
Le parole a volte non servono, per comunicare qualcosa
Quando si parla di “comunicazione”, la prima cosa che ci viene in mente è generalmente la sua accezione di “scambio linguistico”: la conversazione, il dialogo, l’interazione verbale. Sappiamo benissimo, tuttavia, che non si comunica solo tramite le parole. A volte le parole sono insufficienti, a volte superflue, a volte persino dannose e non riescono a descrivere la situazione come potrebbe fare, ad esempio, un dato sguardo. Riprendendo il terzo assioma di Paul Watzlawick, secondo cui gli scambi comunicativi possono essere numerici o analogici, analizzeremo ora l’altra grande modalità comunicativa di cui l’uomo può disporre oltre al linguaggio, cioè la comunicazione analogica o non verbale.
Cos’è la comunicazione non verbale?
La comunicazione non verbale (CNV) per definizione è ogni condotta interattiva in cui non intervengono i linguaggi naturali. È il “contenitore” di tutti gli elementi comunicativi (diversi dal linguaggio) che usiamo per definire e chiarire relazioni reciproche, per accompagnare le parole, per trasmettere emozioni, per rendere più efficace il nostro discorso, per avere maggiore ascendente sul nostro interlocutore: l’insieme dei comportamenti, segnali, atteggiamenti che mettiamo in atto, anche in modo inconsapevole, per esprimere meglio noi stessi, e per i quali non utilizziamo il linguaggio verbale.
Differenze tra comunicazione verbale e non verbale
I due tipi di comunicazione, verbale e non verbale, sono molto diversi fra
loro. La prima è più analitica ed esplicita, si presta quindi alla trasmissione di
grandi quantità di informazione e di contenuti di conoscenza. La seconda, al
contrario, privilegia la velocità dell’informazione sulla quantità, ed è quindi
adatta a esprimere impressioni immediate o emozioni anche involontarie,
poiché è molto meno controllabile: pensiamo alle volte in cui arrossiamo in-
volontariamente, rendendo palese l’imbarazzo che con le parole riuscivamo a
dissimulare. Tutti noi sappiamo quanto sia facile mentire efficacemente con la comunicazione verbale, mentre quanto sia facile farsi “scoprire” grazie alla comunicazione non verbale: ad esempio toccarsi involontariamente il naso o distogliere spesso lo sguardo sono due tipici segnali non verbali che dicono al nostro interlocutore che stiamo mentendo.
I sistemi non verbali rispondono a un principio di codifica diverso da quello dei sistemi verbali: hanno codici analogici, basati su riproduzioni di ciò cui si riferiscono. I discorsi invece sono in codice digitale (o numerico), perché sono combinazioni di segni arbitrari, senza rapporto di somiglianza con ciò che indicano. Per esempio, se uso la distanza interpersonale per rappresentare l’intimità con il mio interlocutore, creo un analogo spaziale del contenuto simbolico da trasmettere, cioè la vicinanza. Essendo espressa in codice analogico, la comunicazione non verbale si
presta a trasmettere rapidamente informazioni su contenuti specifici più facilmente trasmissibili (come gli stati d’animo, i sentimenti verso l’altro, i rapporti di status). Teniamo sempre presente, tuttavia, che nella realtà è impossibile separare nettamente ciò che è verbale da ciò che non lo è: le due modalità comunicative sono, nel comportamento umano, intimamente congiunte fra loro, ed è questo il motivo per cui la comunicazione faccia a faccia è tanto complessa.
Status: significato in sociologia
Ricordiamo che in sociologia il termine “status” viene usato con due diverse accezioni: l’una indica la posizione di un individuo nella compagine sociale, a cui corrisponde il ruolo che esso svolge; l’altra si riferisce al prestigio derivante dalla posizione che l’individuo occupa all’interno della società. il primo a introdurre il concetto di status in sociologia, affiancandolo a quello di classe elaborato da Karl Marx, fu Max Weber (1864-1920). Lo status si manifesta attraverso comportamenti e atteggiamenti precisi, come il modo di vestire, il linguaggio, l’uso di certi oggetti: tutti simboli della posizione che una persona occupa in società e della rappresentazione sociale che un individuo dà di se stesso.

La nostra postura rivela molto di quello che pensiamo
Segnali usati nella comunicazione non verbale
I principali segnali non verbali utilizzati nella comunicazione umana sono i
seguenti:
- gesti (delle mani, delle braccia, asserzioni e negazioni ecc.);
- sguardo (sereno, triste, amichevole ecc.);
- espressioni del volto (il sorriso, il riso, il broncio, il pianto ecc.);
- posture (le posizioni del corpo: eretta, distesa, rannicchiata);
- movimenti (calmi, veloci, tesi, aggressivi, provocanti ecc.);
- orientamento del corpo e del volto (fissare o evitare lo sguardo, voltare le spalle ecc.);
- contatto fisico (carezze, strette di mano, abbracci ecc.);
- distanze spaziali (la vicinanza fisica come mezzo per accentuare l’intimità con l’altro e viceversa);
- intonazione della voce (sottolineature, uso dell’enfasi, scelta di un tono suadente, ostile, sereno, severo ecc.);
- pause e accelerazioni del parlare;
- grida, singhiozzi, sospiri, sbadigli;
- impronte e segni tracciati sul corpo, come tatuaggi, pearcing ecc.;
- abbigliamento e accessori, pettinature, ornamenti.
Tono, ritmo e timbro della voce fanno parte del cosiddetto “linguaggio paraverbale“.
Leggi anche:
- Come sedurre una donna o un uomo col gioco di sguardi
- Consigli per smascherare un tradimento
- Parli troppo? Sei noioso. Ecco i consigli per evitare le banalità
- Gelosia patologica e delirio di infedeltà: la possessività esclusiva
- Le 5 frasi da non dire mai ad una donna mentre fate l’amore
- Primo appuntamento: ecco come fare colpo su di lui
Usi e funzioni del linguaggio non verbale
Le funzioni del linguaggio non verbale sono essenzialmente:
- trasmettere, pensieri ed emozioni;
- descrivere fatti;
- segnalare ruoli e posizioni sociali.
Il tutto senza servirci di, o abbinando, comunicazione verbale. Possiamo servirci (consciamente o involontariamente) della comunicazione non verbale per vari scopi:
- come supporto del linguaggio (il caso in cui facciamo ricorso ai gesti, per esempio, per accentuare o rendere più efficace ciò che stiamo dicendo);
- in sostituzione del linguaggio (e quindi in tutti i codici comunicativi che non
prevedono l’utilizzo di parole); - per esprimere sentimenti che non riusciamo a spiegare a parole;
- per esprimere atteggiamenti interpersonali (sedurre, respingere ecc.);
- per divulgare informazioni su noi stessi (per esempio, sorridendo spesso
comunicheremo che siamo persone affabili); - nelle cerimonie e nei rituali, dove sono normalmente previsti gesti e comportamenti precisi;
- nella propaganda politica, alle assemblee, alle manifestazioni pubbliche (specie per quanto riguarda l’intonazione vocale o i movimenti del corpo);
- negli sport;
- nelle arti (la danza, la musica, il mimo, la recitazione, la pittura ecc.).
La comunicazione non verbale può dare informazioni autonome e scollegate rispetto alla comunicazione verbale che si sta svolgendo in parallelo, come nei casi in cui, mentre diciamo a parole che non avvertiamo caldo, manifestiamo al contempo insofferenza per il troppo caldo tramite il linguaggio non verbale: tramite la CNV è possibile comunicare (volutamente o inconsciamente) informazioni implicite che contrastano con quanto si sta affermando verbalmente, come quando un’espressione del volto ci “tradisce”, rivela, cioè, che quanto stiamo dicendo non è sincero. Questa discrepanza fra i codici crea solitamente un effetto di straniamento, che può generare conseguenze comiche o situazioni di vero e proprio fraintendimento, fino a giungere, nei casi estremi, ai paradossi semantici studiati dalla scuola di Palo Alto.
Percentuali di linguaggio verbale, paraverbale e non verbale
Lo psicologo statunitense Albert Mehrabian, nel 1971 condusse uno studio fondamentale in merito all’importanza dei diversi aspetti della comunicazione nel trasmettere un messaggio. Esso evidenziava l’esistenza di tre componenti che sono alla base di qualunque atto comunicativo: il linguaggio del corpo, la voce, le parole. In base ai dati emersi dallo studio, lo psicologo formulò il modello del 55, 38, 7%, secondo il quale:
- Il 55% del messaggio comunicativo è dedotto mediante il linguaggio del corpo (gesti, mimica facciale, posture);
- Il 38% è dedotto dagli aspetti paraverbali (tono, ritmo, timbro della voce);
- Il 7% è dedotto dalle parole pronunciate, cioè dal contenuto verbale.
Il modello del 55, 38, 7% non intende negare l’importanza delle parole pronunciate, bensì ha evidenziato che se il 55% della comunicazione è in contrasto con il restante 45%, il messaggio risulterà ambiguo e poco credibile (generando l’effetto di straniamento prima citato).
Libri consigliati
Alcuni testi consigliati dal nostro Staff per approfondire l’argomento, sono:
- Il Manuale del Linguaggio del Corpo,
- Studi e applicazioni di comunicazione non verbale Analizzare, comprendere e interpretare il linguaggio del corpo e le espressioni facciali, di Alfonso Landolfi: https://amzn.to/33J7kuA
- Il Manuale Del Linguaggio Del Corpo I 10 comandamenti della comunicazione non verbale che ti sveleranno i trucchi e segreti degli esperti di comunicazione, di Ryan Andrews: https://amzn.to/3fxDPP2
Per approfondire:
- Cinesica, espressione del volto, sguardo, gestualità e postura in psicologia
- Prossemica, distanza, territorio e linguaggio non verbale in psicologia
- Pragmatica della comunicazione e teoria degli atti linguistici in psicologia
- Comunicazione, principi conversazionali e teoria sistemico-relazionale in psicologia
- Gli assiomi della comunicazione e i paradossi di Watzlawick in psicologia
- Scena e retroscena di Goffman e teoria del doppio legame di Bateson
- I dieci comportamenti che comunicano agli altri che sei una persona introversa
Leggi anche:
- Psicologia delle folle: i comportamenti primitivi del singolo all’interno di un gruppo
- Psicologia economica: cos’è e come usarla a nostro vantaggio
- Devianza, comportamento criminale e criminologia in psicologia da Lombroso ad oggi
- Charles Darwin, effetto Dunning-Kruger e sindrome dell’impostore
- Psicologia sociale: definizione, obiettivi, autori e storia in Europa ed USA
- Effetto Pigmalione in psicologa, nell’insegnamento, nella vita e nell’amore
- Effetto alone e bias cognitivo in psicologia, economia, marketing
- Differenza tra psicologia sociale, sociologia e antropologia
- Effetto farfalla: significato e passaggio dalla fisica alla psicologia
- Una sera sul viale Karl Johan e l’importanza di non seguire la massa
- Capro espiatorio: definizione e significato in psicologia e sociologia
- Mettersi nei panni di qualcuno: cosa significa… davvero?
- Che significa davvero “Carpe diem”? L’invito ad apprezzare ciò che si ha
- Rasoio di Occam: se senti gli zoccoli, pensa al cavallo, non alla zebra
- Amore o egoismo? I tuoi figli sono tuoi, ma non ti appartengono
- Vittimismo patologico e aggressivo: identikit e strategie di chi passa la vita a lamentarsi
- Sogno o realtà? La storia della farfalla di Zhuāngzǐ
- Questa non è una pipa: differenza tra oggetto reale e la sua rappresentazione
- “Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu possa dirlo” NON è una frase di Voltaire
- Le dieci caratteristiche di una donna forte a cui devi tendere se manchi di autostima
- Le 8 tattiche usate dai narcisisti per controllare le conversazioni
- “Se tu non mi ami è colpa mia”: i pensieri di una donna che ama un uomo anaffettivo
- Kintsugi: quando una storia d’amore subisce un duro colpo, può tornare come prima?
- Mi ha lasciato da mesi ma io soffro come il primo giorno: cosa faccio?
- Aumenta la tua autostima ed impara ad amarti
- Impara a camminare da solo e non cadrai mai
- Madre anaffettiva: caratteristiche, effetti sui figli, cosa fare?
- Diversa ma non inferiore: l’incredibile storia di Temple Grandin
- Se vuoi raggiungere l’equilibrio, non smettere mai di muoverti
- Janet Frame: quando l’arte ti salva dalla lobotomia
- Christopher Reeve, l’incidente e quelle dita che si muovevano
- E se Matrix in realtà fosse il mondo reale?
- Una prigione per la tua mente
- Gli amori del liceo non passano mai
- Il dilemma del porcospino: empatia e giusta vicinanza tra individui nella società
- Il filo rosso del destino: significato e leggenda dell’amore predestinato
- Io non mollai: la guerra non fermò il mio sogno
- Lo sport nazionale italiano non è il calcio: è criticare
- Dave Wottle: quel cappello bianco e l’importanza di non mollare mai
- Cambiare la prospettiva sulle cose può cambiarti la vita
- Sindrome di Stoccolma: psicologia, in amore, casi, cura e film in cui è presente
- Sindrome di Lima: cosa significa in medicina e psicologia?
- Sindrome di Helsinki: cosa significa in medicina e psicologia?
- Che cos’è l’intelligenza umana: definizione, significato e psicologia
- Creatività in psicologia: definizione, significato, pensiero divergente
- Problem solving: cos’è, caratteristiche, tecniche, fasi ed esempi
- Cosa può fare l’insegnante per stimolare la creatività degli alunni?
- LAD (Language Acquisition Device) di Noam Chomsky
- Le Tavole di Sviluppo di Kuno Beller
- Quoziente d’intelligenza: valori, significato, test ed ereditarietà
- Il disagio psicologico nel bambino con dislessia
- Epilessia: riconoscere in tempo l’arrivo di una crisi e come comportarsi
- Epilessia infantile: come comportarsi col proprio figlio?
- Sindrome di Down: rischio di avere un figlio affetto
- Quanti cromosomi ha chi è affetto da Sindrome di Down?
- Le malattie genetiche più diffuse al mondo
- Dislessia: cos’è, come riconoscerla, come affrontarla e superarla
- Sindrome di Asperger in bambini ed adulti: primi sintomi, terapie
- Persone famose con la Sindrome di Asperger
- Vostro figlio soffre di autismo? I primi segnali per capirlo e come comportarsi con lui
- Disturbi specifici di apprendimento (DSA): definizione, cause, sintomi, cure
- Disgrafia: esempi, come riconoscerla precocemente, test, rimedi
- Disortografia: cause, come riconoscerla, esempi, rimedi, si guarisce?
- Differenze tra disgrafia e disortografia
- Discalculia: significato, tipi, sintomi, diagnosi e terapia
- Disprassia a scuola: sintomi, esercizi, si guarisce?
- Disturbo specifico della compitazione: significato, sintomi, cure
- Disturbo specifico del linguaggio: sintomi, classificazione, si guarisce?
- Ritardo semplice di linguaggio: definizione e classificazione
- Balbuzie e disfluenze: significato, cause, sintomi, rimedi
- Oligofrenia e sindrome oligofrenica: cause, sintomi, diagnosi, cura
- Makaton per bambini con disturbo specifico del linguaggio
- Braille alfabeto e numeri in italiano: come impararlo
- Lingua dei segni italiana: cos’è, come impararla, alfabeto, esempi
- I 21 segni che indicano che sei intelligente
- Dinamico, riflessivo, elastico o creativo? Scopri che tipo di cervello sei
- Il tuo cervello è di destra o di sinistra? Scoprilo con il test Sommer
- Autostima: come ritrovarla dopo un fallimento ed avere successo al tentativo successivo
- Come funziona la nostra memoria e come facciamo per aumentarla: guida per prendere trenta e lode agli esami universitari
- Gli integratori per allenare il tuo cervello e sviluppare una memoria prodigiosa
- Differenza tra memoria sensoriale, a breve termine, a lungo termine
- Amnesia dissociativa: sistematizzata, circoscritta, selettiva e altri tipi
- La tua vita è difficile? Ti spiego tutti i segreti per ritrovare la fiducia in te stesso ed aumentare la tua autostima
- Il peggior nemico siamo noi stessi: i segnali che ci stiamo autosabotando
- Crisi di mezza età maschile: come influisce sul matrimonio e come superarla?
- Come confortare vostro marito durante la crisi di mezza età
- Dimmi che padre hai e ti dirò che l’uomo che cerchi e che fa per te
- Padre anaffettivo e assente: effetti sui figli, cosa fare?
- Siete stati cresciuti da un genitore narcisista? Ecco i 6 segni che lo indicano
- Le 5 cose che indicano che stai con qualcuno che ti farà sicuramente soffrire
- I 10 uomini da evitare accuratamente in una relazione
- Diminuire ansia e stress per essere sereni ogni giorno della tua vita
- Preoccuparsi troppo del giudizio degli altri e temere il rifiuto
- Impara a non preoccuparti del giudizio degli altri in quattro passi
Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su Mastodon, su YouTube, su LinkedIn, su Tumblr e su Pinterest, grazie!