Bruciore, dolore anale con o senza sangue dopo aver defecato: cause, cure

MEDICINA ONLINE INTESTINO COLON TENUE DUODENO DIGERENTE ANATOMIA RETTORRAGIA BRUCIORE DOLORE DIGESTIONE FECI STIPSI COSTIPAZIONE PANCIA GONFIA STITICHEZZA FIBRE METEORISMO FLATULENZA GAS.jpgPercepire dolore dopo la defecazione, ma anche poco prima o durante, è un sintomo molto frequente che si verifica in una gran quantità di condizioni e patologie. Il dolore può essere o non essere associato a rettorragia (anche chiamata proctorragia), cioè alla fuoriuscita di sangue dall’ano correlata ad una lesione di un qualsiasi tratto dell’intestino (non necessariamente di ano o retto).  Quando l’emissione è accompagnata da sanguinamento di lieve entità di colore rosso vivo, acceso o scarlatto, che viene descritto dal paziente come una “striatura”, “laccatura”, “verniciatura” o “gocciolamento” delle feci, si parla più correttamente di ematochezia, la quale indica una lesione di retto o ano. Quando il sangue è presente nel materiale fecale in piccolissime quantità, non è visibile ad occhio nudo e prende invece il nome di sangue occulto nelle feci.

Cause e fattori di rischio di dolore

Tra le cause ed i fattori di rischio che determinano o favoriscono il dolore prima, durante e/o dopo la defecazione, ricordiamo varie condizioni e patologie:

  • dolicocolon (eccessiva lunghezza del colon);
  • stipsi;
  • stati ansiosi;
  • enterocele;
  • uso di alcuni farmaci (anticolinergici, oppiacei, come codeina, ossicodone, idrocodone, tramadolo, farmaci contro la diarrea, alluminio);
  • allettamento prolungato in pazienti ospedalizzati e/o disabili;
  • blocco del transito intestinale a causa vari fattori come tumori intestinali o addominali o gomitolo di parassiti intestinali;
  • patologie intestinali;
  • rettocele;
  • diarrea;
  • colite;
  • fecaloma;
  • dieta povera di liquidi;
  • patologie di ano e retto (ragadi, fistole, emorroidi, prolassi);
  • vomito e sudorazione intensi e prolungati;
  • tumore al colon (specie a livello di sigma e retto);
  • tumore addominale che comprime il colon dall’esterno;
  • polipi intestinali;
  • diverticoli;
  • assunzione di grandi quantità di cibi piccanti, speziati, irritanti (pepe nero, peperoncino…);
  • lesioni da grattamento cronico dell’ano, causate da psoriasi, eczema, lichen simplex, dermatiti da contatto, traumi, infezioni, arrossamenti, cicatrici o altre patologie;
  • parassiti nel retto, frequenti nei bambini, come gli ossiuri (Enterobius vermicularis) che causano prurito con possibili lesioni da grattamento;
  • lesioni da rapporto sessuale anale;
  • infezioni sessualmente trasmissibili: gonorrea, herpes e clamidia;
  • carenza o eccesso di fibre nella dieta.

La defecazione dolorosa è spesso associata alla presenza di ragadi anali, prolasso rettale, fistole e/o emorroidi: il paziente, per il timore di provare dolore durante la defecazione a causa di tali fastidiose patologie, tende a procrastinare la defecazione col risultato di favorire stipsi e cronicamente – la formazione di un fecaloma. Per approfondire:

Una delle cause di stipsi, spesso sottovalutate da parte del medico, è l’infiammazione del nervo vago, a tal proposito leggi anche: Infiammazione del nervo vago: cause, sintomi, diagnosi, stress, cure

Cause e fattori di rischio di rettorragia

Le cause più frequenti di fuoriuscita di sangue dall’ano, sono:

  • emorroidi interne ingrossate e dilatate con presenza di dolore e turgore che tendono al sanguinamento;
  • polipi rettali singoli o multipli, di natura benigna;
  • ragadi anali;
  • rettocolite ulcerosa;
  • carcinoma del colon-retto;
  • malattia diverticolare.

Come il lettore avrà certamente notato, alcune cause di dolore alla defecazione sono le stesse alla base anche della rettorragia: la contemporanea presenza di dolore e sangue può aiutare il medico nella diagnosi differenziale.

Sintomi e segni associati

Al dolore prima/durante/dopo la defecazione possono essere associati svariati sintomi, molto utili al medico per raggiungere la diagnosi, tra cui:

  • dolore ai quadranti inferiori dell’addome;
  • pienezza rettale;
  • distensione addominale;
  • tenesmo;
  • dolore di tipo colico nella fossa iliaca sinistra;
  • perdita di peso;
  • nausea;
  • vomito;
  • melena;
  • disidratazione;
  • cefalea;
  • dischezia;
  • meteorismo;
  • anemia;
  • flatulenza;
  • malessere generale;
  • sforzi defecatori insufficienti;
  • encopresi;
  • diarrea;
  • sintomi urinari come disuriaritenzione urinariapollachiuria e – nei casi più gravi – anuria e globo vescicale.

Come già anticipato, un segno spesso (ma non sempre) associato al dolore è la rettorragia, cioè la fuoriuscita di sangue rosso vivo dall’ano.

Tipo ed andamento del dolore

Tipo ed andamento del dolore aiutano il medico a comprendere le sue cause. Un dolore crampiforme addominale profondo e di tipo colico prima delle defecazione, potrebbe indicare un blocco intestinale, ad esempio da fecaloma. Un dolore acuto e massimo durante la defecazione che tende a diminuire gradatamente al termine delle defecazione, in genere indica emorroidi. Un dolore minimo all’inizio della defecazione, che aumenta progressivamente durante la defecazione ed è massimo al suo termine, generalmente indica ascesso anale o ragadi.

Diagnosi e diagnosi differenziale

La diagnosi della causa a monte che determina il dolore prima, durante e/o dopo la defecazione e l’eventuale rettorragia, viene effettuata durante la visita proctologica con anoscopia, in cui anamnesi ed ispezione della zona anale sono spesso sufficienti a raggiungere una diagnosi. L’esame fisico del paziente con palpazione dell’addome può permettere al medico di palpare una eventuale massa dura di origine fecale in fossa iliaca sinistra, probabile segno di fecaloma. L’esplorazione digitale rettale può aiutare il medico nella diagnosi. La rettosigmoidoscopia è particolarmente utile in tutti i dolore durante la defecazione, stipsi ostinata e blocchi intestinali. In alcuni casi si può ricorrere alla radiografia diretta dell’addome. L’esame delle feci con coprocoltura e ricerca di sangue occulto è in molti casi utile al medico per raggiungere la diagnosi, come anche la defecografia e la colonscopia tradizionale e virtuale.
Per la diagnosi differenziale della rettorragia, il medico deve tener presente alcuni dati:

  • Nel caso in cui il sangue rosso vivo “vernici” il cilindro fecale, probabilmente la sua causa risiede nelle emorroidi o in patologie o sanguinamenti del canale anale.
  • Se il sangue appare più scuro (sangue “coagulato”) invece la causa risiede probabilmente in un sanguinamento nei tratti iniziali del tubo digerente.
  • Se l’emorragia è presente a gocce rilevate dopo la defecazione, il problema è da imputarsi alle emorroidi prolassate, se invece è presente sulla carta igienica o vi sono delle piccole strisce sulle feci si osserva una ragade anale, se si hanno episodi di diarrea con manifestazioni emorragiche la malattia è un’infezione, come nel caso della colite ulcerosa.
  • A volte l’espulsione di sangue non è correlata al defecamento; in questo caso si potrebbe trovare di fronte a un’angiodisplasia, mentre nel caso della presenza di una massa tumorale il sangue e le feci saranno miste.

Cosa fare?

Come abbiamo visto, le possibili cause di dolore prima/durante/dopo la defecazione con o senza rettorragia sono molto varie e non tutte “diagnosticabili” dal paziente: è quindi necessario rivolgersi al medico per stabilire le cause del dolore e porvi rimedio, soprattutto quando il dolore non è relativo ad un singolo episodio (ad esempio in caso di un pasto ricco di peperoncino), ma si ripete frequentemente.

Terapie in caso di fecaloma

In caso di fecalomi la terapia può includere un clistere evacuativo (leggi la nostra guida per fare un clistere) o, se posizionati vicino all’ano, tramite una esplorazione rettale e frantumazione del fecaloma con un dito indossando prima dei guanti di lattice, eseguita da personale qualificato in modo fermo ma delicato per evitare traumi all’ano o al retto.
Per favorirne la frantumazione manuale si possono prima praticare clisteri di glicerina o olio minerale caldo (come ad esempio olio di vaselina), trattenendoli per circa 20-30 minuti prima di procedere con lo svuotamento manuale o con l’ausilio di uno speciale cucchiaio.
Nei casi più gravi è necessario l’intervento del medico che esegue una rottura meccanica con sonda: attraverso un rettoscopio viene fatta avanzare una sonda di gomma con la quale si rompe il fecaloma, sia per l’azione meccanica, sia per l’iniezione di piccole quantità di acqua o altri liquidi lubrificanti all’interno del fecaloma stesso e nelle sue zone limitrofe. Successivamente a questa azione di ammorbidimento della massa fecale, si pratica una rettoclisi con soluzione fisiologica o altre soluzioni lubrificanti.
Per fecalomi localizzati lontane dall’ano, quindi in zone dell’intestino difficilmente raggiungibili con il rettoscopio, e nelle occlusioni intestinali meccaniche complete, si richiede spesso un intervento di chirurgia per risolvere il blocco ed eliminare le eventuali parti necrotiche dell’intestino.
L’occlusione intestinale paralitica, invece, spesso si risolve spontaneamente nel giro di qualche giorno; se i medici lo ritengono opportuno, la guarigione può comunque essere favorita od accelerata dalla somministrazione di farmaci che aumentano la contrattilità della muscolatura addominale, favorendo l’avanzamento del contenuto enterico bloccato dall’occlusione intestinale.

Lassativi: assumerli o no?

In alcuni casi l’assunzione di un lassativo osmotico per os, cioè per via orale, come ad esempio il lattulosio, potrebbe essere utile, soprattutto in presenza di stasi fecale lungo tutto il colon, tuttavia tale pratica potrebbe paradossalmente peggiorare la situazione, provocando distensione addominale e dolorosi crampi al paziente senza al contempo risolvere la causa a monte. Chiedere quindi sempre al medico prima di assumere qualsiasi farmaco è una regola che non deve mai essere dimenticata, anche in presenza di farmaci apparentemente “innocui”. Prima di assumere un farmaco lassativo, potreste provare un integratore lassativo che spesso risolve il problema ed evita l’assunzione di farmaci.

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Consigli e cosa mangiare

A prescindere dalla causa specifiche che ha determinato il dolore e l’eventuale sanguinamento, seguire alcuni consigli abbassa senza dubbio il rischio di soffrirne:

  • evitare le abbuffate;
  • alimentarsi in modo adeguato;
  • assumere la giusta quantità di fibre (né troppe, né troppo poche);
  • perdere peso se sovrappeso o obesi;
  • bere adeguate quantità d’acqua (almeno 1,5 litri al giorno);
  • svolgere periodicamente attività fisica;
  • evitare la vita sedentaria;
  • indossare biancheria intima di cotone;
  • evitare biancheria sintetica non traspirante;
  • mantenere la zona anale e perianale pulita, usando detergenti appropriati dopo ogni defecazione;
  • evitare l’igiene eccessiva o maniacale che potrebbe causare irritazione;
  • utilizzare carta igienica morbida, non colorata e non profumata;
  • lavare la zona anale dopo l’attività sportiva per eliminare sudore e sporcizia recuperata da eventuali attrezzi sportivi;
  • asciugare la zona genitale ed anale con il phon o con un panno morbido di cotone, evitando di lasciarla umida;
  • evitare il grattamento dell’ano;
  • lavare l’ano con acqua tiepida o lievemente calda o lievemente fredda: NON usare acqua gelata o bollente;
  • evitare di stare seduti tutto il giorno o – se necessario –  usare una ciambella come questa: https://amzn.to/2ObIydU.

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