Solitamente tutti noi siamo portati a pensare che i nostri ricordi siano corretti sempre e comunque, tuttavia numerose patologie come l’Alzheimer e/o condizioni (come lo stress) possono alterare anche profondamente la nostra memoria e gli eventi che ci ricordiamo. Anche gli individui sani possono tuttavia incorrere in “falsi ricordi” per via dell'”effetto Mandela”. Con “effetto Mandela” (in inglese “Mandela effect” o “false memory”) in psicologia si descrive quella condizione per cui ci si ricorda qualcosa in maniera diversa da com’è o da com’era in realtà.
L’espressione “Mandela effect” è stata coniata nel 2010 dall’autodescritta “consulente paranormale” Fiona Broome, in riferimento a un falso ricordo della morte del leader sudafricano Nelson Mandela che sarebbe avvenuta in una prigione in Sudafrica negli anni ’80 (invece che nel 2013 come documenta la storia): Broome sosteneva che questo finto ricordo fosse condiviso da “forse migliaia” di altre persone.
Falsi ricordi
Un falso ricordo è un fenomeno psicologico in cui una persona ricorda qualcosa che non è accaduto o che qualcosa è accaduto in modo più o meno profondamente diverso dal modo in cui è realmente accaduto. Questo fenomeno è stato inizialmente studiato da Pierre Janet, Sigmund e Freud Elizabeth Loftus: quest’ultima in particolare è stata, a cominciare dal suo progetto di ricerca del 1974, la principale ricercatrice nel recupero della memoria e dei falsi ricordi.
Notizie parzialmente errate
L’effetto Mandela è capace di alterare anche il nostro rapporto con le notizie ed il modo in cui ce le ricordiamo: in particolare può avere un impatto sui nostri ricordi visivi, e le storie incomplete, non del tutto reali, possono portare a conclusioni che vengono suggellate nella memoria come una verità, che però è – parzialmente o totalmente -errata. In uno studio del 2015 pubblicato dall’Università della California, il 33% dei soggetti ha confermato con certezza di aver visto video – in realtà inesistenti – di varie notizie, come ad esempio le immagini dall’interno del volo 93 della United, uno di quelli dell’attentato terroristico dell’11 settembre 2001. Gli incidenti aerei sono ricchi di orrori visivi e sono spesso raffigurati in tv o al cinema in modo spesso estremamente realistico ed impressionante: nell’effetto Mandela in pratica il cervello estrapola il ricordo reale di un incidente aereo visto ad esempio in film, e lo “incolla” all’interno del ricordo reale del video dell’incidente aereo visto dall’esterno (l’aereo che colpisce il grattacielo), formando un terzo ricordo totalmente falso, visto che non esistono riprese di quello specifico evento del 2001 dal dentro dell’aeroplano.
Valutazioni errate
Subire l’effetto Mandela non significa quindi soltanto ricordare qualcosa in maniera sbagliata, ma porta dietro una serie di conseguenze relative all’elaborazione di quel ricordo errato che può divenire la base di una esperienza altrettanto errata e che ci può portare a compiere in futuro scelte sbagliate o a farci una idea parzialmente o totalmente errata su un fatto personale o storico, come appunto l’attentato terroristico alle Torri Gemelle. Senza considerare che, se i tuoi ricordi non sono necessariamente veri, come “puoi fidarti di te stesso?”
Cause
La causa della presenza di “falsi ricordi” non è stata ancora individuata con certezza.
Sono stati suggeriti diversi meccanismi alla base della formazione di una varietà di fenomeni di falsa memoria, tra cui:
- suggestionabilità;
- meccanismi di difesa (rimozione, negazione, proiezione, sostituzione, repressione, distorsione);
- stress psico fisico prolungato;
- attivazione delle informazioni associate;
- incorporazione di disinformazione;
- attribuzione errata delle fonti ;
- traumi cerebrali;
- deprivazione di sonno.
Spiegazioni più fantasiose del fenomeno attribuiscono l’effetto Mandela alla presenza di molte realtà alternative a quella che stiamo vivendo, realtà in cui il nostro falso ricordo è in verità un ricordo di un evento reale accaduto in una sorta di mondo parallelo rispetto al nostro.
Internet ed effetto Mandela
Il ruolo di Internet nell’influenzare i ricordi delle masse, non dovrebbe essere sottovalutato: probabilmente non è un caso che la formulazione dell’effetto Mandela sia avvenuta proprio in questa era di informazione diretta e digitale. Internet è un modo potente per diffondere informazioni e con questa diffusione delle informazioni deriva una gran possibilità di diffusione di fake news (notizie false, bufale…). Le persone, esposte periodicamente a questa molte di falsità, possono essere ingannate e ciò che una volta era immaginazione, ora può iniziare a sembrare reale, come confermato da un ampio studio pubblicato su Science. La grande velocità con cui si diffondono false informazioni su internet potrebbe aiutare a spiegare l’effetto Mandela.
False memory syndrome (sindrome della falsa memoria)
La sindrome da falsa memoria descrive una condizione in cui l’identità e le relazioni di una persona sono influenzate da ricordi che sono in realtà errati ma che credono fortemente: l’identità del paziente e le sue relazioni interpersonali si vanno a concentrare sulla memoria di un’esperienza traumatica che è oggettivamente falsa ma che la persona crede fortemente che si sia verificata. La sindrome della falsa memoria riconosce la falsa memoria come una parte prevalente della propria vita in cui influenza la mentalità della persona e la vita quotidiana. La sindrome della falsa memoria differisce quindi dalla falsa memoria in quanto la sindrome è fortemente influente nell’orientamento della vita di una persona (cioè la condiziona fortemente nelle sue scelte e nei suoi ragionamenti), mentre la falsa memoria può verificarsi senza questo effetto significativo. La sindrome ha effetto perché la persona crede che la memoria influente sia vera. La sindrome è attualmente esclusa dall’identificazione come disturbo mentale e, pertanto, è anche esclusa dal Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali.
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