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Django Reinhardt, l’uomo che con sole due dita riuscì a scrivere la storia della chitarra
Il mio mito è Django Reinhardt. Django Reinhardt nacque a Liberchies, una città del Belgio, il 23 gennaio del 1910 da una famiglia di etnia sinti, che girovagava in varie nazioni europee e nord-africane, fino a stabilirsi a Parigi. Ancora giovanissimo, Django era già un apprezzato suonatore di banjo, ma la sua vita era destinata a cambiare per sempre. Quando aveva appena diciotto anni la roulotte di famiglia dove lui viveva, fu infatti divorata da un incendio: Django riportò gravi ustioni, tanto da perdere l’uso della gamba destra e di buona parte della mano sinistra, cioè quella che usava sulla tastiera del proprio strumento musicale. L’anulare e il mignolo, distrutti dal fuoco, furono saldati insieme dalla cicatrizzazione e divennero inutilizzabili. Subito dopo l’incendio del caravan, Django rifiutò fermamente l’amputazione della mano sinistra e del piede destro e riuscì fortunosamente a superare il rischio di cancrena che gli si prospettava, ma per lui ogni aspirazione di essere musicista, era ormai del tutto svanita.
Qualsiasi persona al mondo, dopo un incidente del genere, avrebbe probabilmente smesso per sempre di suonare. Ma Django non aveva intenzione di piegarsi al suo destino tragico.
Dopo i primi tempi di nera disperazione e più di un anno di riabilitazione, ricominciò a suonare, ma aveva solo due dita a disposizione e doveva trovare un nuovo strumento e – soprattutto – un modo nuovo per usare al meglio la sua mano menomata. Un modo che nessuno aveva mai usato al mondo. A causa del danno alla mano sinistra, Reinhardt dovette per prima cosa abbandonare il banjo ed iniziare a suonare una chitarra che gli era stata regalata, meno pesante e meno ruvida. Nonostante le dita atrofizzate, o forse proprio “grazie” ad esse, sviluppò una tecnica chitarristica rivoluzionaria e del tutto originale e particolare riuscendo in questo modo a vincere la menomazione fino a tornare sulla scena assieme a diverse orchestre che giravano per la Francia. La sua condizione lo costringeva a ricorrere a tecniche diverse dalla maggioranza degli altri chitarristi e questo contribuì a plasmare il suo stile unico e inimitabile. L’originalissimo modo di suonare di Django, acclamato da musicisti di tutti i generi come geniale ed innovativo, divenne famoso in tutto il globo ed è ancora oggi studiato da molti chitarristi di fama mondiale. Django Reinhardt è tuttora considerato uno dei migliori musicisti della storia ed un esempio di come la volontà e l’amore per le proprie passioni possa far superare ogni difficoltà.
Il mio mito è invece Django Reinhardt, l’uomo che con sole due dita riuscì a scrivere la storia della chitarra e della musica.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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