Aumentare il seno in modo naturale con queste 6 piante

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma CURCUMA PIANTA RICETTE USI CUCINA COSMETICA Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari AnoSono ben 6 le piante che possono venirci incontro se il nostro desiderio è aumentare il décolleté, semi e radici che pur non essendo comuni, hanno un potente effetto sulla crescita del seno, vediamoli insieme!

Il fieno greco

Partiamo dal primo della lista, il fieno greco come espediente per aumentare il seno, un seme portentoso che arriva dalla Grecia. Il fieno greco, cui nome scientifico è Trigonella foenum-graecum L., è conosciuto per le sue proprietà officinali fin dal 1550 A.C.. Si tratta di un vegetale ricco di fitoestrogeni che vanno a stimolare le ghiandole mammarie favorendone lo sviluppo.
Può essere assunto sia in polvere che in semi, nel secondo caso, essendo molto duri, hanno bisogno di una lunga bollitura.

Come utilizzarlo?
Lasciate in infusione 3 cucchiaini da caffè di semi di fieno greco in mezzo litro di acqua naturale a temperatura ambiente per tutta la notte. Al mattino mettere sul fuoco e portare ad ebollizione per almeno 15 minuti a fuoco basso.
Poi, trascorso questo tempo filtrare e mettere in una bottiglia. Consumare l’infuso durante l’arco della giornata
Non solo, della bollitura può essere tranquillamente utilizzata per un massaggio rassodante.

La bardana

La bardana, invece, è nota da tempo per i suoi effetti benefici.
Il suo consumo aumenta il flusso di sangue al tessuto mammario e rafforza il sistema riproduttivo.

Il finocchio

Il finocchio non è utilizzato solo per il tè o per calmare le coliche nei neonati (e negli adulti), ma anche per aumentare il seno.
Il bulbo e semi della pianta di finocchio contengono un’alta concentrazione di anetolo, dianetolo e composti che sono chimicamente e strutturalmente simili agli estrogeni.
Nel finocchio troviamo anche i fitoestrogeni che stimolano la produzione del latte materno.

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La liquirizia

La liquirizia, contiene gli stessi ingredienti del finocchio, quindi ha i medesimi effetti ma può essere consumata tranquillamente durante tutta la giornata.
Attenzione, non pensate alle caramelle, occorrono compresse a base di estratti naturali di liquirizia, per stimolare la crescita del seno.

La Galega Officinalis

La Galega Officinalis, ha tra le sue proprietà, la presenza dei flavonoidi, dei composti naturali estratti dal legume di soja, che hanno azione estrogenica. L’assunzione favorisce un aumento del volume del seno ed un miglioramento della circolazione della ghiandola mammaria.

La Pueraria Mirifica

Infine c’è la Pueraria Mirifica, un’erba tailandese utilizzata per creme antirughe e lozioni, ma in aggiunta è un buon principio attivo anche per le creme che aumentano il seno.

Prima di assumere tali erbe o integratori, consultate sempre il vostro medico!

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Allergia ai pollini: sintomi, diagnosi e regole per evitarla

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO BAMBINO BIMBO PRATO FIORI NATURA FELICE FELICITA RELAX ALLEGRIA ALLEGO (3)I più piccoli sono i soggetti che più di altri subiscono gli effetti del passaggio dall’inverno ai mesi più tiepidi. La cosiddetta mezza stagione porta con sé intense pollinazioni (un problema per oltre un milione di bambini in tutta Italia), giornate più lunghe con sbalzi termici, repentina alternanza tra sole e pioggia e variazioni dei ritmi biologici (ora legale). Questi cambiamenti coincidono con l’aumento della frequenza degli attacchi di cefalea e soprattutto con il picco delle manifestazioni allergiche e anche con maggiore irritabilità e difficoltà di concentrazione.

Il polline, nemico invisibile

Il polline è un particolare pulviscolo giallognolo/arancione prodotto dalle piante, che in misura sempre crescente crea disturbi nella salute dei soggetti allergici, soprattutto in primavera. Primavera e stagione dei pollini è infatti un binomio sempre più stretto, sia perché il numero delle persone allergiche in Italia aumenta sempre più, sia perché i periodi di fioritura si allungano a vista d’occhio. I pollini sono trasportati dal vento e solo i pollini molto piccoli, al di sotto della ventesima parte del millimetro (circa 50 µm), provocano in soggetti predisposti la reazione allergica. Sono pericolose per il nostro organismo solamente le microspore (o granuli pollinici) non visibili.
Il momento peggiore per il bambino allergico è il “periodo di impollinazione”. Ogni pianta è caratterizzata da uno specifico periodo di impollinazione in relazione al clima e alla regione. Qui a Roma, ad esempio, le graminacee fioriscono tra marzo e luglio, la parietaria tra metà febbraio-marzo e novembre, il cipresso tra fine gennaio e aprile, l’olivo tra aprile e maggio.

Quando e dove aumenta la concentrazione di pollini?

La concentrazione di pollini cresce da marzo a luglio, soprattutto nelle giornate più calde, assolate e ventose perché i pollini sono più leggeri e meglio trasportati nell’aria. La stessa concentrazione si riduce con la pioggia ed è più elevata la sera rispetto al primo mattino.
Ovviamente ci sono più pollini in prossimità delle piante e delle erbe che li producono; ad esempio, col taglio dell’erba del prato intorno a casa, si ha una maggiore esposizione ai pollini e i disturbi nei bambini allergici possono aumentare.

Quali sono i sintomi dell’allergia ai pollini?

Nel periodo dell’impollinazione i granellini possono determinare il raffreddore, la congiuntivite, i sibili respiratori, l’asma e la sindrome orale allergica. Quest’ultima rappresenta una manifestazione di cross-reattività tra alimenti e pollini (molecola antigenica comune tra alimento e polline) e può insorgere nell’arco di pochi minuti dal contatto con l’alimento fino a 30-60 minuti dall’assunzione dello stesso. Si manifesta con prurito, bruciore e comparsa di vescicole nel cavo orale, ma in alcuni soggetti può comparire anche raffreddore, congiuntivite, asma e reazioni cutanee come l’orticaria. Il tratto digerente in genere non reagisce ma possono esserci delle eccezioni con difficoltà nella deglutizione, vomito, dolore gastrico e diarrea. Nella maggior parte dei casi si risolve spontaneamente in poco tempo.

Come fare diagnosi di allergia al polline?

La diagnosi di allergia al polline si basa prevalentemente su di una storia clinica accurata (la familiarità, una descrizione accurata dei sintomi con informazioni relative alla stagionalità e durata dei sintomi) e su di un altrettanto accurato esame obiettivo del bambino. Se il piccolo manifesta sintomi di sospetta allergia può essere sottoposto a prick test con l’allergene sospetto fin dalle prime settimane di vita. Il prick test rappresenta lo strumento diagnostico indispensabile per scoprire o confermare la presenza di allergie fin dalle prime settimane di vita del bambino; esso consiste nell’applicare sulla cute dell’avambraccio una goccia di estratto dell’aeroallergene, nel pungere la goccia con una lancetta e nell’osservare la reazione locale. Se vi è reazione, compare un pomfo di diametro superiore a 3 millimetri con o senza alone di arrossamento.
Nel caso di situazioni che impediscono l’esecuzione delle prove cutanee (pelle molto irritata o molto reattiva o nel caso in cui non si possa sospendere la terapia con antistaminici che interferisce con il risultato delle reazioni cutanee) può essere opportuno a completamento dell’iter diagnostico ricorrere alla ricerca nel siero di anticorpi IgE specifici per gli allergeni che si sospettano come causa dei sintomi allergici.

Le regole da seguire per evitare i pollini:

  • Evitare gite in campagna nelle ore mattutine, soprattutto nei giorni di sole con vento e clima secco.
  • Scegliere come meta delle proprie vacanze località di alta montagna o di mare. Ricordare che per altitudini medie (600-1000 metri) le stesse piante liberano i pollini circa un mese più tardi rispetto alla pianura.
  • Verificato la pulizia dei filtri di condizionamento dell’auto e della casa.
  • Non tagliare l’erba del prato e non sostare nelle vicinanze di altri spazi in cui sia stata tagliata l’erba.
  • Evitare il contatto con il fumo di tabacco, polveri e pelo di animali.

Comportamenti solitamente usati dalle famiglie con bambini allergici, ma che in realtà servono a poco:

  • Evitare i prati, i campi coltivati e i terreni incolti: i pollini diffondono dovunque, sono progettati per questo.
  • Chiudere le finestre di casa.
  • Evitare che il bambino esca di casa.
  • Abitare ai piani alti.
  • Mettere mascherine sul viso del bambino a coprire e proteggere il naso e la bocca, mettere occhiali da sole o cappelli con visiera.
  •  Fare lavaggi endonasali: le prove di efficacia sono tenui, il fastidio per il bambino è certo.

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