Dormire col proprio cane fa riposare meglio

MEDICINA ONLINE SLEEPING DOG CANE CANI DORMIRE INSONNIA STUDIO SICUREZZA CAMERA DA LETTO TAPPETO ANIMALI CAGNOLINO CUTE ANIMALS WALLPAPER.jpgUna ricerca del Centre for Sleep Medicine della Mayo Clinic’s Arizona campus, pubblicato sulla rivista Mayo Clinic Proceedings, regala buone notizie a tutti i possessori ed amanti dei cani: dormire con il proprio cane fa riposare meglio, perché offre conforto e senso di sicurezza. Bisogna fare una precisazione: il cane può stare nella stanza dove si dorme, ma non NEL letto, perché la qualità del riposo in questo caso è invece sacrificata.

Gli studiosi hanno preso in esame 40 persone che avevano un cane, sottoposte a una valutazione del sonno con il cane in camera da letto per cinque mesi. Sia i partecipanti allo studio che i loro cani hanno indossato per una settimana appositi device per tracciare con esattezza le loro attività. I risultati hanno rivelato che, indipendentemente dalla razza del cane, il riposo era migliore se lo si aveva accanto.

Spiega Lois Krahn, una delle autrici dello studio: “Oggi, molti proprietari di animali domestici sono lontani da loro per gran parte del giorno, e così vogliono massimizzare il tempo trascorso insieme quando sono a casa, averli in camera da letto durante la notte è un modo semplice per farlo. Godendo del comfort e sapendo che questo non avrà un impatto negativo sul sonno”.

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Differenze tra ricostruzione unghie in acrilico o gel: qual la è migliore?

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Cavitazione Dieta Dimagrire Grasso Dietologo NutrizionistaDimagrire Pelle Rughe Laser Sessuologo Sex Psicologo Roma UNGHIE FRAGILI INTEGRATORINon c’è una risposta univoca alla domanda del titolo, dal momento che entrambe le metodiche hanno vantaggi peculiari:

Vantaggi della ricostruzione unghie in acrilico

  • tempi di “catalizzazione” veloci e senza l’utilizzo di lampada UV se non in caso si vogliano utilizzare gli stessi sigillanti del gel;
  • le unghie sono molto più resistenti e difficilmente scheggiabili. Utile quindi per chi ha problemi di onicofagia o a livello professionale lavora molto con le mani. L’acrilico una volta catalizzato è stabile e duro;
  • numero di prodotti da utilizzare per effettuare una ricostruzione base che vanno da 2 a massimo 4 (monomero, polvere bianca, trasparente, cover) mentre per il gel differiscono in viscosità, colorazioni di base, riflessi di colorazione in asciugatura;
  • numero di pennelli da utilizzare limitato ad uno o massimo 3 in caso di ricostruzioni elaborate con decorazioni in 3D;
  • non doloroso sia nella catalizzazione sia nei rari casi di rottura dell’unghia.

Vantaggi della ricostruzione unghie in gel

  • inodore ( l’acrilico ha un odore per alcuni insopportabile e pungente )
    facile da applicare e modellare soprattutto per chi sta imparando ad utilizzarlo perché si ha il controllo della forma fino a quando non viene catalizzato in lampada;
  • morbide e flessibili, in molte lo trovano più leggero e confortevole;
  • il prodotto è già pronto per essere utilizzato mentre per l’acrilico bisogna trovare la giusta razione di componenti monomero/polvere che ci consente di lavorare bene e questa manualità nel dosaggio si ottiene solo con molta pratica nell’uso del prodotto.

Quale preferire?
Nel complesso, la ricostruzione unghie acrilico e gel tendenzialmente si equivalgono e la vera risposta che darei alla domanda “cosa usare per la ricostruzione unghie, acrilico o gel?” è quella di guardare con attenzione la moltitudine di video a disposizione in rete, seguire una ricostruzione in acrilico passo passo e una ricostruzione con gel monofasico o trifasici, comprare dei prodotti con dosi dimostrative cosi da non avere mai del prodotto inutilizzato e provare un paio di volte entrambi: con un po’ di esperienza sarà facile per voi decidere quale tecnica preferire. L’acrilico è amato soprattutto da chi ha molta manualità ed ama avere sotto controllo le forme che si stanno lavorando mentre il gel permette di vedere per bene la forma realizzata solo una volta catalizzato e prendere il tempo necessario per scolpirlo e perfezionarlo. Il segreto è solo di non scoraggiarsi del risultato mentre si sta provando e capire in quale delle due tecniche ci si trova più a proprio agio: i risultati possono essere ugualmente belli con entrambi i metodi.

I migliori prodotti per la cura delle unghie
Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche per la cura ed il benessere di mani e piedi, in grado di migliorare forza, salute e bellezza delle tue unghie e della tua pelle. Noi NON sponsorizziamo né siamo legati ad alcuna azienda produttrice: per ogni tipologia di prodotto, il nostro Staff seleziona solo il prodotto migliore, a prescindere dalla marca. Ogni prodotto viene inoltre periodicamente aggiornato ed è caratterizzato dal miglior rapporto qualità prezzo e dalla maggior efficacia possibile, oltre ad essere stato selezionato e testato ripetutamente dal nostro Staff di esperte:

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Posso usare la crema solare rimasta dall’estate scorsa?

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Benessere Dietologia Sessuologia Ecografie Tabagismo Smettere di fumare Pelle spellata cinque consigli per salvare la nostra cuteA fine estate capita a tutti di avere ancora della crema solare che viene conservata per tutto l’inverno e, con l’arrivo di una nuova stagione e le prime giornate di mare, scatta la fatidica domanda: “Il solare dell’anno scorso lo posso ancora usare o lo butto?“.

La risposta è “dipende”, infatti senza generalizzare bisogna considerare alcuni fattori prima di decidere se utilizzarla ancora o buttarla nella pattumiera per evitare di usare un prodotto che ha perso efficacia ed espone la pelle a rischio scottature.

I solari, come tutti i cosmetici, hanno una data di scadenza valida dall’apertura del prodotto, indicata da un numero vicino alla scritta PAO e generalmente per le creme solari è di 8-12 mesi, quindi stando a questo potrebbero essere usati – anche se al limite – da un’estate all’altra, mentre il discorso è diverso se sono stati usati per una vacanza tropicale o in montagna durante il periodo invernale.

Ancora più importante della scadenza è la corretta conservazione dei solari che possono essere compromessi da caldo ed aria che influenzano soprattutto la componente grassa del prodotto.

Un altro fattore da tenere presente è la formulazione del solari, infatti quelli in crema entrano più facilmente in contatto con aria, dita e microbi, inoltre se il tappo non viene chiuso ermeticamente la sabbia si può sempre infilare; discorso diverso con i solari spray che temono solo le alte temperature.

Se il solare non è scaduto prima di portarlo di nuovo al mare o in piscina è bene fare un facile test casalingo, controllando se odore, colore e consistenza non sono alterate; il buon senso poi consiglia di cambiare solare se l’anno precedente ci siamo scottati, scegliendone uno con Spf più alto.

Al momento dell’acquisto di un nuovo solare bisogna orientarsi verso un prodotto con un adeguato fattore protettivo e osservare con attenzione tutta la gamma di prodotti disponibili, scegliendo ove possibile prodotti novità che non saranno sicuramente dell’anno in corso, non essendo disponibili l’estate precedente.

Se sono solo pochi i giorni o week-end che si potranno dedicare all’abbronzatura, sparsi durante l’estate, una soluzione per evitare di conservare il solare da un anno all’altro è acquistare confezioni piccole o monodose.

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Morbo di Parkinson: fattori di rischio e fattori di protezione

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma MORBO PARKINSON FATTORI RISCHIO PROTEZIO Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgMolti fattori di rischio e molti fattori protettivi sono stati proposti, a volte in relazione alle teorie riguardanti i possibili meccanismi della malattia, ma nessuno è stato definitivamente individuato da prove certe. Quando gli studi epidemiologici sono stati condotti per verificare la relazione tra un dato fattore e la malattia di Parkinson, spesso i risultati sono apparsi contraddittori.

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Fattori di rischio
Le correlazioni più frequentemente proposte per aumentarne il rischio, sono quelle in cui viene coinvolta l’esposizione ai fitofarmaci e idrocarburi solventi, mentre sembra esserci una riduzione del rischio nei fumatori.
Iniezioni della neurotossina MPTP sintetica producono una serie di sintomi simili a quelli della malattia di Parkinson, essi possono essere bloccati interrompendo l’assunzione di tale sostanza. L’osservazione di questo fenomeno ha portato a teorizzare che l’esposizione ad alcune tossine ambientali possa aumentare il rischio di sviluppare la condizione. Le tossine che sono state correlate alla malattia e ritenute in grado di aumentare del doppio il rischio di soffrirne, comprendono alcuni insetticidi, come il rotenone, e erbicidi, come il disseccante paraquat e il defoliante Agente Arancio. Le misure indirette dell’esposizione, come quelle effettuate su persone che vivono in ambienti rurali, hanno evidenziato un aumento del rischio di sviluppare la malattia di Parkinson. Anche l’esposizione ai metalli pesanti è stata proposta come fattore di rischio per la malattia, attraverso il possibile accumulo nella substantia nigra, tuttavia gli studi sull’argomento si sono rivelati inconcludenti.
Alcuni studi hanno messo in correlazione il verificarsi di ripetuti traumi cranici e lo sviluppo della malattia. Si sospetta che i pugili professionisti, a seguito dei violenti colpi al capo cui sono soggetti, possano sviluppare una sindrome di Parkinson di carattere progressivo (il caso di Cassius Clay ne potrebbe essere una dimostrazione).Uno studio compiuto su praticanti boxe thailandese ritirati, ha evidenziato un aumento del rischio.
Da non trascurare, infine, l’ipotesi legata all’età. La malattia presenta un picco di insorgenza attorno ai sessant’anni, e nell’adulto sano la perdita di cellule e pigmento nella sostanza nera è maggiore proprio intorno al sessantesimo anno d’età. Viene meno così la protezione delle cellule contenenti dopamina e il cervello delle persone anziane è, inevitabilmente, più predisposto al Parkinson. Si ritiene, inoltre, che disturbi psichiatrici, come la depressione, siano un ulteriore fattore di rischio per la malattia.
Secondo i dati elaborati da uno studio pubblicato nel 2011, tra le sostanze organiche che aumentano il rischio di sviluppare la patologia in caso di prolungata esposizione vi sono il tricloroetilene, il percloroetilene e il tetracloruro di carbonio.

Fattori di protezione
È stato dimostrato che il consumo di caffeina è in grado di proteggere dalla malattia di Parkinson. Studi epidemiologici condotti su un ampio campione (374 003 soggetti) hanno evidenziato che il rischio di sviluppare la condizione diminuisce progressivamente con il consumo di caffè e di altri alimenti contenenti caffeina. Sebbene il fumo di tabacco sia devastante per la longevità e per la qualità della vita, è stato correlato ad una diminuzione del rischio di avere la malattia. Tale rischio, nei fumatori, può arrivare ad essere minore fino a un terzo rispetto ai non fumatori. Il motivo di ciò non è noto con certezza, ma si ritiene che la nicotina possa avere un effetto stimolante sulla dopamina. Il fumo di tabacco contiene composti che agiscono come inibitori della monoamino ossidasi che potrebbero anche loro contribuire a questo effetto. Gli antiossidanti, come le vitamine C e D, sono stati proposti come sostanze protettive dalla malattia, ma i risultati degli studi sono stati contraddittori e nessun effetto positivo è stato dimostrato. Anche gli studi sull’assunzione di acidi grassi e grassi alimentari non hanno portato a risultati chiari. Infine, vi sono state indicazioni preliminari di un possibile ruolo protettivo degli estrogeni e dei farmaci anti-infiammatori non steroidei.

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E’ normale arrossarsi e spellarsi dopo aver preso il primo sole?

MEDICINA ONLINE SOLE MARE PAURA DELL ACQUA FEAR OF SWIMMING SPIAGGIA PISCINA MARE DONNA COSTUME SEA SAND GIRL BEACH SWIMMING WALLPAPER HI RES PICS PICTURE PHOTO BEAUTIFUL VETRO UVA UVB ULTRAVIOLETTI RADIAZIONE NEOÈ normale arrossarsi? No , non è normale: se la pelle si arrossa molto, si è irritata e non abbronzata. Se vi arrossate non avete nulla di cui gioire perché la vostra abbronzatura è destinata a sparire in fretta, visto che la pelle eliminerà rapidamente per reazione le cellule morte superficiali portandosi via quel po’ di colore che vi siete illusi di aver preso. Ovviamente un lieve rossore dopo il primo sole è normale.

È normale spellarsi? No: se la pelle si esfolia in maniera molto visibile significa che l’avete sottoposta ad un’esposizione scorretta. L’esfoliazione naturale infatti non dovrebbe essere visibile a occhio nudo. Arginate il problema mantenendo la pelle ben idratata ed evitando esposizioni esagerate, specie nelle ore più calde della giornata.

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Proteggi ciò che ami

MEDICINA ONLINE NEONATO NEWBORN FOOT PIEDI BIMBO BAMBINO NATO PRETERMINE GIORNATA MONDIALE PREMATURI 17 NOVEMBRE AMORE PAPA MAMMA FIGLI GENITORI PRENDITI CURA

Proteggi ciò che ami, soprattutto quando ciò che ami non può proteggersi da solo

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Proteggi la pelle del viso dal freddo con la maschera alla soia

MEDICINA ONLINE DONNA BELLEZZA COSMETICA CREMA PELLE GRASSA FACCIA COSMETICI ACNE BRUFOLI MASCHERA VISO NATURALEVolete proteggere il viso dal freddo? Applicate ogni sera una maschera a base di soia. Essa contiene i componenti principali della lecitina, già utilizzata per contrastare l’aumento del colesterolo, recentemente studiata e impiegata anche sul fronte dermatologico. I fosfolipidi della soia sono sostanze grasse in grado di migliorare i legami fra le cellule e quindi di aumentare l’elasticità, la compattezza e l’idratazione della pelle, pregiudicate da vento e temperature rigide. Le maschere si trovano in farmacia e per riconoscerle bisogna controllare sull’etichetta che sia indicata la presenza di fosfolipidi di soia oppure di lecitina. Ne esistono in diverse concentrazioni e in due formulazioni: gel o crema.

Gel per le pelli mature

La maschera in gel è la più adatta alle pelli mature o molto disidratate. Contiene piccole percentuali di alcol, segnalate anche nei foglietti illustrativi: questo permette la distruzione del film lipidico che ricopre la superficie cutanea e quindi l’immediata penetrazione dei principi attivi. La maschera va applicata ogni sera per circa un mese, poi a giorni alterni per due o tre mesi. Dopo la posa, si sciacqua il viso con l’acqua, si asciuga e si completa l’operazione con una crema idratante, che può essere a base di fosfolipidi, di ceramidi o di acido ialuronico. Attenzione ai tempi di posa della maschera: più la pelle è grassa, più devono essere lunghi. Si va da un minimo di due a un massimo di dieci minuti. Per le pelli normali, bastano quattro minuti.

Applicazione ogni sera

La maschera in crema non ha funzione d’urto, ma di mantenimento ed è quindi l’ideale per le pelli più giovani, o comunque senza grossi problemi di disidratazione. I principi attivi sono meno concentrati e, privi di alcol, penetrano più lentamente, nel rispetto del film lipidico. L’effetto complessivo è quindi più graduale. L’applicazione consigliata è ogni sera, per tre o quattro mesi. Si lascia in deposito circa un quarto d’ora, si rimuove con una salvietta umida e dopo non sono necessarie altre creme idratanti. In entrambi i casi, la mattina successiva è necessario lavare il viso e applicare un prodotto nutriente che lo aiuti ad affrontare la giornata, a base di vitamine (A, C, E, H), enzimi e aminoacidi.

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Freddo e mani ruvide: crema emolliente, guanti, saponi non aggressivi ed altri consigli per proteggere la pelle

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO NEVE FREDDO MONTAGNA COPPIA SESSO AMORE (3)Freddo, vento, umidità, ma anche il caldo secco dei termosifoni: per colpa loro le mani diventano ruvide appena arriva il grande freddo. Serve la protezione giusta: come ottenerla? Ecco alcuni rapidi consigli! Si ai guanti. Se all’esterno la temperatura è rigida, scegliete un modello di pelle, che crea una barriera contro il gelo, a differenza della lana, che disperde il calore. Si alle creme idratanti ed soprattutto alle creme emollienti: scegliete formulazioni a base di burro vegetale come avocado, karitè, cocco o aloe. No ai saponi aggressivi e non dimenticate di asciugare bene le mani dopo averle lavate. Sicuramente troverai interessante anche: Idratare la pelle durante i primi freddi autunnali

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