Che un aeroplano precipiti, è un evento statisticamente molto poco probabile, tuttavia possibile. C’è ovviamente da ricordare che non necessariamente un aereo che abbia iniziato a precipitare si schianterà necessariamente al suolo (o in mare), bensì in alcuni casi gli eventuali problemi possono essere risolti in tempo ed il pilota può essere capace di evitare lo schianto riprendendo quota, oppure toccando il suolo relativamente senza danni come ad esempi accaduto il 15 gennaio 2009 col volo US Airways 1549 costretto ad un ammaraggio di emergenza nel fiume Hudson (USA) subito dopo il decollo, in cui alcuni uccelli danneggiarono entrambi i motori del velivolo: in quel caso l’aereo precipitò, ma non ci furono vittime. Ma vi siete mai chiesti cosa succede dentro un aeroplano nei terribili attimi che possono precedere un incidente aereo?
I passeggeri si rendono conto che stanno precipitando?
Ovviamente si, visto che nella maggioranza dei casi la perdita di quota è rapida quindi viene avvertita dalla maggioranza dei passeggeri. Chi fino a quel momento dormiva, viene generalmente svegliato o dalla sensazione di perdita di quota o dalle grida di paura degli altri passeggeri.
Cosa si prova?
Il lettore probabilmente troverà ovvia la seguente descrizione che può essere racchiusa in una sola parola: terrore. Secondo i racconti dei sopravvissuti di disastri aerei, ci si sente come se si stesse cadendo da una grande altezza, come un terrazzo o una montagna. E’ una sensazione tremenda soprattutto perché, generalmente, non si perdono i sensi: non è un’accelerazione che comprime il sangue quindi non si sviene, si avverte piuttosto un’oppressione che coinvolge contemporaneamente il petto e la schiena: secondo alcuni ci si sente come “insaccati”. Alcuni sopravvissuti ad incidenti aerei hanno raccontato anche di un fortissimo trauma alle orecchie. In alcuni casi qualche passeggero perde i sensi per la paura, mentre altri potrebbero avere un brusco picco pressorio capace di determinare emorragie, ictus cerebrali ed infarti del miocardio.
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Quando un aereo precipita, cosa fanno i piloti?
Mentre l’aereo precipita, scendono le mascherine per l’ossigeno. Anche i piloti le dovrebbero indossare, ma di solito sono restii perché limitano visibilità e movimenti. L’ossigeno erogato dura in media 15 minuti. È questo il tempo che hanno i piloti per “picchiare l’aereo” cioè arrivare ad una quota alla quale l’uomo riesce a respirare: circa 3mila metri. In questa fase il pilota è impegnatissimo. Non risponde nemmeno alle chiamate da terra. La mancanza di ossigeno è subdola, se si rimane troppo tempo senza ossigeno si prova una sorta di euforia e poi arriva l’asfissia.
Il personale di volo avverte i passeggeri del pericolo?
No, in base alle nostre ricerche ciò non accade praticamente mai, soprattutto quando la situazione è tragica. Anche le hostess e gli steward si mettono la maschera e si siedono legandosi con le cinture.
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In un incidente aereo, la morte è inevitabile?
Le probabilità di morire durante un volo di linea sono molto basse: una su nove/undici milioni, tuttavia, se ci si trova su un aereo che sta precipitando è difficile uscirne illesi, anche se non impossibile: quasi il 95% degli incidenti aerei ha almeno uno o più sopravvissuti.
Cosa accade nella psiche di un sopravvissuto?
Nella maggioranza dei casi i sopravvissuti ad incidenti aerei, tendono a soffrire per anni di disturbo da stress post-traumatico e raramente decidono di imbarcarsi nuovamente su un aereo per il resto della loro vita. Per approfondire: Disturbo post-traumatico da stress: rivivere ogni giorno una esperienza drammatica
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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