Con sindrome del bambino dimenticato o “sindrome del neonato dimenticato” (in inglese “forgotten baby syndrome“, da cui l’acronimo “FBS“) in medicina e psicologia è un fenomeno per cui un “caregiver“, cioè chi presta le cure ad un bambino (ad esempio i genitori od i nonni), dimentica il bambino che sta accudendo all’interno di una autovettura, causandone – in alcuni casi – il decesso. Nel momento in cui il bambino viene ritrovato, il caregiver riferisce di non avere alcuna consapevolezza, percezione o memoria dell’essersi dimenticato il bambino nell’autovettura. Il genitore o altro caregiver è convinto che il figlio sia stato accompagnato e lasciato da qualche altra parte. Secondo uno studio dei ricercatori del Dipartimento di Neuroscienze Umane, dell’Università Sapienza di Roma, pubblicato sulla Rivista di psichiatria nel 2020, il monitoraggio del fenomeno negli Stati Uniti ha mostrato, su un totale di 171 casi, che il 73% riguardava bambini che erano stati lasciati in macchina da persone adulte. Lo studio riferisce che: “La metà degli adulti era inconsapevole, o se ne era dimenticato. Nella maggior parte dei casi tali episodi coinvolgono soggetti adulti che hanno funzionalità psichiche e cognitive perfettamente integre”.
Conseguenze
Le conseguenze della dimenticanza correlata alla sindrome del bambino dimenticato, possono essere fatali, poiché le alte temperature in un’auto parcheggiata per ore sotto un sole estivo, possono portare a colpo di calore, disidratazione e morte del bambino, in poche decine di minuti, soprattutto se si tratta di un neonato o di un lattante. Nonostante sia un evento raro, la sindrome del bambino dimenticato rimane un problema significativo per la salute pubblica non solo perché può portare alla morte del piccolo, ma anche a causa delle sue conseguenze penali (abbandono di minore per chi lascia il proprio figlio minore in auto) e psicologiche devastanti sulla famiglia del bimbo, come dimostrano numerosi recenti fatti di cronaca, capaci di disintegrare psicologicamente completamente intere famiglie.
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Cause e fattori di rischio
Le cause precise della sindrome del bambino dimenticato, non sono attualmente note con certezza, tuttavia diversi fattori di rischio aumentano la probabilità della sindrome del bambino dimenticato. Di seguito ne riporto alcuni tra i più comuni.
Cambiamento nella routine famigliare
Uno dei fattori di rischio più significativi è un cambiamento nella routine famigliare. I genitori e gli operatori sanitari che non sono abituati a trasportare bambini o che si discostano dalla loro routine tipica, hanno maggiori probabilità di dimenticare un bambino in un veicolo. Ciò può includere i casi in cui ad esempio un dato genitore o tutore è responsabile del trasporto del bambino e un giorno tale responsabilità ricada sull’altro genitore o tutore, non abituato a tale compito. Se ad esempio generalmente è la madre ad accompagnare il bimbo all’asilo mentre la routine del padre comprende il fatto che lui la mattina vada direttamente al lavoro e se il compito di portare il bambino all’asilo un giorno ricada eccezionalmente sull’uomo, quest’ultimo può recarsi direttamente al lavoro e dimenticarsi che il bimbo – magari dormiente – sia nel passeggino posto sul sedile posteriore dell’autovettura.
Mancanza di sonno
Un altro fattore di rischio è la privazione del sonno, che può compromettere il funzionamento cognitivo e aumentare la probabilità di vuoti di memoria. Soprattutto nei primi mesi di vita di un bimbo è infatti risaputo che le notti dei genitori siano ben poco ristoratori e ciò si riflette in sonnolenza diurna e difficoltà nel mantenere la razionalità.
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Dieta squilibrata
Alla mancanza di sonno si può associare anche una dieta completamente disordinata, in cui – per badare al bambino – il genitore “mangia quando capita”. Ciò può portare cronicamente a carenze alimentari che diminuiscono la capacità cerebrale di gestire le informazioni e selezionare quelle prioritarie.
Stress, traumi e preoccupazioni
Anche lo stato mentale e l’aumento del livello di distrazione di un caregiver possono contribuire alla sindrome del bambino dimenticato. Ad esempio, un caregiver può essere preoccupato per il lavoro o per problemi economici o per problemi di salute o altre responsabilità, portandolo ad aumentare il livello di distrazione e di dimenticanze. Stress e fatica psico-fisica prolungata possono peggiorare tale quadro, come anche eventi traumatici recenti, come lutti, divorzi, perdita di un ingente somma di denaro, diagnosi di malattia terminale o invalidante o altro.
Inconscio
Anche particolari meccanismi inconsci di volontà di eliminazione della prole possono contribuire: specie nei primi mesi di vita un bimbo può essere molto impegnativo da gestire e – se è il primo figlio – può completamente rivoluzionare la vita dei genitori. Questi fatti possono innescare meccanismi psicologici complessi, legati alla rimozione, che portano ad un abbandono inconsapevole della prole.
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Alcol e droghe
Anche alcol e droghe possono aumentare il rischio di dimenticare informazioni importanti relative al proprio figlio.
Malattie psichiatriche
Alcune malattie e condizioni neurologiche e/o psichiatriche (disturbi dell’umore, disturbi d’ansia, disturbi di personalità, dipendenze comportamentali, narcolessia, insonnie, amnesie dissociative, amnesie isteriche…) possono infine rappresentare un fattore di rischio per la sindrome del bambino dimenticato ed agire in sinergia con altri fattori di rischio nel determinarla.
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Meccanismi cognitivi e comportamentali
La sindrome del bambino dimenticato può essere spiegata da meccanismi cognitivi e comportamentali che contribuiscono ai vuoti di memoria e all’oblio. I meccanismi cognitivi che contribuiscono alla sindrome del bambino dimenticato includono:
- la distrazione;
- il fallimento della memoria prospettica;
- il sovraccarico cognitivo.
La distrazione si verifica quando una persona è preoccupata per altri pensieri, portando a vuoti di memoria e dimenticanza. Il fallimento della memoria prospettica si riferisce all’incapacità di ricordare di eseguire un’attività in futuro, come recuperare un bambino da un’auto parcheggiata. Infine, il sovraccarico cognitivo si verifica quando la memoria di lavoro di una persona è sopraffatta, portando a difficoltà nell’elaborazione e nel ricordare le informazioni.
I meccanismi comportamentali che contribuiscono alla sindrome del bambino dimenticato includono l’assuefazione, che si verifica quando un’attività di routine diventa così automatica che il caregiver non ci pensa consapevolmente. Questo può portare il caregiver a dimenticare che il bambino sia in macchina. Inoltre, anche l’attentional blink (in italiano l’ammiccamento dell’attenzione), contribuire alla sindrome del bambino dimenticato. Il fenomeno dell’attentional blink consiste nell’impossibilità di discriminare correttamente un evento quando la nostra attenzione è temporaneamente concentrata su altro. Per fare emergere questo limite dell’attenzione, che causa a sua volta il deficit di percezione, è necessario porre l’attenzione del soggetto in condizioni critiche, cioè rendere il compito di selezione dell’informazione difficile: nella sindrome del bambino dimenticato il soggetto è circondato da informazioni importanti – a causa dell’attention blink – e non riesce a selezionare quelle prioritarie.
Misure preventive
Prevenire la sindrome del bambino dimenticato richiede un approccio sfaccettato, che coinvolga i mezzi di informazione, le istruzioni, la tecnologia e la politica. Gli sforzi educativi possono includere la sensibilizzazione sull’sindrome del bambino dimenticato e la fornitura di informazioni sui rischi e sulle misure preventive soprattutto rivolte ai neo-genitori. A quest’ultimi può essere insegnato a sviluppare l’abitudine di controllare il sedile posteriore prima di uscire dall’auto e possono essere utilizzati altri ausili per la memoria come lasciare un oggetto di promemoria sul sedile anteriore. Inoltre, può essere efficace anche l’uso della tecnologia, come l’applicazione di speciali sensori che rilevano la presenza del bambino sul seggiolino e allertano il caregiver.
È inoltre possibile implementare modifiche alle politiche per prevenire l’sindrome del bambino dimenticato, compresa l’attuazione di leggi che inaspriscano le multe per il mancato uso di seggiolini per auto con sensori specifici e la fornitura di programmi di istruzione e sensibilizzazione ai nuovi genitori. Inoltre, anche i datori di lavoro possono svolgere un ruolo attuando politiche che consentano di ridurre il rischio del tragico evento, grazie ad orari flessibili, congedi retribuiti e strutture per l’infanzia in loco, fatti questi che alleggeriscono enormemente il carico di stress sulla spalle dei neo-genitori.
In Italia
I casi di bambini morti in Italia perché abbandonati in auto da soli, sono stati diversi. Il primo episodio è del luglio 1998 a Catania, con la morte di Andrea, 2 anni. Per evitare il ripetersi di casi simili, nel 2018 è iniziato l’iter politico per introdurre la “legge salva bebè”. La legge è in vigore dall’autunno del 2019, mentre le multe per chi non si adegua sono scattate dal marzo 2020. La legge prevede che chi trasporta in auto bimbi fino a 4 anni di età sia obbligato a installare i dispositivi anti-abbandono sui seggiolini che possono essere già integrati di fabbrica nel seggiolino, oppure istallati come accessorio.
Una mia personale esperienza
Mi è recentemente capitato in cura un giovane padre che ha causato la morte del proprio figlio a causa della sindrome del bambino dimenticato. Una cosa che mi ha colpito del suo racconto e che lui stesso, prima che gli succedesse questa tragedia, aveva sentito più volte di fatti di cronaca di bambini dimenticati per ore sotto il sole in auto e aveva sempre pensato qualcosa tipo “Incredibile, a me non succederà mai una cosa simile”. Dico questo per ricordare a tutti i genitori – me compreso – di non sottovalutare mai il problema pensando che queste disgrazie possano capitare solo ad altri e rimanere sempre il più possibile vigili quando si tratta di gestire i propri figli piccoli, soprattutto in situazioni che escono dalla nostra routine quotidiana e soprattutto quando sentiamo che il livello di insonnia, stress e preoccupazione è molto alto.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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