La duodenocefalopancreasectomia (DCP), anche chiamata “procedura di Whipple” (in inglese Whipple’s procedure) è un complesso e demolitivo intervento chirurgico che consiste nell’asportazione di:
- testa del pancreas;
- duodeno;
- porzione terminale della via biliare (coledoco);
- colecisti (chiamata anche “cistifellea”).
Le parti rimosse sono raffigurate in grigio nell’immagine in alto. In alcuni casi si associa anche la rimozione di una porzione di circa 8 cm di stomaco. L’intervento è – nella maggioranza dei casi – effettuato per patologie che interessano il pancreas, la cui cura preveda l’asportazione della testa del pancreas. Per ragioni anatomiche, quando si asporta la testa del pancreas, essa deve essere rimossa insieme al duodeno, al coledoco ed alla colecisti. E’ un intervento laborioso: è considerato l’intervento di chirurgia generale tecnicamente più complesso ed è eseguito solo dai chirurghi più esperti.
Se sei qui per le recenti dichiarazioni del cantante Fedez, leggi anche: Fedez “Ho un raro tumore neuroendocrino del pancreas”. Ma le prospettive di sopravvivenza non sono così buone…
Indicazioni
Questo intervento è indicato principalmente nei casi operabili di:
- adenocarcinoma del pancreas;
- pancreatite cronica;
- tumore neuroendocrino del pancreas;
- tumore cistico del pancreas;
- tumore della via biliare (coledoco distale);
- tumore dell’ampolla di Vater;
- tumore del duodeno.
Non sempre nei pazienti con tali patologie è però possibile o comunque indicato eseguire l’intervento: mediamente meno del 20% dei pazienti è candidabile ad un intervento con intento curativo di questo tipo.
Durata dell’intervento
L’intervento chirurgico vero e proprio dura generalmente tra le 6 alle 8 ore, salvo complicazioni.
Come si svolge l’intervento?
Una duodenocefalopancresectomia comporta le seguenti fasi, ovviamente qui semplificate:
- anestesia generale;
- apertura chirurgica dell’addome;
- esplorazione del pancreas e degli organi circostanti;
- liberazione del pancreas dalle aderenze con i tessuti ad esso circostanti (fase delicata in caso di tumori, metastasi o infiammazioni gravi dei tessuti interessati);
- sezione della via biliare, del duodeno, della prima ansa digiunale, e del pancreas (tra testa e corpo);
- asportazione del tessuto;
- inizio della ricostruzione degli organi sezionati
- unione di un’ansa digiunale al pancreas residuo, alla via biliare residua ed alla prima porzione duodenale;
- chiusura dell’addome.
Le principali problematiche della fase ricostruttiva riguardano il trattamento del pancreas residuo: attualmente la maggior parte degli autori preferisce ricanalizzare il moncone pancreatico, mediante pancreaticodigiunostomia o pancreaticogastrostomia. La sutura tra pancreas e intestino è una delle fasi dell’intervento più delicate in assoluto ed è infatti la fonte delle maggiori complicazioni postoperatorie.
Decorso post-operatorio
Dopo l’intervento è normale sentirsi deboli, non avere appetito, avere nausea o anche qualche episodio di vomito. Il paziente deve evitare sforzi. Il paziente NON deve fumare né bere alcolici.
Durata del ricovero
La durata media del ricovero per questo tipo di intervento oscilla tra i 10 ed i 12 giorni, salvo complicazioni.
Complicanze
Le complicanze precoci interessano circa il 50% dei pazienti e possono essere più o meno gravi, tra queste:
- infezioni dei tessuti interessati dall’operazione;
- infezioni urinarie;
- infezioni respiratorie;
- emorragia;
- insufficienza respiratoria;
- insufficienza cardiaca;
- fistola pancreatica con perdita di succhi pancreatici (che può rendere necessario il mantenimento di un tubo di drenaggio esterno dopo la dimissione per alcuni giorni).
Tali complicanze portano a re-intervento circa il 6% dei pazienti.
Mortalità
La mortalità intraoperatoria in questo tipo di intervento oscilla tra il 2 ed il 3%.
Prognosi
La prognosi è legata a svariati fattori, tra cui:
- gravità della malattia al momento della diagnosi (stadiazione);
- età del paziente;
- condizioni generali del paziente;
- eventuali altre patologie del paziente, come ipertensione arteriosa, diabete mellito, AIDS, insufficienza renale e/o epatica, obesità, coagulopatie, pregresso infarto del miocardio e malattie polmonari gravi;
- bravura ed esperienza del chirurgo;
- efficienza della struttura sanitaria.
Sopravvivenza
La sopravvivenza per i pazienti sottoposti a duodenocefalopancresectomia è purtroppo bassa ed è mediamente di 18 mesi. La sopravvivenza:
- a 2 anni si attesta tra il 20 ed il 30%, il che vuol dire che a 2 anni di distanza dall’intervento, circa 7 – 8 pazienti su dieci sono deceduti;
- a 5 anni oscilla tra 0.4 e 10%.
Tale ampia variabilità dipende dagli stessi fattori visti nel paragrafo precedente a cui si associano complicanze di varia natura e la capacità del paziente di seguire l’eventuale cura farmacologica (oltre ad una dieta adeguata).
Aumentare la sopravvivenza
L’associazione dell’intervento con la chemio/radioterapia consente di migliorare i risultati a distanza, come dimostrato da studi randomizzati controllati, che hanno mostrato una sopravvivenza media di 23 mesi, con sopravvivenza:
- a 2 anni tra il 37 ed il 48%;
- a 5 anni tra il 10 ed il 21%.
Traverso e coll. hanno riportato risultati ancora maggiori (anche se non confermati da altri autori) associando all’intervento ed alla chemio/radioterapia anche l’a-interferone, con una maggiore sopravvivenza che si attesta:
- a 2 anni del 64%;
- a 5 anni del 55%.
Tali risultati devono però essere confermati da ulteriori studi.
Operarsi o non operarsi?
La sopravvivenza nei casi operabili con intento curativo, pur non essendo elevata, è comunque significativamente superiore rispetto all’astensione terapeutica, tuttavia ogni caso va considerato in modo specifico.
Dieta dopo l’operazione
Vi presentiamo alcuni consigli dietologici, ricordandovi che è normale avere una riduzione dell’appetito, specie subito dopo l’operazione:
- frazionare i pasti nel corso della giornata;
- fare una buona colazione, un piccolo pasto a metà mattina, un piccolo pranzo, una buona merenda, una piccola cena;
- assumere una minor quantità di grassi;
- evitare fritture, insaccati, cibi da fast food;
- assumere relativamente molti carboidrati;
- preferire frutta e verdura di stagione;
- bere almeno due litri di acqua giornalieri;
- evitare bevande gassate;
- evitare alcolici e superalcolici;
- l’intervento chirurgico unito ad allettamento e l’uso di vari farmaci potrebbe determinare costipazione: è utile in tal caso introdurre molte fibre nella dieta ed usare anche un leggero lassativo.
Allo scopo di evitare i cibi contenenti troppi grassi, può esservi utile questo articolo: Classifica dei cibi con maggior quantità di grassi esistenti
In caso di:
- dispepsia (difficoltà a digerire);
- pesantezza e gonfiore addominale;
- meteorismo;
- diarrea;
- steatorrea (feci chiare, untuose e maleodoranti),
può essere utile l’assunzione di enzimi pancreatici durante i pasti o – qualora si fosse già in terapia – aumentarne il dosaggio, dopo aver chiesto il parere del proprio medico.
Complicanze sul lungo periodo
Nel periodo di convalescenza domiciliare è importante il riposo psicofisico, il riprendere gradualmente l’attività fisica ed il seguire la terapia sostitutiva insulinica impostata dal diabetologo. Dopo il periodo di convalescenza il paziente è in genere in grado di tornare a una vita assolutamente normale. In alcuni casi, però, è giusto sapere che ci possono essere conseguenze dell’intervento; anche in questi casi, i disturbi sono limitati e la qualità della vita rimane molto buona. Dopo l’intervento è in genere necessario assumere capsule di enzimi pancreatici per migliorare la digestione e l’assorbimento degli alimenti. Anche con questa terapia, una certa quota di pazienti presenta alcuni disturbi intestinali (meteorismo, feci poco formate, aumento della frequenza dell’evacuazione), che sono comunque ben tollerati. Inoltre, data la riduzione della produzione di insulina, in circa il 20% dei pazienti compare il diabete, cioè un aumento della concentrazione degli zuccheri nel sangue. In questi casi, sarà necessario limitare l’assunzione degli zuccheri con la dieta, e talvolta iniziare la somministrazione di insulina attraverso iniezioni sottocutanee. Per approfondire leggi: Si può vivere senza pancreas? Conseguenze della pancreasectomia
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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