La renella (anche chiamata sabbia renale) pur essendo prodotta all’interno dei reni, è diversa dai calcoli renali: oltre la dimensione estremamente minore, cambiano anche la consistenza ed il tipo di aggregazione. Di solito la renella è composta da acido urico ed ossalati di calcio e date le minuscole dimensioni solitamente basta un aggiustamento dietetico e l’assunzione di molti liquidi per espellerla in modo naturale ed asintomatico. Nonostante questo può capitare che provochi delle coliche renali molto fastidiose.
Cause della renella
Le cause della formazione di questi piccolissimi calcoli risiedono essenzialmente in un fattore genetico, di predisposizione abbinato ad una dieta alimentare errata, o comunque troppo ricca di determinati nutrienti che i reni non riescono ad espellere totalmente. E’ per questo che la terapia migliore consisterà in un cambiamento dell’alimentazione quotidiana, a seconda della tipologia della renella. In caso di ossalati di calcio sarà opportuno ridurre le quantità di cibi che ne contengono dosi abbondanti (spinaci, prezzemolo, cacao, pomodori verdi, ecc). Se invece la sabbiolina è caratterizzata essenzialmente da agglomerati di acido urico andranno evitati gli alimenti ricchi di purine (acciughe, frutti di mare, carne e pesce grassi, cacciagione, ecc.) In generale vanno evitati caffè e bevande a base di caffeina, cola compresa e va bevuta una discreta quantità di acqua.
La diagnosi per la renella
Ma come si fa la diagnosi della renella? Solitamente si arriva a scoprirla perché si hanno degli strani dolori, anche molto forti, non identificabili con altre patologie con medesima sintomatologia. Raramente l’ecografia identifica la sabbia nei reni, date le piccole dimensioni, ma può capitare, migliore invece in questo senso il test delle urine.
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Cause di calcoli renali
Le cause di origine della calcolosi renale non sono ancora state completamente chiarite, anche se alcuni fattori predisponenti aumentano sensibilmente la probabilità che si formino dei calcoli:
- sesso: i maschi hanno una probabilità tripla rispetto alle donne di sviluppare calcolosi alle vie urinarie (la maggiore concentrazione di citrato nelle urine femminili, in stretto rapporto con il tasso estrogenico, spiegherebbe questa minore incidenza del problema nel gentil sesso);
- scarso introito di liquidi: un flusso di urine limitato favorisce il ristagno, quindi la precipitazione dei sali in esse contenuti;
- disidratazione per aumentata perdita di liquidi (diarrea, iperidrosi ecc);
- età: i calcoli renali si formano prevalentemente tra i venti ed i quarant’anni;
- acidità delle urine: pH urinario inferiore a 5 (per quanto riguarda alcuni tipi ben precisi di calcio, come quelli di cistina, xantine ed acido urico);
- storia familiare di calcoli renali: è il caso ad esempio dei calcoli di origine cistinica in cui, a causa di un difetto congenito del rene, un amminoacido scarsamente solubile nelle urine (cistina) precipita formando dei cristalli;
- infezioni croniche delle vie urinarie;
- abuso di certi medicinali o di integratori salini e vitaminici;
- ipertiroidismo (effetto catabolico sul tessuto osseo) e iperparatiriodismo (aumento calcemia) ;
- dieta incongrua;
- etnia: maggiore incidenza dei calcoli renali nella razza bianca ed asiatica;
- clima (durante il periodo caldo estivo la maggiore evaporazione, se non reintegrata da un adeguato apporto di liquidi aumenta la concentrazione delle urine e la precipitazione dei calcoli).
Diagnosi di calcolosi renale
La diagnosi di calcoli renali viene effettuata con una serie di esami strumentali e di laboratorio. L’analisi delle urine mira ad esempio a ricercare alterazioni nell’equilibrio elettrolitico e l’eventuale presenza di tracce di sangue. In questo modo è possibile suggerire al paziente una dieta povera degli elementi presenti in eccesso, minimizzando la probabilità di sviluppare calcoli.
Fra le indagini più comuni vi sono la radiografia dell’addome in bianco e l’ecografia addominale. Analizzando le immagini radiografiche si possono localizzare i calcoli calcarei in quanto composti da sostanze radio opache. Non sono invece distinguibili i calcoli non calcarei come quelli causati dal deposito di acido urico o cistina.
L’ecografia è un esame più sensibile rispetto alla radiografia tradizionale, ma non è sempre in grado di fornire chiare informazioni al medico. Per confermare la diagnosi di calcoli renali possono allora divenire necessarie indagini più complesse come l’urografia, che prevede l’iniezione di un mezzo di contrasto per via endovenosa, e la TAC spirale, un esame abbastanza costoso ma molto preciso ed affidabile.
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