Con “dislipidemia” ci si riferisce ad un gruppo di alterazioni della quantità di lipidi (grassi) circolanti nel sangue, in particolare del colesterolo, dei trigliceridi, dei fosfolipidi, assai più frequentemente in aumento (ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia, iperfosfolipidemia), più raramente in diminuzione. (ipocolesterolemia, ipotrigliceridemia, ipofosfolipidemia).
La dislipidemia è una qualsiasi condizione clinica nella quale sono presenti nel sangue elevate concentrazioni di lipidi. Poiché il termine comprende non una, ma svariate patologie, è più corretto parlare di dislipidemie al plurale, giacché le varie forme possono avere origine diversa, trattamenti diversi e soprattutto conseguenze diverse sulla salute dell’individuo affetto.
Conseguenze
Le dislipidemie sono uno dei principali fattori di rischio cardiovascolare, aumentando il rischio di patologie ischemiche gravi come infarto del miocardio ed ictus cerebrale, assieme ad altri fattori di rischio come il sesso maschile, l’età avanzata, l’obesità ed il fumo di sigaretta. Per approfondire, leggi anche:
- Fattori di rischio cardiovascolare modificabili e non modificabili
- Colesterolo e calcolo dell’indice di rischio cardiovascolare
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Cause
A seconda delle cause, le dislipidemie si distinguono tradizionalmente in primitive (su base genetica) e secondarie (o acquisite). Tra le secondarie si classificano anche quelle forme che, pur partendo da una predisposizione familiare, vedono come causa principale fattori legati all’alimentazione o a stili di vita errati. In questo caso si parla di dislipidemie multifattoriali.
Tipologia
L’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1970 ha adottato convenzionalmente una classificazione in sei tipi (classificazione di Fredrickson), che non tiene conto della causa o dell’eventuale base genetica della dislipidemia, ma solo del fenotipo, del conseguente aspetto del siero e dei livelli di lipoproteine presenti.
Tipi | Lipoproteina elevata | Colesterolemia | Trigliceridemia | Frequenza % |
---|---|---|---|---|
I | Chilomicroni | Da normale a ↑ | ↑↑↑↑ | <1 |
IIa | Colesterolo LDL | ↑↑ | Normale | 10 |
IIb | Colesterolo LDL e VLDL, trigliceridi | ↑↑ | ↑↑ | 40 |
III | IDL | ↑↑ | ↑↑↑ | <1 |
IV | VLDL | Da normale a ↑ | ↑↑ | 45 |
V | VLDL e chilomicroni | ↑ o ↑↑ | ↑↑↑↑ | 5 |
Per approfondire la differenza tra le varie lipoproteine (LDL,HDL, VLDL e chilomicroni, leggi anche: Come viene trasportato il colesterolo nel sangue?
Sintomi
Indipendentemente dal fenotipo, la manifestazione principale della dislipidemie è l’aterosclerosi, soprattutto quando ad essere interessato dall’aumento dei livelli plasmatici è il colesterolo. L’aterosclerosi, che all’inizio può non dare sintomi, si manifesta in genere in epoca tanto più precoce quanto più grave è la dislipidemia. Più raramente si manifestano xantelasmi palpebrali o xantomi a livello della pelle (come sui gomiti o sul dorso).
Dieta consigliata
Vi presentiamo una lista di alimenti consigliati e sconsigliati in caso di dislipidemia.
Alimenti consigliati:
- pasta integrale;
- riso integrale;
- patate;
- yogurt magro;
- latte scremato e parzialmente scremato;
- uova, meglio se alla cocque o sode;
- formaggi magri come ricotta vaccina, di capra o di pecora, crescenza, robiola; certosino, formaggio a fiocchi;
- carne bianca magra come pollo, tacchino, coniglio;
- pesce, specie pesce azzurro;
- soia;
- verdura di stagione, cotta o cruda;
- legumi;
- olio extravergine di oliva;
- spezie ed aromi (curcuma, peperoncino, basilico, aglio);
- avena;
- noci;
- nocciole;
- mandorle.
Pur se consigliati, tali cibi devono comunque essere assunti con moderazione, specie se il paziente è sovrappeso od obeso.
Alimenti sconsigliati/da assumere con moderazione:
- latte intero;
- panna;
- burro;
- provola;
- asiago;
- caciotta;
- gorgonzola;
- emmenthal;
- mascarpone;
- parmigiano;
- salumi ed insaccati (salame, prosciutti grassi, wurstel…);
- lardo;
- strutto;
- carni rosse grasse;
- cibi ricchi di sodio;
- dolci;
- cibi fritti;
- cibi da fast food;
- alcolici.
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Lo Staff di Medicina OnLine
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