Lochiazioni: cosa sono e differenza con le mestruazioni

MEDICINA ONLINE VAGINA DONNA BACIO SESSULITA GRAVIDANZA INCINTA PARTO NATURALE CESAREO SESSO COPPIA AMORE TRISTE GAY OMOSESSUAANSIA DA PRESTAZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE FRIGIDA PAURA FOBIA TRADIMENTO RAPPORTO AMILe lochiazioni sono un fenomeno del tutto naturale – da non confondere con le mestruazioni – che si manifesta subito dopo il parto: sono perdite di sangue e muco necessarie per eliminare l’endometrio

Appena nato il bambino, l’utero della neomamma riprende a contrarsi per espellere la placenta (l’organo di scambio materno-fetale) e recuperare gradualmente le dimensioni originarie (nei 9 mesi è aumentato di circa 20 volte). A questa attività contrattiva, si accompagna anche la comparsa dei cosiddetti “lochi”, perdite vaginali di sangue, muco e mucosa endometriale il cui scopo è appunto quello di eliminare l’endometrio (il rivestimento interno delle pareti uterine) che aveva permesso l’annidamento dell’ovulo fecondato.

Come varia il loro aspetto

L’aspetto e la consistenza delle lochiazioni si modifica con il passare dei giorni. Vediamo più nel dettaglio quando e come.

  • Nei 2-3 giorni successivi al parto sono abbondanti, di colore rosso vivo e presentano coaguli composti da residui dei tessuti gravidici.
  • A 4-7 giorni dalla nascita tendono ad assumere una tonalità rosata e a divenire più liquidi.
  • Dopo circa 8 giorni evidenziano una consistenza sierosa e un colore giallognolo.
  • A cominciare dalla terza settimana sono sempre meno abbondanti e si fanno cremose e biancastre per effetto dell’elevata concentrazione di globuli bianchi che vanno formando una sorta di barriera nella parete interna dell’utero per difenderla dai microrganismi che potrebbero aggredirla determinando la comparsa d’infezioni.
Quando consultare il ginecologo

Alcuni segnali potrebbero indicare la presenza d’infezioni anche serie, per questo occorre informare il ginecologo in caso di:

  • rialzo della temperatura corporea della neomamma (oltre i 38° C);
  • odore sgradevole dei lochi;
  • perdite abbondanti e rosse oltre le 3 settimane dopo il parto;
  • intensi dolori al basso ventre dopo la prima settimana;
  • emorragia dopo la prima settimana.

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Se allatti al seno passano prima

Di solito le lochiazioni tendono a scomparire una quarantina di giorni dopo il parto, alla fine cioè del puerperio, il periodo successivo alla nascita in cui l’utero riconquista gradualmente le condizioni precedenti alla gravidanza. Se la mamma allatta al seno, però, possono durare anche molto meno (circa 3 settimane): la suzione da parte del neonato induce, infatti, l’aumento della produzione da parte dell’organismo materno di prolattina e ossitocina, due ormoni che, oltre a favorire la produzione di latte da parte della ghiandola mammaria, intensificano potenza e frequenza delle contrazioni dell’utero accorciando i tempi necessari al suo ridimensionamento e, di conseguenza, la durata delle perdite che a esso si associano.
Anche se la mamma ha subito un cesareo, le lochiazioni tendono a scomparire più in fretta: durante l’intervento, infatti, il ginecologo pratica una sorta di raschiamento eliminando parte dei tessuti che, di norma, verrebbero espulsi per mezzo dei lochi.

La corretta igiene previene irritazioni e infezioni

Per ridurre il rischio d’irritazioni e infezioni in questa fase è importante seguire un’accurata igiene intima: nel periodo di “riparazione” successivo al parto, infatti, l’apparato genitale femminile è particolarmente fragile ed esposto all’attacco dei germi.

Ecco alcune delle regole principali da seguire:

  • usare solo assorbenti esterni e, preferibilmente, di garza anallergica o cotone;
  • cambiarli spesso (almeno ogni 2-3 ore);
  • lavare i genitali almeno 2 volte al giorno con acqua tiepida ed un sapone neutro o leggermente acido (Ph tra 4 e 5) che non alteri il delicato equilibrio vaginale;
  • evitare le lavande vaginali o disinfettanti;
  • lavarsi dalla vagina verso l’ano per impedire che i germi presenti nelle feci raggiungano i genitali;
  • se durante il parto è stata effettuata l’episiotomia (il taglietto tra ano e vagina, per facilitare l’espulsione del bambino), praticare spugnature con acqua fredda, asciugare tamponando delicatamente con un asciugamano pulito e morbido (nei primi giorni con una garza sterile);
  • consultare il medico in caso di gonfiore o dolore.

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Differenze tra lochiazioni e capoparto

MEDICINA ONLINE PARTO GRAVIDANZA NATURALE CESAREO DIFFERENZE CHIRURGIA FOTO WALLPAPER PICTURE UTERO CHIRURGO OPERAZIONE RISCHI VANTAGGI VANTAGGI ALLATTAMENTO MADRE FIGLIO NEONATO MORTAìE MORTA LIQUIDOIl capoparto

Cos’è il capoparto? E dopo quanti giorni o settimane si presenta?
Dopo il parto l’utero e tutto il corpo della donna continuano a subire tutta una serie di modifiche atte al ripristino della normale condizione pre-gravidica. L’utero, che si è contratto per l’espulsione del feto, continua a farlo anche dopo; al termine delle due settimane dal parto l’utero raggiunge la sinfisi pubica, dopo circa sei settimane torna normale;  il suo peso, che aveva raggiunto un chilo, cinque settimane dopo il parto torna ad essere di sessanta grammi.
In questo periodo si manifestano le lochiazioni, ossia delle perdite abbondanti di sangue e materiale sieroso che rappresentano il fenomeno essudativo uterino, ovvero l’utero provvede a ‘riparare’ sé stesso e a tornare alla sua normale funzionalità. Proprio per le lochiazioni, nella valigia da portare in ospedale, sono richiesti i maxi-assorbenti post-parto Durante i primi cinque giorni dal parto le lochiazioni sono di origine ematica, di un rosso acceso; in seguito, con la presenza dei leucociti, le perdite diventano siero ematiche fino al decimo giorno, e poi con la modifica della mucosa uterina, le lochiazioni assumo un aspetto sieroso biancastro e cremoso fino a scemare del tutto.

Attenzione:  se durante le lochiazioni compare febbre elevata, se durano per un tempo superiore alle sei settimane e si mantengono di un rosso vivo; se  si avvertono dei dolori forti al basso ventre o si ha un’emorragia è bene ricorrere ad una visita ginecologica immediata per possibile presenza di una infezione o presenza di frammenti della placenta non espulsi e infettati.

Alcune persone tendono a confondere le lochiazioni con il ciclo vero e proprio. In realtà, sono due cose ben diverse. Le lochiazioni, infatti, sono delle perdite di sangue e residui della gravidanza tipici del puerperio (liquidi fetali, residui placentali ed epiteliali), che durano circa due settimane dopo il parto anche se non è una regola valida per tutte. Si tratta di un processo filologico, che non deve arrecare preoccupazione di sorta, a meno che non si verifichino condizioni particolari. I lochi sono di colore scuro, tendenti al grigio, e man mano che l’utero si pulisce, tendono a divenire trasparenti. Sono assolutamente inodori: se per caso sono maleodoranti, occorre rivolgersi subito al proprio ginecologo poiché ci potrebbe essere una endometrite in atto.

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Dopo un mese e mezzo circa possono ricomparire le mestruazioni.
In questo periodo la vagina torna ad avere elasticità, le lesioni del parto guariscono, il perineo inizia a ritrovare il suo tono normale. Il primo ciclo mestruale che si presenta dopo il parto è chiamato “capoparto” e compare in maniera variabile da donna a donna. Di solito è più abbondante e duraturo rispetto ai cicli pre-gravidici.

La prolattina, l’ormone presente in  alti livelli nel sangue durante l’allattamento, può addirittura far sì che il capoparto si presenti appena finito l’allattamento del piccolo, ma questo non è detto, in altri casi il ciclo si presenta ogni mese, o può comparire senza una frequenza specifica.

L’allattamento non è influenzato dal ritorno delle mestruazioni, anche se il latte inizialmente subisce una minima riduzione. Non è il caso di preoccuparsi se a causa degli ormoni femminili presenti nel latte materno il piccolo presenta dei disturbi gastro-enterici  o cutanei,  può succedere ed è alquanto normale.

Ultima cosa: la prolattina è un ormone in grado di bloccare l’ovulazione se è veramente in quantità abbondante, ma questo non determina certo un metodo anticoncezionale. Si può instaurare una gravidanza anche durante l’allattamento, per cui è necessario usare un anticoncezionale con la ripresa dei rapporti sessuali

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Periodo post-partum: capoparto, mestruazioni, allattamento e fertilità

MEDICINA ONLINE VAGINA DONNA BACIO SESSULITA GRAVIDANZA INCINTA SESSO COPPIA AMORE TRISTE GAY OMOSESSUAANSIA DA PRESTAZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE FRIGIDA PAURA FOBIA TRADIMENTOCosa succede al ciclo mestruale nel periodo post-partum? Quando attendersi il ritorno della fertilità? L’allattamento ha un’efficace funzione contraccettiva?

Le lochiazioni

Nel periodo immediatamente successivo al parto, tutte le donne, sia che abbiano partorito per via vaginale che con cesareo, faranno esperienza delle lochiazioni (dette anche “i lochi”).
Si tratta di un processo fisiologico, che consiste dapprima in un sanguinamento vaginale di colore rosso, molto simile ad un flusso mestruale, ma tipicamente più abbondante (lochia rubra). È dovuto all’eliminazione da parte dell’utero dei residui placentari e cellule epiteliali.
Questo tipo di emorragia termina solitamente entro 3-5 giorni dal parto ed è seguito da una fase di sanguinamento più lieve, di colore bruno o rosato che prosegue fino ai 10-14 giorni dal parto (lochia serosa) e gradualmente diminuirà nel corso delle 2-3 settimane successive. Nel complesso, la durata di questi sanguinamenti è molto soggettiva (fino anche a 6 settimane) e la fine delle lochiazioni può essere stabilita dopo che sono trascorsi almeno 3-4 giorni in assenza di sangue. Da questo punto in poi, i lochi potranno proseguire assumendo però una colorazione bianca o opaca (lochia alba), che può durare ancora diverse settimane. Dopo la fine del sanguinamento, comincia solitamente l’attesa del ritorno del ciclo mestruale.

Il capoparto

Il “capoparto” è genericamente inteso come il primo flusso mestruale che si presenta dopo il parto e la sua comparsa è legata a tempi estremamente soggettivi e variabili. Ma in realtà c’è un altro fenomeno con cui potrebbe essere confuso: il “sanguinamento della sesta settimana”, ovvero un’ulteriore forma di sanguinamento che si presenta dopo la fine delle lochiazioni, ma entro 56 giorni dal parto (quindi entro le prime 6-8 settimane). Circa un quarto delle donne ne fa esperienza e sembra essere associato ad un più rapido ritorno a cicli mestruali ovulatori (dunque potenzialmente fertili). Il vero capoparto è quindi il primo sanguinamento che si manifesta dopo la fine dei lochi e dopo l’eventuale comparsa del sanguinamento della sesta settimana (quindi dopo il 56° giorno post-partum). Tuttavia, non dimenticate mai di effettuare la visita di controllo post-partum prevista a circa 6 settimane dalla nascita, per poter escludere altre cause del sanguinamento e problematiche associate. La comparsa del capoparto è soggettiva ed in parte legata all’allattamento, alla sua durata ed alla sua frequenza.
Non preoccupatevi quindi se passeranno molti mesi, anche più di un anno, perché se state allattando  è un’eventualità frequente e fisiologica.

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Il ritorno della fertilità

Il capoparto può essere preceduto dall’ovulazione oppure no.
Questo significa che potenzialmente alcune donne saranno già di nuovo fertili prima dell’arrivo del capoparto, e che non possono saperlo con certezza, a meno che non monitorino l’ovulazione.
Attenzione quindi a dare per scontato che il ritorno della fertilità sia lontano! E per quanto riguarda l’allattamento? È tanto diffusa quanto falsa la credenza che allattare il neonato al seno protegga sempre e comunque dalla possibilità di una gravidanza.
Vediamo perché: l’allattamento è possibile grazie ad elevati livelli di prolattina nel corpo materno, ed essi si mantengono tali grazie alla suzione del capezzolo da parte del bambino. Dunque, più l’allattamento è frequente, esclusivo e prolungato, più alta sarà la prolattina in circolo.
Questo ormone ha un effetto inibitorio sull’ovulazione: dunque più elevati saranno i ritmi di allattamento al seno, più elevata si manterrà la prolattina e più il ritorno dell’ovulazione tenderà a tardare (e con essa il capoparto).
È importante notare però che “inibire” non significa “annullare”.  

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