L’uomo ai tempi di app e social: narcisista, egocentrico ed egoista

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO SMARTPHONE SOCIAL TECNOLOGIA TABLET CELLULARE TELEFONINO TELEFONO (5)L’empatia aiuta a stare bene con gli altri e anche con se stessi, eppure ai tempi dei social media è una qualità sempre più rara: secondo uno studio condotto tempo fa dall’Università del Michigan, gli uomini di oggi sono egoisti, concentrati solo sul proprio benessere, e sono quasi due volte meno empatici rispetto ai loro genitori e ai loro nonni.

La Società dell’egocentrismo

Nicola Strizzolo, docente di sociologia presso l’Università degli Studi di Udine, sostiene che quando si svilupparono le grandi possibilità di navigazione della Rete, ciò che maggiormente aumentò fu la pornografia su scala mondiale. Tinder o social omologhi vengono utilizzati con gli stessi obiettivi o modalità. L’app Tinder è un “facilitatore” di incontri di persone vicine con le quali potrebbero esserci affinità di interessi. All’interno di una perimetro chilometrico scelto vengono ricercati gli utenti disponibili. L’utilizzo dello strumento avviene più intensamente dalle 17 alle 20, con una coda fino alle 22. Si gestiscono gli incontri serali ed eventualmente pomeridiani. Gli uomini sono in maggior numero delle donne e compongono messaggi più lunghi. Vi sono maggiori probabilità che gli uomini lo utilizzino per incontri di una notte sola. Le donne per chattare ed uguali tra i generi per guardare il profilo e conoscere un partner.

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Muore a 29 anni sulla E45 per salvare un cane abbandonato. Ma è andata davvero così?

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma ALESSANDRO CARLINI MUORE SALVARE CANE ABBANDONATO Bufala Falso Macchie Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Capillari Pressoterapia Linfodrenaggio“La sciagura si è consumata questa mattina di mercoledì 14 settembre nella superstradaE45. La vittima, Alessandro Carlini 29 anni, stava percorrendo la carreggiata nord al volante, ha avvistato un cane abbandonato impaurito in mezzo la strada e quando si sono fermati per soccorrerlo Alessandro è stato falciato da un auto che arrivava a grande velocità. Alessandro è sempre stato un amante degli animali  e che non poteva fare altrimenti.”

Recita più o meno così il post che gira su Facebook da un paio di giorni, correlato dalla foto che vedete in alto. Ma siete davvero sicuri che tutto quello che gira sui social sia vero? Di un presunto Alessandro Carlini, morto sulla E45 nell’ultima settimana non vi è riscontro su nessun mezzo di informazione “ufficiale”: la storia raccontata è falsa, è una vera e propria bufala! L’immagine riportata nell’articolo non è altro che una foto dove viene ritratto il noto burlone del web Ermes Maiolica, che già in passato si era contraddistinto per bufale diventate famose sui social perché condivise da migliaia di persone.

Sciagure come queste avvengono davvero nella vita reale ed io che sono da sempre un amante della natura e degli animali ne sono tristemente consapevole, ma oggi il punto è un altro. E’ la superficialità della gente. Il post in questione è già stato condiviso oltre 20 mila volte. Questo purtroppo ci dimostra quanto le persone si curino poco di quello che condividono sui social e di quanta superficialità contraddistingue ormai la nostra vita.

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Dipendenza dal porno online: è facile cadere nel vortice della masturbazione compulsiva

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO GIOVANE DISPERATO DI FRONTE A PC NOTEBOOK COMPUTER SMARTPHONE TELEFONINO CELLULARE PORNOGRAFIA VIDEO MASTURBAZIONE DIPENDENZA DOPAMINAI problemi di erezione dell’uomo sono sempre esistiti, fin dalla antichità. L’avanzare dell’età, il fumo di sigaretta, l’abuso di alcolici, la scarsa propensione all’attività fisica costante, ha portato i deficit erettivi tra i più diffusi in tutto il mondo. Negli ultimi anni ho però notato un incremento esponenziale rapidissimo tra i giovani di casi di disfunzione erettile, quasi sempre legato alla dipendenza comportamentale sessuale, in particolare alla visione di pornografia online ed alla masturbazione compulsiva. Questo incremento di disfunzione erettile da dipendenza dal sesso tra i più giovani è andato di pari passo con alcuni fattori che descrivo in questo articolo, che sono stati desunti dai racconti e dalle affermazioni dei miei pazienti maschi, sia di orientamento eterosessuale che omosessuale:

  1. la possibilità per chiunque di accedere a reti internet sempre più veloci;
  2. l’aumento dei siti con streaming di video pornografici con contenuti sempre più estremi e diversificati;
  3. l’aumento di piattaforme che permettono la condivisione e l’acquisto di materiale pornografico in modo diretto, senza intermediari, come OnlyFans;
  4. il fatto che i siti con video pornografici siano accessibili a tutti (di fatto anche ai non maggiorenni), in qualsiasi momento e luogo e lontano da occhi indiscreti;
  5. il commercio di sex toys sempre più realistici (che ricalcano fedelmente pene, ano e vagina) e tecnologici (che simulano il movimento massaggiante di una mano, di una vagina, di un ano o di una bocca). Ultimamente si sta diffondendo inoltre l’uso di costose “bambole gonfiabili robot” iper-realistiche, che in futuro diverranno sempre più economiche, tecnologiche (dotate di intelligenza artificiale) ed accessibili a chiunque (già ora ho riscontrato alcuni casi di quella che ho denominato “dipendenza da bambola gonfiabile” o “dipendenza da sex doll” o “dipendenza da ginodroide“);
  6. la possibilità di poter acquistare i sex toys online, eliminando l’intermediario umano, cosa che in passato non poteva essere fatta (alcuni decenni fa era necessario ad esempio rivolgersi ad un negoziante specializzato per acquistare i sex toys e ciò rappresentava spesso un blocco derivato dalla vergogna, specie nei piccoli paesi);
  7. il processo di secolarizzazione con relativa diminuzione dei tabù sociali e religiosi relativi alla masturbazione;
  8. il fatto che alcuni medici sottostimino ancora molto i problemi di una attività masturbatoria ripetuta più e più volte al giorno ed anzi “sdoganino” la masturbazione come atto salutare con frasi come ad esempio “masturbarsi protegge dal cancro alla prostata”, fatto assolutamente vero, ma che tralascia la non indifferente informazione che farlo troppo spesso può essere la spia di una dipendenza comportamentale sessuale;
  9. il continuo bombardamento sessuale che subiamo inconsciamente dall’ambiente che ci circonda, dai cartelloni pubblicitari per strada fino ai film, dai programmi televisivi alle pubblicità in tv o nei siti internet, fino ai “balletti” e similari presenti su TikTok ed altri social, che mostrano spesso nudità o riferimenti sessuali più o meno nascosti;
  10. la relativa facilità con cui, tramite internet, si può visionare anche immagini e video illegali, come la pedopornografia od il materiale derivato dal revenge porn;
  11. il fatto che – legalmente o illegalmente – sia possibile accedere a video pornografici di alta qualità gratuitamente ed in modo illimitato, tramite siti, canali Telegram, Emule, Torrent…
  12. il miglioramento della definizione e qualità dei video, sia dal punto di vista grafico che sonoro, il quale permette maggiore realismo e quindi aumenta il coinvolgimento da parte di chi lo osserva;
  13. la diffusione di video “POV” (point of view), cioè quei video in cui la ripresa avviene secondo il punto di vista diretto dell’attore maschile. Si tratta dunque di riprese che sono create come se si stesse guardando la scena con gli occhi del protagonista maschile, in prima persona, e ciò aumenta il coinvolgimento e l’immedesimazione di chi guarda il video;
  14. il fatto che un video POV possa essere fruito da uno smartphone, il che dà ancora più l’illusione di essere il protagonista reale della scena, come se fossimo noi stessi a registrare un video sullo smartphone: ad esempio più di un paziente mi ha riferito di masturbarsi vedendo un video di sesso orale POV e mettendo il telefonino davanti al pene, fantasticando che il pene nel video sia il proprio;
  15. la diffusione di video pornografici in lingua italiana, fatto che aumenta il coinvolgimento dello spettatore italiano;
  16. la diffusione di video pornografici amatoriali, che aumentano il realismo dell’atto sessuale visionato e di conseguenza il coinvolgimento dello spettatore;
  17. la diversificazione della tipologia di video: i siti ed i canali hanno varie sottosezioni che permettono facilmente di trovare quello che si cerca ed attingere in un attimo allo stile ed alla scena che più ci interessa;
  18. la diversificazione dei personaggi dei video: i video sono talmente tanti, che ogni utente può facilmente trovare i “protagonisti” che più lo eccitano e lo coinvolgono. Ad esempio, uno spettatore eterosessuale potrà scegliere il video con la donna con le caratteristiche (colore dei capelli, costituzione, forma dei seni e dei glutei, tipo di pelo pubico…) che più lo eccitano sessualmente, ma non solo: se vuole potrà scegliere l’attore maschio con cui può può più facilmente identificarsi (più giovane, più anziano, più grasso, più magro, più basso…). A tal proposito, più di un paziente mi ha riferito di scegliere i video anche in base al tipo di pene dell’attore maschio: un pene più simile al proprio (in fatto di caratteristiche come lunghezza, forma del glande, presenza o meno di circoncisione…), aumenta il coinvolgimento dello spettatore;
  19. la grande quantità di attrici pornografiche: l’uomo etero, grazie ai milioni di video esistenti, ha accesso a svariate partner virtuali che possono essere anche “cambiate” ogni giorno. A causa dell’effetto Coolidge e della tolleranza tipica di ogni dipendenza, ciò porta l’uomo a eccitarsi meno o a non eccitarsi più con la propria partner reale (magari la stessa da anni e magari meno attraenti di un tempo) ed a preferire la visione di video con donne ogni giorno nuove ed affascinanti, il che lo lega ancor di più alla dipendenza. Discorso simile può essere fatto ovviamente per i maschi con orientamento omosessuale;
  20. la possibilità di vedere e rivedere all’infinito un video che ci è particolarmente piaciuto, ad esempio mettendolo tra i “preferiti” o scaricandolo su smartphone o computer;
  21. la possibilità di individuare una attrice preferita e metterla tra i “preferiti”, in modo da poter vedere moltissimi video con lei come protagonista ed essere aggiornati in tempo reale su eventuali nuovi suoi video usciti;
  22. la possibilità di poter (o aver l’illusione di poter) interagire direttamente con la propria attrice pornografica preferita, ad esempio seguendola sui social e mandandole messaggi e like;
  23. la presenza, alla fine di ogni video, di link a video simili che ci portano a vedere sempre nuovi video in linea con i nostri gusti, in un circolo vizioso che favorisce comportamenti ossessivo-compulsivi che solo l’orgasmo può interrompere;
  24. la capacità dei siti pornografici di “ricordare” i video che si sono visti nei giorni precedenti, in modo da consigliarci nuovi video in linea con i nostri gusti;
  25. i costi sempre più ridotti degli abbonamenti ai siti pornografici;
  26. il costo praticamente nullo della visione di video e immagini pornografiche anche senza alcun abbonamento;
  27. l’abbassamento dei costi di connessione ed il loro miglioramento in termini di performance: le connessioni ad internet sono sempre più economiche e veloci, ciò permette a tutti di vedere moltissimi video, caricati rapidamente e con la possibilità di spostarsi tra una scena e l’altra dello stesso video con tempi di caricamento minimi;
  28. l’aumento delle performance dei siti pornografici: i siti specializzati in contenuti pornografici sono oggi più performanti del passato e permettono – ad esempio – sempre più facilmente la visione, senza interruzioni dovuta a tempi di caricamento, di video pornografici ad alta definizione, cosa impossibile fino a pochi anni fa;
  29. la possibilità di fruire in privato e in anonimato di immagini e video pornografici, senza che nessuno possa giudicare il proprio comportamento. L’attività sessuale diviene un “oscuro passeggero” che non conosce nessuno tranne la persona stessa che la pratica;
  30. il fatto che una dipendenza sessuale, nella maggioranza dei casi, non determini alcun sintomo o danno significativo visibile dall’esterno, con il risultato che la dipendenza possa perpetuarsi per anni (peggiorando) e spesso senza che nessuno (mogli, partner, fidanzate, amici, parenti…) possa anche solo immaginare che la vita della persona sia così immersa nella pornografia;
  31. la possibilità di ottenere materiale pornografico eliminando l’intermediario umano, cosa che in passato non poteva essere fatta. Alcuni decenni fa era necessario ad esempio rivolgersi ad un giornalaio o ad un negozio di videonoleggio per ottenere immagini e video pornografici e ciò rappresentava spesso un blocco derivato dalla vergogna e disincentivava la visione compulsiva di materiale pornografico;
  32. l’aumento dello stress, delle pressioni e dello stigma sociale a cui viene sempre più sottoposto il genere maschile negli ultimi anni da stampa, società e politica, che viene “curato” con la masturbazione, un vero e proprio antidepressivo naturale;
  33. la difficoltà dell’uomo medio ad accedere ad una relazione amorosa e/o sessuale, che è andata aumentando negli ultimi anni: ciò lo porta, più spesso che nel passato, a ripiegare in un surrogato del sesso reale;
  34. l’aumentata percezione di paura, per l’uomo, di subire false accuse di violenza sessuale, col risultato di essere portato a preferire la masturbazione ad un rapporto sessuale reale ed ai possibili rischi penali ad esso legato;
  35. la recente diffusione dello smart working, che ha permesso a milioni di persone nel mondo di lavorare da casa, tramite un pc, fatto che “aumenta le tentazioni”. Un mio paziente mi ha recentemente riferito che lui – dalla pandemia in poi – lavora abitualmente da casa con un computer e che, mentre lavora, tiene quasi sempre aperta sul lato dello schermo una finestra con avviato un video pornografico che ogni tanto “sbircia”: lui stesso riferisce che la stessa cosa non sarebbe stata possibile se avesse continuato a lavorare in ufficio, come faceva prima, e che questa cosa ha determinato in lui una riduzione delle performance lavorative;
  36. la presenza di app e programmi su smartphone e pc che facilitano la visione e lo scaricamento di un gran numero di filmati pornografici;
  37. la possibilità di avere supporti di memoria (hard disk, schede di memoria…) di capienza sempre più elevata ed a prezzi sempre più bassi che permettono di salvare sul proprio pc o smartphone, una quantità elevatissima di immagini e filmati pornografici e di poterli vedere anche quando si è offline;
  38. la possibilità di avere internet illimitato sia sul pc di casa che sullo smartphone, che permette di aver accesso ad una quantità di materiale pornografico illimitato;
  39. la diffusione di apparecchi facilmente trasportabili (come smartphone e tablet) che permettono di fruire di video pornografici in qualsiasi luogo e momento, anche in luoghi e momenti inappropriati, ad esempio mentre si guida un automobile o mentre si è a lavoro;
  40. la diffusione di smartphone con schermi sempre più grandi e più definiti che consentono maggiore realismo e coinvolgimento;
  41. il progressivo abbassamento del prezzo di strumenti tecnologici utili a visionare materiale pornografico, come smartphone, tablet, notebook e televisori collegati ad internet (smart tv).

Questi fattori – che presi da soli sono in alcuni casi del tutto innocui – in sinergia tra loro hanno permesso (direttamente e/o indirettamente) a chiunque, in barba ai controlli su chi è o non è realmente “maggiore di 18 anni”, di usufruire in qualsiasi momento e luogo di una quantità sterminata di video pornografici sempre più estremi, coinvolgenti e diversificati in base ai gusti. Chiunque può “cacciare” i propri attori, i propri video e le proprie scene preferiti e vedere per ore e ore (masturbandosi in modalità “edging” cioè senza mai raggiungere l’orgasmo e prolungando al massimo il piacere) sterminate quantità di filmati a luci rosse legali o illegali direttamente sul proprio smartphone in qualsiasi momento ed in qualsiasi luogo: sul lavoro, a scuola, mentre si è nella sala d’attesa del dentista, perfino mentre si guida l’automobile o la bicicletta, come riferito da un mio paziente, con grandi rischi sia sociali che penali. Questa cosa non era possibile fino a neanche dieci anni fa, quando, per fruire di un video pornografico, si doveva essere di fronte ad un pc collegato ad internet o, ancor prima nel tempo, di fronte ad un televisore collegato ad un videoregistratore VHS. La tecnologia è avanzata veloce, troppo veloce rispetto alle capacità del nostro cervello di “metabolizzarla” e ciò – legato alla naturale tendenza umana a percorrere le vie neurologiche della “ricompensa”, ha trasformato il masturbatore saltuario e “sano”, in una sorta di eroinomane che può avere una dose di droga sempre maggiore ed assolutamente gratis, dove vuole, quando vuole e con la percezione che quello che sta facendo è assolutamente naturale ed anzi salutare, ignaro dei pericoli. Mutatis mutandis, l’unica vera differenza è che per un masturbatore compulsivo la droga non è l’eroina, bensì la dopamina, che viene secreta in risposta all’eccitazione procurata dalla masturbazione. E badate bene che quando si parla di masturbazione “compulsiva”, non ci si riferisce alla normale masturbazione che avviene “ogni tanto” (che è fisiologica ed assolutamente normale), bensì a quelle situazioni in cui il soggetto è ossessionato dal vedere materiale pornografico e dal masturbarsi periodicamente una o più volte al giorno senza poterne fare a meno (pena l’avere sintomi di astinenza come il nervosismo e l’ansia) e con seri risvolti nella vita sociale, relazionale, professionale e – a volte – penale. La masturbazione compulsiva è una vera e propria dipendenza comportamentale sessuale che a sua volta è una tossicodipendenza dalla dopamina prodotta dal nostro cervello come ricompensa all’atto sessuale, a tal proposito leggi anche:

I bambini con lo smartphone

Il dato più allarmante è però quello che riguarda i bambini. La tecnologia viene usata da soggetti sempre più giovani, ormai è normale vedere un 11enne ad esempio che usa con facilità il suo smartphone con delle possibilità che noi adulti – alla sua età – ci sognavamo. Questo permette ad individui giovanissimi, perfino prepuberi, con una sfera sessuale ancora in fase di sviluppo, di poter accedere a dei siti colmi di video non adatti a loro e che sarebbero in alcuni casi considerati estremi perfino da un adulto, con tutte le implicazioni del caso (oltre al rischio di pubertà sempre più precoce, col rischio di alterazioni ormonali complesse): prevedo che il vero picco di pazienti con masturbazione compulsiva da porno online non corrisponde alla mia generazione (ultraquarantenni), bensì si verificherà con quelli nati dopo il 2000, che sono letteralmente cresciuti a contatto con video pornografici illimitati e la cultura del “la masturbazione fa sempre bene alla salute”. Dal momento che le dipendenze comportamentali sessuali sembrano modificare irreversibilmente alcune aree del cervello di un adulto, immaginate cosa possa fare una dipendenza dal sesso nel plastico cervello di un bambino o di in un adolescente. A tal proposito leggi anche: Pornografia e masturbazione compulsiva danneggiano il cervello: la Sindrome frontale

E non è tutto. Dal momento che i video porno online diventano ogni anno sempre più numerosi e più coinvolgenti, e che le tecnologie per fruire di questi video diventano sempre più “innestate” nella nostra vita (immaginate un futuro di porno-realtà virtuale tramite il metaverso o di porno-ologrammi o ancora di androidi sessuali già ora in commercio, che in futuro saranno sempre più realistici, economici e dotati di intelligenza artificiale), ogni generazione futura – specie maschile – sarà sempre più isolata, meno propensa a rapporti con persone reali (anche a causa di deterrenti come rischio di malattie, rischio di gravidanze, rischio di denunce per violenza sessuale, rischio di “fare cilecca”, eccessivi ed irrealistici standard richiesti per attrarre un partner…) e soffrirà sempre di più di dipendenza da pornografia e masturbazione compulsiva, a meno che questo circolo vizioso non venga spezzato, cosa molto difficile visto che l’industria del porno guadagna miliardi da questa dipendenza e non ha nessuna intenzione di interromperla, un po’ come avviene per l’industria del tabacco o dell’alcol o – illegalmente – per quella della cocaina o dell’eroina. Ciò mi da la certezza che le dipendenze sessuali da pornografia online e da masturbazione compulsiva diventeranno, in pochi anni, le prime malattie psichiatriche per diffusione tra gli uomini nel mondo occidentale.

Le confessioni di un mio paziente masturbatore cronico

A tale proposito è molto interessante leggere alcune confessioni di un mio paziente – in cui forse vi ritroverete – che soffre da anni di masturbazione compulsiva e dipendenza dal porno online, le potete trovare a questo link: Le confessioni di un mio paziente masturbatore cronico

Se credi di avere un problema di dipendenza da porno online e masturbazione compulsiva, prenota la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, ti aiuterò a gestire e risolvere definitivamente il tuo problema.

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Nuova versione di Whatsapp con la funzione spia “scrivendo a…”

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma VERSIONE WHATSAPP SCRIVENDO A Riabilitazione Nutrizionista Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Pressoterapia Linfodrenaggio PeneWhatsapp è ormai con certezza l’app di messaggistica più utilizzata al mondo ed il numero di suoi utenti aumenta giorno dopo giorno mentre diminuisce il traffico dei vecchi sms. Ultimamente si è diffusa la voce che che Whatsapp introdurrà la funzione “Spia chat”, che metterebbe al corrente l’utente sul fatto che gli altri utenti stiano messaggiando con una persona specifica.

Teoricamente, se avete in rubrica un contatto chiamato “Marco” che in questo momento sta chattando con un contatto chiamato “Marta”, voi verrete informati di questa informazione. In che modo? Andando nella chat di “Marco”, sotto il suo nome apparirà la scritta “scrivendo a Marta” e significherà appunto che in quel momento il vostro Marco sta chattando non con voi, ma con Marta! Personalmente ritengo improbabile che questa “miglioria” vedrà mai la luce, vedremo in futuro quello che succederà, anche se sembra una vera e propria bufala. L’unica cosa sicura è che, se dovesse mai uscire, questa cosa romperà un gran numero di fidanzamenti e matrimoni!

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Il video dell’infezione da deodorante che gira su Facebook

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Specialista in Medicina Estetica Roma INFEZIONE DEODORANTE NIVEA Ascella Bufala Radiofrequenza Rughe Cavitazione Grasso Pressoterapia Linfodrenante Dietologo Cellulite Calorie Sessuologia Filler BotulinoDopo il finto video con l’infezione da shampoo Nivea (cliccate qui per leggere l’articolo) ecco in arrivo su migliaia di bacheche di Facebook, la bufala dell’infezione da deodorante. Una immagine come quella che vedete qui in alto, seguita da questa frase:

“Lei non potrà mai usare un deodorante dopo aver visto questo video”

Queste parole spingeranno i più curiosi a cliccare sul link per vedere i fantomatici effetti sulla pelle di questo deodorante killer. Ovviamente, sull’ascella della donna ritratta nella foto, non c’è nessuna “infezione”, ma solo l’ennesimo fiore di loto come accadeva per la bufala dello shampoo Nivea. Non cliccate su questi link virali e non condivideteli!

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L’infezione da shampoo Nivea che circola su Facebook in realtà è…

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Specialista in Medicina Estetica Roma INFEZIONE SHAMPOO NIVEA Bufala Radiofrequenza Rughe Cavitazione Grasso Pressoterapia Linfodrenante Dietologo Cellulite Calorie Pancia HD Sessuologia Filler Botulino 1Da alcuni giorni gira su Facebook un link che, mostrandovi una foto di una – presunta – terribile infezione cutanea, vi avverte che lo shampoo della marca Nivea può procurarvi un grave danno alla pelle. Niente paura: se vi farete la doccia usando questo shampoo (o un qualunque altro shampoo in commercio) non svilupperete la mostruosa escrescenza che vedete nella foto qui in alto. Né contrarrete temibili infezioni, come minaccia questo video virale che circola in queste su Facebook. Ah, importante: non riuscirete mai a trovare il filmato, questo video NON ESISTE, anzi cliccando sul link rischiate anche danni al vostro pc, NON APRITELO!

Uno scherzo di Photoshop

Il motivo è semplice: il fantomatico ascesso, lungi dall’essere una pericolosa malattia cutanea causata da chissà quali sostanze chimiche, è un fotomontaggio bello e buono, che accosta, alla pelle di un uomo, l’immagine di un fiore di loto, una pianta che potete facilmente riconoscere nella foto che vedete qui sotto:

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Una bufala in piena regola: un inganno di cui non vi riporto neppure il link perché, seguendolo, si finisce in una serie di pagine di dubbia provenienza e piene di malaware pericolosi per la sicurezza del vostro pc. E del video, alla fine, neanche l’ombra.
Il link è diventato virale anche perché, una volta cliccato, comunica all’utente che per vedere il video deve prima condividere il link sulla propria bacheca; a quel punto molti, presi dalla curiosità di vedere la misteriosa “infezione cutanea”, lo condividono.

Pianta conosciuta per le sue proprietà benefiche

Il fiore photoshoppato, tra l’altro, è una pianta conosciuta in tutta l’Asia per le sue proprietà benefiche, antidiarroiche, antinfiammatorie, emollienti. La parte sfruttata nel fotomontaggio è il baccello contenente i semi di un fiore di loto asiatico che vive negli stagni, il cui nome scientifico è Nelumbo Nucifera.

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Oggi è il compleanno di Facebook: compie 10 anni!

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Era il 4 febbraio 2004 quando, dal suo dormitorio di Harvard, l’allora 19enne Mark Zuckerberg lanciava on line «The Facebook» (vedi foto in alto)  un sito nel quale gli studenti universitari potevano inserire informazioni su se stessi, messaggi commerciali, e diventare «amici» virtuali tra loro. Negli Stati Uniti i social network erano già diffusi, con il popolare Friendster che stava per essere superato da MySpace, mentre Google aveva lanciato poco tempo prima Orkut. Il fondatore di Facebook non immaginava forse che, dieci anni dopo, sarebbe diventato il più importante giovane miliardario al mondo (24 miliardi di dollari guadagnati a 29 anni) e come la sua creatura sarebbe stata in grado di raccogliere un un miliardo e 230 milioni di iscritti. Ovvero, un essere umano su cinque. Numeri che mostrano il successo di un progetto che è diventato parte delle nostre vite. Anche nel nostro Paese, considerati i 26 milioni di utenti italiani.

Continua la lettura su https://archivio.giornalettismo.com/i-primi-dieci-anni-di-facebook/

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Internet dipendenza: gli Italiani “malati” di Facebook e Twitter più degli statunitensi

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO SMARTPHONE TELEFONO TELEFONINO TABLET CELLULARE TECNOLOGIA PSICOTECNOPATOLOGIA BAMBINI GIOVANIGli italiani sono più social degli statunitensi: secondo una ricerca di LiveXtension negli Stati Uniti i social network sono utilizzati dal 72% della popolazione internet, mentre nel nostro Paese il dato arriva al 75%, un risultato ancora più stupefacente se si considera la fascia di età dai 50 anni in su – nata prima di computer e smartphone – la differenza è ancora maggiore.

Lo studio

Lo studio ha incrociato i dati sull’utenza internet americana, così come dal report Pew Research 2013 relativo ai mesi di aprile e maggio 2013 e quelli italiani di Audiweb di giugno, da cui emerge che se la nostra popolazione più anziana è maggiormente vittima del digital divide rispetto ad altrove, quando utilizza internet è invece più social, dal momento che oltre il 60% degli utenti internet italiani over 64 usa Facebook, Twitter o altri, mentre negli Usa ci si ferma al 43%.  E nella fascia d’età tra i 50 e i 64 il 60% degli americani usa i social, mentre in Italia è il 75%.

Italiani più social degli americani

Una verifica ulteriore di questo fenomeno, è stata effettuata confrontando altri dati, quelli relativi al mese di luglio 2013 di Nielsen Usa e di Audiweb: pur con qualche differenza il vantaggio italiano rimane con una penetrazione complessiva dei social network in America del 63,4% e sui 50-64 del 65,4%, numeri lontani da quelli del nostro paese dove gli Italiani che navigano sui social network corrispondono al 73% e al 74,5% nella fascia 50-64 anni. Mentre per quanto riguarda gli over 64 gli Stati Uniti si allineano al dato italiano del 60%.

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