Gastrectomia parziale e totale: rischi, sopravvivenza, dieta

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Sleeve gastrectomy (gastrectomia verticale parziale)

Con gastrectomia si intende l’operazione chirurgica che rimuove l’intero stomaco o parte dello stomaco, che può essere eseguita in laparatomia (chirurgia tradizionale con apertura chirurgica dell’addome) o in laparoscopia. E’ praticata in anestesia generale principalmente in caso di tumore dello stomaco o nella chirurgia bariatrica, per la cura dell’obesità grave.
In funzione della parte asportata, esistono diversi tipi di gastrectomia: totale, parziale, a manica (“sleeve”) e con contemporanea rimozione dell’esofago o di parte del duodeno.
Dopo l’intervento chirurgico generalmente, il paziente rimane ricoverato per una o due settimane e la sua alimentazione deve cambiare radicalmente, anche per prevenire la sindrome da dumping (anche chiamata “sindrome da accelerato svuotamento gastrico”).

Tipi di gastrectomia

Come già anticipato, esistono varie tipologie di gastrectomia:

  • gastrectomia totale: si elimina l’intero stomaco.
  • gastrectomia parziale: si elimina la parte inferiore dello stomaco.
  • gastrectomia “sleeve” (a manica): si elimina la parte sinistra dello stomaco.
  • esofagogastrectomia: si elimina la parte superiore dello stomaco e parte dell’esofago.

Indicazioni

La gastrectomia si esegue in varie condizioni e patologie, tra cui:

Rischi e complicazioni della gastrectomia

Le complicazioni possibili di una gastrectomia (durante l’operazione ed a breve termine), sono:

  • emorragia;
  • infezioni;
  • lesioni agli organi vicini;
  • formazione di coaguli ematici con rischio tromboembolico;
  • allergia all’anestesia o ai materiali usati;
  • morte intraoperatoria (molto rara).

Le complicazioni possibili a medio/lungo termine, sono:

  • malassorbimento;
  • ipovitaminosi (specie la vitamina B12 e le vitamine liposolubili);
  • anemia;
  • maggior rischio di infezioni;
  • aumento della fragilità ossea o osteoporosi;
  • calo del peso corporeo (auspicabile se l’intervento è eseguito con tale obiettivo);
  • sindrome da dumping o da rapido svuotamento;
  • vomito
  • diarrea
  • reflusso acido in esofago e bocca (specie nella gastrectomia a manica);
  • occlusione intestinale;
  • lesioni in corrispondenza della cicatrice con perdita di cibo e materiale acido.

Preparazione all’intervento

Prima della gastrectomia è importante sospendere i trattamenti con antiaggreganti (aspirina), anticoagulanti (warfarin) e antinfiammatori (FANS). Il giorno dell’intervento il paziente deve presentarsi a digiuno completo da almeno la sera prima.

Tecnica chirurgica

La gastrectomia si può eseguire con due tipi di intervento:

  • con intervento di chirurgia tradizionale: si pratica una incisione di alcuni centimetri a livello dell’addome e – tramite essa – si estrae tutto o solo parte dello stomaco;
  • in laparoscopia tramite sonde inserite nell’addome grazie a piccole cicatrici di circa 1 cm.

Entrambi gli interventi consentono, se necessario, la rimozione non solo dello stomaco, ma anche di tutti i tessuti limitrofi, come i linfonodi. La gastrectomia tradizionale permette di rimuovere al meglio la parte di stomaco interessata ed è altamente precisa e più rapida, tuttavia ha tempi di guarigione più lunghi; la laparoscopia permette invece operazioni poco invasive, rapide e con tempi di recupero rapidi, ma potrebbe essere meno precisa.

Gastrectomia totale

La rimozione totale dello stomaco richiede la connessione dell’esofago al piccolo intestino, in maniera da ricreare una via di passaggio per il cibo ingerito. La connessione richiede l’applicazione di una sorta di punti di sutura, i quali, nei casi più sfortunati, potrebbero non sigillare completamente i due compartimenti digerenti e dar luogo a complicazioni (perdita di cibo).

Gastrectomia parziale

La rimozione parziale dello stomaco, precisamente della sua parte inferiore, richiede la connessione di ciò che rimane (la parte superiore) con l’intestino tenue. Come nel caso precedente, la sigillatura potrebbe essere deficitaria e dar luogo a perdite di cibo dai compartimenti digerenti non uniti in modo naturale.

Gastrectomia sleeve (a manica)

Durante una gastrectomia “sleeve” (cioè “a manica”), il chirurgo provvede alla rimozione della parte sinistra dello stomaco – in particolare del cosiddetto “fondo” e di buona parte della regione chiamata “corpo” – e alla sigillatura di ciò che rimane. Al termine dell’intervento, il volume dello stomaco risulta ridotto di un buon 75% (N.B: a digiuno, la capacità dello stomaco di una persona sana misura circa 500 mL; dopo una gastrectomia a manica, si riduce a 120 mL). La sigillatura potrebbe non essere efficace e, in alcuni suoi punti, potrebbero aversi perdite di cibo.

Esofagogastrectomia

In modo simile ai tipi di gastrectomia precedenti, dopo la rimozione della parte superiore dello stomaco e di parte dell’esofago, il chirurgo ricongiunge ciò che rimane dello stomaco a ciò che rimane dell’esofago. La sigillatura potrebbe non essere del tutto ermetica.

Convalescenza

L’ospedalizzazione dura una o due settimane, in cui è normale avvertire alcuni dolori all’addome. Dopo l’operazione e per almeno due giorni, il paziente è sottoposto a drenaggio chirurgico (per rimuovere i fluidi in eccesso contenuti nell’apparato digerente e in ciò che rimane dello stomaco) ed a nutrizione endovenosa (o a gastrostomia). Ad ogni modo nelle prime settimane i pasti sono molto leggeri.

Dieta

Dopo una gastrectomia si consiglia una dieta con queste caratteristiche:

  • fare tanti piccoli pasti leggeri (anche 6 giornalieri), evitando pochi pasti abbondanti;
  • nelle fasi iniziali non assumere alimenti ricchi di fibre (cereali integrali, legumi e verdura);
  • masticare a lungo e lentamente;
  • mangiare molto lentamente;
  • mantenere una posizione col busto eretto durante il pasto, per facilitare la progressione del cibo;
  • non fare sforzi dopo mangiato;
  • evitare di consumare cibi solidi contemporaneamente ad alimenti liquidi;
  • bere almeno 1,5 litri di acqua al giorno;
  • limitare l’assunzione di liquidi durante i pasti, privilegiare invece l’assunzione di liquidi lontano dai pasti o almeno mezzora prima/mezzora dopo i pasti;
  • consumare alimenti ricchi in calcio e vitamina D (pesce almeno 1 volta alla settimana e latte o derivati almeno 1 volta al giorno);
  • evitare le abbuffate;
  • fermarsi PRIMA di sentirsi “pieni”;
  • assumere cibi ricchi di vitamina B12, a tal proposito leggi: Classifica dei cibi con maggior quantità di vitamina B12 esistenti;
  • assumere integratori di ferro, acido folico e vitamina B12;
  • usare metodi di cottura al vapore, al forno, al cartoccio, in padelle antiaderenti, limitando l’uso di eventuali condimenti;
  • assumere cibi con molte vitamine e sali minerali;
  • usare integratori alimentari multivitaminici e multiminerali completi, come questo: https://amzn.to/2KFg4GW

E’ utile farsi seguire da un nutrizionista.

Sopravvivenza

Il tasso di sopravvivenza a 5 anni dall’intervento, in caso di tumore maligno allo stomaco nelle fasi iniziali, è dell’85%, mentre scende al di sotto del 30% per i tumori in fase avanzata.

Perdita di peso

Se eseguito per perdere peso, l’operazione è estremamente efficace, con perdite fino al 75% del peso in eccesso.

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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