Sincope vasovagale da defecazione, post prandiale, convulsiva: cura e significato

DOTT. EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO PSICHIATRIA MEDICINA DELLE DIPENDENZE DIRETTORE MEDICINA ONLINE INFARTO SVENIMENTO PERICOLO EMERGENZA URGENZA COMA SINCOPE DOLORE PERDERE I SENSI SONNO 112 PRONTO SOCCORSOCon “sincope vasovagale” o “vaso-vagale” si intende una mancanza di afflusso sanguigno nella zona del cervello da improvvisa ipotensione arteriosa (cioè da rapida riduzione della pressione arteriosa) che comporta una riduzione dell’afflusso di sangue al cervello e di conseguenza una brusca perdita di coscienza (sincope, cioè uno svenimento) temporanea e di breve durata, successivamente alla quale il soggetto torna pienamente cosciente e generalmente senza alcun danno permanente. La sincope vasovagale è la forma di sincope più comune nelle persone sane e fa parte del gruppo delle sincopi neuromediate. L’insorgenza della sincope vasovagale, secondo alcuni ricercatori, rappresenterebbe un meccanismo di difesa dell’organismo, una specie di “breve pausa” dall’intenso lavoro del cuore, riducendo il consumo di ossigeno, migliorando il riempimento diastolico e la perfusione coronarica proprio nel momento in cui il cuore si sta sforzando troppo.

Cause e fattori di rischio

La sincope vasovagale può essere causata o favorita da varie condizioni, tra cui:

  • dolori molto intensi;
  • stress psicofisico prolungato;
  • ansia;
  • sforzi elevati;
  • ponzamento intenso durante defecazione (il “ponzamento è l’atto volontario di spingere per evacuare: la sincope in questo caso prende il nome di “sincope vasovagale da defecazione“);
  • emozioni improvvise (paura, eccitazione…);
  • ipotensione arteriosa;
  • ambienti affollati;
  • temperature elevate;
  • percezione di sensazioni particolarmente fastidiose;
  • vista di sangue, vomito, ferite o altri elementi che possono urtare la sensibilità (ad esempio una persona deceduta o con arti mutilati);
  • prolungato ortostatismo (permanenza in posizione eretta per tempi eccessivamente lunghi);
  • pasti abbondanti (“sincope vasovagale post prandiale“);
  • dolori psicosomatici;
  • alternanza rapida tra posizione seduta ed eretta;
  • tosse e starnuti intensi;
  • convulsioni;
  • ipoglicemia;
  • ipotensione ortostatica;
  • età avanzata.

Tali stimoli vengono anche chiamati “trigger” proprio perché innescano un meccanismo neurogeno mediato dal nervo vago che porta a:

  1. bradicardia (riduzione della frequenza cardiaca),
  2. ipotensione arteriosa (“pressione bassa”);
  3. ipoperfusione cerebrale (arriva poco sangue al cervello) con conseguenza perdita dei sensi.

Anche l’atto di defecare può costituire motivo di svenimento, a tal proposito leggi: Svenire durante la defecazione, minzione o deglutizione: è possibile?

In alcuni casi la sincope può essere favorita anche da patologie cerebrali maligne, come ad esempio tumori o aneurismi: in questo caso si parla di sincope vasovagale maligna.

Sintomi e segni premonitori

Quando sta per giungere una sincope di natura vasovagale, in genere compaiono i seguenti sintomi, che ovviamente precedono lo svenimento vero e proprio:

  • senso di debolezza e stanchezza che parte dagli arti inferiori o superiori per poi espandersi a tutto il corpo;
  • stanchezza ingravescente;
  • acufeni (fischi alle orecchie);
  • pallore;
  • sudorazione fredda;
  • vista annebbiata;
  • vertigini;
  • nausea;
  • malessere generale;
  • visione “a tunnel;”
  • dolore alla regione sternale;
  • disturbi gastrointestinali;
  • alterata percezione del caldo e/o del freddo;
  • tachicardia.

La sindrome vasovagale può essere quindi suddivisa (da un punto di vista clinico) in due momenti:

  • il periodo prodromico (caratterizzato dai sintomi appena elencati;
  • lo svenimento vero e proprio che ne fa seguito.

Durante lo svenimento il paziente perde i sensi, appare pallido, la cute è fredda e sudata, la frequenza cardiaca rallenta fino alla bradicardia anche severa. Talvolta ci può essere anche perdita del controllo degli sfinteri con emissione di urine e/o feci. Alla fase prodromica fa seguito lo svenimento: se così non fosse non si parla di sincope, ma di lipotimia. Se la perdita di coscienza dura più di 15-20 secondi ai tipici fenomeni sincopali si potrebbe associare una sintomatologia convulsiva (sincope convulsiva) con ipertono e rare e brevi clonie soprattutto agli arti.

Leggi anche: Differenza tra calo di zuccheri e calo di pressione: sono la stessa cosa?

Rischi e complicanze

I sintomi premonitori possono permettere al paziente di mettersi in posizione di sicurezza come ad esempio sedersi in caso ci si trovi in una posizione eretta o accostare l’auto nel caso in cui si sia alla guida, tuttavia ciò non è sempre possibile ed il rischio – in una simile situazione – è che la perdita di coscienza dia origine a cadute o incidenti stradali o sul lavoro, con evidenti rischi per il paziente (specie per i soggetti più anziani) che potrebbe riportare traumi cranici o fratture gravi.
Una complicanza spesso sottovalutata di una sincope vasovagale recidivante è che il paziente, a causa della paura che essa si verifichi in momenti importanti della propria vita, possa innescare sindromi ansiose e/o depressive difficilmente curabili, che in alcuni casi possono sfogiare in ideazioni suicidarie.

Recupero

Lo svenimento è passeggero e transitorio, con una durata che può oscillare da alcuni secondi ad alcune decine di secondi. In seguito il paziente torna cosciente con recupero totale, rapido e spontaneo. Nella maggioranza dei casi non c’è alcun danno permanente, salvo quei casi in cui la ridotta perfusione cerebrale è perdurata a lungo: in quel caso il danno ischemico al cervello potrebbe determinare dei danni senso-motori anche permanenti.

Diagnosi

La diagnosi spesso avviene per esclusione di tutte le altre cause più frequenti di svenimento e può avvalersi, oltre che di anamnesi ed esame obiettivo generale, anche di altri esami e test, tra cui:

Molto utili anche gli esami di laboratorio ed eventuali indagini con ecografia, TAC o risonanza magnetica specie per individuare patologie cerebrali quali epilessie, masse tumorali maligne o benigne e aneurismi intracranici.

Tilt test

Nella diagnosi può essere usato anche il Tilt test: il paziente viene posizionato su un apposito lettino inclinabile ed il letto viene inclinato da una posizione di partenza orizzontale fino a raggiungere 60 gradi per 45 minuti, in modo tale da scatenare una eventuale crisi. Durante il test il paziente viene monitorato tramite controllo di:

  • frequenza respiratoria;
  • frequenza cardiaca;
  • tracciato elettrocardiografico;
  • pressione arteriosa;
  • saturazione dell’ossigeno.

Terapie d’intervento

La sincope vasovagale non ha ripercussioni sul sistema cerebrale, ma deve comunque essere trattata per l’elevato rischio di cadute. Il farmaco che viene comunemente utilizzato è la Midodrina, che dovrà essere presa per tutta la vita. Altro farmaco usato è comunemente l’Etilefrina. La terapia specifica in ogni caso dovrà intervenire sulla causa a monte che ha determinato il mancato afflusso normale di sangue al cervello.

Consigli e prevenzione

Vi sono specifici consigli che permettono di diminuire il rischio che si verifichi la sincope, tra cui:

  • imparare a riconoscere, e quindi evitare, i fattori (trigger) in grado di innescare la sincope;
  • riconoscere i sintomi premonitori;
  • evitare pasti abbondanti, il fumo di sigaretta, gli alcolici, l’obesità e le diete sbilanciate;
  • il medico può raccomandare un aumento dei livelli di sodio e/o glucosio nella dieta, al fine di ristabilire i parametri corretti di pressione sanguigna e glicemia.

Esistono anche alcune misure preventive che si possono mettere in pratica nel momento in cui ci si rende conto di trovarsi nella fase che precede una sincope vasovagale: gli esercizi isometrici di compressione:

  • hand grip: contrarre una palla di gomma nella mano dominante;
  • arm tensing: agganciare una mano all’altra mantenendo le mani davanti a sé e tirando verso l’esterno;
  • leg crossing: incrociare le gambe contraendo i loro muscoli e quelli addominali.

Interventi di chirurgia

In alcune particolari forme di sincope vasovagale si può procedere per via chirurgica all’inserimento di un pacemaker che servirà alla stimolazione del battito cardiaco, evitando bradicardie di qualunque genere.

Sincope vasovagale: cosa fare?

Se il soggetto crede si stia per verificare una sincope, deve immediatamente disporsi in posizione di sicurezza (sedersi con la testa tra le ginocchia o accostare l’auto se sta guidando o ancora lasciare strumenti lavorativi pericolosi) per evitare traumi, fratture e contusioni. Qualora una persona venisse colpita da uno svenimento deve immediatamente essere posizionata in una posizione di sicurezza, ad esempio sdraiata con le gambe sollevate mediante cuscini o qualsiasi tipo di supporto, in modo tale dal far arrivare maggiormente il sangue al cervello.

Andare o no dal medico?

La sincope vasovagale è un evento generalmente benigno ed avviene in persone sane, tuttavia, se dovesse ripetersi spesso, potrebbe essere la spia di una patologia o comunque determinare un pericoloso stato di ansia cronica, quindi non dovrebbe essere sottovalutata se recidivante. Un singolo evento non deve preoccupare, ma se la sincope si ripete è necessario rivolgersi ad un medico.

Per approfondire:

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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