Con ematoma periorbitale, comunemente chiamato occhio nero od occhio pesto (in inglese “periorbital hematoma” o “black eye” o “shiner“), in medicina e semeiotica si indica la presenza di si indica un segno caratterizzato dalla presenza di una emorragia attorno all’occhio o ad entrambi gli occhi, con formazione di livido generalmente ampio e scuro. Alcuni assegnano all’ematoma periorbitale la denominazione di “segno del procione” o “segno del panda“, tuttavia io ed il mio Staff preferiamo relegare tale denominazione alla presenza di un “ecchimosi periorbitale“, generalmente meno grave rispetto all’ematoma periorbitale. Secondo altre interpretazioni, “occhio nero” dovrebbe essere usato quando solo un occhio sia interessato dalla presenza del livido, mentre si dovrebbe usare l’espressione “segno del procione” quando entrambi gli occhi siano interessati da lividi.
Cos’è un’ecchimosi e cos’è un ematoma?
Ricordo al lettore che con “ecchimosi” si indica la fuoriuscita di sangue da piccoli vasi sanguigni generalmente causata da piccoli incidenti o lesioni generalmente di lieve/moderata intensità, di minor gravità rispetto alla fuoriuscita della grande quantità di sangue che caratterizza un “ematoma“: quest’ultimo è causato invece da un trauma contusivo più violento che lede vasi sanguigni di calibro maggiore e tale da creare accumuli di sangue abbondanti nel tessuto che circonda i vasi lesi. Sia nell’ecchimosi che nell’ematoma si verifica una modulazione della cromia della cute sovrastante al punto in cui il sangue è uscito dal vaso (chiamato “livido“), diventando essa inizialmente rossa, poi bluastra, violacea, verdastra e infine giallastra, per poi tornare al colore originario della pelle. L’alone giallastro è dovuto ai residui di ferro nella pelle, che vengono gradatamente rimossi. Nella foto in alto in questo articolo, si può vedere la progressione di un ematoma periorbitale nell’arco di circa 2 settimane.
Cosa indica la presenza di un ematoma periorbitale?
La presenza di un ematoma periorbitale in genere indica un forte trauma al viso, agli occhi o alla testa in generale e può essere associata ad una frattura della base cranica. L’espressione “occhio nero” si riferisce ai lividi di colore rossastro/nerastro che sono il risultato dell’accumulo di sangue nel tessuto attorno all’orbita, fuoriuscito dai vasi sanguigni in seguito ad un urto alla testa. Questo sangue scorre liberamente sotto il cuoio capelluto producendo un rigonfiamento generalizzato sopra la cupola del cranio, ma non può passare né nelle regioni occipitali né nelle tempie a causa delle inserzioni ossee del muscolo occipitofrontale. Questo fluido può, tuttavia, scorrere in avanti nella palpebra perché il muscolo occipitofrontale non ha attaccamento osseo anteriormente. Ciò porta alla formazione di un ematoma poche ore dopo il trauma cranico o l’intervento al cranio. Se la lesione è lieve, potrebbe risolversi spontaneamente in alcuni giorni; se la lesione è più estesa o se c’è una frattura del cranio, un occhio nero a volte può peggiorare e può richiedere un trattamento medico prima che si risolva e tale trattamento dovrebbe anche essere molto rapido. Sebbene deturpanti esteticamente, la stragrande maggioranza degli occhi neri non è seria e si risolve spontaneamente entro una settimana o due. Se si associa anche il sanguinamento all’interno dell’occhio, una condizione chiamata ifema, ciò indica una situazione più grave che può ridurre permanentemente la vista e danneggiare la cornea. In alcuni casi, può verificarsi anche una pressione anormalmente elevata all’interno del bulbo oculare (ipertensione oculare).
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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