Sebo e ghiandole sebacee: funzioni, composizione e patologie

MEDICINA ONLINE APPARATO TEGUMENTARIO SEBO SEBORREA GHIANDOLE SEBACEE PELLE CUTE DERMA IPODERMA EPIDERMIDE TATTO SENSI RECETTORI CALDO FREDDO TATTILI MESISSNER MERKEL CELLULE CORPUSCOLI RUFFINI VATER PACINI  CORNEO PELI.jpgLe ghiandole sebacee sono microscopiche ghiandole, ovverosia piccoli organuli esocrini, appartenenti all’apparato tegumentario; esse si trovano nella pelle e precisamente nel derma, unite al corpo di alcuni peli ad un’altezza di poco maggiore rispetto a quella del follicolo pilifero. La maggior parte di esse presenta un dotto escretore che si apre proprio nel follicolo, mentre una piccola parte si apre direttamente sulla superficie cutanea. Esse producono il sebo, un liquido biologico che ha diverse funzioni.

Funzioni delle ghiandole sebacee

Una ghiandola sebacea consiste in una piccola sacca dall’aspetto tondeggiante il cui ruolo, all’interno dell’organismo, è la produzione e la secrezione di una sostanza grassa chiamata sebo; questa sostanza, composta prevalentemente da colesterolo e acidi grassi, serve a rendere morbida la pelle e ad idratarla, evitando così che essa si secchi e si crepi. Serve inoltre a lubrificare ed ammorbidire i capelli e i peli. Nelle palpebre esistono speciali ghiandole sebacee che producono sebo nelle lacrime.

Disposizione

Le ghiandole sebacee si trovano prevalentemente a livello del viso e del cuoio capelluto, anche se esse sono distribuite lungo tutta la superficie corporea, tranne che sul palmo delle mani e sulla pianta dei piedi. Sono in numero maggiore nelle regioni anogenitali, nel cuoio capelluto, nella faccia, nel petto e nel dorso. La loro dimensione varia in base alla sede in cui sono collocate; il tronco e gli arti presentano ghiandole sebacee di piccola entità, sul volto, sul collo e sulla parte anteriore del torace la loro dimensione è maggiore. Le ghiandole che si trovano nel meato acustico esterno e nelle palpebre sono dette ghiandole tarsali o di Meibomio. A livello delle areole mammarie, dei capezzoli, dell’ano, delle piccole labbra e del pene, dove si aprono direttamente sulla cute, sono chiamate ghiandole di Tisone.

Struttura

Sono ghiandole tubuloalveolari e, come tutte le ghiandole, esse sono divisibili in due parti: una di esse si occupa della produzione del sebo e viene detta “porzione secernente”, mentre l’altra, che ha la funzione di trasportare la sostanza grassa prodotta all’esterno, è chiamata “dotto (o condotto) escretore”. La prima parte è composta da 2 a 20 alveoli avvolti da una fitta rete vascolare e una capsula. Ogni alveolo è costituito da uno strato periferico ricco di cellule staminali capaci di rigenerare lo strato più centrale costituito da una serie di cellule che si arricchisono di goccioline lipidiche. Queste cellule poco a poco degenerano ed entrano a far parte del secreto con tutto il grasso contenuto. Questo tipo di secrezione è detto olocrino. Tutti gli alveoli si aprono in un dotto escretore unico, formato da cellule epiteliali che nella regione terminale continuano con le cellule della guaina esterna della radice del follicolo pilifero. Ciascun dotto escretore risale verso l’alto, quasi sempre obliquamente, per sboccare circa nel terzo superiore di un follicolo, sopra l’inserzione di un muscolo erettore del pelo.

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Sebo

Il sebo è una miscela di diversi lipidi e la sua composizione varia a seconda delle specie animali. Ci sono anche variazioni genetiche nell’uomo sia soggettive sia di contesto ambientale o etnico. Il sebo asiatico ha in media una composizione leggermente diversa da quello europeo, così come il sebo di popolazioni normalmente residenti in climi molto freddi oltre ad essere più abbondante è leggermente diverso da quello di chi risiede in climi caldi o molto caldi. Non è facile analizzarne la composizione perché quando arriva alla superficie cutanea si mescola subito a detriti cellulari, grassi di origine delle cellule epidermiche di sfaldamento e alla secrezione sudorale. Per studiarlo “puro” è necessario ricorrere a tecniche complesse talora su prelievi cutanei.

Funzioni del sebo

Il sebo, con il complesso sistema dei lipidi cutanei, ha tre funzioni principali:

  • contribuisce, con il sudore, alla formazione del film idro-lipidico di superficie (un’emulsione di acqua in olio che protegge la superficie cutanea dalle aggressioni chimiche come detergenti, solventi, inchiostri, ecc.) e batteriche ed in particolare controllare la perdita di acqua dall’epidermide (trans epidermal water loss: TEWL) e conseguentemente è un importante fattore di idratazione e termoregolazione;
  • lubrifica la superficie esterna della pelle;
  • determina l’odore della pelle, anche se questa funzione è stata evolutivamente ridimensionata nell’uomo.

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Composizione del sebo

Tecnicamente il sebo è solo il sebo nativo, quello che viene prodotto dalle ghiandole sebacee ed eventualmente soggetto a parziale idrolisi all’interno del dotto, mentre quello superficiale che troviamo sulla pelle e costituisce il film idrolipidico è un complesso di sebo nativo e lipidi prodotti nella naturale “dissoluzione” dello strato corneo. La composizione del sebo nativo e superficiale, quest’ultimo più correttamente definito “lipidi epidermici”, differiscono notevolmente. La composizione dei lipidi comprende i seguenti elementi:

Lipidi Sebo % Epidermide %
Gliceridi 30–50 30–35
Acidi grassi – FFA 15–30 8–16
Esteri Cere 26–30
Squalene 12–20
Esteri Colesterolo 3.0–6.0 15–20
Colesterolo 1.5–2.5 20–25

Le concentrazioni dei lipidi che compongono il sebo sono in realtà variabili anche in funzione dell’area in cui si trovano le ghiandole sebacee, ad esempio nell’orecchio aumentano le componenti cerose.

Patologie

Tra le principali malattie che le ghiandole sebacee si riconosce la seborrea: essa consiste in un eccesso della produzione di sebo, e causa facilmente la comparsa della forfora, oltre all’untuosità di pelle e capelli. Tra le maggiori cause di questa malattia, vi sono quelle endocrine: essa è infatti principalmente causata da uno squilibrio ormonale all’interno dell’organismo, e per questo spesso si ricollega facilmente all’acne giovanile. Una patologia non certo di minore importanza è la dermatite seborroica, che provoca arrossamento della pelle e desquamazione, oltre alla formazione di piccole squame giallastre oleose alla vista in luoghi specifici quali le pinne del naso o il retro dell’orecchio. Molto frequente nei bambini, può comparire anche in individui colpiti da acne o da malattie quali ad esempio la malattia di Parkinson e non di rado è accompagnata dalla seborrea. I più recenti shampoo ricchi di zinco e selenio costituiscono una buona cura a queste malattie, almeno per ciò che riguarda il cuoio capelluto; nei casi più gravi, invece, bisogna ricorrere a cure molto più specifiche consigliate da medici specializzati. Altre patologie sono la formazione di cisti sebacee, l’iperplasia, l’adenoma sebaceo e il carcinoma delle ghiandole sebacee.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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