Epidemia
Il termine “epidemia” indica il diffondersi di una malattia, in genere infettiva, che colpisce in modo spesso rapidissimo quasi simultaneamente una collettività di individui, ovvero una data popolazione umana, con una ben delimitata diffusione nello spazio e nel tempo, avente la stessa origine. Poiché in una data popolazione, ogni anno, è atteso il verificarsi di un certo numero di eventi morbosi, un’epidemia comporta un numero di casi in eccesso rispetto ai valori attesi per quella determinata comunità, e sulla base delle esperienze e del numero di casi storici di morbosità. Come si evince da quanto sopra riportato, il concetto di epidemia non fa riferimento ad un numero minimo di casi, ma semplicemente ad un eccesso rispetto ai casi attesi. Ciò comporta anche, di fronte ad una malattia realmente nuova per una determinata popolazione, anche un numero molto piccolo di casi possa essere considerato significativo di epidemia. È il caso, ad esempio, degli episodi epidemici limitati a due o più persone, nell’ambito familiare o di una piccola comunità. Le epidemie di determinate malattie infettive sono generalmente causate da un cambiamento nella ecologia della popolazione che ne viene affetta (ad esempio aumento dello stress o aumento della densità di una specie di vettore), una variazione genetica nella popolazione parassita o l’introduzione di un nuovo parassita che affligge una popolazione ospite (a causa sia di una migrazione di parassiti che di un movimento dell’ospite in aree a maggiore densità parassitaria). Generalmente, un’epidemia si verifica quando l’immunità della popolazione ospite verso il parassita si riduce improvvisamente al di sotto del limite che permette un equilibrio endemico e la soglia di trasmissione viene ad essere superata. Un’epidemia può essere limitata ad una determinata zona; tuttavia, se l’epidemia si diffonde ad altri paesi o continenti e colpisce un numero considerevole di persone, viene più correttamente definita con il termine di “pandemia“.
Dal punto di vista etimologico “epidemia” deriva dal greco ἐπί (sopra) e δήμος (popolo), cioè “sopra le persone”.
Pandemia
Il termine “pandemia” indica un tipo particolare di epidemia la cui diffusione è talmente ampia da interessare più aree geografiche diverse del mondo, con un alto numero di casi gravi ed una mortalità elevata. Nella storia si sono verificate numerose pandemie, fra le più recenti si ricordano l’influenza spagnola nel 1918, l’influenza asiatica nel 1957, l’influenza di Hong Kong nel 1968 e – in tempi più recenti – l’HIV (il virus che determina l’AIDS). Il termine “pandemia” si applica solo a patologie contagiose, ciò significa che molte delle patologie che colpiscono aree molto grandi o l’intero pianeta (per esempio il cancro, il diabete o l’infarto del miocardio) non sono da considerarsi pandemiche pur essendo estremamente diffuse. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, le condizioni affinché si possa verificare una vera e propria pandemia sono tre:
- la comparsa di un nuovo agente patogeno (ad esempio un virus o un batterio sconosciuti);
- la capacità di tale agente di colpire gli uomini, creando gravi patologie;
- la capacità di tale agente di diffondersi rapidamente per contagio, ad esempio per via aerea od orofecale, oppure tramite fomite, cioè un oggetto capace di trasportare patogeni traferendoli da un individuo ad un altro per contatto (ad esempio cellule cutanee, capelli, abbigliamento, lenzuola).
Dal punto di vista etimologico “pandemia” deriva dal greco παν (sopra) e δήμος (popolo), cioè “tutto il popolo”.
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Endemia
Il termine “endemia” si riferisce ad una malattia, che viene appunto detta endemica, quando essa è costantemente presente o molto frequente in una popolazione o territorio: alcuni esempi sono la malaria in alcune zone asiatiche, il colera in alcune zone africane e la talassemia in Sardegna e in Sicilia. Una malattia è detta endemica quando il microrganismo della malattia è stabilmente presente in un territorio e circola in una popolazione. Una malattia endemica si può manifestare uniformemente nel tempo oppure può presentare ciclicità stagionali, o essere legata a fattori ambientali; altre patologie endemiche, come il morbillo e la varicella, hanno picchi epidemici (ogni 7-8 anni nei paesi europei) quando il numero di recettivi aumenta per il sopraggiungere di nuovi nati. Quando il numero di casi di una data patologia in una data popolazione eccede il numero di casi attesi, si parla più correttamente di “epidemia“, la quale a sua volta diventa “pandemia” quando si diffonde in ampie aree geografiche del mondo.
Dal punto di vista etimologico “endemia” deriva dal greco ἔνδημον (nel popolo) con sottinteso “νόσημα” (malattia), cioè “malattia che è nel popolo”.
Sindemia
Il termine “endemia” indica l’aggregazione di due o più epidemie concomitanti o sequenziali o gruppi di malattie in una popolazione con interazioni biologiche che aggravano la prognosi e l’incidenza delle malattie stesse.
Dal punto di vista etimologico “sindemia” deriva dal greco συν (insieme) e δήμος (popolo), con sottinteso “νόσημα” (malattia), cioè “malattia che è insieme nel popolo”.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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