La dipendenza dal sesso (denominata anche “dipendenza sessuale” o “ipersessualità”, in inglese “sex addiction“, da cui l’acronimo “SA“), comprende un insieme di condizioni psicopatologiche accomunate da comportamenti sessuali intrusivi ed eccessivi da cui il soggetto dipende.
Dipendenze comportamentali e dipendenza sessuale
La dipendenza sessuale appartiene al grande gruppo delle “dipendenze comportamentali“, cioè un insieme di comportamenti patologici tra cui il disturbo da gioco d’azzardo, la cleptomania, lo shopping compulsivo, la dipendenza dal lavoro e la dipendenza patologica dal cibo. Esattamente come un tossicodipendente dipende dall’assunzione di una sostanza (ad esempio alcol, nicotina, cocaina o eroina), il dipendente comportamentale dipende da un comportamento (come rubare nel caso della cleptomania o giocare nel caso del disturbo da gioco d’azzardo) e prova una sensazione di ansia crescente se non può mettere in atto il comportamento, ansia che può essere placata solo dall’attuazione del comportamento stesso. Tale comportamento, tuttavia, a causa del fenomeno della “tolleranza”, aumenta progressivamente di intensità e tende a diventare sempre più intrusivo nella vita del soggetto, al punto da arrivare ad interferire con la sua vita sociale, professionale e/o relazionale e – nei casi più gravi – costringendolo a mettere in pratica azioni illegali che possono avere anche importanti implicazioni legali. Il comportamento alterato viene messo in pratica come risposta a stati d’animo spiacevoli (ad esempio tristezza) o come strategia per ridurre lo stress o come “auto-cura” per la depressione, tuttavia col tempo diventa sempre meno una “cura” e sempre più un “problema”, tanto che il soggetto prova – da solo o con l’aiuto di un medico o uno psicologo – a ridurre l’intensità del proprio comportamento, spesso senza riuscirci, fatto che scatena forti sentimenti di colpa e vergogna a seguito della perdita di controllo sulla propria vita. La grande difficoltà nell’abbandonare il comportamento, dipende dal fatto che – in assenza di quel comportamento – il soggetto prova il “craving“, cioè un intenso desiderio di metterlo in atto, esattamente come un eroinomane ha sintomi di astinenza quando non può assumere eroina. Per placare i sintomi spiacevoli, il soggetto è costretto a mettere in atto il comportamento da cui dipende, che gli fornisce la propria dose quotidiana di dopamina e si ritrova quindi in un vero e proprio circolo vizioso da cui non riesce ad uscire e che può distruggere la sua vita.
Nella dipendenza dal sesso, il comportamento da cui si dipende è quello sessuale. Con “comportamento sessuale” si intende qualsiasi pratica che ha come fine la ricerca del piacere sessuale, come
- l’avere fantasie sessuali,
- l’avere rapporti sessuali,
- il voyeurismo,
- il frotteurismo,
- le pratiche di tipo sadomasochistico,
- la collezione di materiale a carattere pornografico e/o pedopornografico,
- l’uso di sex toys e sex doll,
- l’esibizionismo,
- la masturbazione,
- la promiscuità sessuale,
- l’uso di chat erotiche,
- le pratiche feticiste,
- la zoofilia,
- la necrofilia,
- la frequentazione di strip club,
- il sesso a pagamento,
- la molestia sessuale,
- la pedofilia,
- qualsiasi altro comportamento che abbia come fine la ricerca del piacere di tipo sessuale.
Tali comportamenti non sono tutti necessariamente considerati patologici; per essere inquadrati come dipendenza sessuale, devono inoltre avere determinate caratteristiche: devono essere presenti in modo intrusivo (cioè devono arrivare ad interferire con la vita sociale, professionale, relazionale e/o legale del soggetto) da almeno 6 mesi e non devono essere meglio spiegati dall’uso di sostanze, da malattie psichiatriche (ad esempio disturbi di personalità o episodi maniacali nel disturbo bipolare) o da altre condizioni mediche come il sonnambulismo sessuale (sleep sex). All’interno della dipendenza dal sesso rientra anche la dipendenza da masturbazione (“masturbazione compulsiva”) e la dipendenza da pornografia online.
Altre denominazioni
La dipendenza dal sesso viene chiamata anche con altre denominazioni, tra cui quelle più comuni sono:
- dipendenza sessuale;
- dipendenza patologica dal sesso;
- dipendenza dal comportamento sessuale;
- dipendenza comportamentale sessuale;
- sesso compulsivo;
- sessualità compulsiva;
- sesso ossessivo-compulsivo;
- ipersessualità;
- dipendenza da reazione orgasmica;
- dipendenza dall’orgasmo;
- sesso dipendenza;
- disordine da comportamento sessuale compulsivo.
Non tutte queste denominazioni sono però necessariamente dei sinonimi di dipendenza dal sesso.
In inglese
La dipendenza dal sesso in inglese viene chiamata:
- sex addiction;
- sex dependence;
- sexual addiction;
- compulsive sexual behaviour disorder.
Storia
Nel suo libro del 1812, “Medical Inquiries and Observations Upon the Diseases of the Mind”, il politico e medico statunitense Benjamin Rush riportava il caso di un uomo il cui appetito sessuale “eccessivo” gli causava stress al punto da richiedere l’induzione iatrogena dell’impotenza (Rush, 1812). Nel 1886 lo psichiatra tedesco Richard von Krafft-Ebbing sosteneva che la sessualità patologica è una vera e propria malattia psichiatrica. Scriveva:
Esso (il sesso) occupa, in modo tumultuoso, tutti i pensieri e le sensazioni (del paziente), inibendo altre aspirazioni nella vita e richiedendo regolarmente gratificazione senza concedere alcuna possibilità a interessi alternativi morali e retti, estrinsecandosi in una successione insaziabile e impulsiva di piaceri sessuali… Questa sessualità patologica è un castigo terribile per lo sua vittima, in quanto ella è in pericolo costante di violare lo legge dello stato e della moralità, di perdere il proprio onore, lo propria libertà e anche lo propria vita. (Krafft-Ebbing, 1886, 1965).
Circa un secolo dopo lo psicologo britannico Jim Orford sosteneva che l’ipersessualità dovrebbe essere inclusa nell’ambito dei disturbi da dipendenza. Egli scriveva sul British Journal of Addictions:
Si può ritenere che una teoria sulle dipendenze patologiche debba considerare anche forme di desideri smodati e comportamenti conseguenti non aventi come oggetto droghe psicoattive. Un esempio importante, ma spesso trascurato, è l’eterosessualità eccessiva. L’ipersessualità come entità nosografica è stata criticata sotto diversi aspetti. Questi problemi concettuali e di definizione riguardano allo stesso modo altri comportamenti eccessivi come il bere e il gioco d’azzardo (1978)
Sebbene fosse favorevole a una teoria della dipendenza da ipersessualità, Orford evidenziava tre problemi legati a tale modello, notati anche da Carnes (1994) e tuttora rilevanti sia dal punto medico che legale:
- è difficile distinguere i comportamenti sessuali normali da quelli anormali;
- è difficile stabilire quando si è sotto controllo e quando si perde il controllo;
- è difficile valutare il ruolo della cultura in questo ambito.
La cautela nel porre diagnosi di dipendenza patologica da sesso o disturbi correlati è giustificata dal fatto che le ricerche sono – ad oggi – ancora relativamente incomplete. Inoltre, la grande maggioranza di coloro che hanno molte relazioni, conducono una vita promiscua o indulgono a nuove espressioni della sessualità, non è dipendente in modo patologico dal sesso. Levine (2010) ha eseguito un’analisi retrospettiva dei comportamenti sessuali di 30 uomini giunti all’osservazione clinica per problemi di dipendenza da sesso ed ha rilevato che solo il 25% di questi casi soddisfaceva i criteri per una dipendenza patologica dal sesso, mentre i restanti 3 soggetti su 4 aveva semplicemente una vita sessuale molto attiva.
La dipendenza da sesso oggi
La dipendenza da sesso nella quinta e più recente versione del DSM (il DSM-5, uscita nel 2013), era stata proposta per l’inserimento, ma alla fine esclusa per mancanza di dati. L’ICD-11 (entrata ufficialmente in vigore dal primo gennaio 2022) include la dipendenza da sesso nel capitolo 6 (Mental, behavioural or neurodevelopmental disorders, cioè “Disordini mentali, comportamentali o del neurosviluppo“), sezione “Impulse control disorders” (Disordini da controllo degli impulsi), alla voce 6C72 (Compulsive sexual behaviour disorder, cioè “Disordine da comportamento sessuale compulsivo”).
Diffusione
Attualmente, la prevalenza dell’SA è descritta più frequentemente tra il 3 e il 6% della popolazione generale (Carnes, 1991). L’incidenza con cui si osserva l’SA varia in letteratura in base alle caratteristiche prese in considerazione, quali genere, orientamento sessuale, età e criteri diagnostici adottati in ciascuno studio. Nella casistica clinica selezionata con criteri di convenienza (non random), ma rappresentativa della popolazione americana, riportata da Kinsey, Pomeroy e Martin (1948), l’ipersessualità maschile, definita come sette o più orgasmi la settimana (un numero attualmente più vicino alla sessualità normale), si rilevava nel 7,6% dei soggetti tra l’adolescenza e i trenta anni di età. Traeen, Spitznogle e Beverfjord (2004) hanno ristretto il campo delle loro ricerche alla dipendenza dalla pornografia nelle popolazione maschile adulta norvegese, rilevando che l’1% dei soggetti della loro casistica si masturbava sino al raggi ungimento dell’eiaculazione due o più volte al giorno guardando materiale pornografico. Uno studio svedese, condotto su maschi e femmine rappresentativi della popolazione generale, ha evidenziato che il 5-10% dei soggetti partecipanti più attivi sessualmente presentava livelli più elevati di dipendenze concomitanti, comportamenti a rischio, stress e sintomi psichiatrici, il che suggerisce l’esistenza di un sottogruppo di soggetti più attivi sessualmente con possibili disfunzioni psicosociali (Langstrom e Hanson, 2006).
Pornografia online
Sin dagli anni 1990, nell’ambito di chi si interessava di dipendenza sessuale, sono risultati evidenti le potenzialità di Internet per quanto riguarda la disponibilità online di materiale pornografico. Nella letteratura sulla sex addiction, il “sesso virtuale” (come a volte viene definito il materiale pornografico visibile in rete e le possibilità “sessuali” come le chat pornografiche) è considerato come il “crack del sesso compulsivo” ed in particolare della masturbazione compulsiva, a causa della sua capacità di coinvolgere rapidamente l’utilizzatore e di mantenere vivo il suo l’interesse per lunghi periodi di tempo (Cooper, Putnam, Planchon e Boies, 1999) grazie alla quantità estremamente vasta di materiale a luci rosse (sia legale nei siti di streaming, sia illegale grazie i programmi peer-to-peer usati per scambiare dati tra utente ed utente), capace di soddisfare qualsiasi tipo di gusto in campo sessuale. I soggetti vulnerabili spesso riferiscono di essere rimasti come in trance davanti al materiale pornografico disponibile su Internet quando navigano nei diversi siti, ritardando l’orgasmo per ore (edging) e spendendo considerevoli quantità di tempo e di denaro con le chat dal vivo: tutto ciò nonostante le loro intenzioni e le promesse di smettere di guardare il materiale pornografico su Internet. Negli ultimi anni le aumentate possibilità di reperire materiale pornografico ad alta definizione ed altamente coinvolgente “POV”, sia su pc ma soprattutto su smartphone, hanno coinvolto sempre più persone nella dipendenza da sesso, in particolare i più giovani.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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