Lo sviluppo motorio nel bambino è legato sia alla maturità dell’apparato
muscolo-scheletrico che allo sviluppo delle funzioni cerebrali superiori, cioè del sistema nervoso e dell’encefalo.
La conquista delle principali abilità motorie avviene di solito durante il primo anno e mezzo di vita: in questo periodo il bambino raggiunge una sempre maggiore abilità nei movimenti, tanto da iniziare a conquistare, più o meno faticosamente, la posizione eretta. Non sempre l’abilità e l’affinamento dei movimenti si verificano simultaneamente all’acquisizione della posizione eretta: a volte, infatti, l’una può precedere l’altra. Non sono rari i casi in cui i bambini vanno carponi molto abilmente e si muovono con grande disinvoltura, senza riuscire però a stare in piedi da soli. Ii momento in cui s’impara a camminare può variare dunque molto da soggetto a soggetto, in base a molti fattori come sesso, genetica, stimoli ambientali ed eventuali patologie.
Prima tappa: sostenere la testa
Per conquistare lo sviluppo posturale e arrivare alla posizione eretta, il bambino passa attraverso una serie di tappe, la prima delle quali riguarda il sostenimento della testa. Nei neonati, infatti, il capo è ciondolante, dato che il suo peso è preponderante rispetto alla massa muscolare. I primi progressi si notano intorno alla quarta settimana, quando il piccolo, disteso sulla pancia, incomincia a sollevare il mento. Nel secondo mese comincia a sollevare la testa e le spalle, per arrivare al terzo mese, in cui riesce ad appoggiarsi sugli avambracci e a sostenere il capo in posizione retta con maggiore fermezza.
Seconda tappa: stare seduto
La seconda tappa nello sviluppo posturale avviene nel secondo trimestre di vita, ed è contraddistinto dalla conquista della posizione seduta. Verso i quattro-cinque mesi il bambino riesce a stare seduto con un appoggio, pur tenendo ancora una posizione prevalentemente curva. Compiuti i sei mesi, invece, riesce a tenere la schiena dritta, sempre con il tronco inclinato, ma in avanti. La posizione seduta vera e propria, senza alcun tipo di appoggio, sarà una conquista del nono mese di vita.
Terza tappa: stare in piedi
La terza e definitiva tappa consiste nel riuscire a stare in piedi dritto. Questa condizione viene generalmente raggiunta solo intorno al nono mese e, per di più, con l’aiuto di un appoggio; del resto, la posizione eretta sui piedi ben saldi viene definitivamente conquistata e mantenuta in modo autonomo intorno agli undici-dodici mesi.
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Quarta tappa: camminare
Un altro progresso rilevante nello sviluppo motorio dei piccoli è la locomozione. capacità che procede di pari passo allo sviluppo posturale. Tutti sappiamo che i neonati non sono capaci di muoversi autonomamente: fino al sesto mese, infatti, se un bimbo viene messo in posizione prona “striscerà” in avanti, a volte faticosamente, con l’aiuto di gambe e braccia. Con il passare del tempo, invece,i bambini iniziano a coordinare meglio i movimenti e a camminare carponi (il famoso “gattonare”, più correttamente chiamato “carponare”). Solitamente, quando riescono a stare in piedi, intorno ai nove-dieci mesi, incominciano anche a compiere qualche passo in avanti, sempre sostenuti da un adulto. Sarà intorno al primo anno di età che il bimbo riuscirà a camminare in modo più spedito, aiutandosi con la mano di un adulto e ancora, verso i tredici-quattordici mesi, riuscirà generalmente a svincolarsi ed a camminare da solo.
No agli allarmismi!
È bene ribadire con forza, onde evitare inutili allarmismi da parte dei genitori più ansiosi (quasi tutti, per la verità!), che la progressione nello sviluppo motorio non è uguale per tutti i bambini: ognuno ha i propri tempi, dovuti a fattori fisici o meccanici (come il ritmo di sviluppo dei muscoli o delle ossa), e ambientali, tra cui troviamo gli stimoli ricevuti dall’esterno, la motivazione, la possibilità di accumulare esperienza attraverso tentativi ed errori. Un’altra importante conquista nell’ambito delle abilità motorie è la manipolazione, solitamente raggiunta durante il primo anno e mezzo di vita. La capacità manipolativa dipende da molteplici fattori: dalla maturazione dell’apparato muscolo- scheletrico, dallo sviluppo del sistema nervoso, dalle occasioni più o meno numerose di esercizio e pratica concreta manuale. Non dobbiamo sottovalutare l’importanza dell’atto di raggiungere e afferrare un oggetto; esso presuppone la maturazione, l’integrazione e il coordinamento di aspetti motori e aspetti percettivi: il bimbo vede un oggetto, lo nota, desidera raggiungerlo, ed è finalmente capace di attivare una risposta motoria a questo stimolo, avvicinandosi e prendendolo.
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Lo Staff di Medicina OnLine
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