Il mannitolo (o mannite) dal punto di vista chimico è un alditolo chirale, con sei gruppi ossidrilici a livello della catena alifatica composta da sei atomi saturi di carbonio. Appartiene ai polioli, come il sorbitolo e lo xilitolo. È una sostanza che si trova facilmente in natura in alghe e funghi, e il nome deriva dalla manna (la linfa del frassino) da cui si può ottenere. Il mannitolo trova ampio impiego nel settore farmaceutico perché ha proprietà diuretiche (appartenendo alla classe dei diuretici osmotici) ma ha uso anche come dolcificate ed in passato era anche usato come lassativo pediatrico associato a latte tiepido (pratica non più in uso).
Mannitolo in campo alimentare
Il mannitolo dal punto di vista alimentare appartiene alla categoria degli stabilizzanti, addensanti, gelificanti ed emulsionanti. Come dolcificante non è molto diffuso perché appartiene alla categoria dei dolcificanti energetici. Con un potere dolcificante leggermente superiore alla metà di quello del saccarosio (il comune zucchero da cucina), ha un potere calorico che è superiore alla metà di quello del saccarosio stesso: in pratica il consumatore non guadagna nulla come rapporto fra potere dolcificante/calorie impiegando mannitolo anziché zucchero normale. Il mannitolo ha il vantaggio di non provocare carie.
Mannitolo e diabete
Il mannitolo ha un indice glicemico più basso rispetto al saccarosio quindi ha un possibile impiego specifico nei prodotti per diabetici; tuttavia al paziente diabetico noi consigliamo di usare la stevia al posto del mannitolo, poiché ha calorie zero e basso indice glicemico.
Mannitolo come farmaco e nell’edema cerebrale
Originariamente era un farmaco: infatti, esercitando uno squilibrio osmotico nel lume ove viene immesso (tratto digerente o nel rene in seguito a iniezione) funge da diuretico (forma una soluzione ipertonica e richiama acqua per osmosi entro i tubuli renali, o acqua e sali minerali entro il tubo digerente). Il suo utilizzo è riservato a emergenze di natura tossicologica ove è necessario eliminare in tempi ristretti una sostanza tossica (a meno che sia un acido o una base forte, condizione che proibisce l’uso del mannitolo) o in corso di patologie acute con edemi gravi, ad esempio di edema cerebrale.
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Effetto lassativo
Se consumato in eccesso, parimenti allo xilitolo ed al sorbitolo, il mannitolo provoca disturbi gastrointestinali, specie lassativi. La dose giornaliera accettabile è di 50 mg/kg di peso, anche se, a prescindere dagli spiacevoli effetti collaterali, non è pericoloso per la salute, essendo un carboidrato a tutti gli effetti, facilmente gestito dal nostro organismo. La dose farmaceutica (per via endovenosa, nei casi di insufficienza renale cronica, ipertensione endocranica, spinale e delle masse cerebrali, ipertensione endoculare, per l’eliminazione renale di sostanze tossiche e per la misurazione del filtrato glomerulare) infatti varia fra i 50 g e i 200 g al giorno.
Chimica del mannitolo
Nome IUPAC (2R,3R,4R,5R) esan 1,2,3,4,5,6 esolo
Nomi alternativi D-(-)-mannitolo
Formula bruta o molecolare C6H14O6
Massa molecolare (u) 182,17
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Lo Staff di Medicina OnLine
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