Quando consumiamo un alimento ricco di carboidrati incameriamo delle calorie a scopo prevalentemente energetico, ma le calorie dei carboidrati non son per niente tutte uguali! Alcuni carboidrati – come il fruttosio contenuto nella frutta – quando arriva nel nostro circolo sanguigno, non necessita di insulina per essere messo in riserva o utilizzato, mentre tutti gli zuccheri composti di glucosio (dall’amido dei cereali e delle patate al saccarosio che mettiamo nel caffè) hanno bisogno dell’insulina per essere utilizzati. L’insulina è un ormone molto importante per la nostra sopravvivenza, mette in riserva sotto forma di grassi lo zucchero che in circolo diventerebbe dannoso, promuove la crescita di tutti i tessuti, anche di quello muscolare. Regola l’espressione di molti geni e anche il bilanciamento del colesterolo, ma quando è in eccesso favorisce l’ingrassamento e causa fame, provoca contemporaneamente l’aumento del colesterolo cattivo (LDL) e la diminuzione del buono (HDL), aumenta le infiammazioni dalle gengive alle articolazioni, predispone al diabete, mette in circolo fiammate di estrogeni che possono portare all’insorgenza di dolori premestruali, alla formazione di cisti ovariche, fino a favorire lo sviluppo di tumori ormonosensibili.
La differenza tra indice glicemico e calorie.
La quantità di calorie di un alimento non ci dice nulla sulla velocità con cui queste calorie verranno assorbite e, abbiamo visto che nel caso delle calorie da carboidrati contenenti glucosio, la velocità è determinante perché più veloce è l’assorbimento, maggiore sarà la quantità di insulina prodotta. Iniziamo quindi a capire che a parità di calorie un alimento può provocare maggior deposito di grassi, rialzo di colesterolo ecc ecc.
La velocità con cui vengono assorbiti i carboidrati si chiama indice glicemico ed è caratteristico per ogni cibo.
L’attenzione per l’indice glicemico è iniziata dal mercato per gli sportivi. Quando si deve far conto sulle calorie introdotte per far fronte ad uno sforzo breve ma intenso abbiamo bisogno di carboidrati rapidi che facciano una bella fiammata di energia che verrà bruciata dal muscolo, se invece lo sforzo è prolungato nel tempo sarà più utile consumare carboidrati a lento assorbimento, che ci diano poca energia, ma in modo costante. Visto che per la maggior parte delle nostre giornate non facciamo gli sportivi, ma vite molto sedentarie, l’ideale è puntare ad avere pasti e spuntini con basso indice glicemico.
Per contenere l’indice glicemico dei pasti abbiamo a disposizione molti espedienti:
- utilizzare alimenti naturalmente a basso indice glicemico come avena e orzo (ad esempio orzotti invece che risotti), i legumi, soprattutto abbinati ai primi piatti. I legumi hanno anche il vantaggio di aiutare ad abbassare il colesterolo, favoriscono la regolarità intestinale, prevengono diabete e alcune forme tumorali;
- esiste in commercio anche pasta a base di avena, fave, o altre farine a basso indice glicemico, cercando tra gli scaffali potete sicuramente trovare altro;
- attenzione alla pasta di mais e di riso: hanno un indice glicemico molto elevato, vanno bene per chi ha problemi con il glutine, ma bisogna far attenzione a bilanciarle bene con verdure e legumi;
- associare al pasto giuste quantità di verdure, crude come antipasto e cotte per accompagnare;
- usare prevalentemente cereali integrali e pane panificato con pasta madre (l’indice glicemico si riduce notevolmente rispetto alla panificazione con lievito di birra, anche in caso di farine bianche).
Cercate di acquistare prodotti certificati biologici, soprattutto quando si tratta di cereali integrali o prodotti contenenti soia, perché i residui di pesticidi sono più concentrati nella parte esterna (crusca) del chicco ed è più facile avere residui ogm.
Come vedete i piatti della tradizione e quelli a basso costo sono come spesso accade i migliori: pasta e fagioli, minestre di orzo o orzotti, minestre con lenticchie o fave, riso e lenticchie, pasta con i broccoli, ecc ecc. e quindi non è necessario rivolgersi ad alimenti ”speciali” che spesso va a braccetto con “costosi e difficilmente reperibili”.
Ecco allegata una tabella con l’indice glicemico di alcuni alimenti. Troverete dei dati in più…l’indice glicemico riferito sia al glucosio puro che al pane bianco…vi ho messo tutti e due i valori perché se trovate delle tabelle in cui non è specificato qual è il valore di riferimento non si possono confrontare con altre tabelle! La mancanza del riferimento spesso è fonte di confusione. Inoltre trovate il carico glicemico perché in alcuni alimenti gli zuccheri sono molto veloci…ma in una porzione sono pochi e questo li rende innocui. È il caso ad esempio della carota e della zucca: inizialmente vietate per i diabetici finché si faceva riferimento solo all’indice glicemico, sono state rivalutate quando si è tenuto conto del carico glicemico.
Il carico glicemico inoltre è un conteggio che può essere applicato ad un pasto sommando gli indici glicemici e dividendo per il volume complessivo del pasto stesso; ecco perché mangiare un piatto di sola pasta bianca o riso fa ingrassare ecc. ecc. ed invece le stesse calorie di carboidrati assunte in un pasto con verdura cruda (quasi zero di indice glicemico), pasta e legumi (bassissimo indice glicemico), avendo un carico glicemico complessivo basso, porterà addirittura a perdere peso.
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