L’espressione “complesso di Elettra” descrive la competizione ed il rifiuto che una figlia inconsciamente nutre per la propria madre, dovuti alla attrazione sessuale nei confronti del padre. Il complesso di Elettra è connesso all’identità sessuale e alla strutturazione della personalità ed è assolutamente normale: generalmente si risolve spontaneamente con la progressiva identificazione con la propria madre. L’interpretazione del complesso di Elettra fu, nei primi anni del secolo scorso, la causa dei primi disaccordi tra Sigmund Freud e Carl Gustav Jung. Nonostante spesso al posto di “complesso di Elettra” si usi l’espressione “complesso di Edipo”, in realtà quest’ultima dovrebbe essere destinata solo ai figli maschi (in quel caso l’attrazione è verso la madre ed il rifiuto è nei confronti del padre).
Differenze tra complesso di Edipo e complesso di Elettra
Nel complesso di Edipo il bambino maschio entra in competizione con il proprio padre per ottenere l’attenzione di sua madre: ne risulta la paura di essere castrato dal padre per punizione; nel complesso di Elettra la bambina – non avendo il pene – non soffre del complesso di castrazione (cioè la paura di perdere il pene a causa del padre come punizione per aver desiderato la madre), ma avverte la frustrazione legata al fatto di non averlo (“invidia del pene”). Tra le varie reazioni che la bambina può avere vi è quella di scegliere il padre come obiettivo sessuale, scelta mirata ad appropriarsi del pene che le manca e comunque che non esclude la pulsione sessuale naturale verso la propria madre, anche se durante la fase acuta del complesso quest’ultima è vista come “avversaria”, perché:
- la madre possiede il pene paterno;
- la madre è vista come la responsabile di averla creata senza pene.
Per approfondire, leggi:
- Complesso di Edipo: sintomi, fasi, età, risoluzione, conseguenze, cure
- Differenze tra complesso di Edipo e di Elettra: castrazione e invidia del pene
Origine del nome
Il nome di questo complesso origina dalla leggenda di Elettra, eroina greca figlia di Agamennone e Clitemnestra: quest’ultima fece uccidere il suo sposo dal proprio amante Egisto e, quando Elettra scoprì di chi fosse la responsabilità della morte di suo padre, si vendicò facendo uccidere la madre dal proprio fratello Oreste.
Significato
Il complesso di Elettra è un concetto elaborato all’inizio del secolo scorso dal medico e psicoanalista austriaco Sigmund Freud nell’ambito della teoria psicoanalitica, per descrivere come un bambino (maschio o femmina) maturi l’identificazione col genitore del proprio sesso e il desiderio amoroso nei confronti del genitore del sesso opposto. Secondo l’ipotesi di Freud, la libido è l’espressione psichica dell’energia sessuale ed emerge fin dalla nascita, determinando i comportamenti infantili e quelli adulti. Secondo Freud la libido attraversa varie fasi evolutive correlabili a diverse zone erogene (parti del corpo che, se stimolate, generano piacere sessuale). Le diverse fasi sono schematizzate nella seguente figura:
Secondo Freud, le fasi principali dello sviluppo psicosessuale secondo Freud, importanti per determinare il complesso, sono:
- fase orale (0-18 mesi circa): caratterizzata dalla suzione che per il bambino è fonte di piacere e nutrimento;
- fase anale (2-3 anni circa): l’ano riesce ad essere controllabile dal bambino e diviene il luogo più importante delle sue gratificazioni sessuali;
- fase fallica (3-5 anni circa): l’unico organo conosciuto sia dal maschio che dalla femmina è il pene, che crea un’opposizione tra sesso maschile e femminile; in questa fase nasce il complesso di Elettra.
Nella fase orale ed anale, la libido dell’individuo è auto-erotica (cioè il desiderio sessuale è rivolto verso sé stessi), mentre nella fase fallica il desiderio sessuale è diretto verso l’esterno dell’individuo stesso, appunto verso il padre.
IMPORTANTE: Lo schema psicoanalitico delle fasi evolutive della libido formulato da Freud sembra poter esistere solo in un tipo di famiglia costituita da bambino, padre e madre. Attualmente, però, emergono nuovi tipi famiglia, in cui la figura paterna o materna è assente (monoparentali) o divisa tra due uomini o due donne (omoparentali): il complesso di Elettra dovrebbe essere quindi rivisto ed adattato a questi casi.
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Come si manifesta?
I sintomi del complesso di Elettra possono manifestarsi dai tre anni circa fino ai sei anni di età e sono:
- la bambina vuole avere il padre tutta per sé;
- la bambina si allontana dalla madre;
- la bambina allontana la madre dal padre;
- la bambina diventa possessiva nei confronti del padre, a cui richiede molte più attenzioni rispetto al solito (ad esempio cerca contatti fisici come abbracci e baci);
- la bambina si mostra ansiosa quando vede la madre mostrarsi affettuosa verso il padre (ad esempio con baci e abbracci);
- la bambina si intromette nell’intimità sessuale dei genitori, ad esempio entrando in camera loro senza bussare usando scuse (“non riesco a dormire”, “ho fame”, “ho male alla pancia”…);
- la bambina sembra più contenta quando la madre è fuori casa;
- la bambina desidera dormire accanto al padre la notte, frapponendosi tra lui e la madre ed anzi sperando che la madre abbandoni il letto;
- la bambina ha comportamenti irrispettosi ed aggressivi nei confronti della madre;
- la bambina ha ansia, attacchi di collera e incubi.
Invidia del pene
Nello stesso periodo in cui si manifesta il complesso di Elettra (circa 3 – 5 anni), secondo Freud si manifesterebbe la cosiddetta “invidia del pene”, cioè il senso di angoscia che sperimenterebbero le bambine quando, osservando individui maschi (padre, fratelli, cugini…) notano di non possedere il pene e sviluppa la fantasia inconscia che ciò è dovuto al fatto di essere stata castrata. Come difesa contro questa fantasia, che va di pari passo con il sentimento di inferiorità, la bambina sviluppa l’invidia del pene dell’uomo. Questa invidia può essere spiegata in un susseguirsi di passaggi:
- la bambina sviluppa i suoi primi impulsi sessuali verso la madre;
- la bambina si rende conto che non ha un pene;
- la bambina si rende conto che non è fisicamente equipaggiata per avere una relazione eterosessuale con la madre, dal momento che le “manca qualcosa”, quel qualcosa è individuato nel pene;
- la bambina desidera allora possedere il pene e il potere che rappresenta;
- la bambina desidera ottenere il pene del padre;
- la bambina sviluppa un desiderio sessuale per il padre (complesso di Elettra);
- la bambina incolpa la madre per averla creata senza pene o castrata (la castrazione è interpretata come punizione che la madre ha voluto infliggere alla bambina per aver desiderato il padre);
- il desiderio sessuale per il padre porta al desiderio di sostituire ed eliminare la madre, vista come rivale;
- la bambina si identifica con la madre in modo che possa imparare ad imitarla, e quindi a sostituirla;
- la bambina anticipa che entrambi questi desideri saranno puniti;
- la bambina utilizza allora il meccanismo di difesa dello spostamento, che porta a reindirizzare l’oggetto dei suoi desideri sessuali dal padre agli uomini in generale.
La reazione dei bambini maschi alla presa di coscienza che le femmine non hanno un pene è invece definita “complesso di castrazione“.
Risoluzione
Verso i sei anni la bambina rinuncia a prendere il posto della madre e non ha più il padre come oggetto delle pulsioni sessuali, bensì un altro individuo di sesso maschile all’esterno della famiglia. Contemporaneamente adotta comportamenti simili a quelli della madre, con il quale progressivamente si identifica.
Positivo e negativo
Il complesso di Elettra può essere positivo o negativo:
- complesso di Elettra positivo: la bambina manifesta una proiezione amorosa verso il padre, mentre la madre diventa oggetto di sentimenti ostili;
- complesso di Elettra negativo: la situazione appare il contrario della precedente, e cioè la bambina manifesta una proiezione amorosa verso la madre, mentre il padre diventa oggetto di sentimenti ostili.
La maggior parte delle volte il complesso di Elettra si presenta in forma complessa: entrambi i genitori possono essere nello stesso tempo oggetto d’amore e di ostilità da parte della bambina, anche se in misura variabile.
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Ruolo dei genitori
Il complesso di Elettra richiede attenzione da parte dei genitori: si deve spiegare alla bambina che non potrà avere lo stesso tipo di relazione che ha la madre col padre e che troverà in futuro un altro uomo con la quale potrà fare ciò che fanno i genitori.
Possibili conseguenze nell’adulto
Il complesso di Elettra è una fase normale per lo sviluppo della sessualità e della personalità di ogni donna, tuttavia può essere affrontato in molti modi diversi: se ad esempio la bambina viene sottoposto a maltrattamenti fisici e verbali in questo delicato periodo, la futura donna adulta potrebbe essere più soggetto a sviluppare problemi con l’intimità emotiva.
Complesso di Elettra: a quale età si risolve?
Il complesso di Elettra non ha bisogno di “cure”: in genere si risolve infatti spontaneamente, tra i 5 ed i 7 anni, con la progressiva rinuncia all’attrazione verso il padre. In questa età la bambina inizia ad imitare la madre e ciò sancisce il superamento del complesso di Elettra. In alcuni casi, tuttavia, il complesso di Elettra può essere “mal superato”.
Affrontare la mal risoluzione e superare il complesso di Elettra
Il complesso di Elettra può essere influenzato dall’atteggiamento dei genitori e dal rapporto che ciascuno di essi ha con la bambina. Un rifiuto delle manifestazioni fisiche di affetto, come il contatto da parte di un genitore, può generare sensi di colpa e di vergogna nella bimba inibendo la sua capacità di godere della propria sessualità e di sviluppare delle sane relazioni intime. Il normale superamento del complesso di Elettra può essere influenzato in senso negativo da:
- eccessivo distacco emotivo da parte di uno o entrambi i genitori;
- atteggiamenti punitivi da parte di uno o entrambi i genitori;
- reale seduzione sessuale/sfruttamento sessuale da parte di uno o entrambi i genitori.
Il mal o mancato superamento del complesso di Elettra può in alcuni casi condurre a problemi della sfera sessuale e disturbi della personalità, che possono essere diagnosticati da uno psichiatra che esaminerà con precisione la storia personale del paziente. I problemi psicosessuali, inclusi i disordini d’identità di genere e le parafilie, possono essere riconosciuti ed affrontati con l’aiuto di psichiatri e psicoterapeuti.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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