
Efe Bal, transessuale turca famosa anche in Italia
Tempo fa il consiglio comunale di New York (USA) ha approvato una nuova legge a grande maggioranza, per la quale sui certificati dei cittadini sarà consentito scrivere “genere X” a chi non si riconosce né maschio né femmina. Tale decisione è stata contrastata dalle comunità più conservatrici e cattoliche, mentre è stata ovviamente acclamata dalle comunità LGBT, cioè quei gruppi di individui composti da omosessuali (gay e lesbiche), bisessuali e transgender. Questa nuova storica legge ci fornisce l’occasione per scrivere l’articolo che state leggendo, che ha l’obiettivo di fare chiarezza tra alcuni termini che spesso vengono confusi (anche se alcune definizioni potrebbero cambiare nel tempo).
Transessuale e transessualità
Con transessuale (o “transgender” o “trangenere”) si indica un individuo, uomo o donna, che rifiuta il sessoche gli è stato assegnato alla nascita, identificandosi in quello opposto (escludendo gli individui “non binari”), fino ad assumerne le caratteristiche fisiologiche, in seguito ad uno o più specifici interventi chirurgici, uniti spesso ad una serie di terapie ormonali. Il contrario di transessuale è “cisessuale“, cioè l’individuo che vede corrispondenza tra il genere assegnatogli alla nascita e quello a cui sente di appartenere. Solitamente il transessuale usa vestiti, accessori, trucchi e comportamenti tipici del sesso opposto (assumendo il “ruolo di genere” del sesso a cui sente di appartenere). La transessualità riguarda l’identità di genere, cosa ben distinta dall’orientamento sessuale: un individuo trans, esattamente come un individuo cis, può avere qualsiasi orientamento sessuale, potendo essere eterosessuale, omosessuale, bisessuale o altro. Poiché il trans non si riconosce nel genere assegnatogli alla nascita, può decidere di trasformare il proprio corpo con interventi medici chirurgici e/o farmacologici. Se un transessuale non riesce ad allineare il proprio corpo all’identità che sente di avere, potrebbe soffrire di un disagio una volta denominato “disordine d’identità di genere” ed oggi chiamato “disforia di genere” o “incongruenza di genere“: la disforia di genere rappresenta il forte malessere provato da una persona transgenere nell’abitare in un corpo che vede diverso dal genere a cui sente di appartenere, e tale malessere può influire negativamente in vari comparti della sua vita, come quello sociale, relazionale e/o professionale.
Percorso di transizione del transessuale
Una persona transessuale, per essere ufficialmente riconosciuta come del sesso opposto, deve (semplificando):
- rivolgersi ad uno psichiatra;
- rivolgersi all’endocrinologo;
- sottoporsi a terapia ormonale sostitutiva (a volte associata ad interventi chirurgici estetici come rimozione definitiva della barba con laser, mastoplastica additiva, mastectomia o falloplastica);
- richiedere al Tribunale autorizzazione agli interventi chirurgici di conversione sessuale a carico del SSN, che sono penectomia, orchiectomia e vaginoplastica per le trans; mastectomia, istero-annessiectomia, falloplastica o metoidioplastica per i trans;
- rivolgersi al Tribunale per chiedere il cambiamento di stato anagrafico.
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Transgender e transgenderismo
Si possono definire transgender tutte quelle persone che hanno un’identità di genere o un’espressione di genere diversa dal loro sesso assegnato alla nascita. In ambito medico e legale il termine transgender viene usato per indicare un transessuale che non si è ancora operato ai genitali. Transgender è anche un termine generico: oltre a includere persone la cui identità di genere è l’opposto del sesso assegnato (uomini trans e donne trans), può includere persone che non sono esclusivamente maschili o femminili (persone che sono genderqueer o non binari, inclusi bigender, pangender, genderfluid o agender, vedi il prossimo paragrafo). Raramente, il termine transgender è definito in senso molto ampio per includere i cross-dressers. Essere transgender è indipendente dall’orientamento sessuale: le persone transgender possono identificarsi come eterosessuali, omosessuali, bisessuali, asessuali o possono rifiutarsi di etichettare il loro orientamento sessuale. Il termine transgender si distingue anche dall’intersex, un termine che descrive le persone nate con caratteristiche di sesso fisico “che non si adattano a nozioni binarie tipiche di corpi maschili o femminili”. La controparte di transgender è cisgender, che descrive persone la cui identità o espressione di genere corrisponde al sesso assegnato. Il grado in cui le persone si sentono autentiche e a proprio agio all’interno del loro aspetto esteriore e accettano la loro vera identità è stato chiamato congruenza transgender.
Il transgenderismo, invece, è un movimento culturale “non binario”, nato negli Usa negli anni ’80, per il quale non esistono due soli generi: ogni individuo può collocarsi lungo un continuum che va da maschio a femmina.
Identità non binarie
Abbiamo visto come il termine transessuale (o “transgender” o “trangenere”) indica un individuo, uomo, donna o altro, che rifiuta il proprio sesso biologico, “identificandosi in quello opposto”. In realtà quest’ultima parte della definizione non è corretta, se includiamo nel grande gruppo delle persone transgenere anche le persone con “identità non binarie” (in inglese: genderqueer oppure nonbinary, non-binary, o enby dall’acronimo “NB“), cioè le persone che sentono di avere una identità di genere al di fuori del cosiddetto binarismo di genere, ovvero non strettamente e completamente maschili o femminili. Il motivo per cui un “non binario” rientra nel gruppo “trans” è perché per definizione un non binario si identifica con un genere diverso da quello specifico assegnato alla nascita: una persona non binaria – che sia stata assegnata al genere maschile o quello femminile o che sia intersessuale – può identificarsi come appartenente ad entrambi i generi (bigenere, in inglese genderfree o bigender), a nessun genere (agenere, in inglese genderfree o agender), od oscillante tra i vari generi (di genere liquido, in inglese genderfluid). Nonostante la definizione inserisca tutti gli individui non binari nel gruppo dei transgenere, non tutte le persone non binarie utilizzano il termine transgenere o trans per descrivere sé stesse, preferendo semplicemente descriversi come “non binare”.
Viado
Il termine viado ha un’accezione dispregiativa: deriva infatti dal portoghese transviado (che significa deviato o pervertito sessuale) e si riferisce a uomini, omosessuali o bisessuali, che praticano la prostituzione. In italiano il termine viado (ed il suo plurale “viados”) si usa erroneamente con lo scopo di indicare un transessuale sudamericano che si prostituisce. Evitate di usare il termine “viado” con una donna trans o con un uomo trans.
Travestito e travestitismo
Con travestito si indica una persona (uomo o donna, omosessuale, bisessuale o etero) che si veste, si trucca ed usa accessori tipicamente usati da individui di sesso opposto. Ad esempio un uomo travestito può indossare una gonna, una parrucca e scarpe con tacco alto, per poter assomigliare ad una donna. Una donna travestita può al contrario indossare ad esempio un completo giacca e cravatta per somigliare ad un uomo. Il travestitismo è quindi l’abitudine di assumere un aspetto tipicamente caratterizzante il sesso opposto. Molti fanno l’errore di considerare sinonimi i termini “travestito” e “transessuale”: i travestiti possono essere bisessuali od omosessuali, ma anche etero che semplicemente usano il travestimento per vivere un aspetto secondario della loro personalità.
Drag queen e drag king
Quando un uomo travestito usa il suo travestimento per fini di intrattenimento, prende il nome di drag queen. Quando una donna usa travestirsi da uomo per fini di intrattenimento, prende invece il nome di drag king. Gli individui drag queen e drag king possono avere qualsiasi identità sessuale e qualsiasi orientamento sessuale.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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