pastose e maleodoranti: malassorbimento e cattiva digestione

Feci bianche, grigie o pallide (acoliche)

Feci di colore tendente al chiaro possono essere dovute alla cospicua assunzione di cibi di colore bianco o beige, come riso, patate o tapioca. L’ingestione di antiacidi (a base di idrossido di alluminio) o il bario utilizzato come metodo di contrasto per radiografie del tubo digerente, possono conferire alla massa fecale un colore bianco gessato. Nella parte iniziale abbiamo detto che il colore delle feci è dovuto soprattutto alla presenza di bilirubina e dei suoi metaboliti. Ne consegue che un’ipocromia fecale è spesso dovuta al mancato arrivo della bile nell’intestino, ad esempio per la presenza di calcoli alla colecisti o più raramente per un tumore del dotto biliare o del pancreas. Feci di colore bianco possono segnalare anche una serie di gravi disturbi epatici che comportano il blocco dei dotti biliari, come cirrosi, epatite e cancro al fegato.
Feci lucide, untuose e di colore pallido, sono tipiche della steatorrea (eccessiva presenza di grasso negli escrementi, causata generalmente da un malassorbimento intestinale come avviene nella celiachia).

Leggi anche: Feci galleggianti e maleodoranti: cause e quando chiamare il medico

Feci nere, picee, scure, catramose

Feci di colore grigio scuro possono segnalare la presenza di metalli, come ferro (ad esempio per l’eccessiva ingestione di cioccolato e/o carne) o bismuto; possono essere anche la conseguenza dell’assunzione di carbone o di un elevato apporto di liquirizia. Più in generale, comunque, feci nerastre e catramose possono indicare la presenza di sangue parzialmente digerito (melena); tale condizione può testimoniare emorragie del tratto digerente superiore, ad esempio a livello esofageo, gastrico o duodenale (ulcera peptica) e, in alcuni casi, può essere la spia di un tumore di tratto digerente.

I migliori prodotti per la salute dell’apparato digerente

Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche per il benessere del vostro apparato digerente, in grado di combattere stipsi, fecalomi, meteorismo, gonfiore addominale, acidità di stomaco, reflusso, cattiva digestione ed alitosi:

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su Mastodon, su YouTube, su LinkedIn, su Tumblr e su Pinterest, grazie!

 

Apnea ostruttiva del sonno: cause, rischi, trattamenti e prevenzione

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma APNEA OSTRUTTIVA DEL SONNO CAUSE RISCHI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgL’apnea ostruttiva del sonno (anche chiamata apnea notturna di tipo ostruttivo, o OSA) è una condizione medica caratterizzata da interruzioni nella respirazione durante il sonno dovute all’ostruzione – totale o parziale – delle vie aeree superiori. Il disturbo interessa più frequentemente gli uomini delle donne e nelle donne è più frequente dopo la menopausa.
Oltre all’apnea notturna di tipo ostruttivo, esistono altri due tipi di apnea notturna:

  • Apnea notturna di tipo centrale (CSA): consiste in un’assenza di attività respiratoria, dovuta a una perdita transitoria dello stimolo nervoso diretto verso i muscoli respiratori durante il periodo di sonno. Questi casi sono poco frequenti, eccetto che nei bambini prematuri, e sono dovuti, di norma, a problemi neurologici o neuromuscolari.
  • Apnea notturna di tipo misto: si ricade sotto tale definizione quando l’apnea notturna di tipo ostruttivo e l’apnea notturna di tipo centrale si associano nello stesso soggetto.

I tre tipi di apnea notturna possono determinare la comparsa della Sindrome delle apnee nel sonno (OSAS).

Leggi anche: Differenza tra apnea ostruttiva, centrale e mista durante il sonno

Apnee: livelli di gravità

Diversi sono i livelli di gravità della patologia:

  • si ha apnea quando l’interruzione del respiro va dai 10 secondi e meno di 3 minuti;
  • si ha ipopnea quando si ha una riduzione parziale del respiro;
  • si ha il RERA (Respiratory Effort Related Arousal) quando c’è limitazione della respirazione con progressivo aumento dello sforzo respiratorio seguito da un repentino sblocco.

Leggi anche: Dispnea ansiosa, notturna e cardiaca: sintomi, diagnosi e cura

Quali sono le cause ed i fattori di rischio dell’apnea ostruttiva del sonno?

Alcune condizioni favoriscono l’insorgenza delle apnee del sonno:

  • obesità/sovrappeso
  • ostruzione delle vie aeree superiori (naso, bocca, gola)
  • abuso di bevande alcoliche prima di andare a dormire
  • assunzione di sonniferi

Quali sono i sintomi dell’apnea ostruttiva del sonno?

Chi soffre di apnee ostruttive del sonno russa in modo molto evidente fin dalle prime fasi di sonno (il russare diventa via via più forte fino a quando il soggetto non smette di respirare per qualche secondo, per poi riprendere a respirare improvvisamente e dar vita a un nuovo ciclo che si ripete, identico). Diversi i sintomi legati a questo disturbo:

  • eccessiva sonnolenza diurna
  • difficoltà a concentrarsi
  • colpi di sonno
  • cefalea e/o bocca asciutta al risveglio
  • sudorazioni notturne
  • risvegli improvvisi con sensazione di soffocamento
  • necessità di minzione notturna
  • impotenza

Leggi anche: Perché si russa e quali sono i rimedi per smettere di russare? I pericoli dell’apnea ostruttiva del sonno

Come prevenire l’apnea ostruttiva del sonno?

Per prevenire l’insorgenza delle apnee ostruttive del sonno è consigliabile:

  • perdere peso se si è sovrappeso oppure obesi;
  • mangiare in modo sano e fare attività fisica costante, anche moderata;
  • evitare il fumo;
  • evitare gli alcolici, soprattutto prima di andare a dormire.

Diagnosi

Si ha la sindrome delle apnee ostruttive nel sonno quando il numero di apnee è uguale o superiore a 5 episodi per ora, oppure quando si ha almeno un numero di eventi uguale o superiore a 15 accompagnati da evidenti sforzi respiratori. La diagnosi si basa prima di tutto sui sintomi riferiti dal paziente e dal partner. Il medico, in caso di sospetto, può sottoporre il soggetto a misurazioni strumentali di vari parametri attraverso:

  • Polisonnografia: consiste nella misurazione, durante alcune ore di sonno notturno, del flusso aereo, del livello di ossigeno nel sangue, della frequenza cardiaca, della mobilità respiratoria toracica e addominale e della postura nel sonno.
  • Poligrafia respiratoria (o monitoraggio cardio-respiratorio notturno): l’esame consiste nel monitoraggio dei principali segnali cardio-respiratori durante il sonno.
  • Elettroencefalogramma: per esaminare l’attività elettrica del cervello.
  • Elettromiografia degli arti: per esaminare l’attività muscolare.

Leggi anche: Asfissia: sintomi, cure ed in quanto tempo si muore

Trattamenti

In generale la terapia prevede:

  • l’uso del Cpap (Continuous positive air way pressure): è una maschera che si applica su naso e bocca e che forza il passaggio dell’aria, facilitando il respiro.
  • l’impiego della terapia chirurgia: può consistere nella correzione del setto nasale deviato o nell’asportazione delle tonsille ipertrofiche, a seconda del livello e del tipo di ostruzione riscontrato nelle vie aeree superiori.

I trattamenti farmacologici sono volti sia a contrastare i sintomi che a correggere le cause del disturbo.

Consigli

Ai pazienti che soffrono di apnee notturne viene consigliato di:

  • perdere peso, se sono obesi o in sovrappeso;
  • evitare bevande alcoliche e sonniferi;
  • dormire su un fianco;
  • trattare i disturbi eventualmente presenti a carico delle vie aeree superiori.

L’apnea notturna è pericolosa per la vita di chi ne soffre?

No, almeno in modo diretto: non c’è il rischio che sospendendo la respirazione non vi sia più modo di riprenderla; tuttavia la sindrome delle apnee nel sonno, in particolare quelle da cause ostruttive, è un fattore di rischio di aumentata mortalità nella popolazione generale. Se non viene curata l’apnea nel sonno determina indirettamente e cronicamente un aumento del rischio di eventi cerebrovascolari come l’ictus, di problemi cardiaci e di infarti. Inoltre le apnee nel sonno possono anche provocare un peggioramento della qualità della vita del paziente a causa di:

  • maggiore possibilità di incidenti in automobile,
  • sonnolenza durante il giorno,
  • incapacità di concentrazione,
  • scarso rendimento nello studio o sul lavoro,
  • diminuzione di memoria.

Infine se il paziente soffre di diabete o ipertensione, la presenza di apnee rende più difficile il controllo di queste malattie, per questo motivo è importante intervenire in tempo con terapie e prevenzione adeguata.

Per approfondire:

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su YouTube, su LinkedIn, su Reddit, su Tumblr e su Pinterest, grazie!

Respiro di Falstaff: caratteristiche e cause

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma RESPIRO DI FALSTAFF CARATTERISTICHE CAUSE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari An Pene.jpgCon il termine respiro di Falstaff ci si riferisce ad una forma di respiro patologico ed estremamente difficoltoso associato alla sindrome delle apnee ostruttive nel sonno. Il respiro di Falstaff si verifica soprattutto in soggetti obesi tanto che prende il suo nome da Sir John Falstaff – raffigurato nel dipinto che vedete in alto – un personaggio inventato nel 1596 da William Shakespeare per la sua opera Enrico IV: Falstaff viene descritto come un individuo enorme, gravemente obeso che “russa come un cavallo e fa fatica a respirare”.

Eziopatogenesi e caratteristiche
Negli individui gravemente obesi il dormire comporta una marcata perdita del tono della muscolatura scheletrica. Questo fatto determina un importante restringimento delle vie aeree superiori, in particolare nella fase REM, quando il rilassamento muscolare raggiunge un apice. La faringe tende a collassare risultando una ostruzione parziale o completa. La colonna d’aria che attraversa queste strutture tende perciò ad accelerare e mette in vibrazione le strutture stesse: il flusso diviene turbolento e ne consegue il russamento.
L’ostruzione persiste fino alla temporanea interruzione del sonno ed al ripristino del tono muscolare. I momentanei risvegli tendono ad essere inferiori ai 15 secondi.
Occasionalmente l’ostruzione si traduce in un risveglio improvviso con uno sbuffo od un russamento più sonoro. Al ripristino della respirazione con pochi respiri riprende un sonno più profondo ma il problema a breve si ripresenta. Questo ciclo di apnee e risvegli può verificarsi centinaia di volte ogni notte.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Respiro di Kussmaul: caratteristiche e cause

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma RESPIRO CHEYNE STOKES CAUSE CARATTERISTICHE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Pene.jpgIl Respiro di Kussmaul (o respiro grosso) è un tipo di respiro patologico caratterizzato da atti respiratori molto lenti, ed in particolare da una inspirazione profonda e rumorosa, a cui segue una breve apnea inspiratoria, quindi una espirazione breve e gemente, infine una pausa post-espiratoria decisamente prolungata. Questo respiro patologico deve il suo nome a Adolf Kussmaul che lo descrisse nel 1800.

Cause patologiche del Respiro di Kussmaul
Il Respiro di Kussmaul è spesso associato ad acidosi metabolica grave, causata in particolare da chetoacidosi diabetica, o insufficienza renale. È una forma di iperventilazione compensatoria in cui l’aumento della frequenza respiratoria ha lo scopo di incrementare l’eliminazione dell’anidride carbonica per compensare la riduzione del pH del sangue. Se si esegue una emogasanalisi arteriosa sul sangue di un paziente con respiro di Kussmaul i risultati ci mostreranno una bassa pressione parziale di CO2 in combinazione con una bassa concentrazione di bicarbonati. Questi valori trovano spiegazione nell’aumento della ventilazione che conduce ad un maggiore scambio (e quindi allontanamento) della anidride carbonica a livello alveolare. L’eccesso di basi è marcatamente negativo. Il paziente sente il bisogno di respirare profondamente. Percepisce una “fame d’aria” che, a seguito della attivazione dei centri di controllo della respirazione, lo induce anche involontariamente e respirare con maggiore profondità.
In un primo momento il respiro tenderà ad essere rapido e relativamente poco profondo, ma ben presto l’acidosi metabolica evolve in iperventilazione. Quindi quanto più l’acidosi diviene grave e tanto più elevata sarà la probabilità di sviluppare il respiro di Kussmaul. Non a caso Adolf Kussmaul originariamente identificò questo tipo di respirazione come segno di coma e morte imminente nei pazienti diabetici. Proprio perché osservabile in ogni forma di acidosi metabolica il respiro di Kussmaul è stato osservato anche in soggetti terminali affetti da AIDS. Durata del digiuno, presenza od assenza di epatomegalia ed il respiro di Kussmaul forniscono importanti indizi per la diagnosi differenziale di iperglicemia negli errori congeniti del metabolismo.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Respiro di Cheyne-Stokes: caratteristiche e cause patologiche e non patologiche

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma RESPIRO DI CHEYNE STOKES CARATTERISTICHE CAUSE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Pe.jpgPer respiro di Cheyne-Stokes (o respiro periodico) si intende una forma di respiro patologico frequente negli anziani in cui si alternano fasi di apnea anche di lunga durata (fino a 20 secondi) a fasi in cui si passa gradatamente da una respirazione profonda ad una sempre più superficiale (cicli respiratori brevi e frequenti) che termina nuovamente nella fase di apnea. Ogni ciclo respiratorio anomalo dura da un minimo di 45 secondi ad un massimo di 3 minuti. Questo loop può prolungarsi varie volte.
Il nome di questo respiro patologico deriva da due medici: John Cheyne e William Stokes che avevano descritto lo stato morboso nel 1800.

Cause patologiche del Respiro di Cheyne-Stokes:

  • encefalopatie;
  • scompenso cardiaco ed altre cardiopatie (prevalenza del 40%);
  • intossicazione da narcotici o ipnotici;
  • ipocapnia e ipossiemia;
  • aumentata responsività dei chemocettori centrali e periferici;
  • danni delle vie aeree;
  • prolungato tempo di circolo;
  • ridotta riserva di O2;
  • alternanza delle fasi del sonno e ripetersi di arousals;
  • coma da sindrome mesencefalica;
  • malattie respiratorie.

Le oscillazioni della ventilazione determinano queste conseguenze cliniche:

  • desaturazione ossiemoglobinica;
  • ritenzione di CO2;
  • modificazioni emodinamiche;
  • attivazione dei centri respiratori;
  • frequenti microrisvegli coscienti o non che conducono a frammentazione del sonno;
  • insonnia e quindi a eccessiva sonnolenza diurna;

Questi eventi fisiopatologici agiscono come feedback positivo peggiorando la sindrome stessa che pertanto si automantiene grazie a questo circolo vizioso.

Cause non patologiche del Respiro di Cheyne-Stokes:
Negli anziani si può verificare – specie durante il sonno la notte – anche senza nessuna patologia apparente; inoltre, tende a comparire quando il soggetto staziona ad elevate altitudini.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Respiro di Biot ed apnee: caratteristiche e cause patologiche e non patologiche

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma RESPIRO DI BIOT APNEE CAUSE PATOLOGICHE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgIl Respiro di Biot è una forma di respiro patologico caratterizzato da una alternanza di gruppi di 4 o 5 atti respiratori brevi e superficiali seguiti da fasi di apnea di durata variabile, ma in genere tra i 10 ed i 30 secondi. Questo tipo di respiro è una manifestazione di una grave sofferenza del centro respiratorio bulbare ed è un indice prognostico grave. Deve il suo nome allo scopritore, Camille Biot, che lo descrisse nel 1876. Viene chiamato anche respiro intermittente o respirazione atassica anche se secondo alcuni si deve distinguere il respiro di Biot dalla respirazione atassica in quanto il primo appare più regolare mentre la respirazione atassica è caratterizzata da respiri del tutto irregolari e da pause.

Cause patologiche comuni di Respiro di Biot:

  • tumori endocranici;
  • meningiti;
  • encefaliti;
  • traumi cranici;
  • edema cerebrale;
  • erniazioni uncali o del tentorio.

Cause non patologiche comuni di Respiro di Biot:
Questo tipo di respiro patologico è spesso associato all’utilizzo di sostanze oppiacee.

Leggi anche:

 

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!