In medicina con il termina “parafasia” (in inglese “praphasia”) si indica un disturbo qualitativo del linguaggio caratterizzato dalla involontaria omissione, dalla sostituzione, dalla delezione e/o dalla trasposizione di fonemi (parafasia fonemica) o di parole (parafasia semantica e parafasia fonologica) o con la formazione di veri e propri neologismi (parafasia neologistica). Anche nel linguaggio parlato da soggetti normali e senza alcuna patologia o disturbo del linguaggio si possono verificare talvolta errori parafasici, ad esempio dire “trighe” al posto di “tigre”: tuttavia nei soggetti sani tali errori sono saltuari, mentre nei soggetti con parafasia sono invece frequenti.
Etimologia
Il termine “parafasia” deriva dai termini greci “παρά” (che significa “accanto, simile a, oltre”) e ϕάσις (che significa “voce”).
Cenni storici
Il termine “parafasia” fu introdotto nel 1877 dal medico tedesco-inglese Julius Althaus nel suo libro sulle malattie del sistema nervoso, in questa frase: “In alcuni casi c’è una corea perfetta o un delirio di parole, che può essere chiamato parafasia”.
Cause
La parafasia è associata a varie condizioni, disturbi e patologie, tra cui:
- afasie (come l’afasia di Wernicke e l’afasia transcorticale sensoriale);
- ictus cerebrale;
- lesioni nel nucleo caudato sinistro;
- emorragia cerebrale;
- tumore cerebrale;
- traumi cerebrali;
- attacco ischemico transitorio (TIA);
- malattie degenerative che conducono a demenza.
- normale invecchiamento
- malattia di Alzheimer.
Sintomi e caratteristiche
La parafasia può essere divisa in più categorie, ognuna con caratteristiche diverse:
- parafasia semantica: si verifica la sostituzione di un termine con un altro termine esistente che a livello semantico appartiene alla stessa categoria anche se con caratteristiche sonore diverse; ad esempio pecora invece di capra;
- parafasia fonologica: si verifica la sostituzione di un termine con un altro termine esistente con caratteristiche sonore simili, ma che a livello semantico non appartiene alla stessa categoria; ad esempio coltello invece di martello;
- parafasie fonemiche: si verifica l’omissione, la sostituzione, la trasposizione o la ripetizione dei fonemi all’interno di una parola; ad esempio tigre diventa trighe, corda diviene coda o bambino diviene pampino;
- parafasie neologistiche: si verifica la sostituzione di una o più lettere all’interno di una parola al punto da rendere il termine non più identificabile e classificabile come neologismo; ad esempio bambino diventa bantino.
Diagnosi
La diagnosi di parafasia viene posta in base all’anamnesi ed all’esame obiettivo. Per identificare la causa a monte della parafasia, possono essere usati vari strumenti, come analisi del sangue, analisi del liquor, TC e radiografie.
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Trattamento
Molti disturbi del linguaggio, compresi gli errori parafasici, si riducono di numero attraverso il recupero spontaneo della funzione neurologica (se possibile) dipendente dalla cura della causa a monte che ha determinato la parafasia: ciò si verifica più spesso con i pazienti colpiti da ictus cerebrale entro i primi tre mesi dalla guarigione. Le lesioni associate a ictus cerebrale ischemico hanno un tempo di recupero spontaneo più breve, entro le prime due settimane; le lesioni associate a ictus emorragico, invece, hanno un periodo di recupero spontaneo più lungo, da quattro a otto settimane. Indipendentemente dal fatto che si verifichi o meno un recupero spontaneo, il trattamento deve iniziare immediatamente dopo l’ictus, con il supporto di un logopedista o di un logopedista. Uno studio del 1988 di Mary Boyle ha proposto un metodo incentrato sulla lettura orale per il trattamento delle parafasie fonemiche, che ha avuto un parziale successo, risultando in un minor numero di parafasie fonemiche ma in una velocità di parola più lenta. I trattamenti sono durati 50 minuti e si sono svolti una volta alla settimana. Durante queste sessioni di trattamento, al paziente è stato chiesto di guardare venti frasi diverse, ciascuna composta da una a tre sillabe, quindi leggere la frase. Se il paziente non riusciva a leggere la frase, il processo veniva ripetuto. Se il paziente non riusciva a leggere di nuovo la frase, il processo veniva abbandonato. Per passare da una serie di frasi di una sillaba a frasi di due sillabe e di frasi di due sillabe a frasi di tre sillabe, era necessaria una percentuale di successo dell’80%. Questo trattamento ha avuto un successo parziale. Sebbene siano state prodotte meno parafasie fonemiche a causa di questo trattamento, l’efficienza del parlato non è stata migliorata da questo studio. Ciò è in parte dovuto al fatto che il focus del trattamento era sulla produzione sonora piuttosto che sul contenuto semantico. I miglioramenti sono durati per sei settimane prima che il paziente regredisse.
Parafasie sperimentali (indotte da stimolazione magnetica)
Le parafasie transitorie (così come altri difetti del linguaggio come l’arresto del linguaggio) possono essere generate attivando artificialmente la rete linguistica del cervello con la stimolazione magnetica transcranica (SMT): i nodi della rete linguistica possono essere localizzati prima dell’intervento chirurgico in modo da salvare le aree critiche durante l’esecuzione di interventi chirurgici su tumori o epilessia. Commercializzato da Nexstim, questo metodo ha ricevuto l’autorizzazione della Food and Drug Administration (FDA) negli Stati Uniti.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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