L’iperandrogenismo femminile si verifica quando in una donna si determina una eccessiva produzione di ormoni sessuali maschili (specie testosterone) da parte delle ghiandole endocrine deposte alla sua produzione, cioè surrene e ovaio. Questa condizione può avere molteplici cause e conseguenze e va senza dubbio indagata perché può essere la spia di una patologia (ad esempio una disfunsione a livello ovarico) e può compromettere la fertilità femminile. Alcuni miei pazienti si stupiscono del fatto che anche il corpo di una donna produca testosterone, visto che esiste la credenza comune ma errata che tale ormone sia prodotto solo dal corpo maschile. Gli ormoni androgeni in piccola percentuale vengono infatti prodotti anche dalle donne, generalmente in una quantità minore rispetto a quella presente nell’uomo. Quando il livello di testosterone aumenta eccessivamente nel sangue di una donna, si verifica appunto l’iperandrogenismo femminile. In base alle cause, l’iperandrogenismo può essere di due tipologie:
- iperandrogenismo primario: è causato direttamente da patologie degli organi che producono testosterone, argomento di questo articolo;
- iperandrogenismo secondario: è determinato da cause esterne agli organi che producono testosterone ad esempio da tumori ipofisari o da assunzione di sostanze dopanti nel body building.
Iperandrogenismo femminile nelle competizioni sportive
Questa patologia ha dato il via a ampie discussioni nel mondo dello sport relativamente al fatto se una atleta donna con tale condizione sia considerabile favorita nelle competizioni sportive (praticamente al pari di una donna che assume farmaci dopanti) e come risolvere il problema. Famoso è il recente caso Caster Semenya, mezzofondista sudafricana due volte campionessa olimpica degli 800 metri piani, che a causa di questa patologia si è vista costretta dal Tribunale Arbitrale dello Sport di abbassare farmacologicamente i propri livelli testosterone per poter tornare a gareggiare, visto che il suo livello di testosterone la avvicinava “atleticamente” ad un uomo, favorendola nei confronti delle altre atlete, che avevano un livello di testosterone normale per una donna. Per approfondire, leggi:
- Atletica, respinto il ricorso della Semenya: è iperandrogena e non può gareggiare
- L’atleta Caster Semenya “è biologicamente un maschio”: la tesi della IAAF
Cause e fattori di rischio
Tra le principali cause e fattori di rischio di iperandrogenismo femminile troviamo:
- sindrome dell’ovaio policistico (PCOS);
- cisti ovariche;
- tumori ovarici benigni e maligni;
- ipertecosi (infiammazione dei follicoli ovarici in cui maturano gli ovociti);
- tumori del surrene;
- tumori ipofisari;
- sindrome di Cushing;
- iperplasia surrenalica congenita;
- iperplasia surrenalica acquisita;
- ipotiroidismo;
- tumori alla tiroide;
- iperprolattinemia.
Sintomi e segni
I sintomi e segni dell’iperandrogenismo possono essere più o meno accentuati, a seconda della quantità di ormoni maschili in eccesso prodotti dalla donna, ma in genere sono i seguenti:
- alopecia androgenetica;
- irsutismo (peli in zone tipicamente maschili);
- acne;
- alterazioni del ciclo mestruale;
- amenorrea;
- infertilità;
- sovrappeso ed obesità con distribuzione androide (grasso accumulato su addome);
- sindrome da insulino-resistenza;
- iperglicemia;
- pre-diabete;
- virilizzazione.
La “virilizzazione” può comportare:
- abbassamento della voce;
- comportamento più aggressivo;
- improvvisi scatti d’ira;
- aspetto “maschile” di viso e corpo;
- aumento della massa muscolare;
- riduzione dei depositi di grasso in aree ginoidi;
- riduzione della massa mammaria;
- ipertrofia del clitoride.
Una caratteristica dell’irsutismo da iperandrogenismo (uno dei sintomi più chiari della disfunzione), è quella di manifestarsi con la comparsa di peli in zone di solito glabre nelle donne, come ad esempio il viso, la schiena, il petto, il dorso di mani e piedi. Non, quindi, un semplice eccesso di peluria (quello prende il nome di “ipertricosi” ed ha cause dermatologiche e non ormonali), ma una crescita di peluria in zone maschili (irsutismo). Per approfondire, leggi: Quando la donna ha troppi peli dove non dovrebbero essere: irsutismo, cause, trattamenti e differenze con ipertricosi
Diagnosi
La diagnosi di iperandrogenismo si effettua attraverso la valutazione clinica dei sintomi e soprattutto attraverso i dosaggi ormonali, sia gli ormoni tiroidei che gli ormoni maschili e femminili. In particolare i valori da controllare sono: il testosterone libero e totale, androstenedione, DHEA-S, FSH e LH, 17-OH progesterone, PRL, e TSH.
Terapia
Le cure dell’iperandogenismo dipendono dalla causa scatenante e dalla rapidità dei tempi di insorgenza. Se, ad esempio, l’aumento di peso, la comparsa dell’irsutismo e l’acne sono improvvisi, si può sospettare l’accrescimento si un tumore surrenalico. Se, invece, il problema comincia a manifestarsi abbastanza precocemente in una ragazza, all’origine potrebbe essere una disfunzione ovarica. Tra le possibili opzioni terapeutiche, a parte quella chirurgica in caso di tumori, c’è al somministrazione della pillola o di altri dispositivi ormonali a base di ormoni femminili (il dosaggio deve essere attentamente calibrato e modulato in base all’andamento del disturbo). Talvolta un lieve iperandrogenismo funzionale nella giovanissime tende e regredire spontaneamente con la crescita. E’ molto importante, per ripristinare la funzionalità ovarica e quella endocrina, anche perdere peso: spesso una dieta mirata in cui siano ridotti i grassi saturi e gli zuccheri e aumentate le fonti di vitamine, grassi “buoni”, minerali e antiossidanti da sola permette il ritorno delle mestruazioni e un miglioramento generale dei sintomi.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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