In psichiatria, con “fobie specifiche” (anche chiamate “fobie semplici“) si intende un gruppo variegato di patologie caratterizzate da una irrazionale e fortissima reazione di ansia, paura e di fuga che compare quando il soggetto è esposto (o sa che a breve sarà esposto) a specifici oggetti, fenomeni, animali, ambienti o situazioni reali o semplicemente immaginate o raccontate. Lo stato di estrema ansia generato da tale esposizione è assolutamente irragionevole e spropositato rispetto alla gravità e/o alla pericolosità dell’oggetto, del fenomeno, dell’animale o della situazione. Le fobie specifiche fanno parte del grande gruppo dei “disturbi d’ansia“.
Per conoscere cause, caratteristiche e sintomi e segni associati alle fobie specifiche, leggi: Fobie specifiche: quando un ragno o un ascensore ci mettono nel panico
Tipi di fobie specifiche
Le fobie specifiche vengono classificata in base alla tipologia dello stimolo fobico. Le categorie si dividono in:
- animale (ad esempio piccioni, gatti, ragni, zanzare, insetti, cani…)
- ambiente naturale (ad esempio altezze, temporali, acqua, nevicate…)
- sangue-iniezioni-ferite (ad esempio tagli, aghi, vista del sangue, procedure mediche invasive…)
- situazionale (ad esempio essere su un aeroplano, su un ascensore, in luoghi chiusi, in un ospedale…)
- altro (comprende qualsiasi altro stimolo capace di generare una crisi fobica).
Sebbene lo stimolo responsabile della fobia sia molto specifico, spesso un individuo manifesta fobie multiple: può per esempio temere tre stimoli diversi più o meno correlati tra loro: chi soffre di vertigini, potrebbe aver anche paura di volare in aeroplano e di prendere un ascensore; chi soffre nell’entrare in un ospedale, potrebbe aver anche paura delle siringhe e del sangue.
Diagnosi
La diagnosi, in base al DSM-5, si basa sulla presenza di paura marcata e persistente (≥ 6 mesi) o ansia riguardo una situazione o un oggetto specifico.
Inoltre, i pazienti hanno tutti i seguenti aspetti:
- La situazione o l’oggetto quasi sempre innescano la paura immediata o l’ansia.
- I pazienti evitano attivamente la situazione o l’oggetto.
- La paura o l’ansia sono sproporzionate rispetto al pericolo reale (tenendo conto delle norme socio-culturali).
- La paura, l’ansia, e/o l’elusione causano disagio significativo o compromettono significativamente il funzionamento sociale o lavorativo.
- Inoltre, la paura e l’ansia non possono essere caratterizzate più correttamente come un disturbo mentale diverso (ad esempio agorafobia, ansia sociale, disturbo da stress).
Diagnosi differenziale
La fobia specifica non essere confusa con altri tipi di disturbi che presentano caratteristiche di paura ed evitamento:
- agorafobia: è condizione nella quale la persona si sente paralizzata dalla paura di trovarsi in spazi ampi e affollati, oppure di non poter uscire da certi luoghi trovandovisi intrappolato, ma essa va differenziata dalla fobia specifica in quanto l’agorafobia comprende molte situazioni differenti e non è così definita come la fobia specifica;
- ansia sociale: si differenzia dalla fobia specifica in quanto il motivo dell’ansia non è una paura della situazione sociale in sé, ma il timore di essere giudicati in modo negativo dagli altri;
- disturbo di panico si caratterizza per svariati attacchi di panico che si presentano in modo inaspettato. Capita spesso che chi abbia una fobia specifica sperimenti un attacco di panico o alcuni suoi sintomi di fronte allo stimolo fobico, tuttavia per differenziare i due disturbi bisogna considerare che nella fobia il panico appare solamente di fronte allo stimolo temuto, mentre nel disturbo di panico gli attacchi sono imprevedibili, sembrano immotivati e non si riesce a rintracciare il fattore scatenante;
- disturbo ossessivo-compulsivo: il soggetto con DOC è ossessionato da alcuni stimoli, che si manifestano solitamente come pensieri intrusivi e che causano disagio e ansia: per placare la sintomatologia, mette in atto delle compulsioni (comportamenti ripetitivi) per cercare di controllarli. Se sono presenti ossessioni e compulsioni nei confronti di stimoli, è necessario analizzare la situazione per meglio diagnosticare un disturbo ossessivo-compulsivo piuttosto che una fobia specifica.
- disturbo post-traumatico da stress: in questo caso il grave trauma subito è ben preciso ed il soggetto si ricorda esattamente quale sia stato il momento in cui lo ha subito, mentre nella fobia al contrario non c’è quasi mai un ricordo preciso del momento in cui si è iniziato a temere lo stimolo fobico.
Terapie
Le terapie per curare una fobia specifica sono essenzialmente di quattro tipi: la psicoterapia, la terapia dell’esposizione, i farmaci, una combinazione dei precedenti. La terapia farmacologica include benzodiazepine (ansiolitici, ad esempio lorazepam da 0,5 a 1,0 mg per via orale) e/o antidepressivi (come gli SSRI, gli inibitori del riassorbimento della serotonina). I betabloccanti possono essere utilizzati per contrastare tremori e palpitazioni. Generalmente si preferisce utilizzare il propranololo, da 10 a 40 mg per via orale, circa 1-2 h prima dell’esposizione. Tuttavia benzodiazepine ed antidepressivi tendono a dare tolleranza e dipendenza, quindi quando ne viene interrotta l’assunzione, i sintomi generalmente ricompaiono. I farmaci per curare una fobia specifica hanno l’importante funzione di agire sui sintomi della fobia, ma in tale arco temporale libero da sintomi sarà la psicoterapia ad individuare, gestire e superare la causa a monte che ha procurato la fobia. La psicoterapia cognitivo-comportamentale rappresenta il trattamento più efficace per la cura della fobia specifica, soprattutto se include tecniche di esposizione, tuttavia in alcuni pazienti selezionati migliori risultati possono essere ottenuti con una impostazione psicodinamica. La terapia espositiva e la terapia dell’esposizione narrativa danno ottimi risultati con le fobie ed sono quasi sempre gli unici trattamenti necessari per le fobie specifiche.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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