La scoperta e lo sviluppo di vaccini e farmaci in grado di prevenire e curare le infezioni ha rappresentato uno dei maggiori contributi della medicina per quanto concerne la durata e la qualità della vita. Gli agenti antibatterici in particolare sono tra i farmaci più frequentemente prescritti in tutto il mondo (spesso però purtroppo anche a sproposito). Utilizzati correttamente e appropriatamente sono spesso in grado di salvare la vita del paziente.
Gli agenti antibatterici, spesso semplicemente chiamati “antibiotici“, come tutti i farmaci antimicrobici sono diretti contro strutture assenti nelle cellule dei mammiferi: l’obiettivo di tale meccanismo d’azione è quello di limitare la tossicità per l’ospite (cioè l’essere umano) e focalizzare l’attività chemioterapeutica solo sui microbi patogeni. In parole semplici, il farmaco deve avere contemporaneamente la massima capacità lesiva nei confronti del patogeno e la minima o assente capacità lesiva nei confronti dei tessuti dell’essere umano.
Gli antibiotici antibatterici si dividono principalmente in base alla loro attività in due grandi gruppi:
- batteriostatici;
- battericidi;
- batteriolitici.
I farmaci ad azione batteriostatica si limitano a inibire la crescita dei batteri che rientrano nel loro spettro di attività, mentre quelli ad azione battericida uccidono i batteri che hanno come bersaglio. In parole semplici mentre un batteriostatico è meno aggressivo e rallenta o arresta la replicazione di nuovi batteri senza uccidere quelli già presenti (permettendo al sistema immunitario di occuparsi “da solo” dei batteri già esistenti), al contrario un battericida è più aggressivo ed uccide i batteri già presenti. Mentre un battericida ucide un batterio senza causarne la lisi, al contrario un batteriolitico ha l’effetto di uccidere le cellule microbiche causandone la lisi, cioè la rottura.
Mentre l’azione batteriostatica risulta adeguata per il trattamento della maggior parte delle infezioni, l’azione battericida o batteriolitica può rendersi necessaria per il trattamento di pazienti affetti da difetti del sistema immune (per esempio neutropenia), infezioni in focolai protetti (per esempio endocarditi o meningiti) o infezioni specifiche (per esempio batteriemia severa da Staphylococcus aureus). Spesso i batteriostatici agiscono inibendo la sintesi proteica nell’organismo bersaglio. Di solito i battericidi sono sostanze che si legano irreversibilmente a dei componenti cellulari, e non vengono rimosse con la diluizione. Molte sostanze possono comportarsi da batteriostatici se usate a bassa concentrazione e da battericidi se usate ad alta concentrazione.
Se si aggiunge un antimicrobico ad una coltura batterica in crescita esponenziale, si potrà osservare con facilità i diversi effetti del farmaco sul gruppo di batteri:
- i batteriostatici inibiscono la crescita delle cellule batteriche della cultura senza tuttavia ucciderle, quindi la conta delle cellule totali rimarrà costante o aumenterà estremamente lentamente. Se il batteriostatico viene rimosso, o comunque la sua concentrazione diminuisce, la crescita batterica riprende a velocità normale;
- i battericidi determinano la morte delle cellule batteriche, senza tuttavia causarne la lisi. In questo caso la conta delle cellule totali rimane costante, mentre quella delle cellule vitali diminuisce;
- i batteriolitici determinano la morte delle cellule batteriche, causandone la lisi. In questo caso la conta delle cellule totali diminuisce di pari passo con quella delle cellule vitali.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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