Con “megacolon” in medicina si intende una malformazione del colon caratterizzata da una atonia e restringimento di un tratto colico ipertrofico e privo di peristalsi, da cui consegue una dilatazione del tratto colico precedente. Il megacolon riconosce varie cause diverse, tra cui anomalie congenite, batteri e farmaci. Determina vari sintomi tra cui diarrea, stipsi, debolezza, meteorismo, eruttazione e tachicardia. Gli esami radiologici e la manometria mettono in evidenza la morfologia e la funzionalità del colon, rendendo possibile la diagnosi. La terapia dipende dalla causa a monte ed in alcuni casi è chirurgica. Nel caso in cui la larghezza massima del tratto colico raggiunga o superi i 10 cm è opportuna una urgente valutazione clinica per escludere il rischio della rottura diastatica del colon.
Segmenti intestinali interessati
Se il megacolon è congenito (già presente alla nascita) il tratto ipertrofico include generalmente il retto ed il sigma; se il megacolon è acquisito (non presente alla nascita) tende ad interessare il tratto tra colon discendente e sigma. Il megacolon causa un allungamento del sigma o del tratto discendente con dilatazione del tratto ascendente di oltre 8 cm negli adulti e 6,5 cm nei bambini per il tratto traverso di 6 cm per gli adulti.
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Tipi di megacolon e cause
Come già anticipato, il megacolon può essere:
- congenito (o primario): già presente alla nascita;
- acquisito (o secondario): non presente alla nascita.
Il megacolon congenito è correlato al morbo di Hirschsprung: si riscontra alla nascita per ritardo nella emissione del meconio. La causa è la mancanza dei gangli del retto o del retto sigma; determina sovente la morte del neonato entro i primi mesi di vita.
Il megacolon acquisito può essere:
- megacolon tossico acuto: è conseguenza di varie malattie infiammatorie intestinali come rettocolite ulcerosa e morbo di Crohn, coliti tossiche, coliti infettive, farmaci; il termine “tossico” si riferisce ai sintomi di tossicità sistemica da alterazioni dell’omeostasi elettrolitica e dell’equilibrio acido-base;
- megacolon non tossico: consegue a ostruzione o subocclusione meccanica cronica, comune in caso di stipsi cronica, negli anziani, nei pazienti ospedalizzati, nei soggetti con dieta sbilanciata, nei pazienti con infiammazione del nervo vago; possibile anche in caso di amiloidosi e sclerosi multipla.
Il megacolon secondario infettivo (virale o batterico) può essere provocato da vari patogeni tra cui tubercolosi, salmonella, shigella, campylobacter, yersinia, clostridium difficile, entamoeba, cytomegalovirus. Il megacolon può essere causato o favorito da farmaci che riducono la peristalsi intestinale (antidiarroici, anticolinergici, narcotici…) o da antibiotici. Se le cause non vengono scoperte, il megacolon è detto “idiopatico“.
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Sintomi e segni
I disturbi provocati dal megacolon sono molto vari ed includono sia sintomi e segni intestinali che sistemici. Tra i sintomi e segni relativi all’apparato gastroenterico, ricordiamo:
- defecazione difficoltosa e dolorosa;
- diarrea;
- stipsi (stitichezza);
- astenia (debolezza);
- ematochezia (feci verniciate o con striature di sangue);
- presenza di alcune gocce di sangue sulla carta igienica usata per pulire l’ano dopo la defecazione;
- addome disteso;
- dischezia;
- bruciore anale;
- meteorismo;
- flatulenza;
- eruttazione;
- ragadi;
- emissione di feci di durezza e dimensioni eccessive;
- fecalomi;
- dolori addominali;
- reflusso esofageo;
- nausea;
- vomito.
Tra i sintomi e segni sistemici, ricordiamo:
- tachicardia;
- confusione mentale (se megacolon è tossico);
- dispnea (difficoltà ad inspirare causata dal fatto che l’addome è “invaso” dal colon);
- malessere generale;
- crisi allergiche.
Altri sintomi possono essere correlati alla causa a monte che ha determinato o favorito il megacolon, ad esempio febbre anche alta. Alcune volte il quadro clinico è simile al morbo di Whipple.
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Diagnosi
Il referto è radiologico e può avvenire con RX digerente completo, che mostra l’intestino con riempimento basale (Il mezzo di contrasto viene ingerito) evidenziandone la morfologia così come avviene con l’alimentazione, oppure con clisma opaco che mostra in disegno colico espanso (si effettua insuflazione di mezzo di contrasto dal retto). Fra le due la prima è meno definita ma mostra l’effettiva morfologia basale colica, mentre la seconda definisce meglio il colon e ne fornisce un’immagine dilatata. Se sussistono i requisiti (dilatazione ed allungamento colico) la manometria colica delle 24 ore è utile a definire il megacolon (virale o tossico). In tal caso si rileva un tratto atonico che spesso è il sigma o il discendente ed il tratto precedente ha elevata pressione basale. In caso di sospetto megacolon agangliare (Megacolon genetico o morbo di Hirschsprung) si referta con la manometria anorettale che evidenzia la mancanza del riflesso inibitore.
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Trattamento
La terapia dipende ovviamente dalla causa a monte che ha determinato il megacolon.
Il trattamento mira a ridurre la distensione del colon per prevenir la sua perforazione, tramite aspirazione attraverso sondino naso-gastrico e sonda rettale. L’alimentazione per bocca è sospesa per evitare l’introduzione di aria ed alimenti, venendo sostituita dalla nutrizione enterale.
I lassativi ed i clisteri evacuativi possono essere vantaggiosi o svantaggiosi a seconda dei casi: ad esempio possono essere utili per prevenire la comparsa di megacolon da fecalomi, ma sono controindicati in presenza di megacolon tossico o severa distensione acuta.
Tra i farmaci usati per la cura del megacolon, vi sono:
- corticosteroidi: sopprimono l’infiammazione quando il megacolon tossico è provocato da una malattia infiammatoria intestinale;
- antibiotici ad ampio spettro: possono essere utilizzati per prevenire la sepsi o nel trattamento di un megacolon tossico dipendente da infezioni. E’ somministrato per endovena e non per os;
- farmaci che stimolano la peristalsi, come neostigmina usata nella sindrome di Ogilvie.
Sono contemporaneamente sospesi tutti quei farmaci che possono ridurre la motilità del colon, come narcotici, antidiarroici, anticolinergici ed antagonisti dei canali del calcio.
In presenza di una distensione particolarmente importante, il trattamento è di tipo chirurgico: si necessita di colostomia con successiva resezione della parte malata. Il successo dell’operazione è del 90%, le possibilità di guarigione aumentano se il trattamento viene effettuato precocemente. Leggi anche: Stomie: cosa sono, a che servono, quanti tipi esistono?
Dieta
Il paziente dovrà intraprendere una alimentazione dove siano eliminati fritti, carni, lardo, strutto, panna, formaggi grassi e fermentati e tutto ciò che è difficile da digerire. E’ importante non esagerare con le fibre contenute in cereali integrali e limitare verdura e frutta perché, contrariamente a quello che si crede, un eccesso di fibre può peggiorare la stitichezza. Meglio comunque consumare la frutta lontano dai pasti e in piccole porzioni per volta. Mele e pere di stagione, ananas fresco, fichi freschi, prugne secche, fichi secchi e datteri. Importante infine un elevato apporto di acqua.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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