Perché la pressione minima alta è pericolosa? Cause, sintomi, cure

MEDICINA ONLINE CUORE SANGUE MISURAZIONE PRESSIONE ARTERIOSA SANGUIGNA SISTOLICA DIASTOLICA DIFFERENZIALE MASSIMA MINIMA IPERTENSIONE SFIGMOMANOMETRO APPARECCHIO PER LA PRESSIONE MIGLIORE QUALE COMPRARE.jpgLa pressione sanguigna rappresenta la pressione, cioè la forza, esercitata dal sangue sulle pareti dei vasi sanguigni arteriosi e venosi. La pressione impressa dal cuore alla massa ematica avviene grazie alla sistole ventricolare (cioè la contrazione dei ventricoli cardiaci) che spinge il sangue distendendo le pareti arteriose, che accumulano energia elastica da liberare nella successiva fase di diastole ventricolare (rilassamento dei ventricoli). L’energia accumulata durante la sistole viene quindi ceduta lentamente alla colonna ematica diretta in periferia; in questo modo le arterie contribuiscono a trasformare i flotti ematici intermittenti provenienti dal cuore, in un flusso continuo (laminare), essenziale per consentire i normali scambi a livello capillare. Se le pareti delle arterie fossero rigide la pressione sistolica salirebbe rapidamente, per poi lasciare spazio ad un’altrettanto brusco calo pressorio nella fase diastolica. Questo è il motivo per cui l’invecchiamento, ed i diversi stati patologici (come l’aterosclerosi) che portano a perdita di elasticità vasale, si accompagnano ad un aumento della pressione arteriosa (ipertensione). Nelle arterie di grosso e medio calibro (pensiamo ad esempio all’aorta) la pressione arteriosa conserva comunque un andamento pulsatile, che varia con le fasi del ciclo cardiaco: è massima durante la sistole, e minima durante la diastole. Ricapitolando:

  • pressione sistolica: la pressione nei vasi durante la sistole ventricolare (chiamata anche “pressione massima”);
  • pressione diastolica: pressione nei vasi durante la diastole ventricolare (chiamata anche: “pressione minima”).

La differenza tra il valore di pressione massima e quella minima, corrisponde alla “pressione differenziale” anche detta “pressione pulsatoria” o “pressione di pulsazione”. La pressione arteriosa si misura con uno strumento chiamato “sfigmomanometro“.

I valori della pressione massima e minima vengono espressi in valori numerici seguiti da “mmHg“, cioè “millimetri di mercurio“. Quindi quando vedete un valore pressorio espresso con “110 mmHg”, per leggerlo correttamente, dovrete dire “110 millimetri di mercurio”.

Valori normali di pressione sistolica e diastolica

I valori normali di minima e massima possono variare molto in base a vari fattori come età, stato di salute generale, forma fisica ed eventuali patologie come l’ipertensione arteriosa, tuttavia negli adulti i valori normali di massima oscillano tra 120 e 130 mmHg, mentre quelli di minima tra 70 ed 80 mmHg. La pressione differenziale generalmente tende ad oscillare tra i 40 ed i 50 mmHg.

Leggi anche: Pressione differenziale (differenza tra massima e minima) normale, alta e bassa

Pressione minima alta

La pressione minima si considera alta in genere quando la pressione diastolica tende a eguagliare o superare il valore di 90 mmHg, anche con pressione massima è normale e quindi con una diminuzione della pressione differenziale. Una pressione minima alta è più frequente tra i giovani, perché più soggetti a sforzi fisici quali sport o divertimenti vari. Anche i bambini possono soffrire di pressione minima alta. Negli anziani, di contro, è più frequente l’ipertensione arteriosa da aumento di pressione massima.

Cause e fattori di rischio

Le cause e i fattori di rischio di un aumento della pressione minima non sono molto differenti da quelle che possono causare l’ipertensione arteriosa in generale, queste comprendono:

  • stress psicofisico prolungato;
  • famigliarità con l’ipertensione;
  • malformazioni cardiache;
  • dieta ricca di sale e grassi;
  • dieta povera di vitamine, sali minerali e fibre;
  • scarsa assunzione giornaliera di acqua;
  • sedentarietà;
  • fumo di sigaretta;
  • droghe;
  • alcool;
  • ansia;
  • abuso di tè, caffè o bevande energizzanti;
  • sovrappeso o obesità;
  • ipercolesterolemia (eccesso di colesterolo nel sangue).

Tra le cause e fattori di rischio di pressione minima alta meno frequenti, vi sono:

  • malattie renali croniche;
  • occlusione di arteria renale
  • patologie tiroidee;
  • diabete;
  • morbo di Cushing;
  • tumori delle ghiandole surrenali;
  • malattie autoimmuni come il lupus eritematoso sistemico;
  • farmaci come pillola anticoncezionale, cortisone, antinfiammatori non steroidei (FANS) e decongestionanti nasali.

In molti casi si parla di “ipertensione idiopatica”, cioè una ipertensione di cui non si è compreso la vera causa.

Sintomi

Nella maggior parte dei casi una pressione minima alta è asintomatica (non causa alcun sintomo) o provoca sintomi aspecifici (ad esempio un vago senso di malessere unito a stanchezza cronica) e ciò fa si che spesso l’ipertensione rimanga a lungo non diagnosticata e quindi diagnosticata solo nelle fasi tardive, quando diventa così grave da determinare sintomi che spingono il paziente ad andare dal medico, motivo per cui viene chiamata “killer silenzioso”. I sintomi di un elevato aumento della pressione minima possono includere:

  • astenia (mancanza di forze);
  • stanchezza anche a riposo;
  • mal di testa di tipo pulsante;
  • acufeni (fischi all’orecchio);
  • palpitazioni;
  • capogiri;
  • apnee;
  • dispnea (fame d’aria);
  • nausea;
  • vomito;
  • alterazioni della vista;
  • epistassi (perdita di sangue dal naso);
  • confusione mentale;
  • vertigini;
  • perdita di conoscenza.

In caso di questi sintomi, è bene misurare subito la pressione e, se lo sfigmomanometro mostra una pressione minima superiore ad 80-90 mmHg, è bene iniziare un monitoraggio della pressione, misurandola periodicamente, più volte. Se il valore della pressione rientra nella normalità nelle misurazioni successive, è probabile che si tratti di un caso isolato non legato alla presenza di una malattia specifica, ma forse solo ad un episodio passeggero di stress o sforzo fisico. Se invece più misurazioni giornaliere rilevano valori di pressione minima sempre elevata, è necessario rivolgersi al cardiologo per una corretta valutazione tramite elettrocardiogramma ed ecografia con colordoppler.

Monitorare la pressione

Per il monitoraggio della pressione ci si può rivolgere al medico o eseguire le misure da soli in casa con misuratori elettronici automatici da braccio o con quelli meccanici se siete in grado di usarli. I valori devono essere riportati su un diario, annotando anche l’orario o particolari situazioni inusuali di stress presenti al momento della misurazione come ad esempio la necessità di svolgere un compito fisicamente impegnativo, una forte emozione, agitazione o anche un pranzo molto abbondante o l’aver fumato molte sigarette. Si noti che la pressione arteriosa è generalmente più alta la mattina appena svegli, tende a diminuire nelle ore successive fino alla sera, dove raggiunge valori mediamente più bassi, specie mentre dormiamo. Si consiglia di misurare la pressione al mattino, quando presenta il picco più alto. Per un buon controllo della pressione è importante ricordare di:

  • rilassarsi 10 minuti prima della misurazione evitando sforzi ed emozioni;
  • attendere almeno un’ora dalla fine del pasto, specie se abbondante;
  • evitare di fumare o bere caffè o tè nell’ora precedente alla misurazione.

Diagnosi

Il medico raccoglie la storia clinica del paziente e della sua famiglia (anamnesi) e successivamente svolge l’esame obiettivo con misurazione della pressione, auscultazione con fonendoscopio ed altre tecniche volte ad analizzare segni clinici. La visita potrebbe essere completata con analisi del sangue, elettrocardiogramma a riposo o sotto sforzo, ecocolordoppler cardiogramma, radiografia del torace e misurazione ella pressione dell’occhio.

Avere la pressione minima alta è pericoloso?

Avere la pressione minima costantemente alta, specie se cronica e non trattata o trattata in modo non efficace, espone il paziente ad un maggior rischio di:

  • ictus cerebrale;
  • infarto acuto del miocardio;
  • scompenso cardiaco;
  • aterosclerosi;
  • dissecazione aortica;
  • emorragia da rottura dell’aorta;
  • aneurisma aortico;
  • aneurisma cerebrale;
  • emorragia da rottura di aneurisma;
  • sindrome metabolica;
  • arteriopatia periferica;
  • insufficienza renale;
  • retinopatia con possibile perdita della vista

Consigli

In presenza di una pressione minima frequentemente alta, recarsi da un medico. A prescindere dalle valutazioni che egli farà, vi consigliamo comunque di

  • misurare ogni giorno alla stessa ora la pressione arteriosa, almeno due o tre volte al giorno, annotando i risultati su un diario da mostrare poi al medico;
  • evitare lo stress psicofisico prolungato;
  • evitare una dieta ricca di sale e grassi;
  • evitare una dieta povera di vitamine, sali minerali e fibre;
  • assumere la giusta quantità giornaliera di acqua;
  • fare movimento e sport;
  • smettere di fumare;
  • non assumere alcol e/o droghe;
  • evitare l’abuso di tè, caffè o bevande energizzanti;
  • perdere peso se sovrappeso o obesi;
  • controllare l’ipercolesterolemia;
  • trattare qualsiasi patologia possa favorire o peggiorare l’ipertensione (diabete, patologie tiroidee, patologie delle ghiandole surrenali, coagulopatie…);
  • evitare farmaci che possono favorire l’ipertensione come pillola anticoncezionale, cortisone, antinfiammatori non steroidei (FANS) e decongestionanti nasali.

Farmaci

Il medico sceglierà farmaco e dosaggio in base alle caratteristiche specifiche del paziente, scegliendo tra:

  • betabloccanti: agiscono sulla muscolatura dei vasi sanguigni innescando vasodilatazione e riduzione delle resistenze pressorie periferiche (ciò determina riduzione della pressione sanguigna);
  • diuretici: fanno urinare di più il paziente, abbassando la pressione arteriosa perché causano una riduzione dell’assorbimento di sodio e acqua a livello renale, oltre che della volemia, cioè del del volume di sangue che circola nel sistema circolatorio (minore è la volemia, minore è la pressione sanguigna);
  • calcioantagonisti: bloccano i canali del calcio presenti lungo le pareti dei vasi sanguigni abbassando la pressione arteriosa grazie alla vasodilatazione (maggiore è la dilatazione dei vasi, minore è la pressione sanguigna);
  • antagonisti dell’angiotensina II: agiscono bloccando il recettore dell’angiotensina II, un ormone regolatore della pressione arteriosa che ha l’effetto di restringere i vasi sanguigni aumentando la pressione; questi farmaci determinano quindi una minore costrizione dei vasi che, rimanendo dilatati, permettono una riduzione della pressione sanguigna;
  • ACE inibitori: bloccano l’enzima che permette la conversione dell’angiotensina I in angiotensina II, con risultati simili a quelli appena visti per gli antagonisti dell’angiotensina II.

Ogni farmaco ha possibili effetti collaterali, che in genere includono:

  • vertigini;
  • nausea;
  • vomito;
  • astenia;
  • rash cutanei;
  • tosse;
  • cefalea.

Strumenti necessari per misurare la pressione

Per misurare la pressione arteriosa, sono necessari uno sfigmomanometro ed uno stetoscopio.

Sfigmomanometri manuali

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Sfigmomanometri automatici digitali

Se non sapete come utilizzare uno sfigmomanometro manuale potete leggere la nostra guida, oppure acquistare uno strumento digitale che misura in modo automatico la pressione: è necessario solo indossare l’apposito bracciale e dare avvio alla procedura senza neanche avere lo stetoscopio, che è invece necessario con gli strumenti manuali. La scelta dell’apparecchio adatto a volte può risultare difficile, vista l’enorme quantità di prodotti attualmente sul mercato: a tale scopo il nostro Staff sanitario ha selezionato per voi i migliori  sfigmomanometri automatici sul mercato:

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