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A 5 anni regala i suoi risparmi al medico che ha curato la mamma dal cancro: “Sono per la ricerca”
Ha messo poche monete da cinque, due ed uno centesimi in una busta con su scritto “da Giovanni” e le ha regalate al medico che ha curato il cancro di sua madre. È la storia di Giovanni, 5 anni, che ha deciso di Continua a leggere
Cataplessia: causa, significato, nel sonno, cura ed etimologia
La cataplessia è un disturbo generalmente temporaneo che causa una perdita del tono muscolare solitamente provocata da forti emozioni come pianto, riso, gioia ecc. e dal loro ricordo oppure avviene casualmente nel corso della giornata. Può colpire persone completamente sane e che non avevano mai avuto alcun attacco nella propria vita. La Continua a leggere
Paura: cause, gradi, timore, ansia, fobia, panico, terrore ed orrore
La paura è un’emozione primaria, comune sia al genere umano sia al genere animale. Il Galimberti così la definisce:
“Emozione primaria di difesa, provocata da una situazione di pericolo che può essere reale, anticipata dalla previsione, evocata dal ricordo o prodotta dalla fantasia. La paura è spesso accompagnata da una reazione organica, di cui è responsabile il sistema nervoso autonomo, che prepara l’organismo alla situazione d’emergenza, disponendolo, anche se in modo non specifico, all’apprestamento delle difese che si traducono solitamente in atteggiamenti di lotta e fuga”.
Nelle paure c’è quindi la sensazione che qualcosa minacci la nostra esistenza o la nostra integrità biologica o quella delle persone a noi più vicine. L’emozione della paura si proietta nel futuro: qualcosa di brutto accadrà a noi o agli altri, pertanto spinge il soggetto ad aggredire per eliminare o allontanare l’oggetto della paura (condotte aggressive) o al contrario fuggire da questo per evitare il danno che potrebbe procurarci (condotte di evitamento dall’oggetto fobico).
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Reazioni
La paura è un’emozione dominata dall’istinto (cioè dall’impulso) che ha come obiettivo la sopravvivenza del soggetto ad una suffragata situazione di pericolo; irrompe ogni qualvolta si presenti un possibile cimento per la propria incolumità, e di solito accompagna ed è accompagnata da un’accelerazione del battito cardiaco e delle principali funzioni fisiologiche difensive.
Principali controffensive alla paura possono essere:
- intensificazione delle funzioni fisiche e cognitive teoretiche con relativo innalzamento del livello di accortezza;
- difficoltà di applicazione intellettiva;
- fuga;
- protezione istintiva del proprio corpo (cuore, viso, organi genitali);
- ricerca di aiuto (sia articolato, sia racchiuso);
- calo della temperatura corporea;
- sudorazione;
- aumento adrenalinico;
- aumento dell’ansia.
La paura è talvolta causa di alcuni fenomeni di modifica comportamentale permanenti, identificati come sindromi ansiose: ciò accade quando la paura non è più scatenata dalla percezione di un reale pericolo, bensì dal timore che si possano verificare situazioni, apparentemente normalissime, ma che sono vissute dal soggetto con profondo disagio. In questo senso, la paura perde la sua funzione primaria, legata alla naturale conservazione della specie, e diventa invece l’espressione di uno stato mentale. La paura di oggetti o contesti può essere appresa; negli animali questo effetto è stato studiato e prende il nome di paura condizionata, che dipende dai circuiti emozionali del cervello.
Gradi della paura
La paura ha differenti gradi di intensità a seconda del soggetto: persone che vivono intensi stati di paura hanno sovente atteggiamenti irrazionali. La paura, come l’ira, può essere una risposta al dolore o alla sua percezione. Se un individuo impaurito è costretto ad attaccare, l’ira può prendere il sopravvento e la paura svanire. In tal senso alcuni atteggiamenti derivanti dagli stati di paura possono essere considerati pericolosi, quando si tramutano in rabbia. La paura può essere descritta con termini differenti a seconda del suo grado di intensità:
- timore;
- ansietà;
- paura;
- fobia;
- panico;
- terrore;
- orrore.
Timore
Il timore è la forma meno intensa della paura e si determina quando una situazione promette piacere ma, al tempo stesso, anche dolore: c’è la percezione della possibilità di perdere il piacere, ma ci si muove ancora verso di esso.
Ansia
In questo caso la minaccia del dolore e quella del piacere si equivalgono generando una situazione di conflitto nell’attesa di qualche indizio capace di far pendere la bilancia da una parte o dall’altra.
Paura
La paura emerge quando il contesto è dominato dalla minaccia del dolore o dalla sua percezione: in questo caso si è pervasi dal desiderio di scappare o comunque di allontanarsi dalla fonte di dolore, sia questa reale o immaginaria, di ogni tipo o forma essa sia.
Fobia
Quando l’ansia di fronte a un determinato oggetto, animale o evento è notevole e non può essere controllata dalla ragione si parla di fobia. Questa provoca una reazione notevolmente sproporzionata rispetto alla situazione che si sta affrontando. Per tale motivo il soggetto che presenta delle fobie evita accuratamente tutte le situazioni che potrebbero scatenare la sua ansia. Pertanto la sua vita sociale ne può risentire notevolmente. Ne sono un esempio la claustrofobia, l’agorafobia, la centrofobia.
Panico
Quando la paura è massima ed è carica di un presentimento di morte si definisce panico. Questo per Galimberti U. è un “episodio acuto d’ansia caratterizzato da tensione emotiva e terrore intollerabile che ostacola un’adeguata organizzazione del pensiero e dell’azione.” La situazione di panico è correlata alla claustrofobia.
Terrore
Il terrore è la forma estrema della paura, di intensità ancora maggiore al panico, dove l’impulso a scappare è talmente elevato da ricercare una soluzione immediata: in questo caso l’individuo sceglie di ritirarsi dentro se stesso. Il terrore è una vera propria fuga verso l’interno, la muscolatura si paralizza nel tentativo di ridurre la sensibilità dell’organismo durante l’agonia (immaginata o reale).
Orrore
Per orrore si intende un sentimento di forte paura e ribrezzo destato da ciò che appare crudele e ripugnante in senso fisico o morale. Per estensione, orrore può indicare un fatto, un oggetto o una situazione che desta tale sentimento.
Cause organiche
Secondo la concezione costituzionalistica vi sarebbero delle cause genetiche in quanto vi è una più elevata concordanza del disturbo nei gemelli omozigoti e una più elevata incidenza fra gli ascendenti e collaterali. Le indagini neurochimiche hanno messo in evidenza una disfunzione serotoninergica. Le neuroimmagini suggeriscono una disfunzione dei circuiti striato-talamo-corticali.
Cause affettivo – relazionali
Le paure possono essere legate a un trauma specifico. Ad esempio la paura del cane può essere legata a un episodio aggressivo da parte di questo animale, vissuto dal bambino. Tuttavia buona parte delle paure non sono legate ad alcun trauma specifico. Esse nascono da una sofferenza interiore del bambino, dovuta ad un’educazione non idonea o ad un ambiente particolarmente disturbato, stressante o che presenta o ha presentato in passato, scarsa attenzione e considerazione nei confronti dei suoi bisogni affettivo – emotivi. Questa sofferenza genera in lui un’immagine negativa e quindi paurosa, del mondo che lo circonda.
Le paure, inoltre, possono nascere da un contagio genitoriale o familiare nel senso che le ansie e le paure dei genitori o dei familiari si riversano sui figli generando anche in questi ansie e paure, sia per imitazione sia a causa di un ambiente particolarmente stressante e angoscioso, poco o nulla confacente ad un sano sviluppo nel quale i piccoli sono costretti a vivere.
Per la psicoanalisi le paure nascono quando sono presenti dei pensieri di tipo sessuale o aggressivo che vengono censurati. Questi pensieri minacciano di emergere dall’inconscio, per cui si attivano una serie di meccanismi di difesa, che determinano lo spostamento dell’ansia, dalla pulsione temuta verso un oggetto o una situazione esterna che presenta una qualche connessione simbolica con essa.
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Differenza tra tachicardia, aritmia, bradicardia e alloritmia
Aritmie
Con “aritmia cardiaca” (in inglese Cardiac arrhythmia, cardiac dysrhythmia o irregular heartbeat) o più semplicemente “aritmia” si intende l’alterazione del ritmo cardiaco normale, che si riferisce al ritmo che origina dal nodo del seno (un componente del cuore che ne regola autonomamente il battito: il “pacemaker naturale”), regolare per frequenza e conduzione elettrica del cuore. Le aritmie sono rilevabili all’auscultazione del cuore o tramite un elettrocardiogramma.
- un ritmo è regolare quando la distanza fra i battiti consecutivi non supera i 160 msec;
- ci si riferisce ad una frequenza normale, nell’adulto a riposo, con una variazione dai 60 ai 100 battiti/min;
- si parla di una conduzione normale quando all’ECG l’onda P è
Le aritmie sono dovute a:
- una normale o a un’anomala formazione dell’impulso,
- un’anomala conduzione dell’impulso,
- una combinazione di queste.
Possiamo avere:
- tachiaritmia, ipercardia o tachicardia se il battito aumenta in modo anomalo al di sopra di 100 al minuto;
- bradiaritmia o bradicardia se il battito rallenta al di sotto dei 60 per minuto. Solitamente diventa sintomatico sotto i 50 battiti per minuto.
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- Fibrillazione atriale: farmaci e terapia dell’aritmia cardiaca
Alloritmia
L’alloritmia è una irregolarità uniforme e continuata del battito cardiaco e del polso. Ciò che la differenzia dall’aritmia è la periodicità, la quale in quest’ultima risulta essere irregolare. Le alloritmie si riscontrano solitamente in pazienti cardiopatici, ma possono comparire anche in soggetti con cuore apparentemente sano. Un caso particolare di alloritmia è il bigeminismo, condizione in cui ad ogni battito segue regolarmente un’extrasistole.
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Bradicardia
La bradicardia – come prima accennato – è una aritmia caratterizzata da riduzione della frequenza cardiaca inferiore al valore di 60 battiti per minuto (bpm). La bradicardia può essere “fisiologica” (bradicardia sinusale) ad esempio negli sportivi, in chi fa yoga o negli anziani, oppure può essere “patologica” (bradiaritmia) come in caso di blocco atrioventricolare di II o III grado, di malattia del nodo del seno o di ipertensione arteriosa. Per approfondire, leggi:
- Differenza tra bradicardia e bradiaritmia
- Bradicardia: sintomi, conseguenze, rimedi, notturna e grave
- Bradiaritmia: tipi, cause, sintomi, prevenzione e trattamenti
Tachicardia
La tachicardia è una aritmia caratterizzata da aumento della frequenza dei battiti cardiaci e pulsazioni sopra i 100 battiti al minuto a riposo o senza alcuna forma di stress psicofisico. Si classificano principalmente tre forme di tachicardia: sinusale, eterotopa (sopraventricolare e ventricolare) e atriale. Può essere dovuta a cause fisiologiche e non fisiologiche. Tra le cause vi sono:
- eventi fisiologici o funzionali come gli eventi stressogeni (forti emozioni, eccitazione sessuale, paura) o la gravidanza;
- sostanze: abuso di caffè, alcol o sostanze stupefacenti;
- cause direttamente connesse con il cuore come l’arteriosclerosi o l’insufficienza coronarica;
- varie patologie come l’ipertiroidismo e la febbre.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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Fenomeno di Raynaud: cause, sintomi e trattamento
Il fenomeno di Raynaud (in inglese Raynaud’s phenomenon) è caratterizzato da uno spasmo eccessivo dei vasi sanguigni della periferia che provoca una riduzione del flusso di sangue alle regioni coinvolte. La reazione può essere innescata dal freddo e/o dallo stress emotivo (emozioni intense, spavento) e/o dal rapido passaggio da ambienti caldi a freddi o da altri fattori, alcuni dei quali ancora non del tutto chiari. La riduzione del flusso sanguigno determina da insensibilità alle mani seguita da cianosi, pallore, dolore, formicolio e bruciore. Nella metà dei casi il fenomeno può essere secondario ad altre patologie; nel caso sia idiopatico (cioè non si conosca il motivo che lo ha determinato) prende il nome di sindrome di Raynaud (in inglese Raynaud syndrome), e talvolta è soprannominato ipersensibilità o “allergia” al freddo. Il fenomeno di Raynaud si manifesta soprattutto nelle dita delle mani e dei piedi, ma può coinvolgere anche altre zone del corpo, come la punta del naso, i lobi delle orecchie e la lingua.
Eponimo
Il fenomeno di Raynaud deve il suo nome al medico francese Maurice Raynaud (1834-1881).
Cause e fattori di rischio
A volte si associa dolore. Il fenomeno di Raynaud è denominato:
- primario o primitivo: il fenomeno si presenta da solo, senza una malattia a monte che lo determini;
- secondario: il fenomeno è il segno di una patologia;
- idiopatico: se non si conosce la causa a monte che lo ha determinato.
Il fenomeno di Raynaud primario è più frequente della forma secondaria. Il primario in genere esordisce sotto i 25 anni di età e colpisce soprattutto le donne che riportano una intolleranza al freddo che risale all’infanzia. I pazienti con Raynaud secondario presentano invece spesso i sintomi di una condizione associata (tipicamente artrite, lupus, sclerodermia…), come dolori alle articolazioni, eruzioni cutanee e debolezza.
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Fenomeno di Raynaud primitivo o idiopatico
Il fenomeno di Raynaud è considerato primitivo o idiopatico se si manifesta da solo e non si associa ad altre malattie. In questa forma tende a manifestarsi spesso nelle giovani donne e in particolare durante l’adolescenza e nei primi anni dell’età adulta. Si ritiene che il Raynaud idiopatico sia almeno in parte ereditario, sebbene non siano stati ancora identificati geni specifici. Il fumo di sigaretta è un fattore in grado di aumentare la frequenza e l’intensità degli attacchi; secondo alcuni autori sembra giocare un ruolo anche una componente ormonale. Caffeina, estrogeni e beta-bloccanti non selettivi sono spesso elencati come fattori aggravanti, ma le evidenze che dovrebbero essere evitati non appaiono solide. Il freddo, lo stress psico-fisico e le emozioni intense aumentano il rischio che si verifichi il fenomeno.
Fenomeno di Raynaud secondario
Il fenomeno di Raynaud, o Raynaud secondario, si associa a un’ampia varietà di altre condizioni e malattie:
- Malattie del tessuto connettivo
- Sclerodermia
- Lupus eritematoso sistemico
- Artrite reumatoide
- Sindrome di Sjögren
- Dermatomiosite
- Polimiosite
- Sindrome cronica da agglutinine a frigore
- Sindrome di Ehlers-Danlos
- Farmaci
- Betabloccanti
- Farmaci citotossici – in particolare chemioterapici e specialmente bleomicina
- Ciclosporina
- Bromocriptina
- Ergotamina
- Sulfasalazina
- Farmaci stimolanti il sistema nervoso centrale, come ad esempio amfetamine e metilfenidato
- Farmaci da banco, ad esempio pseudoefedrina
- Occupazionali
- Esposizione prolungata delle mani a composti chimici o plastici, esempio cloruro di vinile, mercurio o PVC
- Manifestazione paraneoplastica
Altre cause e fattori di rischio:
- arteriopatia;
- disturbi nervosi;
- arto colpito da un ictus;
- sclerosi multipla;
- poliomielite;
- uso professionale di strumenti vibranti, come martelli pneumatici, decespugliatori o motoseghe;
- sindrome del tunnel carpale;
- sindrome dello stretto toracico superiore;
- patologia tiroidea;
- fumo;
- freddo;
- lesioni a mani o piedi (fratture, interventi chirurgici o congelamento).
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Sintomi e segni
Il fenomeno di Raynaud si verifica soprattutto in quei distretti a maggior dispersione calorica e minore richiesta metabolica (più sacrificabili) cioè le dita (soprattutto quelle delle mani). In alcuni casi si associa fastidio o dolore della parte interessata. È caratterizzato da tre fasi che in tutto possono durare da meno di un minuto a diverse ore.:
- Fase ischemica (o “del pallore”): l’afflusso di sangue si riduce e la zona diventa pallida, fredda, insensibile e a volte dolorante;
- Fase della stasi venosa (o “della cianosi”): l’area colpita inizia a diventare bluastra e si può avvertire formicolio e fastidio;
- Fase dell’iperemia reattiva (o “dell’arrossamento”): il sangue torna ad irrorare la zona copiosamente e la zona appare rossastra ed è calda. Si possono verificare formicolio, intorpidimento e dolore. Il normale flusso in genere si ripristina in un quarto d’ora.
Nella maggior parte dei casi, il fenomeno può interferire con le attività quotidiane dei pazienti (specie quelle che richiedono l’uso delle mani o dei piedi), ma non causa alcun danno a lungo termine per le estremità.
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Diagnosi
La diagnosi è essenzialmente clinica: l’esame obiettivo permette di inquadrare il fenomeno, spesso senza necessità di ricorrere a test di stimolazione al freddo. La videocapillaroscopia è l’esame di prima scelta per distinguere il fenomeno di Raynaud idiopatico da quello secondario a malattie dello scleroderma spectrum (sclerodermia, polidermatomiosite, connettivite mista). La videocapillaroscopia in questi pazienti presenta alterazioni tipiche: anse capillari ridotte in numero, zone avascolari, anse capillari giganti dette megacapillari, microemorragie. Il test di stimolazione al freddo prevede l’immersione della mano del paziente in acqua ghiacciata, per provocare un episodio. Si può anche praticare una manovra compressiva effettuata dal paziente spingendo i palmi l’uno contro l’altro con le mani giunte a preghiera (segni evocabili in maniera più sfumata rispetto al test di stimolazione al freddo).
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Complicanze
Le complicanze sono rare. Si possono verificare:
- ulcere della pelle;
- cicatrici;
- cancrena;
- dita sottili e affusolate, con la pelle liscia e lucida;
- unghie fragili e che crescono lentamente.
Terapia
Nei pazienti che soffrono di fenomeno di Raynaud è importante evitare l’esposizione al freddo, utilizzando guanti e calze pesanti in modo da mantenere calde le estremità. Dal punto di vista farmacologico, nelle persone refrattarie al trattamento conservativo, molto efficaci sono i calcio antagonisti, che riducono il numero e la durata degli episodi di vasospasmo inducendo vasodilatazione delle arteriole periferiche. Nei casi più gravi si può ricorrere alla simpatectomia (simpatectomia toracica endoscopica), una controversa procedura chirurgica.
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- Anticorpi: (immunoglobuline): tipi, caratteristiche e funzioni
- Differenza tra antigene, aptene allergene ed epitopo
- Aptene: cos’è e perché è importante per il sistema immunitario
- Antigene: cos’è e perché è importante per il sistema immunitario
- Differenza tra antigeni esogeni, endogeni, tumorali, nativi ed autoantigeni
- Epitopi sequenziali e conformazionali: cosa sono e come funzionano
- HIV: dopo quanto si manifestano i sintomi? I 4 stadi dell’infezione
- Differenza tra HIV e AIDS: sono uguali?
- Si muore di AIDS? Qual è l’aspettativa di vita?
- HIV: sintomi iniziali in donne e uomini
- Differenza tra malattia, sindrome e disturbo con esempi
- Differenza tra virus HIV1 e HIV2
- Sesso e AIDS: l’HIV si trasmette anche tramite il rapporto orale
- Il liquido pre-eiaculatorio può indurre gravidanza e trasmettere l’HIV?
- HIV e AIDS: come, dove e quando si eseguono i test per la diagnosi?
Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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Come un filo d’erba nell’asfalto ed il cemento
Quando tutto ti sembra andare storto
e non vedi facili vie di uscita,
fatti strada con coraggio nella vita,
come un filo d’erba nell’asfalto ed il cemento
Leggi anche:
- Motorini beige, sellini beige, cervelli beige
- Amo la pioggia, le nuvole ed il vento…
- Insegnare bene significa…
- Resistere
- “Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu possa dirlo” NON è una frase di Voltaire
- La natura è il posto più bello dove passare l’eternità
- Il segreto per vivere bene? Guardare sempre le cose da una diversa prospettiva
- Non è importante dove, ma con chi
- Una persona piena di difetti
- E se non fosse la torre di Pisa ad essere storta…
- Palloni ovali e caviglie slogate
- Un giorno di pioggia per stare vicino a chi amate
- Essere diversi è una qualità!
- La prossima volta che ti cercano
- Torna indietro solo per prendere la rincorsa
- Ogni istante della nostra vita è una occasione per rivoluzionare tutto, completamente
Dott. Emilio Alessio Loiacono
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Proteggi ciò che ami
Proteggi ciò che ami, soprattutto quando ciò che ami non può proteggersi da solo
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