Con “atassia” (in inglese “ataxia”) in medicina si indica un disturbo caratterizzato nella progressiva perdita della coordinazione muscolare che rende difficoltosa l’esecuzione di alcuni movimenti volontari e, nei casi più gravi, arriva a minare l’autonomia del paziente, che può necessitare di assistenza continua. L’atassia può essere determinata da vari problemi che interessano il sistema nervoso e quello vestibolare che causano deficit motori come la mancanza di coordinazione fra tronco, braccia, e capo; la mancanza di coordinazione dei movimenti dell’occhio; incontinenza urinaria; difficoltà di deglutizione e movimenti involontari di arti, capo e tronco.
Diagnosi
La diagnosi dell’atassia si basa sull’anamnesi e soprattutto sull’esame obiettivo. Il medico attua la cosiddetta manovra di Romberg che consiste nel porre il soggetto in stazione eretta con le punte dei piedi unite e con gli occhi chiusi:
- se il soggetto oscilla e tende a cadere si può pensare a una lesione dei cordoni posteriori o a malattie del labirinto;
- se invece il soggetto oscilla già a occhi aperti e non peggiora con la chiusura degli stessi si può pensare a lesioni cerebellari.
Caratteristiche dell’atassia sensitiva sono grave perdita della sensibilità vibratoria e del senso di posizione, iporeflessia profonda e posture distoniche degli arti. Possono essere di aiuto per la diagnosi differenziale, anche:
- esami ematochimici;
- esami di diagnostica per immagini come la TAC e la risonanza magnetica;
- elettroneurografia o elettromiografia.
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Terapie
Non esiste una terapia unica valida per tutti i tipi di atassia: il trattamento dipende dalla causa a monte dell’atassia e prevede, ove possibile, la sua rimozione, tuttavia nella maggior parte dei casi l’atassia non è curabile con farmaci, quindi l’unico trattamento a disposizione rimane quello di una riabilitazione neuro-motoria che si protrae nel tempo. Nel corso della progressione della condizione, da meno a più grave, l’obiettivo principale della riabilitazione è quello di mantenere il più alta possibile la qualità di vita del paziente.
Prognosi e qualità della vita
La prognosi è purtroppo infausta e negativa, sia in termini di sopravvivenza che di qualità della vita: l’atassia è una patologia nella maggioranza dei casi grave o molto grave e solo raramente viene risolta definitivamente quando si riesce a rimuovere la causa sottostante; nei restanti casi – che sono purtroppo la maggioranza – la prognosi è negativa, con perdita inesorabile della capacità di controllare ed eseguire movimenti volontari e notevole riduzione della qualità della vita; la fisioterapia purtroppo non può invertire la tendenza del peggioramento, anche se però può rallentarla. In definitiva l’atassia rimane una patologia cronica altamente invalidante che progredisce inesorabilmente sino al decesso del paziente.
A.I.S.A.
In Italia esiste l’A.I.S.A. (Associazione Italiana per la lotta alle Sindromi Atassiche) costituita da volontari che hanno l’obiettivo di far conoscere questa malattia aumentandone la sensibilizzazione sociale ed il sostentamento degli ammalati e dei loro famigliari nella sua gestione.
Atassia nel cinema
Un riferimento all’atassia è presente nel film del 2018 di Pupi Avati “Il fulgore di Dony“, in cui il protagonista maschile (SPOILER), a causa di un trauma cerebrale che coinvolge la corteccia frontale, inizia a soffrire di sindrome frontale ed appunto atassia progressiva.
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