Pancreasectomia totale: indicazioni, sopravvivenza, aspettativa di vita

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Fonte dell’immagine: codiceviola.org

L’intervento di pancreasectomia totale è un intervento chirurgico estremamente complesso che consiste nell’asportazione di tutto il pancreas, insieme al duodeno, alla milza, alla porzione terminale della via biliare (coledoco) ed alla colecisti. E’ un intervento molto laborioso, che deve essere eseguito solo da chirurghi esperti.

Indicazioni

Questo intervento è indicato nei casi di:

L’intervento viene eseguito raramente, quando il tumore cresce lungo tutto il pancreas, oppure quando è multifocale, e non è possibile conservare una parte della ghiandola.

Durata dell’intervento

L’intervento ha una durata media di circa 6 – 7 ore.

Durata del ricovero

Il ricovero dura circa 10 – 12 giorni.

Decorso post-operatorio

Dopo l’intervento è normale sentirsi deboli, non avere appetito, avere nausea o anche qualche episodio di vomito. Il paziente deve evitare sforzi. Il paziente NON deve fumare.

Convalescenza post intervento

Il problema principale di questo periodo è la gestione del diabete, una conseguenza inevitabile della pancreasectomia totale. Prima della dimissione il paziente sarà valutato da un diabetologo per impostare la terapia insulinica iniziale, ma è molto importante in questo periodo controllare frequentemente la glicemia e imparare a gestire la terapia insulinica. Oltre a questo, è normale sentirsi piuttosto debole, non avere appetito, avere nausea o anche qualche episodio di vomito. In questo periodo di convalescenza domiciliare è importante riprendere gradualmente l’attività fisica, cercare di fare brevi passeggiate, con l’obiettivo di fare ogni giorno qualcosa di più del giorno precedente. È importante anche fare pasti piccoli e frequenti, seguendo le istruzioni dietetiche ricevute alla dimissione.

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Complicanze

Le complicanze precoci possono essere più o meno gravi, tra queste ricordiamo:

  • infezioni dei tessuti interessati dall’operazione;
  • infezioni urinarie;
  • infezioni respiratorie;
  • emorragia;
  • insufficienza respiratoria;
  • insufficienza cardiaca;
  • fistola pancreatica.

Il rischio di reintervento oscilla tra il 3 ed il 5%.

Mortalità

La mortalità operatoria è al di sotto dell’1%.

Sopravvivenza dopo l’operazione

La sopravvivenza stimata per un paziente sottoposto a pancreasectomia totale è purtroppo bassa ed oscilla tra 18 e 20 mesi secondo alcuni autori, mentre secondo altri tale range dovrebbe essere abbassato a 12 – 19 mesi di vita. La sopravvivenza a 5 anni oscilla tra il 15 ed il 20%, ciò significa che a 5 anni dall’intervento purtroppo circa 8 pazienti su 10 sono deceduti.

Fattori che influenzano la sopravvivenza

La prognosi è legata a svariati fattori, tra cui:

  • gravità della malattia al momento della diagnosi (stadiazione);
  • età del paziente;
  • eventuali altre patologie, come ipertensione arteriosa, diabete mellito, AIDS, insufficienza renale e/o epatica, coagulopatie, pregresso infarto del miocardio…
  • bravura ed esperienza del chirurgo;
  • capacità del paziente di seguire la terapia e la dieta consigliata.

Operarsi o non operarsi?

La sopravvivenza nei casi operabili con intento curativo, pur non essendo elevata, è comunque significativamente superiore rispetto all’astensione terapeutica, tuttavia ogni caso va considerato in modo specifico.

Complicanze sul lungo periodo

In tutti i pazienti sottoposti a pancreasectomia totale compare il diabete, cioè un aumento della concentrazione degli zuccheri nel sangue. In questi casi, sarà necessario limitare l’assunzione degli zuccheri con la dieta, e iniziare la somministrazione di insulina attraverso iniezioni sottocutanee. Soprattutto nel primo periodo dopo l’intervento, è necessario controllare frequentemente la glicemia, dato il maggiore rischio di episodi di ipoglicemia in questi pazienti. Inoltre il paziente dovrà assumere capsule di enzimi pancreatici per digerire e assorbire gli alimenti. Ciononostante, in un certo numero di pazienti, persistono alcuni disturbi intestinali (meteorismo, feci poco formate, aumento della frequenza dell’evacuazione), che sono comunque ben tollerati.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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