La dipendenza da videogiochi (anche chiamata “dipendenza da videogame“) è un tipo specifico di dipendenza comportamentale in cui il soggetto diviene dipendente dall’uso di uno o più videogiochi. Le “dipendenze comportamentali” (anche dette “dipendenze patologiche comportamentali” o “dipendenze da comportamento” o “dipendenze senza sostanza” o “disturbi compulsivo-impulsivi“; in inglese “behavioral addiction” o “non-substance addictions” o “process addiction” o “non-substance-related addiction“) sono un insieme di comportamenti patologici caratterizzati dalla compulsione ad attuare un comportamento premiante (cioè che nel soggetto determina una “ricompensa naturale” che porta a piacere o annullamento dell’ansia) non connesso a sostanze (legali come farmaci o illegali come le droghe), nonostante le conseguenze negative psicologiche, fisiche, sociali, affettive, professionali, economiche e/o legali della persona.
Trattamento
Gli approcci terapeutici si fondano su quanto applicato con successo alle altre dipendenze patologiche comportamentali, adattandolo alle caratteristiche peculiari dei videogiochi. Su Internet si trovano vari forum che affrontano il gioco problematico online e/o le relative opzioni terapeutiche, secondo le seguenti tipologie:
- i forum in cui genitori o altri familiari di giocatori problematici discutono dei vari problemi, condividono le esperienze e si supportano a vicenda;
- i forum di auto-aiuto in cui i giocatori stessi discutono su argomenti analoghi e si aiutano a vicenda;
- i forum gestiti e amministrati da organizzazioni professionali che offrono informazioni generali sull’argomento, forniscono qualche spunto per l’autoaiuto e mettono a disposizione contatti professionali
Molti dei consigli dati in questi forum si fondano sui sistemi premianti e penalizzanti. Un’organizzazione di auto-aiuto, i Giocatori Online Anonimi, offre un approccio terapeutico di supporto via Internet fortemente basato sul sistema dei Dodici Passi del Minnesota Model utilizzato da gruppi analoghi come gli Alcolisti Anonimi e i Giocatori d’azzardo Anonimi (Griffiths, 2008; Griffiths e Meredith, 2009).
In alcuni Paesi, vi sono cliniche specializzate per le dipendenze (ad esempio Stati Uniti, Cina, Corea del sud, Regno Unito), ma in letteratura sono stati pubblicati pochi dettagli sui programmi terapeutici adottati. La maggior parte di queste cliniche utilizza vari tipi di interventi terapeutici. I programmi seguono fondamentalmente due approcci: il modello dell’astensione completa (ad esempio il centro terapeutico Broadway Lodge, Somerset, Regno Unito) e il modello del contenimento del danno, che modera ed equilibra il comportamento e non esige che il paziente smetta completamente di giocare e di usare il computer (ad esempio Woog Laboratories, California). Inoltre, vi sono singoli terapeuti, come Young (Center for On-Line Addiction) e, prima della sua scomparsa, Orzack (Computer Addiction Services), che usano approcci multimodali ma non raccomandano necessariamente l’astensione completa o la moderazione (Grfiths, 2008). Lo scopo di tutti i programmi terapeutici è accrescere le inclinazioni sociali del soggetto patologicamente dipendente tramite attività socializzanti e della vita reale che sostituiscano il tempo trascorso a giocare. Per la gestione di disturbi concomitanti e sottostanti come depressione e ansia, tali approcci prevedono anche alcune forme di psicoterapia. I programmi terapeutici servono anche a integrare le diverse professionalità che intervengono nel percorso di cura (ad esempio definire obiettivi e stabilire tempi), al fine di aiutare meglio i giocatori a controllare i loro comportamenti (Griffiths, 2008).
Tra le varie terapie, si ricorre per lo più a quelle adottate per altre dipendenze comportamentali (ad esempio terapia comportamentale, TTC cioè terapia cognitivo-comportamentale, colloquio motivazionale), con accorgimenti ulteriori. Ad esempio, la TCC aiuta il soggetto a identificare, ed eventualmente a risolvere, il problema sottostante, quindi ad acquisire capacità gestionali per prevenire le recidive. Per quanto efficiente, è improbabile che la TCC possa curare da sola la dipendenza patologica dal gioco online, in quanto la dipendenza ha verosimilmente dei presupposti biopsicosociali che richiedono interventi terapeutici multimodali, pertanto la TCC può essere anche associata alla terapia di supporto di gruppo (online o dal vivo) e/o alla terapia farmacologica. Anche la ricerca di altri modi di soddisfare i bisogni sottostanti, che sono stati alleviati dal comportamento problematico, è importante per evitare le recidive (Griffiths, 2008).
Secondo Young (2010), si dovrebbero impiegare tecniche di gestione temporale per aiutare il paziente a strutturare e regolare le sessioni di gioco online, oltre a strategie che aiutino i giocatori a interessarsi ad attività alternative che li tengano lontani dai computer (ad esempio passare più tempo con la famiglia, dedicarsi a un hobby o a programmi di esercizi). Sempre secondo Young (2007), i giocatori online hanno tipicamente difficoltà nei rapporti interpersonali, come introversione o ansia sociale, in parte correlate al fatto che preferiscono le relazioni virtuali e il gioco. Anche questo aspetto dovrebbe essere affrontato durante la terapia.
Griffiths (2008) riferisce che, in sintesi, gli approcci terapeutici si basano su TCC,
affinamento delle capacità e tecniche umanistiche. La TCC è utilizzata per le condizioni psicologiche sottostanti come fobia sociale, ansia e depressione. L’affinamento delle capacità è indicata per attività come gestione del tempo, ricerca di altre attività appaganti e sviluppo di altre abilità essenziali nella vita. La terapia dei rapporti interpersonali è volta a sviluppare abilità personali e funzioni sociali. Infine, la terapia di coppia o familiare è mirata ad affrontare i problemi generati nella coppia o nell’ambito familiare dal gioco online problematico.
Terapia farmacologica
Han et al. (2010; 2012) hanno pubblicato alcuni studi che riportavano casi trattati farmacologicamente con successo. Dopo un periodo di terapia con bupropione a rilascio prolungato della durata di 6 settimane (Han et al., 2010) e di 12 settimane (Han e Renshaw, 2012), alcuni giocatori problematici hanno avuto miglioramenti significativi in termini sia di riduzione del problema comportamentale sia di miglioramento dei punteggi relativi alla depressione. L’indicazione alla terapia farmacologica è stata ritenuta valida dai ricercatori per le similitudini tra le attività neurologiche delle dipendenze da sostanze e quelle delle dipendenze comportamentali come il gioco d’azzardo (Han et al., 2011; Ko et al., 2009; Kuss e Griffiths, 2012).
Prevenzione
Gli articoli riguardanti la prevenzione (Grifmths, 2003, 2008, Griffiths e Meredith, 2009) raccomandano a familiari e/o amici dei giocatori eccessivi o problematici di iniziare a conversare con loro, mostrando vivo interesse per il gioco, il giocatore e qualunque cosa gli piaccia dell’ambiente virtuale. Spesso questo è l’unico argomento del quale il giocatore accetta di parlare volentieri, pertanto facilita la comunicazione e l’empatia con il soggetto Acquisire familiarità con i giochi, inoltre, consente di stabilire più facilmente delle regole condivisibili al loro riguardo. Se il giocatore è un bambino o un adolescente, è fortemente raccomandabile che i genitori o altri familiari scelgano i giochi insieme a lui basandosi sui giudizi ufficiali come indice di adeguatezza all’età. I giochi dovrebbero adattarsi all’età (ad esempio i contenuti violenti e per adulti vanno evitati) e contemporaneamente dovrebbero rappresentare un intrattenimento interessante. I genitori dovrebbero incoraggiare i propri figli a giocare insieme ad amici nella vita reale, in quanto ciò aiuta a formare le relazioni personali. Così le capacità di comunicazione e collaborazione apprese online possono essere trasferite più facilmente nelle diverse situazioni della vita reale. Inoltre, è opportuno stabilire insieme e di comune accordo con i giocatori stessi la quantità di tempo giornaliera e settimanale trascorsa a giocare, in quanto, in questo modo, è più facile chiedere loro di attenersi a ciò che è stato stabilito. È importante anche seguire le raccomandazioni del produttore circa la luminosità del monitor, la distanza da esso, brevi e frequenti pause se si gioca a lungo, l’astensione dal gioco in caso di affaticamento, eccetera. E’ estremamente importante che il giocatore abbia anche altre attività ricreative (ad esempio attività sportive) oltre ai videogiochi. Ricordiamo infine al lettore che – se si gioca con giochi adatti e per tempi appropriati – il gioco può avere molti effetti positivi come l’aumento dell’autostima, il miglioramento dei riflessi, dei tempi di reazione, della memoria, del ragionamento e del pensiero strategico, della capacità di comunicazione sociale e altro (Griffiths, 2008, 2010a).
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Per approfondire:
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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