Calcolare la distanza di un temporale con il tempo tra lampo e tuono

MEDICINA ONLINE TUONO LAMPO FULMINE SAETTA DIFFERENZA NEVE GRANDINE PIOGGIA NEVISCHIO GHIACCIO TEMPORALE ROVESCIO TEMPESTA NEVE ARTIFICIALE TECNICA NATURALE TORNADO TROMBA D'ARIA URAGANOUn fulmine è composto da due fasi: il lampo (la luce che si vede partire dalla nuvola fino ad arrivare a terra) ed il tuono (il caratteristico suono). Si può calcolare quanto il temporale è distante da noi, grazie ad una semplice tecnica:

  1. rimanete in osservazione del punto in cui si sta verificando il temporale;
  2. nel momento in cui appare il lampo, iniziate a contare i secondi;
  3. contate i secondi fino a che non ascoltate l’inizio del tuono;
  4. moltiplicate il numero di secondi ottenuto per 340;

Il risultato della moltiplicazione, espresso in metri, è la distanza che vi separa da un temporale

Ad esempio, se il tuono ed il lampo sono separati da 3 secondi, allora il temporale è distante da voi 3 x 240 = 1020 metri, cioè poco più di un chilometro.

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Differenza tra controindicazione assoluta e relativa con esempi

MEDICINA ONLINE FARMACO FARMACIA PHARMACIST PHOTO PIC IMAGE PHOTO PICTURE HI RES COMPRESSE INIEZIONE SUPPOSTA PER OS SANGUE INTRAMUSCOLO CUORE PRESSIONE DIABETE CURA TERAPIA FARMACOLOGICA EFFETTI COLLATERALI CONTROLe “controindicazioni” (in inglese “contraindication“) sono tutte quelle circostanze che sconsigliano l’impiego di un farmaco, di una terapia o di un procedimento diagnostico, in quanto aumentano il rischio nell’utilizzo di quel farmaco. Le controindicazioni possono essere assolute o relative.

Controindicazione assoluta
La controindicazione si intende “assoluta” quando mancano del tutto circostanze ragionevoli per intraprendere una determinata azione (assumere farmaci, svolgere terapie o essere sottoposto a procedimenti diagnostici) che dovrebbe portare migliorie alle condizioni del soggetto, dal momento che i rischi che si corrono nel compiere l’azione, superano i benefici. Vi è un confine fra le controindicazioni e la libertà del medico di farle eseguire al paziente: quando le controindicazioni sono così elevate da non giustificare il trattamento, il medico infrange la deontologia medica nel metterlo in atto. Ad esempio:

  • se un bimbo mostra febbre e si somministra Acido acetilsalicilico, ciò comporta sindrome di Reye, una malattia che aumenta i sintomi influenzali, fino a condizioni correlate di elevata gravità come perdita di memoria e coma, causata soprattutto da tale somministrazione.
  • se un soggetto è portatore di pacemaker, alcune terapie riabilitative (magnetoterapia) e la risonanza magnetica sono controindicate in modo assoluto.

Controindicazione relativa
La controindicazione si dice “relativa” quando una persona ha un elevato rischio di complicanze nell’utilizzare un dato trattamento o utilizza altre terapie in concomitanza che alleviano tali complicanze, oppure quando i rischi provenienti dal non effettuare quel trattamento si dimostrano molto superiori alle possibili controindicazioni. Ad esempio una donna incinta dovrebbe evitare l’assunzione di alcuni farmaci e l’esposizione ai raggi X, ma esistono condizioni di una certa gravità in cui si procede lo stesso ad una data terapia o procedimento diagnostico, dal momento che i rischi del non mettere in atto tali pratiche, superano di gran lunga il metterle in atto.

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