Occlusione intestinale: definizione, epidemiologia e cenni storici

MEDICINA ONLINE PICCOLO INTESTINO SMALLA INTESTINE DUODENO DIGIUNO JEJUNUM DUODENUM ILEUM ILEO INTESTINO TENUE APPARATO SISTEMA DIGERENTE RESEZIONE CHIRURGICA STOMACO COLON CRASSO CIECO APPENDICE DIVISIONECon “occlusione intestinale” (anche chiamato “blocco intestinale” o “ileo meccanico“; in inglese “intestinal obstruction” o “intestinal blockage” o “intestinal occlusion” o “bowel obstruction” o “mechanical ileus“) si intende una condizione patologica grave e potenzialmente mortale caratterizzata dall’arresto parziale o totale della progressione del contenuto intestinale, sia esso liquido, solido o gassoso, causato da una ostruzione fisica che si oppone al passaggio del materiale in transito, ad esempio un fecaloma, una massa di parassiti od un tumore. La parte dell’intestino a monte dell’occlusione continua a funzionare e si dilata mano a mano che si riempie di cibo, di fluidi, di secrezioni digestive e di gas, con il rischio di perforazioni. Possono essere colpiti sia l’intestino tenue che quello crasso: nell’80% dei casi è interessato l’intestino tenue, nel 20% il colon. Negli adulti la causa più frequente sono le aderenze dovute a precedenti interventi chirurgici. Nel 25% dei casi di occlusione intestinale, si verifica addome acuto.

“Ileo” è sinonimo di “occlusione intestinale”?

Molti usano il termine “ileo” come sinonimo di “occlusione intestinale”, ma ciò è un errore, poiché l’occlusione intestinale è solo un tipo di ileo (l’ileo detto “meccanico”), mentre esiste anche un altro tipo di ileo (l’ileo paralitico) in cui l’arresto della progressione del transito del materiale intestinale non è causata da una ostruzione fisica, bensì dalla paralisi della muscolatura propria dell’intestino con conseguente blocco della peristalsi, cioè di quella contrazione coordinata della muscolatura liscia presente nelle vie digerenti che permette al cibo di procedere in direzione dell’ano. Quindi “ileo” non è sinonimo di “occlusione intestinale”, mentre invece “ileo meccanico” lo è. Va inoltre ricordato che in medicina il termine “ileo” si usa non solo per indicare l’arresto della progressione del contenuto intestinale, ma anche – in anatomia umana – per indicare la parte finale dell’intestino tenue che viene dopo duodeno e digiuno (le porzioni iniziali dell’intestino tenue) e che precede il cieco (la porzione iniziale dell’intestino crasso). L’ileo è evidenziato in verde nella figura in alto. Per approfondire, leggi anche: Differenza tra intestino, duodeno, digiuno, ileo, tenue, crasso, retto, ano

Occlusione intestinale totale o subtotale

Un’occlusione intestinale è definita “totale” quando l’ostruzione impedisce totalmente il passaggio del materiale che transita nell’intestino in direzione dell’ano. L’ostruzione intestinale, tuttavia, può anche essere “subtotale“: ciò si verifica quando l’ostruzione è parziale e permette un certo livello di transito. In questo caso si parla di “subocclusione intestinale” e si manifesta con episodi subacuti e/o ricorrenti. Entrambe sono condizioni potenzialmente gravi per la salute, tuttavia la subocclusione è una condizione generalmente meno grave dell’occlusione totale. E’ anche però importante ricordare che una occlusione incompleta, caratterizzata da episodi sfumati subocclusivi cronici, può comunque culminare in una fase di occlusione critica e completa.

Occlusione intestinale intraluminale, intramurale o extraintestinale

L’ostacolo che blocca il transito del materiale nell’intestino, può essere posizionato dentro l’intestino, nella parete dell’intestino o al di fuori dell’intestino. Una occlusione intestinale può riconoscere quindi tre tipi principali di ostruzione:

  • ostruzione intraluminale: l’ostacolo è presente fisicamente all’interno del canale e chiude il lume intestinale (ad esempio ammassi di parassiti e fecalomi). Ricordo al lettore che con “lume intestinale” si intende la cavità delimitata dalle pareti dell’intestino che in pratica sono lo spazio attraverso cui transita il materiale intestinale;
  • ostruzione intramurale: l’ostacolo è rappresentato dall’ingrandimento della parete del canale (ad esempio un tumore intestinale ad anello, talmente grande da chiudere il lume dell’intestino);
  • ostruzione extraintestinale: l’ostacolo è rappresentato da una massa esterna al canale, che si è espansa a tal punto da comprimere il lume intestinale (ad esempio un tumore di un organo vicino, di dimensioni tali da “schiacciare” dal di fuori l’intestino).

Pseudo-ostruzione intestinale (sindrome di Ogilvie)

Nella pseudo-ostruzione intestinale (anche chiamata “sindrome di Ogilvie“) si verifica una ridotta capacità di spingere il materiale intestinale attraverso con conseguente rallentamento del transito di tale materiale. Ciò generalmente comporta nausea, dispepsia ricorrente, stitichezza e, nei momenti in cui compaiono forti coliche addominali, si possono evidenziare risultati radiologici talvolta simili a quelli di una subocclusione intestinale, in assenza però di una vera e propria ostruzione meccanica.

Cenni storici

L’ostruzione intestinale è stata documentata nel corso della storia, con casi descritti nel papiro Ebers già nel 1550 a.C. e da Ippocrate nel 400 a.C.

Epidemiologia

Nel 2015 nel mondo si sono verificati circa 3,2 milioni di casi di occlusione intestinale, che hanno provocato 264.000 morti. Entrambi i sessi sono ugualmente colpiti e la condizione può verificarsi a qualsiasi età.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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