La fibromialgia (detta anche sindrome fibromialgica, FM, o sindrome di Atlante; in inglese “fibromyalgia”) è una sindrome idiopatica caratterizzata da dolori muscolari diffusi associati ad affaticamento, rigidità, problemi di insonnia, di memoria e alterazioni dell’umore. Anche se non esiste una vera cura per questo problema, sia i farmaci, sia un approccio mirato al rilassamento e alla riduzione dello stress possono aiutare ad alleviare i sintomi. La sua stessa diagnosi e le caratteristiche cliniche sono state, e sono tuttora, controverse. La fibromialgia è descritta come forma generalizzata di reumatismo extra-articolare non infiammatorio, ad origine incerta. Non si tratta di un disturbo psichico, anche se lo stress psicofisico e l’ansia possono incidere su di essa, e tuttora alcuni specialisti la vedono come un insieme disparato di sintomi spesso trattati come psicologici, o come gli effetti fisici del disturbo depressivo. Sono assenti evidenti segni di alterazioni ematiche, muscolari, neurologiche e radiografiche; non ci sono aspetti istopatologici sicuri (danni sui tessuti evidenziabili con esami al microscopio) caratteristici. Gli indici di infiammazione corporea risultano nella norma, ma la percezione del dolore, da parte dell’ammalato è moltiplicata. La fibromialgia viene diagnosticata per esclusione di altre patologie e successiva dolorabilità alla palpazione dei tender points. La fibromialgia colpisce più spesso le donne in età adulta. Il disturbo può comparire in modo graduale e aggravarsi con il passare del tempo, oppure può comparire dopo un evento scatenante come un trauma fisico, un’infezione o uno stress psicologico. La fibromialgia viene diagnosticata e curata da varie figure professionali, tra cui reumatologi, ortopedici, neurologi, psichiatri, psicologi e fisioterapisti.
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Quali sono le cause della fibromialgia?
Le cause esatte dell’insorgenza della fibromialgia non sono note. Probabilmente è un insieme di fattori a portare alla comparsa dei suoi sintomi, inclusi fattori genetici, infettivi, ormonali, traumi fisici e psicologici. L’ipotesi più accreditata è che a essere compromesso sia il modo in cui il cervello processa il dolore. In particolare, in chi soffre di fibromialgia la soglia del dolore sarebbe più bassa della norma a causa di un aumento della sensibilità cerebrale agli stimoli dolorosi.
Fibromialgia e problemi psicologici
La fibromialgia non è una malattia psichiatrica, e i problemi di ansia la peggiorano (e viceversa) ma non la causano: è stato dimostrato che i tratti psicopatologici della percentuale di pazienti fibromialgici che non soffriva di problemi pregressi di ansia sono identici a quelli di pazienti con altre patologie caratterizzate da dolore cronico (es. artrite reumatoide) e sono quindi da considerare come reazione alla malattia di base. Essendo coinvolta la serotonina (per meccanismi non chiari), molti pazienti possono soffire anche di depressione e disturbi d’ansia, che assieme alla stanchezza sono spesso lamentate dai pazienti. Alcune forme, pur non essendo disturbi psichici, possono essere collegate all’ambito della psiconeuroendocrinoimmunologia (es. sindromi neuropsichiatriche come disturbo somatoforme o disturbo da somatizzazione). Il rischio di sviluppare disturbi d’ansia (come disturbo ossessivo-compulsivo e disturbo post traumatico da stress) è circa 5 volte superiore nei pazienti con fibromialgici. Da uno studio spagnolo risulta che tra il 36,4% e il 50 % dei casi aveva inoltre una storia pregressa di problematiche psicologiche e psichiatrci. La prima percentuale è però sovrapponibile a quella di altre malattie croniche. Questi pazienti, spesso accusati a causa dei problemi psicologici esistenti di ipocondria da medici e famigliari (data la difficoltà di rilevare dati clinici negli esami che spesso risultano negativi), la diagnosi di fibromialgia viene accolta molte volte con sollievo. I fibromialgici presi in considerazione dagli studi psicologici hanno mostrato irritazione quando i propri disturbi vengono ricondotti alla sola sindrome depressiva, spesso rifiutando la cura con antidepressivi, se non sono già curati con essi, pur essendo questi farmaci molto usati anche nella fibromialgia senza disturbi psicologici concomitanti.
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Quali sono i sintomi della fibromialgia?
Quello associato alla fibromialgia è un dolore sordo e costante, in genere proveniente dai muscoli, che riguarda varie sedi corporee a distribuzione simmetrica. Questo dolore si acuisce quando è esercitata una pressione intensa su specifici punti del corpo, detti punti sensibili o tender points (vedi paragrafo successivo), e viene valutata con un punteggio che permette di ottenere una diagnosi di certezza. Possono dunque presentarsi nel soggetto affetto da fibromialgia, una vasta gamma di sintomi, non necessariamente manifestantisi tutti e nello stesso momento. Se ne elencano i principali e\o più diffusi:
- insonnia o sonno non riposante;
- diminuzione della forza muscolare (ipostenia) nelle mani e nelle braccia;
- astenia, specie sotto sforzo (salire le scale, alzare gambe e braccia);
- fenomeno di Raynaud (formicolio, pallore e cianosi, perdita di sensibilità e dolore come effetti momentanei di vasocostrizione, specie nelle mani e in seguito al freddo o emotività) e lividi più facili;
- rigidità e impaccio nel movimento al risveglio;
- disturbi urinari, come cistite interstiziale;
- crampi (soprattutto notturni);
- fascicolazioni, miochimie, spasmofilia e tremore;
- disfunzione dell’articolazione temporo-mandibolare e disordini craniomandibolari in genere;
- sensazioni cutanee simili a formicolii, stilettate, caldo improvviso;
- intorpidimento (parestesia, disestesia);
- cefalea;
- ansia;
- depressione;
- attacchi di panico;
- alterazioni dell’equilibrio;
- disfunzioni gastrointestinali;
- dispepsia (digestione difficile);
- disfagia (fatica nel deglutire, bolo faringeo);
- alterazione delle unghie (ispessimento, fragilità, creste da onicoressi e onischizia lamellina o unghie senili, onicodistrofia, trachionichia);
- senso di confusione o di stordimento (“nebbia mentale”);
- difficoltà di concentrazione;
- secchezza degli occhi, della bocca, della pelle;
- visione sfocata, specie con poca luce;
- temperatura alterata oppure alterata percezione di caldo e freddo;
- intolleranza al freddo oppure al caldo-umido, o a tutti e due;
- ipersensibilità della pelle, della vista, dell’olfatto, dell’udito;
- acufeni;
- vestibolite (infiammazione cronica del vestibolo vulvare);
- fotofobia e intolleranza ai segnali luminosi quali: lampadine, monitor del pc, televisione;
- persistenza del dolore anche dopo il trattamento con antidolorifici ed antinfiammatori tradizionali;
- percezione di un dolore “diverso” da quello a cui si era abituati prima di ammalarsi;
- sensibilità ai mutamenti meteorologici ed ai cambi di stagione (meteoropatia)
sensibilità chimica multipla (intolleranza, anche senza allergia, verso numerose sostanze).
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Criteri diagnostici
Dopo aver escluso altre patologie muscolari, neurologiche o scheletriche, sono due gli elementi che, una volta accertati, permettono una corretta diagnosi della fibromialgia:
- Un’accurata anamnesi dalla quale si evinca che il dolore è diffuso simmetricamente e che perdura da almeno 3 mesi.
- Palpazione dei 18 punti corporei detti tender points, che nel soggetto sano non procura dolore, mentre nel malato fibromialgico risultano dolorosi in numero non inferiore ad 11. Per approfondire leggi: Fibromialgia: dove si trovano i tender points che provocano dolore alla palpazione?
Come prevenire la fibromialgia?
Non esistono misure preventive nei confronti della fibromialgia.
Diagnosi
La diagnosi di fibromialgia prevede la persistenza di dolore diffuso in sedi corporee simmetriche da almeno tre mesi, associato alla positività di almeno 11 dei 18 punti sensibili. È però necessario accertarsi che il dolore non sia associato a nessun’altra patologia sottostante, per cui si possono prescrivere analisi per escludere la presenza di altre malattie, tra cui esami ematici completi che valutino anche il quadro autoimmune.
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Trattamenti
Il trattamento della fibromialgia prevede sia l’assunzione di farmaci, sia cambiamenti dello stile di vita, ed è sempre mirato alla riduzione dei sintomi e al miglioramento dello stato di salute generale. Purtroppo non esiste una cura definitiva e attualmente si consiglia l’approccio multifattoriale per ottenere i migliori risultati.
Fra i farmaci che possono essere prescritti sono inclusi analgesici, antidepressivi e antiepilettici, con risultati variabili tra i vari pazienti. Inoltre si consiglia di avviare un counseling psicologico e di utilizzare tecniche di rilassamento che aiutino ad affrontare lo stress.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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