Con “disortografia” si intende un disturbo specifico della scrittura caratterizzato dal mancato rispetto delle regole di trasformazione del linguaggio parlato in linguaggio scritto, non causato dalla mancanza di esperienza nella scrittura o a deficit intellettivi, motori e/o sensoriali; in pratica la disortografia è la difficoltà nel tradurre correttamente i suoni ascoltati che compongono le parole in simboli grafici. È un disturbo che si presenta quando dalla forma si passa al contenuto, quando c’è il problema della scrittura come mezzo di comunicazione, con la necessità di rispettare l’ortografia delle parole, cioè seguendo le corrette norme grammaticali. La disortografia fa parte dei disturbi specifici di apprendimento (DSA).
Quando si verifica?
Il disturbo emerge nel bambino indicativamente intorno alla classe seconda elementare (secondo anno della scuola primaria), intorno ai 7 anni. In genere il problema viene sollevato dagli insegnanti elementari
Abilità necessarie per una corretta scrittura
Le abilità di base coinvolte in una corretta scrittura sono la coordinazione nel movimento, l’orientamento e l’organizzazione spazio-temporale, la coordinazione oculo-manuale, la consapevolezza dello schema corporeo, la memoria sequenziale, il linguaggio, il senso del ritmo, il processo di simbolizzazione, la capacità di discriminazione suoni-segni, la conoscenza dell’ortografia.
Abilità compromesse
Il soggetto disortografico ha generalmente:
- limitate capacità di percezione e discriminazione visiva e uditiva;
- mancata o deficitaria organizzazione e integrazione spazio-temporale;
- scarsa capacità di simbolizzazione grafica;
- difficoltà di linguaggio;
- dominanza laterale non adeguatamente acquisita.
Cause
La disortografia può derivare da varie cause e fattori favorenti che spesso agiscono sinergicamente, tra cui:
- difficoltà di linguaggio,
- scarse capacità di percezione visiva e uditiva
- limitata capacità di organizzazione spazio-temporale
- processo lento nella simbolizzazione grafica.
Sintomi di disortografia
I sintomi della disortografia possono essere omissioni di fonemi/grafemi o parti di parola o altri errori, tra cui:
- confusione tra fonemi simili: il soggetto confonde cioè i suoni alfabetici che si assomigliano, ad esempio F e V; T e D; B e P; L e R;
- confusione tra grafemi simili: il soggetto ha difficoltà a riconoscere i segni alfabetici che presentano somiglianza nella forma, ad esempio: b e p;
- omissioni: il soggetto tralascia alcune parti della parola, ad esempio la doppia consonante (palla– pala); la vocale intermedia (fuoco–foco); la consonante intermedia (cartolina–catolina);
- inversioni: il soggetto inverte la sequenza dei suoni all’interno della parole, ad esempio: sefamoro anziché semaforo.
Esempi
- sostituzioni di grafemi: pote per ponte oppure camica per camicia;
- inversioni di grafemi: vaccia per faccia; parde per parte; il
per li; spicologia per psicologia.
Disortografia e disgrafia
Alla disortografia si affianca spesso la disgrafia che è un disturbo del ritmo neuromotorio della scrittura. La disgrafia fa riferimento al controllo degli aspetti grafici, formali, della scrittura manuale, ed è collegata al momento motorio-esecutivo della prestazione; si manifesta in una minore fluenza e qualità dell’aspetto grafico della scrittura.
La disortografia riguarda invece, l’utilizzo in fase di scrittura, del codice linguistico in quanto tale; è all’origine di una minor correttezza del testo scritto; si può definire
come un disordine di decodifica del testo scritto, che viene fatto risalire a un deficit di funzionamento delle componenti centrali del processo di scrittura, responsabili della transcodifica del linguaggio orale nel linguaggio scritto. Entrambi sono in rapporto all’età anagrafica dell’alunno. Per approfondire:
- Disgrafia: esempi, come riconoscerla precocemente, test, rimedi
- Differenze tra disgrafia e disortografia
Diagnosi
La diagnosi viene generalmente raggiunta alla fine del secondo anno della scuola primaria da uno psicologo e da un neuropsichiatra, generalmente affiancati da un logopedista. Prima si esegue uno screening preliminare, poi si prosegue con le ordinarie procedure per la disortografia, test approfonditi che però variano di caso in caso perché non tutti i bambini disortografici sono uguali ed è necessario avere una visione chiara del profilo caratteristico del paziente, che individui tanto le aree di difficoltà quanto i punti di forza.
Cosa fare
Dalla disortografia si può guarire, a patto che si intervenga precocemente ed in modo adeguato. Per prima cosa i genitori dovranno dedicare del tempo al bimbo, anche perché spesso può mostrare un certo disagio psicologico che può sfuggire ad un occhio meno attento. Alcuni disortografi manifestano ansia e bassa autostima e nei casi più estremi persino depressione, per cui è il caso di rassicurarli spiegando loro che hanno semplicemente bisogno di un po’ più tempo per perfezionare la scrittura e che ogni bambino ha tempi di apprendimento diversi, in modo tale che questo non venga percepito come un handicap. Non bisogna allarmarsi più del dovuto per la disortografia, gli esercizi possono esser efficaci e aiutare il bambino nell’apprendimento. Esistono programmi personalizzati per agevolare l’apprendimento che sono allestiti dal neuropsichiatra; ci sono anche strategie opportune per gestire questo tipo di problematica a scuola, come per esempio l’utilizzo del computer o la possibilità di prediligere compiti con risposte brevi (aiuti previsti dalla legge 170/10). In ogni caso è necessario supportare lo studente e incoraggiarlo anche sui piccoli traguardi che per i bambini che non hanno alcun disturbo dell’apprendimento sono scontati; a casa il bimbo dovrà dedicare molto tempo alla scrittura, specie sotto dettatura.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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