I tumori dell’esofago possono essere distinti in tumori benigni e in tumori maligni (cancro dell’esofago o cancro esofageo). Il cancro dell’esofago è quindi, per definizione, una neoplasia (tumore) di carattere maligno, che colpisce l’esofago. Poiché il cancro dell’esofago origina dalle cellule epiteliali, si parla più precisamente di “carcinoma dell’esofago” o “carcinoma esofageo“, espressione che significa appunto “tumore maligno originario dalle cellule epiteliali dell’esofago“. A seconda dell’epitelio di origine si hanno due tipi di carcinoma dell’esofago: il carcinoma squamocellulare (originario dalle cellule epiteliali di pavimentazione) e l’adenocarcinoma (che derivano dall’epitelio cilindrico dell’esofago di Barrett).
Cause
Come avviene nella maggioranza dei tumori maligni esistenti, non esiste una vera e propria causa specifica unica, bensì una serie di fattori di rischio che – nel loro insieme – tendono ad aumentarne il rischio.
Fattori di rischio
I due tipi principali di tumore all’esofago (carcinoma a cellule squamose ed adenocarcinoma) presentano distinti fattori di rischio principali:
- il carcinoma a cellule squamose è maggiormente correlato al fumo di sigaretta ed all’assunzione di alcol;
- l’adenocarcinoma è maggiormente correlato all’obesità e soprattutto agli effetti a lungo termine del reflusso gastroesofageo, che sono esofagite da reflusso e metaplasia (esofago di Barrett).
Ad ogni modo, fumo di sigaretta ed alcol sono fattori di rischio anche per l’adenocarcinoma ed allo stesso tempo il reflusso gastroesofageo cronico e l’obesità sono fattori di rischio anche per il carcinoma a cellule squamose. Fattori di rischio comuni ad entrambi gli istotipi, sono:
- età avanzata (> 50 anni);
- fumo di sigaretta;
- famigliarità (parenti con tumore esofageo);
- esofagiti frequenti;
- frequenti infezioni di faringe e/o esofago;
- inquinamento ambientale;
- assunzione di droghe;
- assunzione cronica di alcolici;
- carenze nutrizionali;
- malnutrizione per difetto;
- basso status socio-economico;
- scarsa igiene orale;
- sovrappeso od obesità;
- ridotto consumo di frutta e verdura di stagione;
- dieta ricca di cibi fritti, salumi, cibo “bruciacchiato”, cibo cotto alla brace, carni rosse, bevande molto calde e “cibo spazzatura” in generale;
- esposizione alimentare alle nitrosammine;
- esposizione ripetuta a raggi x (frequenti radiografie e/o TC del torace);
- tumori della testa e/o del collo;
- radioterapia (in particolare se eseguita per patologie del torace);
- ingestione di sostanze tossiche e/o corrosive;
- lesioni corrosive all’esofago da deglutizione accidentale o intenzionale di sostanze caustiche
- tilosi con cancro esofageo da mutazione nel gene RHBDF2;
- acalasia esofagea;
- stagnazione di cibi e bevande da rallentato transito esofageo;
- qualsiasi patologia o condizione che rallenti il transito del cibo nell’esofago e nello stomaco;
- sindrome di Plummer-Vinson;
- infezione da papillomavirus umano (HPV);
- malattia celiaca (correlazione incerta).
Fattori di rischio per il carcinoma a cellule squamose
I due principali fattori di rischio per il carcinoma a cellule squamose dell’esofago, sono:
- uso di tabacco (soprattutto fumato, ma anche masticato);
- assunzione cronica di bevande alcoliche.
La combinazione di tabacco e alcol ha un forte effetto sinergico. Alcuni dati suggeriscono che circa la metà di tutti i casi sono dovuti al tabacco e circa un terzo di alcol, mentre oltre tre quarti dei casi negli uomini sono dovuti alla combinazione dei due. I rischi associati con l’alcol sembrano essere legati al suo metabolita aldeide e alle mutazioni in alcuni enzimi connessi. Tali varianti metaboliche sono relativamente comuni in Asia.
Alti livelli di esposizione alimentare alle nitrosammine (composti chimici che si possono trovare sia nel fumo di tabacco che in alcuni prodotti alimentari) sembrano avere un fattore di rischio rilevante. Alimenti sfavorevoli sembrano coinvolgere l’esposizione alle nitrosammine attraverso salumi e carne alla brace, verdure sottaceto e un basso apporto di cibi freschi alla dieta. Altri fattori associati includono carenze nutrizionali, basso status socio-economico e scarsa igiene orale. La masticazione di noci di areca è un fattore di rischio importante in Asia.
Fattori di rischio per l’adenocarcinoma
I due principali fattori di rischio per il l’adenocarcinoma esofageo, sono:
- reflusso gastroesofageo con esofagite da reflusso ed esofago di Barrett;
- obesità o sovrappeso.
L’obesità e il sovrappeso, specie con accumulo di grasso di tipo “androide” (tessuto adiposo accumulato soprattutto sull’addome), sembrano essere associati ad un aumento del rischio.
Gli effetti erosivi a lungo termine del reflusso di materiale acido “perso” dallo stomaco e refluito in modo anomalo nell’esofago (reflusso gastroesofageo) determina cronicamente una infiammazione dell’esofago (esofagite da reflusso) che, verificandosi cronicamente, induce un cambiamento del tipo di tessuto (metaplasia) nella porzione inferiore dell’esofago in risposta alla erosione del suo rivestimento squamoso, denominato “esofago di Barrett“. La presenza dell’esofago di Barrett aumenta il rischio di soffrire di adenocarcinoma esofageo. Il fumo di tabacco aumenta il rischio anche di adenocarcinoma, ma in modo minore rispetto a quello per il carcinoma a cellule squamose.
Fattori di rischio per la malattia da reflusso gastroesofageo
I fattori di rischio per la malattia da reflusso gastroesofageo (e quindi indirettamente anche per i tumori dell’esofago), sono:
- età avanzata (>40 anni);
- fumo di sigaretta;
- alimentazione scorretta ed ipercalorica;
- abbuffate frequenti, in particolare poco prima di andare a dormire o durante la notte;
- consumo di quantità eccessive di caffè, tè, alimenti grassi, fritti, salumi, piccanti, menta, pomodoro, agrumi, cioccolata e bevande gassate;
- coricarsi subito dopo il pasto serale;
- pranzare e fare immediatamente il “sonnellino pomeridiano”;
- abitudine a mangiare in fretta masticando poco;
- pasti poco digeribili;
- cibi eccessivamente freddi o caldi;
- abuso di alcolici;
- aumento della pressione intra-addominale, che si verifica tipicamente:
- nelle persone in sovrappeso od obese;
- nelle persone con voluminose masse anomali toraciche e/o addominali, come ad esempio tumori;
- nelle donne in gravidanza, specie negli ultimi mesi quando il feto è più grande;
- famigliarità (parenti con malattia da reflusso gastro-esofageo);
- dipsepsia (cattiva digestione);
- ernia iatale;
- stress psico-fisico prolungato;
- malattie muscolari e/o nervose che rallentano peristalsi e svuotamento gastrico;
- recenti interventi chirurgici a stomaco/esofago;
- danni al cardias, allo sfintere esofageo inferiore e/o superiore;
- acidità di stomaco;
- difficoltà a mantenere la stazione eretta;
- allettamento di lungo periodo;
- tumori addominali che premono sullo stomaco;
- tumori toracici che premono sull’esofago;
- vestiti che stringono l’addome, specie se indossati durante/subito dopo i pasti;
- assunzione farmaci che riducono la pressione del cardias, come alcuni sedativi, antidolorifici, antidepressivi e anestetici.
Alcuni medicinali gastrolesivi possono causare o peggiorare i disturbi del reflusso gastroesofageo, ad esempio i FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei come Aspirina®, Oki® e ibuprofene) ed alcuni antibiotici.
Fattori protettivi
Possibili fattori protettivi per il tumore esofageo, sono:
- infezione da Helicobacter pylori (Hp);
- sesso femminile (ormoni femminili);
- allattamento.
Nonostante la presenza del batterio Helicobacter pylori (Hp) sia un importante fattore di rischio per il tumore allo stomaco, sembra che essa sia associata ad una riduzione delle probabilità di incorrere nell’adenocarcinoma esofageo di ben il 50%. La spiegazione biologica per tale effetto protettivo è alquanto incerta. Una possibile spiegazione è che alcuni ceppi di Hp riducono l’acidità di stomaco, riducendo in tal modo danni da malattia da reflusso esofageo. I tassi decrescenti di Hp nelle popolazioni occidentali negli ultimi decenni sono state proposti come una delle spiegazioni per il contestuale aumento dell’adenocarcinoma esofageo. La diminuzione registrata è dovuta ad una migliore igiene, per esempio attraverso una maggiore refrigerazione degli alimenti e a gruppi familiari meno affollati.
Gli ormoni femminili potrebbero avere un effetto protettivo, in quanto le donne sono in genere molto meno colpite rispetto agli uomini. In particolare, l’adenocarcinoma esofageo non è solo molto meno comune nelle donne, ma si sviluppa più tardi nella vita rispetto agli uomini.
L’allattamento al seno potrebbe diminuire il rischio di cancro esofageo.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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