La mioglobina è una piccola proteina globulare la cui concentrazione nel sangue può essere misurata attraverso un semplice prelievo di sangue venoso. Conoscere la concentrazione ematica della mioglobina permette al medico di fare varie ipotesi diagnostiche: insieme alla troponina, la mioglobina rappresenta infatti uno dei marcatori cardiaci più utilizzati per confermare o escludere un danno cardiaco, ad esempio ischemico in caso di infarto miocardico acuto, ciò perché in caso di danno cardiaco, il tessuto ischemico – trovandosi in condizione di scarsità di ossigeno – rilascia in circolo quantità elevatissime di mioglobina per contrastare l’insufficienza di tale elemento. La sigla usata nei laboratori per la mioglobina è MYO.
Mioglobina e carne alimentare
Il colore della mioglobina è rosso, tonalità che le viene conferita dalla presenza di un gruppo EME ed infatti la proteina è presente in grandi quantità proprio nelle carni rosse, che acquistano tale colore caratteristico proprio grazie alla elevata presenza di mioglobina.
Funzioni
La mioglobina è una proteina che ha il compito di trasportare l’ossigeno ai mitocondri presenti nelle cellule del tessuto muscolare, dove viene utilizzato per la produzione di energia.
Dove si trova?
La mioglobina si trova in grandi quantità soprattutto nel miocardio (il muscolo del cuore) e nei muscoli scheletrici.
Valori normali e patologici di mioglobina ematica
I livelli normali di mioglobina nel sangue oscillano tra: 0 – 85 ng/mL
Cause di mioglobina alta: infarto miocardico acuto
Quando il paziente giunge al Pronto Soccorso con i sintomi tipici di un infarto del miocardio (dolore toracico, angoscia, fame d’aria, nausea, sudorazione profusa), è estremamente utile per il medico conoscere la concentrazione della mioglobina e degli altri enzimi cardiaci: tali proteine vengono infatti rilasciate nel torrente ematico in caso di danno quindi un loro aumento nel sangue potrebbe aiutare il medico a fare diagnosi di infarto, aiutato anche da anamnesi, esame obiettivo ed altre indagini (elettrocardiogramma, ecografia…). In caso di infarto miocardico acuto, la mioglobina:
- aumenta dopo 2-4 ore dall’infarto del miocardio;
- raggiunge un picco nelle 8-12 ore successive;
- tornare normale entro 24 ore dall’evento ischemico.
Qualora il paziente lamenti i sintomi da meno di due ore, i livelli di mioglobina potrebbero essere normali.
Qualora il paziente lamenti i sintomi di un infarto ed i suoi livelli di mioglobina non salgano in modo significativo entro 8-12 ore dall’inizio dei sintomi, è improbabile (ma non impossibile!) che l’origine dei sintomi sia realmente causata da un danno cardiaco.
Non è solo l’aumento della mioglobina in sé a dare informazioni utili al medico, ma anche il suo andamento:
- un innalzamento rapido seguito da una diminuzione rapida indica generalmente una lesione cardiaca circoscritta;
- una mancata diminuzione rapida, con mantenimento di elevati livelli di mioglobina nel tempo, indica generalmente una lesione cardiaca che si sta espandendo.
I tempi per valutare la mioglobina come marcatore di infarto acuto sono quindi ristretti: aumenta rapidamente dopo l’evento ischemico ma altrettanto rapidamente tende a ridursi.
Cause di mioglobina alta: cause extracardiache
La mioglobina può aumentare non solo in caso di infarto miocardico acuto, ma anche per cause extracardiache, tra cui:
- rabdomiolisi (lesione muscolare);
- patologia muscolare;
- traumi;
- incidenti;
- interventi chirurgici;
- iniezioni intramuscolari ripetuti;
- esercizio muscolare intenso;
- distrofia muscolare;
- miosite;
- ipertermia;
- patologie renali;
- ustioni gravi;
- abuso di alcool;
- farmaci.
Conseguenze
Un trauma muscolare di grave entità può rilasciare in circolo così grandi quantità di mioglobina che può causare una insufficienza renale acuta: tale proteina ad elevatissime quantità è infatti tossica per il delicato epitelio tubulare renale.
Cause di mioglobina bassa
Bassi livelli di mioglobina non indicano di solito alcuna patologia.
Altri enzimi cardiaci
Per approfondire gli altri enzimi e le loro isoforme, vi invitiamo a leggere i seguenti articoli:
- creatina fosfochinasi (CK o CPK), in particolare la CK-MB;
- lattato deidrogenasi (LDH);
- troponine (TnI e TnT);
- aspartato aminotransferasi (AST o GOT).
Leggi anche:
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