Impulsività
L’impulsività è considerata un concetto dai molteplici aspetti, per cui ha molte possibili definizioni (Robbins, Curran e de Wit, 2012). Nella lingua italiana, il termine “impulsività” indica “tendenza a comportarsi in modo precipitoso”. In psichiatria gli elementi chiave dell’impulsività comprendono:
- predisposizione disadattativa alle reazioni rapide;
- ridotta inibizione motoria o delle risposte;
- risposta automatica alle pressioni e agli impulsi;
- avversione per il ritardo;
- insensibilità ai processi compensativi dilazionati;
- mancanza di riflessione nel prendere decisioni.
Queste diverse azioni impulsive sono tipicamente “poco ponderate, espresse prematuramente, indebitamente rischiose o inappropriate per la situazione e spesso determinano conseguenze indesiderabili” (Evenden, 1999, p. 1). Sebbene soggetti sani possano avere – chi più chi meno – caratteri impulsivi nella propria personalità, l’impulsività è un aspetto fondamentale che definisce numerose condizioni psichiatriche, tra cui il disturbo da deficit di attenzione/iperattività, il disturbo da uso di sostanze, il comportamento antisociale, nonché molte dipendenze patologiche comportamentali, compresi il gioco d’azzardo patologico, la cleptomania (Dalley, Everit e Robbins, 2011; Robbins, Gillan,
Smith, de Wit e Ersche, 2011) e la masturbazione compulsiva.
Compulsività
La compulsività in psichiatria si riferisce a un comportamento, persistente o perseverante, inappropriato per la situazione e privo di una relazione evidente con l’obiettivo generale. Questi comportamenti sono spesso spiacevolmente ripetitivi e si presentano in modo abituale e stereotipato (Chamberlain, Fineberg, Blackwell, Robbins e Sahakian, 2006). I comportamenti compulsivi sono caratterizzati da spiccata persistenza, protraendosi tipicamente per lunghi periodi nonostante siano dannosi o addirittura pericolosi per il soggetto. La compulsività è il segno distintivo di molte condizioni psichiatriche e si osserva soprattutto nel disturbo ossessivo-compulsivo (Obsessive-Compulsive Disorder; OCD). Altre condizioni con aspetti compulsivi comprendono i disturbi ossessivo-compulsivi e disturbi correlati, i disturbi dell’alimentazione, le dipendenze da sostanze, nonché molti disturbi del controllo degli impulsi e dipendenze patologiche comportamentali, come l’uso compulsivo di Internet. Come l’impulsività, la compulsività può originare da difetti della risposta inibitoria o del controllo” dall’alto verso il basso”, una condizione di sovraeccitazione o l’associazione di questi fattori (Grant, Brewer e Potenza, 2006; Stein e Hollander, 1995).
Impulsività e compulsività: aspetti comuni e differenze
L’impulsività e la compulsività condividono aspetti comuni: ad esempio, entrambe sono componenti complesse del comportamento che presentano molteplici aspetti (Fineberg et al., 2010) e possono presentarsi in relazione a varie dimensioni della personalità e cognitive, tra cui la ricerca di sensazioni, l’assunzione di rischi e le scelte decisionali (Leeman e Potenza, 2012). D’altro canto, l’impulsività e la compulsività differiscono per molti aspetti importanti: ad esempio, i comportamenti compulsivi spesso
si verificano senza riferimento all’obiettivo originale del comportamento e in questo modo assomigliano alle abitudini. Inoltre, mentre l’impulsività consiste in azioni repentine con l’intento di raggiungere una ricompensa (Patterson e Newman, 1993), il comportamento compulsivo è assunto tipicamente con scarsa finalizzazione alla ricompensa, sebbene quest’ultima affermazione non sia sempre vera: ad esempio la compulsione a creare simmetria può essere gratificante quando è assecondata per propria soddisfazione (Everitt e Robbins, 2005; Fontenelle, Oostermeijer, Harrison, Pantelis e Yiicel, 2011).
Tradizionalmente, impulsività e compulsività sono viste come collocate agli estremi opposti di un continuum di caratteri e disturbi persistenti e disadattativi, dalle condizioni caratterizzate da controllo inadeguato, disinibizione comportamentale e ricerca del rischio situate all’estremo “impulsivo” della gamma, alle condizioni caratterizzate da evitamento dei pericoli e avversione per il rischio, collocate all’estremo “compulsivo” (Skodol e Oldham, 1996; Stein, Hollander, Simeon e Cohen, 1994). L’interpretazione unidimensionale di impulsività e compulsività pare un ragionevole atteggiamento euristico, date le differenze neurochimiche e neuroanatomiche funzionali esistenti tra i disturbi essenzialmente impulsivi da un lato e quelli essenzialmente compulsivi dall’altro. Più precisamente, i disturbi essenzialmente impulsivi possono essere caratterizzati da ridotta attività frontale e serotoninergica, mentre i disturbi essenzialmente compulsivi possono essere caratterizzati da aumentata attività serotoninergica e frontale (Ebstein, Benjamin e Belmaker, 2000).
Una più attenta valutazione di dati fenomenologici e psicobiologici fornisce molte evidenze per le quali un continuum unidimensionale è però probabilmente troppo semplicistico. Per prima cosa l’approccio unidimensionale presuppone implicitamente che l’impulsività sia al polo opposto della compulsività e che le due componenti del comportamento siano mutualmente esclusive (Yi, 2013), ma le osservazioni cliniche hanno evidenziato che ciò non corrisponde al vero: i pazienti con psicopatologia essenzialmente impulsiva (ad esempio gioco d’azzardo patologico) possono dimostrare aspetti ossessivo-compulsivi, mentre i pazienti con psicopatolgia essenzialmente compulsiva (ad esempio OCD, cioè disturbo ossessivo compulsivo) possono totalizzare punteggi elevati nelle scale di misura dell’impulsività e/o presentare sintomi impulsivo-aggressivi o coesistenza di disturbi del controllo degli impulsi (Stein e Lochner, 2006). E’ poi importante notare come un certo numero di disturbi, come il disturbo di Tourette e la tricotillomania, comprenda tipicamente aspetti sia impulsivi che compulsivi (Stein, 2000). In secondo luogo, nell’ambito dello stesso disturbo possono svilupparsi in modo diverso caratteri impulsivi e compulsivi sovrapposti; più precisamente, gli aspetti impulsivi e compulsivi possono presentarsi contemporaneamente o in tempi diversi nello stesso disturbo. I diversi percorsi di impulsività e compulsività all’interno dei singoli disturbi possono complicare le modalità di interpretazione di questi disturbi e anche gli approcci terapeutici (Grant e Potenza, 2006). Anziché considerare le due componenti come poli opposti, una posizione alternativa e più realistica consiste nel considerarle come fattori che si intersecano a un certo intervallo di disturbi, livello nel quale ciascuna può estrinsecarsi con maggiore o minore intensità indipendentemente dall’altra.
Considerando impulsività e compulsività come fattori che si intersecano in un intervallo di disturbi, è importante ricordare sempre che sussiste una certa variabilità individuale circa l’intensità con cui pazienti con diagnosi della stessa patologia possono presentare aspetti impulsivi o compulsivi; ad esempio, alcuni pazienti con OCD possono avere livelli elevati di impulsività e compulsività e altri livelli bassi: come sempre accade in medicina, ogni paziente è unico.
Impulsività e compulsività nel disturbo da uso di sostanze
Il disturbo da uso di sostanze (Substance Use Disorder, da cui l’acronimo “SUD”) rappresenta un importante esempio su cui fondare la discussione a proposito di compulsività e impulsività.
Gli attuali modelli psicobiologici interpretano il SUD come una transizione tra i comportamenti impulsivo e compulsivo (Dalley et al., 2011; Koob e Volkow, 2010).
Nel SUD, l’impulsività è all’origine della tendenza a perseguire compensazioni a breve termine (le droghe) e rappresenta un potente meccanismo nelle fasi iniziali del disturbo (cioè nell’abuso di sostanze) (Fernàndez-Serrano, Perales, Moreno-Lòpez, Pérez-Garcia e Verdejo-Garcia, 2012; Verdejo-Garcia, Lawrence e Clark, 2008). L’apprendimento della compensazione è responsabile del ripetersi dell’assunzione all’inizio del disturbo, quando l’uso della droga è un’esperienza piacevole e positivamente appagante.
In seguito all’uso regolare di droga per un periodo di tempo protratto, questi meccanismi di apprendimento diventano super-allenati e, di conseguenza, evolvono nell’abitudine compulsiva. Due aspetti fondamentali dell’assunzione abituale di droghe sono:
- che il comportamento è spinto da associazioni indotte da stimoli e non da chiari obiettivi/compensazioni;
- che il soggetto non è capace di correggere il modo di comportarsi ripetitivo, sfociando così nell’uso compulsivo della droga.
In termini neurobiologici, il passaggio dall’azione volontaria nell’abuso della sostanza a modalità più abituali o compulsive relativamente alla dipendenza dalla sostanza stessa sembra rappresentare un cambiamento nel controllo sulle risposte da quello corticale prefrontale a quello striatale. Questo cambiamento nelle modalità di controllo è correlato, dal punto di vista clinico, al passaggio da un comportamento positivamente gratificato, motivato dalla ricerca di compensazione con l’abuso della sostanza, a un comportamento rinforzato in modo negativo e motivato dalla necessità di evitare i sintomi dell’astinenza nella fase di dipendenza dalla sostanza (Everitt e Robbins, 2005).
In definitiva:
- l’impulsività ha un ruolo importante nello stadio iniziale del SUD (abuso della sostanza),
- i processi di apprendimento disadattativi e la comparsa dell’abitudine portano a sviluppare la compulsività nello stadio più avanzato del SUD (dipendenza dalla sostanza).
Impulsività e compulsività nelle dipendenze comportamentali
Le dipendenze da comportamento, molto probabilmente, si collocano al confine tra compulsività e impulsività. Queste condizioni possono essere caratterizzate da aspetti sia impulsivi sia compulsivi, per cui sono dette, talora, disturbi compulsivo-impulsivi. Come nel caso del disturbo da uso di sostanze, si può ritenere che gli aspetti impulsivi rappresentino la chiave per l’avvio del comportamento, il quale in seguito sviluppa caratteristiche compulsive (Dell’Osso, Altamura, Allen, Marazziti e Hollander, 2006). La cleptomania è, per certi versi, un prototipo di dipendenza patologica comportamentale e, quindi, rappresenta un esempio utile nella discussione pro e contro il ricorso alla struttura teorica della dipendenza comportamentale per comprendere l’impulsività e la compulsività. Questa discussione si focalizza sulla cleptomania, classificata nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, quarta Edizione (DSM-IV; American Psychiatric Association, 2000) come un disturbo del controllo degli impulsi e, nel più recente DSM-5 (American Psychiatric Association, 2013), nell’ambito della categoria dei disturbi da comportamento dirompente, del controllo degli impulsi e della condotta.
Sebbene la cleptomania conservi la propria classificazione come disturbo del controllo degli impulsi, nell’ultima revisione del DSM, il DSM-5 segna il passaggio del gioco d’azzardo patologico dai disturbi del controllo degli impulsi (come era classificato nel DSM-IV) alla categoria dei disturbi correlati a sostanze e disturbi da dipendenze, fatto rilevante per il medico. Vi sono molte possibili ragioni alla base del cambiamento di classificazione del gioco d’azzardo patologico, mentre non ci sono variazioni nel caso della cleptomania. Ad esempio, sebbene il gioco d’azzardo patologico condivida alcune caratteristiche con i disturbi del controllo degli impulsi, esistono scarse evidenze circa l’associazione tra il gioco d’azzardo patologico e gli stessi disturbi del controllo degli impulsi (ad esempio piromania, disturbo esplosivo intermittente, cleptomania) (Petry, Blanco, Auriacombe, Borges, Bucholz e Crowley, 2013). Inoltre, vi sono evidenze discutibili a favore della classificazione della cleptomania nell’ambito dei disturbi correlati a sostanze e da dipendenze, un aspetto che verrà esaminato in seguito.
Se credi di avere un problema di dipendenza da sostanze o di dipendenza da un comportamento (masturbazione compulsiva, gioco d’azzardo, cleptomania…) prenota la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, riuscirai a risolvere definitivamente il tuo problema.
Continua la lettura con: Impulsività, compulsività, dipendenze comportamentali: cause, farmaci e terapia psicosociale
Leggi anche:
- Dipendenza dal porno online: ecco perché è così facile cadere nel vortice della masturbazione compulsiva che porta all’impotenza. I pensieri di un mio paziente masturbatore cronico
- Come smettere di masturbarsi e di guardare porno online in 14 passaggi
- Mi masturbo una volta al giorno: soffro di masturbazione compulsiva o no?
- Masturbarsi due o più volte al giorno è normale o no?
- Dipendenza da alcol: come fare per smettere di bere alcolici e superalcolici
- Dipendenza da gioco: cosa fare per smettere di scommettere
- Disturbo da gioco d’azzardo: diffusione, caratteristiche cliniche e interferenze sociali e professionali
- Disturbo da gioco d’azzardo: valutazione clinica, criteri, strumenti e test usati nella diagnosi
- Disturbo da gioco d’azzardo, terapie non farmacologiche: psicoterapia cognitivo comportamentale e SerD
- Disturbo da gioco d’azzardo: esposizione a segnali evocati, colloquio motivazionale, terapia famigliare
- Disturbo da gioco d’azzardo: terapia con antagonisti degli oppioidi e farmaci glutammatergici
- Disturbo da gioco d’azzardo: antidepressivi, litio, antiepilettici e antipsicotici atipici
- Sindrome di Hikikomori e dipendenza da internet: giovani sempre più colpiti
- Cleptomania: cause, sessualità, come riconoscerla, cosa nasconde, come curarla
- Pornografia, masturbazione e dopamina: le droghe che distruggono il cervello
- Pornografia e masturbazione compulsiva danneggiano il cervello: la sindrome frontale
- Sindrome frontale o ipofrontalità cause, sintomi, conseguenze, diagnosi, cure
- Masturbazione compulsiva e dipendenza da pornografia causano impotenza anche nei giovani: colpa dell’effetto Coolidge
- Crisi d’astinenza e craving in medicina: significato ed esempi
- Dipendenza da nicotina: come smettere di fumare sigarette in 20 passi
- Cosa fare quando viene voglia di fumare: come faccio a reprimerla?
- Smettere di fumare: quanto e per quanto tempo ingrasserò? L’esperienza mia e dei miei pazienti
- I consigli per rimettersi in forma dopo aver smesso di fumare
- La stevia ti aiuta a smettere di fumare sigarette: come assumerla
- Gomme e cerotti: i sostituti con nicotina per smettere di fumare
- Stop alle sigarette: i migliori farmaci per smettere di fumare
- Champix: funziona davvero per smettere di fumare?
- Differenza tra fumo attivo, passivo e terziario
- Attenzione ai mozziconi di sigaretta: contengono gas tossici e polonio radioattivo
- Gomme, farmaci, cerotti… Qual è il metodo migliore per smettere di fumare?
- Perché mi viene sempre voglia di fumare una sigaretta?
- Cosa fare quando viene voglia di fumare: come faccio a reprimerla?
- Quando passa la voglia di fumare?
- Fumare in auto aumenta di cento volte l’esposizione alle sostanze nocive della sigaretta
- L’alcol è una droga?
- Perché fumi? La risposta più diffusa è anche la più sbagliata
- I 5 comportamenti che rendono il fumatore simile ad un eroinomane. Il fumo NON è un vizio né un’abitudine: è una tossicodipendenza
- Eroina: effetti, danni, sintomi della crisi di astinenza
- La masturbazione fa bene o fa male?
- La masturbazione compulsiva non è un vizio: è una tossicodipendenza
- Le confessioni di un mio paziente masturbatore cronico
- I vantaggi del non masturbarsi: le rivelazioni di un ex masturbatore cronico
- Il comportamento sessuale femminile NON è diverso da quello maschile
- Masturbazione compulsiva femminile: come smettere di masturbarsi e di guardare porno online
- Masturbazione compulsiva femminile e dipendenza dal porno online: come capire se ne soffri?
- Masturbazione femminile: è normale masturbarsi più volte al giorno?
- Masturbazione compulsiva femminile: ecco perché è così facile che tu ne soffra
- Quante ore di pornografia a settimana sopporta la tua salute?
- Sei “malato di sesso”? Ecco i 5 segnali-spia
- Quelli che preferiscono stare con una ragazza virtuale piuttosto che con una in carne ed ossa
- I giapponesi non fanno più sesso: preferiscono bambole e fumetti
- In aumento le donne che guardano video porno su internet, ecco le parole chiave che più cercano
- Un mese senza guardare porno, ecco com’è andata e cosa ho imparato
- Quali sono le funzioni della Dopamina?
- Dipendenza dal lavoro (workaholic): cause e come guarire
- Che cos’è il Disturbo ossessivo-compulsivo di personalità, come si riconosce, come si cura e come si distingue dal Disturbo ossessivo-compulsivo
- Disturbo da attacchi di panico: sensazione di morte imminente e angoscia
- Differenza tra i vari tipi di disturbo di personalità
- Disturbi d’ansia: quando preoccupazione, nervosismo e agitazione ci rendono la vita impossibile
- Burnout, alienazione, tecnostress e computer rage in psicologia del lavoro
- Marijuana (cannabis): cos’è, assunzione, effetti, rischi, assuefazione
- Fenciclidina (PCP o polvere d’angelo): effetti, dosi e danni
- Ketamina usata come droga: effetti, allucinazioni e danni
- Destrometorfano (DXM): effetti della droga dello sciroppo
- Peyote e mescalina: effetti e danni di una droga molto diffusa
- Dimetiltriptamina (DMT): effetti psichedelici e danni
- Psilocibina e psilocina: effetti psichedelici e danni
- LSD (dietilamide dell’acido lisergico): effetti, danni, set e setting
- Ecstasy, MDMA e MDA: cosa sono e quali effetti produce questa droga
- Sonnolenza e stanchezza cronica: tutte le cause ed i rimedi
- Ansia da prestazione nello studio e nel lavoro: come superare le tue paure
- Suicidarsi a causa del Minority Stress: quando appartenere ad una minoranza diventa fonte di discriminazione e sofferenza
- Scopri oggi i lavori più pagati del futuro
- Combatti lo stress e ritrova il benessere psicofisico con il decalogo del buonumore
- Perché mi capita di piangere senza motivo? Come affrontare il problema?
- Depressione maggiore e minore, suicidio, diagnosi e cura: fai il test e scopri se sei a rischio
- Disturbo post-traumatico da stress: rivivere ogni giorno una esperienza drammatica
- Paralisi del sonno e allucinazioni ipnagogiche: cause, pericoli, rimedi
- Alcolismo: test, cause, sintomi, definizione, effetti, danni, quando preoccuparsi
- Test AUDIT: questionario per individuare i problemi di alcolismo
- Alcolemia (tasso alcolemico): valori normali, test, tabella, etanolo
- Binge Drinking: quando l’alcol diventa la droga più pericolosa in assoluto
- Coma etilico: sintomi, conseguenze, terapia, morte, cosa fare
- Delirium tremens; cause, sintomi, allucinazioni, terapia, morte
- Sindrome di Korsakoff e alcol: cause, sintomi, amnesia e cura
- Encefalopatia di Wernicke: cause, sintomi, diagnosi e terapia
- Alcol: effetti sulla salute diretti ed indiretti a breve e lungo termine
- Alcol: alcolemia, quantità per poter guidare, multe e minori di 16 anni
- Alcol: come comportarsi con un alcolista?
- Cocaina: effetti a breve e lungo termine e loro durata
- Astinenza da cocaina: i principali sintomi del craving
- Meccanismo d’azione della cocaina: il reuptake della dopamina
- Cocaina: trattamenti psicoterapici per contrastare la dipendenza
- Ho davvero bisogno di uno psicologo o di uno psicoterapeuta?
- Differente approccio di psicologo, psicoterapeuta e psichiatra
- Differenze tra neurologo e psichiatra
- Differenza tra psicologo e psicoterapeuta
- Differenze tra le varie scuole di psicoterapia: quale la più efficace?
- Scuola psicoanalitica (psicodinamica): l’efficacia della psicoanalisi
- Psicoterapia adleriana (o individualpsicologica)
- Psicoterapia cognitivo-comportamentale: lo schema comportamentale diventa sintomo
- Psicoterapia sistemico-relazionale: la famiglia converge sul paziente
- Psicoterapia psicosintetica: l’allontanamento dal Sé transpersonale
- Psicoterapia ericksoniana: l’ipnoterapia
- Psicoterapia funzionale: le alterazioni dei meccanismi psicofisiologici
Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su YouTube, su LinkedIn, su Reddit, su Tumblr e su Pinterest, grazie!