Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale (IA) ha superato i confini tradizionali dell’intrattenimento e dell’arte digitale, penetrando in ambiti profondamente legati alla dimensione affettiva e sessuale dell’essere umano. L’emergere della cosiddetta pornografia sintetica (o “pornografia artificiale” o “pornografia digitale“) – ovvero contenuti erotici e pornografici generati tramite modelli di intelligenza artificiale, capaci di creare immagini e video estremamente realistici a partire da volti o corpi reali – rappresenta oggi uno dei fenomeni sociotecnici più critici della sfera digitale.
Un numero crescente di adolescenti e giovani adulti utilizza strumenti di image generation e deepfake per creare rappresentazioni sessuali (nudità o atti sessuali veri e propri) di persone conosciute, spesso coetanee o amiche, senza il loro consenso. Queste immagini, costruite artificialmente ma percepite come autentiche, vengono poi utilizzate per la gratificazione personale e la masturbazione, innescando una spirale di consumo ripetitivo e potenzialmente compulsivo. Si tratta di un comportamento che, pur non essendo sempre motivato da intenzioni malevole, espone a gravi conseguenze psicologiche, relazionali e giuridiche. Anche se ancora è un campo nuovo e non esiste una vera e propria diagnosi medica o psichiatrica, io ho definito il fenomeno come “dipendenza da pornografia sintetica” e negli ultimi anni ho notato un numero sempre più alto di pazienti molto giovani che possono essere stati colpiti da questo tipo di dipendenza sessuale.
Il racconto che sento fare più spesso è quello di un paziente che reperisce facilmente in rete – con uno smartphone o un pc – le foto della persona “bersaglio” e le dà in pasto a vari siti specializzati in modifiche grafiche grazie all’IA, generando un vero e proprio corpo “fantoccio” a cui può far fare qualsiasi cosa e su cui si può masturbare. Il soggetto tende a spendere molto tempo e risorse in questa pratica di generazione di materiale erotico/pornografico sintetico e nella masturbazione, isolandosi e tralasciando obblighi scolastici o professionali. In futuro questa tendenza potrebbe ulteriormente peggiorare grazie all’aumentare della potenza di calcolo dell’IA, che sarà sempre più accessibile a tutti e capace di creare una pornografia sintetica sempre più realistica e coinvolgente. Il quadro poi peggiora ulteriormente se si pensa a come tale capacità di generare corpi fantocci da sessualizzare potrà essere integrata in futuro in realtà virtuale, in bambole sessuali ultrarealistiche e veri e propri androidi sessuali.
La dipendenza sessuale da pornografia sintetica è diffusa soprattutto tra gli uomini, ma il fenomeno comincia ad interessare sempre più frequentemente le donne (adolescenti e giovani adulte).
Il fenomeno si colloca all’interno di una cornice più ampia di dipendenze comportamentali associate alle tecnologie digitali, già da anni ben conosciute. In particolare è il cervello dei giovani, ancora in fase di maturazione corticale e con una ridotta capacità di inibizione comportamentale, ad essere particolarmente vulnerabile agli stimoli iperrealistici e personalizzati generati dall’intelligenza artificiale. La combinazione tra novità tecnologica, potere illusorio del controllo di persone anche conosciute e gratificazione sessuale immediata crea un terreno fertile per lo sviluppo di comportamenti compulsivi assimilabili alle dipendenze classiche, con tutte le conseguenze neurobiologiche e sociali che ne derivano.
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Cosa permette di fare l’intelligenza artificiale nell’ambito della pornografia sintetica?
L’intelligenza artificiale generativa, basata su reti neurali profonde (deep learning) e modelli di diffusione, ha reso possibile la creazione di contenuti erotico-pornografici sintetici con un livello di realismo fino a pochi anni fa impensabile (e negli anni la situazione precipiterà in modo esponenziale!). Questa tecnologia, inizialmente sviluppata per applicazioni artistiche o cinematografiche, è stata rapidamente adattata all’ambito sessuale, producendo un impatto rilevante sul comportamento, sulla privacy e sulla percezione del corpo. Le possibilità offerte dall’intelligenza artificiale in questo contesto sono illimitate e possono essere suddivise in varie categorie funzionali:
1. Generazione di immagini e video pornografici sintetici
- Creazione di immagini e video completamente artificiali, prive di un soggetto reale, ma con caratteristiche morfologiche umane realistiche (texture cutanea, proporzioni anatomiche, illuminazione coerente).
- Possibilità di specificare sesso, età apparente, etnia, fisionomia, espressione facciale, contesto ambientale e psozione/attività del corpo.
- Utilizzo di prompt testuali (descrizioni linguistiche) per generare immagini e video coerenti con desideri o fantasie individuali, anche estremamente specifiche o parafiliche.
- Produzione illimitata di contenuti, con costi nulli, tecnologia accessibile a tutti e tempi di generazione di pochi secondi.
2. Manipolazione e “nudificazione” di fotografie reali
- Applicazione di modelli di image-to-image translation che rimuovono virtualmente abiti o sovrappongono caratteristiche anatomiche artificiali al corpo di persone reali.
- Nudificazione: possibilità di utilizzare fotografie di soggetti reali prese da Internet o da profili social non solo di persone sconosciute (ad esempio un attore o una atleta famosa) ma anche di persone conosciute (come amiche, amici, ex partner, parenti, conoscenti, minori…), ottenendo immagini di nudo o atti sessuali false ma altamente verosimili. Da queste foto poi possono essere ottenuti video pornografici altamente realistici.
- Cambiamento di indumenti: ad esempio una foto di una persona reale con intimo può essere modificata cambiando il colore dell’intimo, o applicando collant o altri indumenti che l’utente considera eccitanti, rinnovando il suo interesse per quella specifica foto.
- Cambiamento di posizione: ad esempio una persona ritratta in foto può essere spogliata e disposta in una determinata posizione considerata eccitante, come ad esempio con le gambe divaricate o “a gattoni”.
- Inserimento di foto del viso di persone reali su foto reali di nudo pre-esistenti o su corpi sintetici nudi generati dall’IA, con sincronizzazione dell’illuminazione e delle proporzioni per rendere la falsificazione ultra-realistica e indistinguibile a occhio umano.
- Creazione di “partner virtuale” su schermo, con viso e corpo di persone conoscenti, con cui interagire a piacimento.
3. Creazione di video pornografici deepfake
- Sostituzione del volto di un soggetto reale (ad esempio un’ex partner, un’insegnante, un amico, una figura pubblica, un minore…) sul corpo di un attore pornografico reale o su corpo sintetico generato dall’IA.
- Sincronizzazione automatica del movimento labiale, dell’espressione e del tono di pelle per ottenere un effetto fotorealistico.
- Possibilità di generare intere sequenze video a partire da un’unica fotografia statica, in cui il soggetto ritratto fa o si fa fare qualsiasi cosa, da solo o con soggetti applicati nel video.
- Generazione di voci sintetiche erotizzate attraverso modelli di voice cloning, in grado di riprodurre tono, accento e inflessioni della persona reale.
- Clonazione della voce della persona reale ottenuta tramite video social diffusi dalla persona stessa in cui parla.
4. Personalizzazione del contenuto pornografico
- Creazione di “partner virtuali”, anche minori, che rispondono interattivamente ai desideri dell’utente, integrando immagine, voce e comportamento.
- Simulazione di interazioni erotiche o sentimentali attraverso chatbot dotati di memoria e personalità adattiva.
- Addestramento del modello su preferenze individuali (foto, dialoghi, gusti) per costruire esperienze immersive personalizzate.
- Integrazione con visori di realtà virtuale (VR) e dispositivi aptici per la stimolazione sensoriale sincronizzata.
5. Riproduzione di fantasie illegali o moralmente estreme
- Generazione di contenuti che rappresentano scenari violenti, degradanti o non consensuali, senza coinvolgere soggetti reali.
- Simulazione di situazioni che coinvolgono minorenni o persone vulnerabili attraverso manipolazioni morfologiche, spesso al limite della legalità o del tutto illegali (ad esempio pedopornografia).
6. Strumenti di automazione e distribuzione
- Piattaforme che consentono la produzione automatica di centinaia di immagini o video in batch, anche da smartphone.
- Applicazioni open source e modelli “addestrabili” dall’utente, che eliminano la necessità di competenze tecniche.
- Diffusione su larga scala tramite social, gruppi privati e canali criptati.
- Diffusione istantanea di tali immagini sui social network o piattaforme pornografiche, con potenziale danno irreversibile alla reputazione e alla salute psicologica delle vittime.
- Possibilità di monetizzare contenuti falsificati attraverso abbonamenti, vendita di pacchetti o “servizi su commissione” di deepfake personalizzati.
L’insieme di queste capacità rappresenta una trasformazione radicale del concetto di pornografia: da contenuto passivo a prodotto interattivo, iperrealistico e potenzialmente manipolatorio. L’abbattimento delle barriere economiche e tecniche ha democratizzato la produzione pornografica, ma al prezzo di una diffusione incontrollata di materiale non consensuale, con gravi implicazioni psicologiche, legali e sociali.
Meccanismi neuropsicologici e dinamiche della dipendenza
L’attrazione esercitata dalla pornografia sintetica risiede nella sua capacità di attivare i circuiti cerebrali della gratificazione in modo ancora più intenso rispetto a quanto già riusciva a fare in passato la pornografia tradizionale (quella con attori reali). Le immagini artificiali, essendo costruite su misura dell’utente, stimolano i sistemi dopaminergici del mesencefalo, in particolare l’area tegmentale ventrale e il nucleo accumbens, con un rilascio di dopamina che tende a rinforzare il comportamento di ricerca dello stimolo. Il cervello interpreta queste immagini come esperienze sensoriali reali, sebbene siano frutto di un’elaborazione algoritmica. Nel tempo, tale esposizione ripetuta conduce a una desensibilizzazione del sistema della ricompensa: per ottenere lo stesso livello di eccitazione, il soggetto necessita di contenuti sempre più specifici, estremi o personalizzati. Si sviluppa così una tolleranza analoga a quella osservata nelle dipendenze da sostanze. A livello psicologico, la pornografia sintetica agisce anche come forma di controllo e idealizzazione. Il soggetto costruisce l’immagine dell’altro non più come entità autonoma, ma come un corpo “fantoccio” che diventa oggetto – e non più soggetto – della propria fantasia e del proprio potere tecnologico. Questa dinamica rafforza l’isolamento affettivo e la riduzione della capacità empatica. Con il passare del tempo, la sessualità si sposta dal dominio relazionale a quello solipsistico, in cui la relazione con l’altro viene sostituita dall’interazione con un prodotto digitale, perfettamente modellabile, che non deve essere conquistato (come un partner reale) e privo di imprevedibilità emotiva.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
