La cachessìa (o sindrome da deperimento, o sindrome da disfacimento o ancora wasting syndrome) è un insieme di sintomi come perdita di peso, atrofia muscolare, stanchezza, debolezza e perdita di appetito tipica di alcune condizioni e patologie, specie tumori ed AIDS nelle loro fasi terminali. La definizione formale della cachessia è una perdita di massa corporea che non può essere invertita con il nutrimento: anche se l’individuo che ne soffre assumesse più calorie rispetto al solito, la massa corporea magra verrebbe comunque persa. Si tratta di una condizione grave e coloro che la sperimentano vedono aumentare drammaticamente la propria probabilità di morte per la malattia di base.
Etimologia
Il termine cachessia deriva dal greco καχεξία, composto da κακός, “cattivo”, e ἕξις, “condizione”: cattiva condizione.
Sintomi e segni
Il deperimento dell’organismo può essere caratterizzato da vari segni e sintomi, tra cui:
- perdita di peso corporeo, con rapido calo dell’indice di massa corporea;
- sarcopenia (perdita di massa muscolare);
- edemi (per ipoproteinemia ed altre alterazioni dell’equilibrio idroelettrolitico);
- astenia (mancanza di forze);
- dispnea (difficoltà respiratorie);
- atrofia muscolare;
- facile affaticabilità;
- perdita di appetito;
- nausea;
- vomito;
- diarrea;
- febbre;
- anemia;
- sintomi legati a deficit nutrizionali;
- infezioni ricorrenti;
- alterazioni del sensorio;
- difficoltà motorie;
- vertigini;
- depressione;
- agitazione psicomotoria.
Sono associati anche altri sintomi e segni specifici della patologia a monte che ha determinato la cachessia, ad esempio melena nel tumore al colon, ittero nel tumore alla testa del pancreas o infezioni ricorrenti nell’AIDS. La cachessia indebolisce fisicamente i pazienti ad uno stato di immobilità derivante dalla perdita di appetito, dall’astenia e dall’anemia e la risposta al trattamento standard è generalmente deludente. La cachessia include la sarcopenia (perdita di massa muscolare) e la diminuzione dell’efficienza del sistema immunitario come parte della condizione. La progressiva immobilità è un fattore di rischio per l’allettamento cronico e la formazione di piaghe da decubito.
Diagnosi
La diagnosi è sospettata in base all’anamnesi (raccolta dei dati e dei sintomi del paziente) ed all’esame obiettivo (la visita vera e propria) ed è generalmente confermata da una serie di esami di laboratorio, come l’emocromo. Solo in casi particolari per la diagnosi differenziale potrebbero essere utili altri esami come ecografia, TAC o risonanza magnetica.
Cause e fattori di rischio
La cachessia può essere un segno di varie patologie sottostanti; quando un paziente si presenta con questa condizione, un medico generalmente prende in considerazione la possibilità della presenza di alcune patologie, tra cui:
- tumore, specie se terminale;
- acidosi metabolica (diminuzione della sintesi proteica e aumento del catabolismo proteico);
- malattie infettive varie;
- AIDS;
- tubercolosi;
- pancreatite cronica;
- malattie autoimmuni;
- stadio avanzato della malattia di Alzheimer;
- broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO);
- sclerosi multipla;
- insufficienza cardiaca;
- polineuropatia amiloide familiare;
- avvelenamento da gadolinio;
- avvelenamento da mercurio (acrodinia);
- carenza ormonale;
- insufficienza renale cronica (fase dell’uremia);
- fibrosi cistica;
- sclerosi multipla;
- malattia del motoneurone;
- morbo di Parkinson;
- demenza;
- assunzione cronica di droghe;
- varie malattie progressive e degenerative.
La cachessia si presenta spesso in pazienti anziani (cachessia senile), ma può verificarsi anche in pazienti giovani “a rischio”, ad esempio quelli che hanno una dipendenza da anfetamine. La cachessia si riscontra frequentemente nei pazienti oncologici in fase terminale (cachessia neoplastica) mentre i pazienti con insufficienza cardiaca congestizia possono accusare una cachessia cardiologica. La cachessia è di frequente riscontro anche nei pazienti con malattie polmonari croniche ostruttive.
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Cancro
Circa il 50% di tutti i pazienti affetti da cancro soffre di cachessia; coloro che hanno una forma tumorale del tratto gastrointestinale superiore o del pancreas hanno la più alta frequenza di sviluppare un sintomo cachessico. Questa percentuale sale all’80% nei pazienti oncologici terminali. Oltre ad aumentare la morbilità e la mortalità, ad aggravare gli effetti collaterali della chemioterapia e a ridurre la qualità della vita, la cachessia è considerata la causa immediata della morte per una stima che varia dal 22% al 40% dei pazienti oncologici. La cachessia nel tumore è un processo dovuto all’infiltrazione neoplastica nell’organismo, all’emesi, alla chemioterapia o alla radioterapia, a forti dolori o a forte depressione e all’azione depauperante della risposta al tumore da parte dell’organismo tramite il continuativo rilascio di citochine quali TNF, IFN, IL-1, IL-6. Esse causano il riassorbimento di proteine, lipidi, glucidi, purine a partire dal tessuto muscolare e adiposo, determinando la perdita di peso. I sintomi della cachessia neoplastica includono una perdita di peso progressiva e l’esaurimento delle riserve di tessuto adiposo e muscolare. La condizione dovrebbe essere sospettata se si riscontra una involontaria perdita di peso superiore al 5% del peso prima della malattia, in un periodo di sei mesi. Approcci terapeutici tradizionali, come stimolanti dell’appetito, 5-HT3 antagonisti, supplementazione dei nutrienti e inibitori selettivi della COX-2, non sono riusciti a dimostrare il successo nell’invertire le anomalie metaboliche visibili nella cachessia neoplastica.
Fisiopatologia
Il meccanismo esatto con cui queste malattie causano la cachessia è poco conosciuto, ma vi è probabilmente un ruolo per le citochine infiammatorie, come il fattore di necrosi tumorale-alfa (che è anche soprannominato ‘cachessina’), per l’interferone gamma e l’interleuchina 6, così come i fattori proteoliticisecreti dal tumore. Sindromi correlate includono kwashiorkor e marasma, anche se queste non sempre hanno una malattia causale sottostante e sono più spesso sintomi di una grave malnutrizione. Coloro che soffrono di disturbi alimentari, come l’anoressia nervosa, sembrano avere livelli plasmatici elevati di grelina. Livelli di grelina sono riscontrabili anche nei pazienti con cachessi indotta da un tumore.
Trattamento
Il trattamento o la gestione della cachessia dipende dalle cause, dalla prognosi generale e da altri fattori legati al paziente. Se possibile, ed accettabile, le cause reversibili e le patologie/condizioni che l’hanno causata, vengono trattate o interrotte (ad esempio la cessazione dell’assunzione di anfetamine). Le terapie non farmacologiche che hanno dimostrato di essere efficaci nella cachessia indotta da un tumore includono principalmente tre approcci:
- consulenza nutrizionale e dieta specifica associata ad integratori alimentari;
- interventi psicoterapeutici e psicologici;
- allenamento fisico e riabilitazione neuromotoria.
Il trattamento raccomandato è il risultato di una combinazione tale approccio non farmacologico e di terapia farmacologica. L’assunzione di steroidi può essere utile nella cachessia neoplastica, ma il loro utilizzo è raccomandato per una durata massima di 2 settimane al fine di evitare effetti collaterali. I progestinici come l’acetato di megestrolo sono un’opzione per la gestione della cachessia refrattaria che si presenta con l’anoressia come sintomo importante. Altri farmaci che sono stati utilizzati o sono oggetto di indagine nella terapia per la cachessia, ma per cui mancano prove conclusive che ne stabiliscono efficacia o la sicurezza, e quindi non sono generalmente consigliati, comprendono:
- talidomide e antagonisti delle citochine;
- integrazione con acidi grassi omega-3, tra cui l’acido eicosapentaenoico (EPA);
- farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS);
- procinetici;
- grelina;
- modulatori selettivi del recettore degli androgeni;
- ciproeptadina;
- idrazina.
In alcuni paesi è stato consentito l’uso della cannabis per scopi medicali.
Aspettativa di vita e sopravvivenza
L’aspettativa di vita nei pazienti con cachessia è fortemente variabile in base a molti fattori, tra cui:
- età del paziente;
- gravità/stadiazione della patologia a monte che ha determinato la cachessia;
- altre patologie presenti (ad esempio diabete mellito, ipertensione arteriosa e coagulopatie);
- possibilità di accedere alle cure;
- bravura ed esperienza del personale sanitario.
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Lo staff di Medicina OnLine
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