Diabete di tipo 1: cause, fattori di rischio, sintomi e cure

MEDICINA ONLINE DIABETE MELLITO TIPO 1 2 PREDIABETE PRE-DIABETE SANGUE VALORI GLICEMIA EMOGLOBINA GLICATA ZUCCHERI DIETA CARBOIDRATI PASTA PANE INSULINA RESISTENTE DIPENDENTE CIBO MANGIARE VERDURA FRUTTAIl diabete di tipo 1 è una forma di diabete che si manifesta prevalentemente nel periodo dell’infanzia e nell’adolescenza (anche se non sono rari i casi di insorgenza nell’età adulta) e per questa ragione fino a pochi anni fa veniva anche denominato diabete infantile. 

Fisiopatologia

Il diabete mellito di tipo 1 rientra nella categoria delle malattie autoimmuni perché è causato dalla produzione di autoanticorpi (anticorpi che distruggono tessuti ed organi propri non riconoscendoli come appartenenti al copro ma come organi esterni) che attaccano le cellule Beta che all’interno del pancreas sono deputate alla produzione di insulina. Come conseguenza, si riduce, fino ad azzerarsi completamente, la produzione di questo ormone il cui compito è quello di regolare l’utilizzo del glucosio da parte delle cellule. Si verifica, pertanto, una situazione di eccesso di glucosio nel sangue identificata con il nome di iperglicemia. La mancanza o la scarsità di insulina, quindi, non consente al corpo di utilizzare gli zuccheri introdotti attraverso l’alimentazione che vengono così eliminati con le urine.
In questa situazione l’organismo è costretto a produrre energia in altri modi, principalmente attraverso il metabolismo dei grassi, il che comporta la produzione dei cosiddetti corpi chetonici. L’accumulo di corpi chetonici nell’organismo, se non si interviene per tempo, può portare a conseguenze molto pericolose fino al coma.

Cause

Le cause del diabete di tipo 1 non sono ancora state individuate con certezza. Di sicuro ci sono dei fattori che contribuiscono alla sua comparsa:

  • fattori genetici (ereditari);
  • fattori immunitari (legati ad una particolare difesa del nostro organismo contro le infezioni);
  • fattori ambientali (dipendono dall’azione contro il nostro organismo di batteri, virus, sostanze chimiche, etc.).

I dati attualmente disponibili indicano che ci sono soggetti geneticamente predisposti a sviluppare malattie autoimmuni (e quindi anche il diabete di tipo 1), ma devono verificarsi altri eventi (fattori immunitari e/o fattori ambientali) perché la malattia si sviluppi. Sebbene i pazienti affetti da diabete di tipo 1 non siamo solitamente obesi, l’obesità non è incompatibile con la diagnosi. Ultimamente è stato dimostrato, infatti, che l’obesità non rappresenta un fattore di rischio solo per il diabete di tipo 2 ma anche per quello di tipo 1. Le persone affette da questa forma di diabete possono, infine, avere anche altri disturbi immunitari come il morbo di Graves, la tiroide di Hashimoto e il morbo di Addison.

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Tipi di diabete mellito

Il diabete di tipo 1 viene suddiviso in:

  • Diabete mellito autoimmune (fino a poco tempo fa conosciuto con il nome di diabete insulinodipendente). Si manifesta nella stragrande maggioranza dei casi durante l’infanzia o l’adolescenza (diabete infantile), ma non sono rari nemmeno i casi tra gli adulti. È causato dalla distruzione delle cellule Beta da parte di anticorpi. La velocità di distruzione di tali cellule è variabile: in alcuni soggetti è molto rapida, in altri molto lenta.
    La forma a progressione rapida si manifesta principalmente, ma non esclusivamente, nei bambini; la forma lentamente progressiva tipicamente negli adulti e talvolta viene definita come diabete autoimmune latente dell’adulto (LAD). Alcuni pazienti, soprattutto bambini ed adolescenti, possono presentare come primo sintomo della malattia una chetoacidosi; altri una modesta iperglicemia a digiuno che può rapidamente trasformarsi in iperglicemia severa e chetoacidosi in presenza si altre situazioni di stress.
  • Diabete mellito idiopatico. È una forma molto rara di diabete di tipo 1 che si manifesta principalmente nei soggetti di etnia africana o asiatica. Si presenta con una carenza di insulina permanente accompagnata da chetoacidosi, ma nessuna evidenza di autoimmunità. Le cause del diabete mellito idiopatico non sono ancora note.

Sintomi

La scarsità o l’assenza di insulina, impedisce all’organismo di utilizzare il glucosio per produrre l’energia necessaria al suo funzionamento.
Il glucosio, introdotto con l’alimentazione, non viene utilizzato e viene eliminato dal corpo attraverso le urine. Si verifica, quindi, un aumento del volume urinario, con conseguente aumento della sensazione di sete, e un calo di peso improvviso dovuto al fatto che non vengono trattenute le sostanze nutritive.
I principali sintomi clinici del diabete di tipo 1 sono, infatti, i seguenti:

  • poliuria (aumento del volume e delle urine);
  • polidipsia (aumento della sete);
  • polifagia paradossa (dimagrimento improvviso non dovuto a variazioni nella dieta).

Spesso il sintomo di esordio del diabete di tipo 1 è la chetoacidosi diabetica (aumento della quantità di corpi chetonici nel sangue). In alcuni casi si riscontra un’interruzione dei sintomi subito dopo la fase di esordio; è una condizione transitoria, nota come luna di miele, che può durare solo pochi mesi. Passato questo breve periodo i sintomi si ripropongono e permangono stabilmente dando origine alla malattia vera e propria.

Terapia

La terapia si avvale principalmente di:

  • esercizio fisico adeguato;
  • dieta ipoglucidica ipocaloria;
  • controllo periodico della glicemia;
  • somministrazione di insulina;
  • trapianto di pancreas o trapianto di cellule beta pancreatiche.

L’insulina utilizzata per il trattamento può essere somministrata per via sottocutanea o con infusore, avviando il rilascio di insulina prima dei pasti. Il trattamento con insulina predispone all’ipoglicemia, nella cui eventualità è necessario apporto di zuccheri. In caso di crisi ipoglicemica severa il trattamento è invece con somministrazione di glucagone, per approfondire leggi: Glucagone: cos’è, a cosa serve, alto, adrenalina e diabete

Complicanze del diabete

Per comprendere le complicanze ed i pericoli a lungo termine del diabete, leggi: Diabete mellito: conseguenze e complicanze a lungo termine

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